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Il Drago dei Desideri, la recensione: I desideri dei tempi moderni

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Drago dei Desideri

Il Drago dei Desideri

7.9

SCRITTURA

6.0/10

REGIA

7.5/10

COMPARTO TECNICO

9.5/10

DIREZIONE ARTISTICA

8.5/10

CAST

8.0/10

Pros

  • Visivamente splendido
  • Porta molti temi interessanti
  • Sottotrame ben strutturate

Cons

  • Gag non molto ispirate
  • Leggi della fisica che non seguono un senso logico
  • Problemi nel mood generale della storia

Il sodalizio tra Sony e Netflix continua a tirar fuori opere di un certo pregio. Anunciato già per il 2019, Il Drago dei Desideri (Wish Dragon) è stato rimandato prima al 2020 e poi rilasciato ufficialmente nel 2021. Ovviamente la causa di questi rimandi è stata la pandemia, insieme ai problemi diplomatici che hanno caratterizzato i rapporti tra USA e Cina a cavallo tra 2019 e 2020.

Alla fine la pellicola è uscita in data 11 giugno 2021 sulla piattaforma Netflix, dopo un’uscita anticipata nei cinema cinesi il 15 gennaio. Il Drago dei Desideri è un film nato da una coproduzione internazionale tra l’americana Columbia Picture e la cinese Beijin Sparkle Roll Media Corporation (in realtà la parte cinese della co-produzione comprende molte società, ma questa è la maggiore e più importante), scritto e diretto da Chris Appelhans, al suo debutto come sceneggiatore e regista, e realizzato da Sony Animation Picture.

Il drago dei desideri - Trailer Italiano Netflix

Trama

Il piccolo Din cresce in una zona periferica di Hong Kong, in un vicinato povero assieme a sua madre e ai numerosi vicini, praticamente una famiglia allargata. Tra questi c’è la coetanea Li Na, con cui Din stringe una solida amicizia che promette di non spezzarsi mai. Un giorno il padre di Li Na decide di trasferirsi in una zona più ricca della città in modo da poter cominciare una nuova vita. Anni dopo, Din lavora duro per mettere da parte i soldi necessari per andare a trovare la sua amica Li Na, che ora è diventata una modella famosissima e immagine dell’azienda avviata dal padre.

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La sera stessa in cui decide di andare a trovarla, Din incontra uno strano vecchio che gli consegna una teiera di giada da cui esce un drago capace di esaudire tre desideri. Il nome del drago è Long e deve terminare il suo compito di servire 10 padroni per poter passare al mondo degli spiriti. Din sarebbe l’ultimo dei 10 padroni.

Mentre Din cerca di capire come sfruttare i suoi tre desideri per recuperare il rapporto con Li Na, un gruppo di malviventi cerca di impadronirsi della teiera.

Drago dei desideri

Sceneggiatura e Regia

Inutile ignorare quanto Il Drago dei Desideri sia simile all’Aladdin di Disney. Lo stesso Long fa notare a più riprese quanto la situazione del ragazzo povero che cerca di arrivare al cuore della principessa sia un cliché, ma in Il Drago dei Desideri si cerca di fare un piccolo passo ulteriore. Il film cerca di affrontare in maniera moderna degli stessi problemi che affrontava Aladdin più di 20 anni fa: il problema di un amore (in questo caso amicizia) impossibile tra due giovani appartenenti a due classi sociali diverse, con un focus in più sulla critica al sistema capitalista e alla ricerca di ricchezza a tutti i costi.

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Dal punto di vista dei messaggi e anche delle idee della narrazione, il film si comporta molto bene. La scrittura del soggetto di Il Drago dei Desideri è ottima, con molte idee interessanti che portano a riflettere su tanti temi diversi, dalla disparità sociale all’importanza della famiglia, dalle possibilità che i genitori danno ai propri figli a quanto sia pericolosa l’avidità in qualunque sua forma. Stessa cosa non si può purtroppo dire per la sceneggiatura. La sceneggiatura del film presenta più di un problema, dalla banale, ma mai perdonabile povertà dei dialoghi, alla selettività con coi agiscono le leggi della fisica. I dialoghi in realtà non sono totalmente da buttare, per una buona metà sono interessanti e ben strutturati, ma per l’altra metà le parole dei personaggi risultano povere di mordente, soprattutto sul loro lato comico. Le gag di Il Drago dei Desideri sono il più grosso punto a sfavore del film. Passano dallo sciatto al ridicolo senza troppa convinzione e raramente funzionano. Paradossalmente, per un film di questo tipo e con questo target, funziona meglio tanto più si prende sul serio.

La regia di Il Drago dei Desideri è ambivalente, in certi momenti sembra strizzare l’occhio alle messe in scena dei cartoons old style, con momenti altamente surreali, leggi della fisica che si annullano all’istante e alcuni momenti che non stonerebbero in un qualche anime di arti marziali. In certi altri tutto il mondo diventa fin troppo reale, creando un abissale contrasto di mood che lascia molto perplesso lo spettatore. Per chiarirci, non è un caso in cui un evento magico interno al mondo narrativo irrompe nel mondo dei protagonisti e lo distorce creando surrealtà, perché i momenti surreali accadono sia prima che dopo l’intervento di Long e della sua magia, e a prescindere da essa.

Drago dei Desideri

Comparto tecnico

Sul livello tecnico c’è poco da dire, il film è splendido. Le simpatiche movenze dei personaggi, che sembrano burattini di pongo più che umani, sono tutto sommato convincenti e molto buffe da seguire. Anche in questo caso il problema è nel mood delle situazioni, che cambia anche il modo di muoversi dei personaggi, ma in questo caso la sensazione di disagio è meno profonda. I modelli di tutti i personaggi, da quelli più umanamente semplici ai profili più complessi sono molto belli e traboccano di personalità. A partire dal capo della banda criminale che da la caccia a Din, facilmente il personaggio più iconico dell’intero film e con un modo i fare molto ispirato agli Anime.

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Drago dei Desideri

In conclusione

Il Drago dei Desideri è un film pienamente riuscito. Riesce a prendere una storia di base molto semplice e archetipica e arricchirla di temi nuovi legati ai tempi moderni. Da questo punto di vista l’intenzione si percepisce ed è più che buona. Dall’altra parte, l’inesperienza di Chris Appelhans come regista e sceneggiatore si fa sentire, le sequenze hanno un buon ritmo, ma peccano nel chiarire un mood specifico. Il mood di Il Drago dei Desideri è probabilmente il suo più grosso punto debole, cambia troppo repentinamente e non permette di capire dove il film voglia andare a parare. Un altro tasto dolente al livello di scrittura è il trattamento selettivo delle leggi della fisica, che si applicano in maniera diversa a seconda delle situazioni. Il Drago dei Desideri è un film che splende sotto il profilo tecnico e dell’art direction, e porta in scena molti temi interessanti che riescono a non accavallarsi esageratamente l’uno sull’altro. Una vera meraviglia visiva che farà, purtroppo esclamare per il disappunto a causa di alcune scelte non azzeccate e delle gag comiche davvero poco ispirate.

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Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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