Kyoutarou Azuma , talentuoso e versatile disegnatore di manga, apparteneva alla nutrita schiera di autori esteri le cui opere sono inedite in Italia. Apparteneva, appunto, poiché quest’anno Edizioni Star Comics ha deciso di importare non una, ma ben due opere del mangaka, le recenti Versus e Tenkaichi , nelle quali l’artista sfoggia tutte le proprie capacità nel disegno.
Si tratta di due lavori che, sebbene accomunati da una nutrita quantità di scene d’azione, specialità di Azuma, divergono fortemente per intenti, messa in scena e – dispiace dirlo – qualità della scrittura .
Versus – Speranza, ingegno e universi paralleliTra i due titoli disegnati da Kyoutarou Azuma , il più interessante è sicuramente Versus , sceneggiato da ONE , già creatore dei popolari Mob Psycho 100 e One-Punch Man .
Versus introduce il lettore a un canonico e banalissimo mondo fantasy soggiogato dai demoni, definiti “nemici naturali” degli esseri umani, in quanto è apparentemente impossibile per chiunque sconfiggerli. In questo contesto simil-Attacco dei Giganti , dove al posto del Wall Maria c’è una semplice fortezza, gli umani radunano una squadra formata da 47 eroi dotati di capacità straordinarie , cui appartiene anche uno dei protagonisti, Hallow . Questi eroi dovranno a loro volta guidare dei piccoli gruppi all’assalto delle 47 fortezze presiedute da altrettanti signori dei demoni.
Il piano, nella tradizione iconoclasta delle opere di ONE, va malissimo . Ma grazie a una squadra di maghi guidata da Zaybi , fratello di Hallow, che agiva parallelamente a quella degli eroi, vengono trasportati sulla Terra ben 13 universi paralleli caratterizzati da generi più o meno codificati (fantascienza distopica, epidemie zombi, invasioni aliene, kaiju movie e chi più ne ha più ne metta). L’idea è quella di sfruttare le peculiarità di questi universi per sconfiggere i demoni, soltanto che ognuno di questi ha il proprio nemico naturale , con l’unico risultato di moltiplicare il problema anziché risolverlo.
ONE parte dal presupposto che una premessa già vista è noiosa, ma più premesse già viste messe insieme possono creare qualcosa di originale . In effetti, chi mastica un minimo la grammatica dei manga potrebbe trovare pesante il primo capitolo della storia e assai prevedibile il suo finale, anche perché in tempi recenti abbiamo visto numerosi manga fantasy fare sfoggio della tecnica per cui il party iniziale viene subito macellato (Goblin Slayer , per dirne uno).
Tuttavia l’introduzione dell’elemento estraneo degli universi paralleli riesce ad elevare l’interesse generale, sovrapponendo all’azione nuda e cruda da battle shonen una componente strategica e tensiva di grande interesse. Se già prima i demoni erano una minaccia inaffrontabile, come faranno gli umani ad affrontare altre 12 minaccia della stessa portata?
La risposta che dà ONE rientra perfettamente in quella che da tempo risulta ovvio essere la sua filosofia di vita: ci sono cose che possono essere fatte e altre che, per quanto ci si possa impegnare, sono al di là della nostra portata . Non c’è impegno o forza dell’amicizia che tenga. Una minaccia insormontabile resta tale, che piaccia o meno. Lo sceneggiatore non è però un nichilista e, laddove la forza dei singoli decade, subentrano l’ingegno e la cooperazione .
Versus contiene molte delle dinamiche anti-competizione di ONE, da sempre ostile alla frenetica caccia al risultato che pervade la stragrande maggioranza dei manga action. Il lettore intuisce quasi subito che sfruttare la voglia di primeggiare e dominare dei nemici sarà la chiave di volta dell’intero manga . Il modo in cui questa debolezza verrà sfruttata dai protagonisti è più che sufficiente a giustificare il proseguimento della lettura, sperando che l’introduzione di un numero eccessivo di universi non comporti una ripetitività della narrazione e una presenza ingombrante di personaggi di supporto poco caratterizzati , che già abbondano nel primo volume della serie.
Kyoutarou Azuma adotta in Versus uno stile vicino a quello di un altro illustre collega di ONE, Yusuke Murata, alternando alla pulizia dei volti dei personaggi un’attenzione minimale per i dettagli degli ambienti e delle armature , oltre a un certo gusto per il citazionismo parodistico dei character design, che spiccano proprio in virtù della loro banalità volutamente esagerata.
Tenkaichi – L’estro di Kyoutarou Azuma a supporto del già vistoE da un manga che unisce premesse banali a supporto dell’originalità, passiamo a un altro che non ci prova minimamente. Prendete Record of Ragnarok , cambiate il contesto divino e mitologico con il Giappone medievale, spogliatelo di quel minimo di coerenza con il materiale originale e otterrete Tenkaichi . Scritto da Yousuke Nakamaru , già autore del dimenticabile Gamaran , il manga parte con un anziano Oda Nobunaga (che all’anzianità non ci è mai arrivato) che vuole designare il proprio successore al titolo di shogun (carica che non accettò mai ufficialmente) attraverso un torneo tra i più forti combattenti del Giappone.
Tenkaichi ha un problema che va oltre la mancata attinenza storica: non prova minimamente a essere qualcosa di più di ciò che è . Non c’è il minimo guizzo di originalità, nemmeno nella caratterizzazione dei personaggi. Non una sfumatura di ambiguità nei loro modi e nei loro ideali. Sono esattamente così come sono. Laddove Record of Ragnarok riusciva quantomeno a intessere una trama collaterale agli scontri incentrata sui dissidi passati dei vari dei, dee e sottomarche, qui è difficile ipotizzare dinamiche che vadano oltre il “mi stai antipatico perché sei un ostacolo alla mia vittoria “, oppure il sempreverde “la tua forza nascosta mi affascina e mi spinge a dare il meglio in questo scontro “.
L’originalità non è un presupposto fondamentale per buona una storia (altrimenti 3/4 dei capolavori della letteratura mondiale andrebbero buttati nel cesso), ma a questo punto sorge spontaneo chiedersi perché leggere questo bootleg anziché l’opera a cui fa riferimento , o magari preferirgli una bella partita a Samurai Showdown .
Il perché ovviamente risiede nel protagonista di questo articolo. Azuma infatti spinge tantissimo sulla deformazione dei corpi e sul dettaglio degli ambienti , risultando enormemente più efficace di Chika Aji, artista di ROR. Il tratteggio risulta assai più insistito rispetto a Versus , e gli ambienti poco dettagliati durante gli scontri lasciano molto spazio alle figure umane, libere di risaltare in tutte le loro movenze.
Azuma si dimostra così un artista completo, capace di dare la giusta importanza agli sfondi in storie in cui il worldbuilding risulta centrale (Versus ) e invece prediligere il dettaglio delle anatomie laddove invece è il confronto fisico a farla da padrone (Tenkaichi ). Di sicuro Star Comics ha svolto un grande servizio nel portare le opere di questo autore in Italia . Un artista che indipendentemente dallo script di partenza sa mostrarsi pronto ed efficace in qualsiasi circostanza.
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