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Blacking Out, la recensione – “Caspita, è nero forte!”

Pubblicato

il

blacking out fumetto star comics recensione

Blacking Out

13,20 €
6.5

SCENEGGIATURA

4.0/10

DISEGNI

7.5/10

CURA EDITORIALE

8.0/10

Pros

  • La magnifica edizione in volume
  • Tutto ciò che concerne la parte grafica

Cons

  • Tutto ciò che concerne la sceneggiatura

Blacking Out è un volume autoconclusivo scritto da Chip Mosher, responsabile dei contenuti di comiXology, e disegnato da Peter Krause (Irredimibile, Superman) venuto fuori da una realtà del mercato fumettistico sempre più in ascesa: Kickstarter.
La famosa piattaforma per raccolte fondi ultimamente ha dato vita a dei veri e propri casi editoriali, tra cui la serie BRZRKR, creata e co-scritta da Keanu Reeves in collaborazione con lo sceneggiatore Matt Kindt e il disegnatore Ron Garney, la quale ha raggiunto la cifra di 1.447.212 $ raccolti – a fronte dell’obiettivo iniziale di 50.000 $ – e la cui edizione in albi a opera di Boom! Studios sta infrangendo record su record di vendite.

Sebbene i creatori di Blacking Out prefiggessero un traguardo di gran lunga più modesto (appena 500 $) sono comunque riusciti a racimolare la ragguardevole cifra di 44.198 $, promettendo ai suoi sostenitori un thriller mozzafiato di ambientazione californiana con protagonista un ex-poliziotto in cerca di redenzione. Il volume è arrivato anche in Italia grazie a Edizioni Star Comics nel sempre eccellente formato della collana Astra, che ci ha permesso di scoprire se quelle della campagna fossero più o meno delle promesse di marinaio.

Blacking Out – Cose che succedono

La scrittura è un mestiere serio. Aver letto tanti fumetti, o persino averli supervisionati in qualità di editor, non rende automaticamente bravi scrittori. Essere bravi scrittori significa saper gestire i tempi, dosare ogni sillaba delle informazioni date al lettore per incuriosirlo senza spiattellargli in faccia i tuoi piani, in particolare se stai raccontando di omicidi irrisolti. Ma, soprattutto, un bravo scrittore sa creare una narrazione coerente.

Chip Mosher non è un bravo scrittore, e fa di tutto per dimostrarlo.

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Il soggetto del volume, preso direttamente dalla pagina del Kickstarter, recita:

BLACKING OUT segue un ex-poliziotto ubriacone in cerca di redenzione mentre tenta di risolvere un omicidio durante la stagione degli incendi nel sud della California.

Sapete quante volte l’alcolismo di Conrad, il protagonista, influirà sul suo comportamento e sulla trama in generale? Una. Per tutto il resto delle 56 tavole che compongono il fumetto, lo vediamo costantemente sorseggiare alcolici dalla tipica fiaschetta senza alterare minimamente le sue percezioni o il suo rapporto con gli altri personaggi, tant’è che spesso beve insieme a loro. Il suo alcolismo risulta essere un elemento assolutamente accessorio e marginale, e questo è piuttosto grave, dal momento che questa superficialità va a minare notevolmente la potenza del colpo di scena finale.

Non è poi l’unico elemento discutibile della caratterizzazione del personaggio, la quale risulta essere totalmente diversa a seconda dalla scena. A volte è burbero, a volte è insicuro, a volte è sicuro di sé, a volte è depresso, ma è sempre incostante. Lo “sceneggiatore”, invece di costruire un personaggio sfaccettato con alcuni elementi che lo distinguessero e gli dessero unicità, si è limitato ad attaccare con lo scotch diversi stereotipi dei generi thriller e noir, convinto che in questo modo avrebbe sicuramente tirato fuori uno script decente. Quello che ha tirato fuori è invece un’accozzaglia di luoghi comuni messi lì senza una vera logica soltanto perché pensava che, in generale, si facesse così.

Perché Conrad ha una storia d’amore? Perché tutti i protagonisti hanno una storia d’amore.
Perché è alcolista? Perché i detective privati dei film sono tutti alcolisti.
Perché è stato cacciato dalla polizia? Perché era alcolista. E perché era alcolista? Perché i detective privati dei film sono tutti alcolisti.

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Dato il limitato numero di tavole, sarebbe stato più saggio selezionare un unico elemento caratteriale per il protagonista e dargli un pizzico di ambiguità per contestualizzare quel finale che, così com’è, sconvolge più per il suo essere fuori luogo che per l’impatto emotivo.

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Quindi, se tutto è messo a caso e in funzione del protagonista, va da sé che il peso dei personaggi secondari sia pressoché ininfluente. Rimuovendoli tutti tranne Lund e Mattie, che comunque non sono altro che meri pretesti di trama senzienti, non fareste un soldo di danno.

Fortunatamente, a risollevare le sorti di uno script messo insieme con lo sputo c’è Peter Krause, che con il suo tratto secco, essenziale e pulito, figlio della tradizione Pulp americana, riesce a dare un minimo di atmosfera e tridimensionalità in più a questo Blacking Out. Lode anche Giulia Brusco, i cui colori tenui riescono a restituire efficacemente le atmosfere della California rurale.

Purtroppo, essendo la sceneggiatura per nulla incline a enfatizzare i momenti cardine quando servirebbe, la regia della tavola risulta gravemente castrata e il dinamismo tipico del disegnatore raramente viene fuori.

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Blacking Out è un fumetto di puro marketing, scritto da un esperto di marketing che lo ha pensato esclusivamente in relazione all’appeal che avrebbe suscitato.
A vedere i risultati della raccolta fondi, si può dire tranquillamente che Chip Mosher abbia vinto la sua scommessa, essendo riuscito a vendere la rappresentazione cartacea del vuoto pneumatico grazie a una bella edizione (la cui grafica editoriale è stata curata dal sempre magnifico Tom Muller) e a un talentuoso, sprecatissimo disegnatore che si spera sia stato lautamente ricompensato.

E’ noir, sì, ma perché non si vede niente.

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Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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