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“L’agente segreto”, la recensione

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l'agente segreto shockdom giuseppe andreozzi

L'agente segreto

7

SCENEGGIATURA

7.5/10

DISEGNI

6.5/10

CURA EDITORIALE

7.0/10

Pros

  • La gestione ottimale dei tempi
  • La costruzione della tensione
  • La caratterizzazione del protagonista
  • L'espressività dei personaggi

Cons

  • Gli sfondi poco dettagliati

E’ da poco stato rilasciato in tutta Italia L’agente segreto, graphic novel pubblicato da Shockdom scritto da Giuseppe Andreozzi e disegnato da Chiara Raimondi, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Joseph Conrad.
Non essendo un fedele adattamento del romanzo, il fumetto si discosta notevolmente dall’opera di Conrad, riprendendone solo alcuni elementi. Eppure, se è vero che ciò potrebbe far storcere il naso ai puristi, del risultato finale c’è ben poco di cui lamentarsi.

L’agente segreto: Al servizio di sé stessi

Contestualizzando la vicenda nella modernità, Andreozzi è riuscito a mettere in scena una storia di terrorismo, complotti politici e drammi familiari avulsi da qualsivoglia retorica, imbastendo una trama scorrevole ed interessante, in cui Verloc, protagonista del racconto, dovrà cercare di giostrare la propria vita tra le varie situazioni in cui si ritrova.

Le scelte difficili e i dubbi morali saranno il principale motore della narrazione, così come il concetto di dualità. Verloc è infatti un musulmano, ma anche un cittadino inglese; ama la sua famiglia, ma anche il paese che lo ha accolto.
La sua caratterizzazione è a dir poco certosina e il senso d’impotenza da lui provato nel corso di oltre cento tavole entrerà nelle menti del lettore, spingendolo inevitabilmente a immedesimarsi in lui.

l'agente segreto shockdom giuseppe andreozzi

Gli altri personaggi parimenti interessanti, sebbene il loro approfondimento sia più funzionale all’intreccio e meno complesso rispetto a quello del protagonista.
Tutti i comprimari assolvono però a ruoli ben precisi e rappresentativi dei vari messaggi che la storia vuole lanciare, e la loro presenza non è mai invasiva o forzata.

Winnie rappresenta il tradizionalismo estremista che spinge a vedere gli estranei come nemici; Michaelis è un’anima pragmatica, forgiata degli orrori subiti nella terra d’origine ad opera della società occidentale (incarnata dall’agente del MIS), la quale cerca di occultare il suo coinvolgimento attraverso la disinformazione; Stevie è invece il volto dell’ingenuità giovanile che, inconsapevole della realtà crudele che lo circonda, si fa guidare dal rancore delle vecchie generazioni, entrando in conflitti di cui non conoscono neanche l’origine.

A nessuno di essi viene però data la certezza di essere nel giusto, immergendo la narrazione in una perenne ambiguità in cui l’unica costante sono i giochi di potere che attanagliano ogni figura messa in scena.

L’interazione tra questi caratteri dà vita a una serie di dialoghi in cui la tensione cresce a dismisura, proprio grazie alla contrapposizione di idee e caratteri molto diversi tra loro.

La loro freschezza, unita ad una perfetta gestione dei tempi che risulta essere il vero punto di forza di questo fumetto, non genera mai rallentamenti eccessivi tali da minare la scorrevolezza della lettura, rendendo la fruizione de L’agente segreto estremamente piacevole.

Certo, la scelta di preservare i nomi del romanzo originale – tutti di origine inglese e polacca – per dei personaggi musulmani richiede un notevole sforzo di sospensione dell’incredulità da parte del lettore, ma manovre del genere non sono nuove all’industria dell’intrattenimento, basti pensare al film Coriolanus di Ralph Finnes, che oltre ai nomi latini preservava anche i versi originali di Shakespeare.

l'agente segreto shockdom giuseppe andreozzi

I disegni di Chiara Raimondi tratteggiano perfettamente il turbamento e le contraddizioni dei personaggi grazie ad un incredibile espressività e alla felice scelta di rendere cangianti gli sfondi a seconda del tono e dell’ambientazione, richiamando il concetto di “fotografia cinematografica”.

Ci sono alcune sporadiche “sbavature”, con espressioni facciali alle volte leggermente fuori luogo rispetto al contesto della scena, ambienti spesso spogli e poco delineati e una regia abbastanza ordinaria. Tutte cose che appiattiscono notevolmente il livello grafico del volume.

Nonostante questo, L’agente segreto è un volume che saprà farsi apprezzare da qualsiasi lettore, riuscendo a soddisfare sia i palati più raffinati in cerca di temi d’attualità, sia gli amanti dei thriller di spionaggio ricchi di tensione e colpi di scena.

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"L'agente segreto", la recensione 3

Cercò per lungo tempo il proprio linguaggio ideale, trovandolo infine nei libri e nei fumetti. Cominciò quindi a leggerli e studiarli avidamente, per poi parlarne sul web. Nonostante tutto, è ancora molto legato agli amici "Cinema" e "Serie TV", che continua a vedere sporadicamente.

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