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She-Ra: che cosa è cambiato?

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Ottobre 2018. Viene distribuito in rete il trailer del reboot ad opera di Netflix di She-Ra e Le Principesse del Potere, storica serie animata datata 1985.

Una serie, quella di She-Ra, che nella sua versione originale non ha mai goduto, per diversi motivi, della dignità che avrebbe meritato, ma che con questa nuova versione uscita da poco più di un mese sulla libreria Netflix, potrebbe recuperare tardivamente.

Andiamo con ordine.

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Le origini di She-Ra

She-Ra e le Principesse del Potere debutta nel 1985 sulla scia del ben più iconico gemello He-Man, personaggio che aveva spopolato nei due anni precedenti con la serie He-Man e i Dominatori dell’Universo, di cui She-Ra era una copia al femminile voluta dalla Mattel, creatrice di entrambi i personaggi nella loro versione giocattolo, per espandere il brand anche a quella fetta di pubblico che non si sarebbe comprensibilmente immedesimata in un energumeno in slip e caschetto biondo.

La serie di She-Ra fu affidata allo stesso studio che si occupava di He-Man e i Dominatori dell’Universo, la Filmation, e si presentava in tutto e per tutto come una ramificazione secondaria delle avventure di He-Man a partire dalla sua premessa.
Adora, già capitano dell’esercito di Horde, invasore del pianeta Entheria, è la sorella gemella perduta di Adam/He-Man. Quando la maga del castello di Grayskull viene a una visione sul destino della bambina, incarica He-Man di trovarla sul pianeta Ethernia.

Qui Adam scopre che il pianeta è sotto il controllo dell’esercito di Horde comandato da Hordak e fa la conoscenza dei capi della Grande Ribellione: Glimmer e Bow.
I tre conducono un attacco contro le forze di Hordak per liberare dei prigionieri e si imbattono in Adora, che riesce a fare prigioniero He-Man, ma attirata dalla voce della maga di Grayskull, che le parla attraverso la Spada della Protezione, Adora si convince delle proprie origini e riesce a oltrepassare gli incantesimi della Tessitrice d’Ombre, ufficiale dell’esercito invasore, e a liberare He-Man, per poi prendere il comando della Ribellione contro Hordak mentre He-Man se ne torna a combattere Skeletron.

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Come premesse per una serie spin off potevano funzionare, ma la fortuna di She-Ra ebbe immediatamente una forte battuta d’arresto data dall’incapacità degli scrittori di Filmation di caratterizzare un personaggio femminile.
Se già i personaggi di He-Man e i Dominatori dell’Universo non brillavano per personalità, le loro avventure erano quantomeno interessanti, dato che Skeletor si rivelava ogni volta (quando più quando meno) in grado di trovare un modo per averla vinta sul protagonista, che spesso aveva bisogno dell’aiuto altrui per risolvere la situazione.

Al contrario, She-Ra, anche se la sua controparte maschile vantava, a dette di lei stessa in un episodio crossover, di una forza maggiore, era una stratega migliore e capace non solo nel combattimento corpo a corpo, ma anche e soprattutto di potenti incantesimi grazie alla vicinanza con il Castello di Cristallo, cosa che la rendeva praticamente invincibile una volta trasformata, sempre e comunque in gradi di far fronte a qualunque situazione le si presentasse davanti.

Gli episodi non avevano lo stesso mordente di quelli di He-Man e anche la protagonista, benché condividesse col fratello la preoccupazione di dover tener nascosta la propria identità (sorvolo sull’inutilità di questo elemento), non ha mai veramente dei problemi dell’affrontare gli sgherri di Hordak.

Per farla breve, la serie era decisamente meno interessante del suo originale, ma riuscì comunque a avere un suo seguito grazie allo zoccolo duro di fan di He-Man che apprezzarono le nuove tinte fantascientifiche recuperate da Star Wars, e probabilmente anche una piccola parte di pubblico femminile si affezionò a un personaggio tanto forte, ma il grosso del pubblico di She-Ra restò troppo legato a He-Man per poter durare.

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Già la seconda stagione della serie subì una forte battuta d’arresto con gli episodi che passarono da 65 a 28 mentre i cattivi diventavano via via più macchiettistici.
Con il decadimento del brand di He-Man, anche She-Ra scomparve completamente dai radar; Mattel provò a rilanciare He-Man con due successive serie animate affidate prima a Dic. Enterprise nel 1990 e poi a Mike Young Production nel 2002, in entrambe era prevista la presenza di She-Ra, ma lo scarso successo di entrambe portò alla loro cancellazione ancora prima che la principessa di Ethernia facesse la sua entrata in scena.

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Adattamento al contemporaneo

Arriviamo quindi al 2018 con la serie originale Netflix realizzata dalla Dreamworks, che ultimamente tra un Voltron e un Tales Of Arcadia sembra cavarsela piuttosto bene sul versante delle serie animate.
La prima stagione conta 16 episodi da 24 minuti, pochi in confronto ai 65 X 21 min dell’originale, ma abbastanza per dare un’occhiata a come è stato realizzato l’adattamento e a come le cose siano cambiate dagli anni ‘80 ad oggi.

Tolta di mezzo la scomodissima presenza di He-Man, la premessa della storia rimane invariata: Adora è ancora una ragazza cresciuta nella Zona della Paura, quartier generale dell’Orda (traduzione italiana del popoli Horde, mantenuta dall’adattamento della prima serie) e si addestra per diventare ufficiale dell’esercito di Hordak sotto la supervisione della Tessitrice d’Ombre.

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Già da queste prime parole potrete aver intuito che l’età media di tutti i personaggi principali è stata sensibilmente abbassata come comanda il trend attuale, d’altra parte una serie animata per ragazzi con protagonisti perfettamente adulti poteva funzionare negli anni ‘80, non certo oggi.
L’assenza di un gemello famoso a garantire per l’eroina e portarle la spada magica crea una serie di aperture in cui gli autori hanno saputo ricamare in maniera intelligente: l’incontro tra Adora e la Spada della Protezione, fonte dei suoi poteri, avviene tramite richiamo diretto dell’entità del fu Castello di Cristallo (Grayskull fino ad ora è solo un riferimento lontano, dato che a parte Adora nessuno lo ha più pronunciato) ed è Adora e non Adam a incontrare per prima Bow e Glimmer, che dapprima la trattano come nemica.

Senza He-Man che la introduce, Adora è vista di malocchio anche dagli altri abitanti del regno di Bright Moon, qui non già sotto il controllo dell’Orda, ma ancora indipendente anche se sotto costante minaccia e la liberazione delle principesse dalla stretta di Hordak si trasforma in una serie di missioni diplomatiche nel tentativo di convincerle a unirsi alla Grande Ribellione voluta da Glimmer.

Gli autori di Dreamworks si sono sforzati di trovare un compromesso convincente tra l’adattamento fedele della storia originale e una caratterizzazione originale e approfondita di tutti i personaggi.
Adora non è più la perfetta e infallibile leader che era un tempo, per la maggior parte del tempo è una ragazzina molto abile, ma preoccupata dal fatto di non avere idea di cosa fare nella sua nuova situazione e come controllare i poteri di She-Ra.

Glimmer, pur con l’abbassamento dell’età, è rimasta piuttosto fedele all’originale, ma il fatto che Bright Moon non sia caduta ha permesso agli autori di approfondire il suo rapporto con la madre e instaurare un feroce scontro generazionale su come contrastare la minaccia dell’Orda.
Inoltre la principessa della luce è una leader ancora acerba e i suoi poteri si limitano a un teletrasporto che ha costantemente bisogno di essere ricaricato.
Insomma, non un personaggio già fatto e finito come era quello originale, ma in evoluzione, in linea con il trend attuale.

Bow non è più il serio e forbito cavaliere con l’armatura dal design discutibile e i baffetti da sparviero, ma un ragazzo semplice e dal cuore d’oro grande amico di Glimmer e incappato suo malgrado in un mondo in cui gli uomini sono una minoranza etnica (della Sindrome di Korra che pervade la serie parleremo più avanti), riuscendo senza problemi a rivelarsi sia il McGuiver della situazione, risolvendo problemi con l’ingegno, sia una divertente spalla comica.

In generale tutti i personaggi hanno una propria e unica personalità che si manifesta durante le interazioni tra di loro, non a caso il cardine principale delle dinamiche relazionali e narrative della serie è il rapporto stretto tra Adora e Cathra.

Cathra viene privata della scomodissima abilità di trasformarsi in una pantera con l’ausilio di una maschera e trasformata in una ragazza-gatto, una talentuosa recluta dal carattere ribelle che odia profondamente la Tessitrice d’Ombre, perennemente intrappolata in un’amicizia con Adora che nasconde una forte competizione e un’ancora più forte gelosia.

La contrapposizione tra la retta e leale Adora e la manipolatrice opportunista Cathra è il motore fondamentale di tutta la prima stagione, e con un po’ di fortuna lo sarà anche nella seconda.
Parlo di fortuna perché questa relazione turbolenta tra le due ha dato vita non solo a una bella sottotrama, ma ha anche il merito di elevare molto entrambe rispetto alle loro controparti degli anni ‘80, specie se pensiamo che Cathra era stata pensata inizialmente come antagonista principale di She-Ra fin dal 1985 da Filmation, poi sostituita con Hordak su ordine di Mattel perché un cattivo maschio avrebbe sicuramente venduto di più.

Col suo atteggiamento ambiguo, Cathra si prende fin dai primi momenti il primo posto tra i personaggi più affascinanti della serie; un bel miglioramento per una che nella serie originale faceva poco e niente.

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Parlando proprio di relazioni, differenza fondamentale rispetto alla serie degli anni ‘80 è il cambio di focus della serie, che abbandona gran parte del suo lato action/epico di allora in favore di quello sentimentale.
Come è uso comune nelle serie recenti, il fattore emotivo e sentimentale gioca un ruolo fondamentale nell’attrattiva di una serie televisiva, persino in una d’animazione, in cui c’è sempre la necessità di mostrare azione; in questo caso l’aspetto dell’approfondimento sentimentale dei protagonisti è preponderante e ci viene speso tempo tanto quanto, se non di più, dell’azione vera a propria.

Una conseguenza diretta di questo trend è la serializzazione delle puntate, che non seguono più un sistema verticale come in quella degli anni ‘80, ma una trama organica e lineare che attraversa orizzontalmente tutte le puntate in modo da evolvere non tanto l’andamento degli eventi, che è comunque ben gestito, quanto le relazioni tra i personaggi e le loro reazioni a situazioni diverse. Mi aspetto che in futuro quest’ultimo sia uno dei punti cardine della serie, con la riproposizione di alcune situazioni chiave per mostrare la crescita personale dei personaggi.

Veniamo ora a parlare di un pesante e onnipresente sottotesto femminista e gay friendly della serie.
Precedentemente ho detto che la serie She-Ra e le Principesse del Potere soffre della Sindrome di Korra, che è quella particolare scelta di caratterizzazione per la quale si rendono tutti i personaggi maschili della serie o degli imbranati o delle spalle comiche perché i personaggi femminili possano spiccare (associo questo elemento alla ben nota seconda serie di Avatar dove è particolarmente sentita).

Il cast stesso di She-Ra e le Principesse del Potere non aiuta in tal senso: i personaggi di questa serie sono quasi tutti femminili, così come lo erano nella serie degli anni ‘80 e la componente maschile si riduce a tre elementi: Bow, Falco del Mare e Hordak, di cui due sono stati resi spalle comiche.
È lampante come ciò sia dovuto al target prettamente femminile della serie, già nella serie degli anni ‘80 gli uomini contavano poco (a dir la verità qualunque cosa che non fosse la protagonista contava poco), ma resta l’amaro in bocca per avere dei personaggi maschili così tanto messi all’angolo in favore della parte femminile del cast.
Nulla di troppo diverso dal passato però, come ho detto, anche nella serie originale il fattore femminista era importante, la serie stessa era stata concepita in questo senso, ma fa un brutto effetto vedere come in una serie in cui le personalità dei personaggi sono così tanto curate, i personaggi maschili vengano relegati in una loro nicchia senza apparente sbocco narrativo.

Storia diversa è l’altra grande fetta di sottotesto, quello gay friendly, assolutamente inimmaginabile nella serie degli anni ‘80, ma ad oggi ampiamente sdoganato prima nelle serie in live action e poi nelle serie animate (faccio gli esempi di Steven Universe e in maniera molto meno forte di Avatar: La Leggenda di Korra).
Spesso e volentieri gli autori della serie si sono lasciati andare ideando delle scene in cui il fattore corteggiamento nelle protagoniste è molto forte, dai momenti più smaccatamente omosessuali come quelli della coppia di principesse Netossa e Spinnarella, a quelli più mascherati come i momenti di vicinanza tra Cathra e Adora, Cathra e Scorpia, o molto mascherati come quelli di Glimmer e Adora; momenti che raggiungono il proprio apice nell’episodio del Ballo delle Principesse.

Le scene in cui le ragazze sembrano flirtare tra loro sono messe in momenti totalmente random della narrazione e senza un vero scopo dato che per la maggior parte dei casi sono scene con protagoniste coppia la cui relazione è già stata chiarita in altro modo.
A maggior ragione le scene che non hanno quello strano effetto di “fuori posto” sono quelle tra Netossa e Spinnarella, unica coppia palesemente omosessuale fin’ora mostrata (e a cui spero diano più spazio invece che relegarle a parte dell’arredamento della sala conferenza come accaduto fino ad ora).

È mia opinione che le scene di corteggiamento tra i personaggi siano un modo molto simpatico della produzione per giocare con i fan e spingerli ad adoperarsi in fanart e fanfiction che già abbondano in giro per la rete, spingendoli a creare le combinazioni più disparate.
Una mossa questa che non posso che ritenere geniale dato che allarga l’esperienza di visione non solo al tempo delle puntate, ma ben oltre, nella mente creativa dei fan.

Se davvero fosse questo il caso, lo ritengo un elemento di adattamento molto importante, dato che si sfrutta in modo intelligente dei mezzi che per forza di cose una serie degli anni ‘80 non avrebbe potuto sfruttare.

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In conclusione

Cosa è cambiato? Quasi tutto e quasi niente.

Sono passati 33 anni da quando She-Ra a fatto il suo debutto sugli schermi americani e anche se il topos della principessa guerriera impegnata a difendere il proprio popolo dall’invasione di un’entità malvagia è ancora pienamente in grado di attrarre folle di spettatori, è cambiato il modo di raccontare le sue avventure, il modo di vedere il suo comportamento, lo stesso mondo intorno a lei e le persone che lo abitano.

In questa prima stagione She-Ra e le Principesse del Potere ha fatto di tutto per ricalcare le orme della serie originale rielaborandola in maniera diversa, ma dubito che questo escamotage potrà continuare in eterno.
In primo luogo perché non è più possibile nel mondo dell’animazione seriale di Netflix protrarre una serie all’infinito finché la sua fiamma non smette di bruciare, She-Ra e le Principesse del Potere dovrà per forza di cose avere una sua conclusione prima o poi e questo si ripercuoterà sulla strada che dovranno prendere gli autori nelle prossime stagioni.
Considerando come si comporta la Dreamworks i aspetto una parabola come quella capitata a Voltron: Legendary Defenders, che sarebbe più che ottima.

Soprattutto però, in secondo luogo, è cambiata She-Ra.
L’invincibile principessa guerriera dall’atteggiamento materno e severo che era tanto piaciuta negli anni ‘80 adesso è una ragazzina spaventata e costantemente sull’orlo di una crisi di nervi per l’eccessiva pressione che le viene messa addosso, e per quanto in gamba, non potrà salvare sempre la situazione lanciando in giro i suoi nemici, avrà bisogno di agire e pensare in maniera diversa e di ciò risentirà il mondo intorno a lei.

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Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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Lupo Mannaro
Lupo Mannaro
4 anni fa

Non sono d’accordo sul fatto che She-Ra non avesse mordente e superasse ogni ostacolo senza sforzo. A parte il fatto che She-Ra viene catturata e salvata moltissime volte, quella donna è perennemente sconfitta. Non riesce mai a spodestare Hordak. Per non parlare del Grande Horde. Le sue “vittorie” sono seguite da fughe precipitose per poi nascondersi come un topo nella Foresta dei Sussurri. E si tratta di vittorie ridicole: Hordak riduce in schiavitù un intero villaggio e She-Ra avrebbe “vinto” perché libera un prigioniero. He-Man, al contrario, vinceva sempre. Per fare apparire Skeletor come una minaccia credibile, quindi, dovevano farlo arrivare estremamente vicino alla meta. Per fare apparire She-Ra come una vincente dovevano, invece, farle ottenere i suoi insignificanti successi senza alcuno sforzo. Ma i bambini non sono stupidi come gli adulti e vedono oltre ciò che gli viene mostrato dall’inquadratura. He-Man aveva una forza schiacciante (un intero mondo, governato da re Randor, e un intero universo, dominato dal potere di Grayskull) e se la prendeva con un cittadino scontento. She-Ra invece, era una cittadina scontenta che se la prendeva con una forza schiacciante (un intero mondo, governato da Hordak, e un intero universo, dominato dal Grande Horde). Quella donna ha sempre avuto il fallimento come unica opzione. Tutto questo rendeva la serie di She-Ra molto più cupa ed epica di quella di He-Man. La ridicolizzazione dei villain e l’esaltazione di She-Ra erano dei trucchetti in cui solo gli adulti potevano cascare. Allora perché She-Ra non ha bissato il successo di He-Man? Colpa di quell’assurda serie di bambole. Una nemica motivata solo dall’invidia per la bellezza di She-Ra! Pettini venduti con le bambole! Confezioni di soli vestitini! Mia sorella giocava o con le Barbie o con i Masters, non le è mai interessato quell’assurdo ibrido di She-Ra. Poteva funzionare, certo, ma si rivolgeva decisamente a un pubblico diverso da quello a cui si rivolgeva la serie animata. E’ quindi mancato lo “spingersi” a vicenda tra la serie animata e i giocattoli, caratteristico di He-Man. Al contrario, la serie e i giocattoli si sono segati le gambe a vicenda.

Lupo Mannaro
Lupo Mannaro
4 anni fa

Non sono d’accordo sul fatto che She-Ra non avesse mordente e superasse ogni ostacolo senza sforzo. A parte il fatto che She-Ra viene catturata e salvata moltissime volte, quella donna è perennemente sconfitta. Non riesce mai a spodestare Hordak. Per non parlare del Grande Horde. Le sue “vittorie” sono seguite da fughe precipitose per poi nascondersi come un topo nella Foresta dei Sussurri. E si tratta di vittorie ridicole: Hordak riduce in schiavitù un intero villaggio e She-Ra avrebbe “vinto” perché libera un prigioniero. He-Man, al contrario, vinceva sempre. Per fare apparire Skeletor come una minaccia credibile, quindi, dovevano farlo arrivare estremamente vicino alla meta. Per fare apparire She-Ra come una vincente dovevano, invece, farle ottenere i suoi insignificanti successi senza alcuno sforzo. Ma i bambini non sono stupidi come gli adulti e vedono oltre ciò che gli viene mostrato dall’inquadratura. He-Man aveva una forza schiacciante (un intero mondo, governato da re Randor, e un intero universo, dominato dal potere di Grayskull) e se la prendeva con un cittadino scontento. She-Ra invece, era una cittadina scontenta che se la prendeva con una forza schiacciante (un intero mondo, governato da Hordak, e un intero universo, dominato dal Grande Horde). Quella donna ha sempre avuto il fallimento come unica opzione. Tutto questo rendeva la serie di She-Ra molto più cupa ed epica di quella di He-Man. La ridicolizzazione dei villain e l’esaltazione di She-Ra erano dei trucchetti in cui solo gli adulti potevano cascare. Allora perché She-Ra non ha bissato il successo di He-Man? Colpa di quell’assurda serie di bambole. Una nemica motivata solo dall’invidia per la bellezza di She-Ra! Pettini venduti con le bambole! Confezioni di soli vestitini! Mia sorella giocava o con le Barbie o con i Masters, non le è mai interessato quell’assurdo ibrido di She-Ra. Poteva funzionare, certo, ma si rivolgeva decisamente a un pubblico diverso da quello a cui si rivolgeva la serie animata. E’ quindi mancato lo “spingersi” a vicenda tra la serie animata e i giocattoli, caratteristico di He-Man. Al contrario, la serie e i giocattoli si sono segati le gambe a vicenda.

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