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Moonfall, la recensione: Disastri su più livelli

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Moonfall, la recensione: Disastri su più livelli 1

Moonfall

5.5

SCRITTURA

4.5/10

REGIA

6.5/10

COMPARTO TECNICO

6.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

4.0/10

CAST

6.5/10

Pros

  • Alcune immagini suggestive

Cons

  • La trama si regge in piedi a mala pena
  • Continui smorzamenti del ritmo
  • Dialoghi dimenticabili
  • Non tutto il potenziale viene sfruttato

Dal 1996, anno di uscita di Independence Day, il nome di Roland Emmerich è sinonimo di disaster movie. Nonostante il prolifico regista tedesco abbia più volte dichiarato come intendesse chiudere con questo genere dopo 2012, il richiamo del suo genere preferito è stato troppo forte e continua a riportarlo indietro sui suoi passi.

Il 17 marzo 2022 uscirà quindi Moonfall, l’ultimo disaster movie scritto, prodotto e diretto da Roland Emmerich, che, nel bene e nel male, rispetta tutte le aspettative che si possono avere su un film del regista.

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La Luna cade sulla Terra

La trama di Moonfall ricalca senza troppe sorprese quella di molte altre pellicole del genere, canonizzata dallo stesso Emmerich anni fa.

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Durante una missione di manutenzione ad un satellite, gli astronauti Brian Harper (Patrick Wilson) e Jo Fowley (Halle Berry) e il loro giovane collega Marcus vengono attaccati da un misterioso sciame di natura meccanica che attacca e scompare nel nulla. Una volta tornato sulla Terra, Harper non viene creduto dai vertici della NASA e la sua vita precipita nell’oblio, assieme a quella della moglie e del figlio Sonny. Dieci anni dopo, Jo, che lavora ancora per la NASA, scopre un inaspettato cambio di traiettoria dell’orbita della Luna, che si sta rapidamente avvicinando alla Terra.

Prima ancora della NASA, a notare il cambio di orbita di Luna è il “dottor” K.C. Houseman (John Bradley), che mette l’informazione online scatenando il panico, mentre alla NASA scoprono che la colpa della deviazione dell’orbita lunare è quello sciame di nanomacchine che Brian aveva visto anni prima. Con solo tre settimane stimate di tempo prima che la Luna si schianti contro la Terra e a corto di risorse e informazioni, Jo richiama in servizio Brian per una missione sulla Luna che ha l’obbiettivo di rintracciare e distruggere lo sciame prima che sia troppo tardi. Una volta sulla Luna, lo strano equipaggio composto da Jo, Brian e K.C. si renderà conto che la situazione è persino più complicata di quanto sembra.

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Un fastidioso senso di già visto…

L’idea alla base del film, Emmerich lo ha detto apertamente in un’intervista, è presa dal romanzo Who Built the Moon, di Christopher Knight. La trama, come avrete capito da soli, è abbastanza basilare, una storia che fila liscia sui suoi binari, senza grossi scossoni, se non per un grosso colpo di scena nella seconda parte. La base è la stessa già vista in altri film del regista, come Indipendence Day e 2012: un gruppo di persone più o meno ordinarie che vengono chiamati ad essere gli eroi della giornata in vista di una minaccia molto più grande di loro. Gli aspetti che contraddistinguono da sempre i film di Emmerich si ripresentano senza troppe sorprese in Moonfall. L’aspetto corale del film è reso dalla molteplicità dei punti di vista, con una manciata di eroi improvvisati, provenienti da zone diverse e sconosciuti tra di loro che si trovano a incrociare i propri destini nel momento del bisogno. Viene riproposto anche il fondamentale aspetto della famiglia e dei legami interpersonali, qui rappresentati dal rapporto dei due protagonisti con i figli e i rispettivi nuovi partner, motore fondamentale che spinge i protagonisti ad agire in difesa della Terra.

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Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Sia a livello di struttura, che di temi trattati, niente vi farà gridare alla novità. Se avete già visto Independence Day o 2012, tutto quello che viene presentato in Moonfall vi farà salire una spietata sensazione di deja vu. Il confronto più immediato va a Independence Day – Resurgence, che, togliendo l’aspetto della minaccia spaziale in questione, risulta esattamente identico a Moonfall.

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…e di approssimazione

Se nel quadro generale la storia di Moonfall riesce a reggersi in piedi, non si può passare sopra agli evidenti problemi di scrittura sparsi per tutto il film.

Non per forza una brutta scrittura, ma troppo approssimata e lasciata al caso per essere presa sul serio. Lo spettatore si ritrova molto spesso a chiedersi “Perché succede questo…?”, “Perché agiscono in questo modo…?”, e queste domande raramente avranno una risposta, e quando ce l’avranno questa sarà o troppo generica e che lascia spazio a ulteriori domande, o sarà uno spiegone pseudo scientifico completamente fuori dal mondo che ha il solo obiettivo di lasciare interdetto lo spettatore e spingerlo a non farsi ulteriori domande.

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Anche l’inserimento delle sotto trame non aiuta.
Questo perché i personaggi secondari sono scritti in maniera fin troppo semplicistica, per ognuno di loro c’è un approfondimento minimo, col risultato che le interazioni tra i personaggi principali, impegnati nella missione di salvataggio e quelli secondari risultano delle brusche interruzioni al ritmo della vicenda. Porto come esempio la sottotrama di Brian Harper e il figlio Sonny, una giovane testa calda che si caccia costantemente nei guai, caratterizzato unicamente dalla delusione di vedere suo padre non andare più nello spazio. La cosa divertente è che questa mia frase spiega molto più chiaramente la caratterizzazione di Sonny rispetto alle sue stesse azioni, in quanto non si capirà mai esattamente cosa abbia fatto diventare il figlio del protagonista il criminaluncolo che vediamo nel film.

Lo stesso discorso vale anche riguardo i dialoghi, estremamente generici, mai interessanti, mai brillanti e che cercano di parlare alla pancia dello spettatore con catchphrase che però non sono abbastanza incisive da rimanere impresse.

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“Nanomachines, son!”

Citando il mai dimenticato Senatore Armstrong di Metal Gear Rising: Revengeance, vorrei ricordare che se c’è una cosa che nessuno potrà mai togliere a Roland Emmerich è il suo appassionato e genuino divertimento nello scrivere, produrre e girare i suoi film. Con la libertà creativa che gli da il suo essere produttore di se stesso, Emmerich si permette di fare film che lo divertono. Questo si rispecchia spesso nella grande spettacolarità delle inquadrature. Una cosa davvero ben riuscita di Moonfall è, infatti, tutto il comparto di effetti visivi e lo storyboard. Lo sciame di nanomacchine è realizzato con una computer grafica tutto sommato accettabile, anche se non si capisce mai fino in fondo che si tratti effettivamente di nanomacchine o di un materiale metallico fluido.

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Purtroppo la rappresentazione visiva non è particolarmente incisiva. Lo sciame non ha niente che lo differenzi da un qualsiasi altro sciame di nanomacchine già apparse in altre occasioni sugli schermi cinematografici. Poco interessante è anche come lo sciame è sfruttato. Questo si limita ad assumere la formazione di un enorme verme volante che impatta contro le prede come uno banco di pesci. Il potenziale della presenza di nanomacchine che si combinano tra loro non è stata sfruttata a dovere come accade, per fare un esempio conosciuto, in Big Hero 6, dove le forme che assumono le migliaia di nanomacchine del villain sono spesso la parte più spettacolare del film. Sorvoliamo poi sulla caratterizzazione delle nanomacchine stesse.

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Problemi di gravità variabile

Le inquadrature della Luna che si avvicina man mano alla Terra sono, per contro, effettivamente suggestive e danno l’idea della minaccia immensa e inarrestabile che si avvicina. Stessa cosa per molte delle scene che includono l’effetto che ha l’avvicinamento del satellite al pianeta, con l’innalzamento istantaneo delle maree e gli effetti gravitazionali che influiscono sulla superficie terrestre. Ogni scena è resa in maniera tutto sommato accettabile, con delle idee sulla carta convincenti e con delle basi scientifiche precise, accompagnate da un po’ di sana esagerazione tipica del genere.

Purtroppo, anche in questo caso, il film pecca di approssimazione. Al livello editoriale le varie fasi di avvicinamento della Luna vengono cannate almeno due volte, con evidenti errori di montaggio che mostrano il satellite più lontano di quanto fosse in precedenza. Ci sono problemi anche per quanto riguarda gli effetti della succitata gravità lunare sulla terra, che cambiano a seconda di chi si trova in scena in quel momento. Questo problema è particolarmente evidente nel finale della pellicola, nei momenti in cui, in teoria, c’è la maggior tensione per l’imminente catastrofe, le leggi della fisica cominciano a piegarsi alle necessità di trama. Così ci troviamo in un’inquadratura in cui la gravità lunare fa volare i transatlantici e l’inquadratura dopo in cui la stessa gravità basta a malapena a sollevare di poco un albero e liberare un personaggio intrappolato.

moonfall

Per concludere

I film d’azione pura esistono per un motivo: far si che gli spettatori spengano il cervello e si lascino trasportare dal ritmo della narrazione.

Il problema di Moonfall è che quel ritmo incalzante che farebbe scattare questo meccanismo esiste solo a tratti. Il film cerca di tenere incollato allo schermo lo spettatore, ma le scene veramente interessanti, anche al livello di puro action, sono intervallate da lunghi momenti morti che non permettono al film di decollare.

Il peggio sono i momenti di spiegazione delle implicazioni fisiche e matematiche degli eventi in corso.
A causa dei dialoghi per nulla brillanti, le spiegazioni risultano prolisse e poco interessanti, tanto che viene voglia di mettere 2x col telecomando. Pause troppo lunghe tra una scena d’azione e l’altra che frenano il ritmo della pellicola.

La sequenza finale, dal momento della partenza per la missione sulla Luna, è la parte più interessante del film. Un buon incedere di immagini tese, quando ci si concentra sulla missione lunare, e più caoticamente action quando si torna sulla terra. Anche in quel caso, però, la lunga spiegazione finale che fa anche da colpo di scena (abbastanza riuscito, in effetti), smorza di nuovo il ritmo e rende le scene finali troppo scariche emotivamente.

Non molto tempo fa è uscito un altro film del genere disaster movie rispetto al quale il confronto è inevitabile.
Sto ovviamente parlando di Don’t Look Up, un film che ha dato nuova linfa al genere disaster movie, ispirandosi agli esponenti più di nicchia e meno spettacolari del genere. Dopo la visione di Don’t Look Up, un film come Moonfall risulta fin troppo datato rispetto al suo stesso genere.

Roland Emmerich aveva promesso a se stesso che non avrebbe scritto altri disaster movie dopo 2012, e magari sarebbe stato meglio così.
Il cinema di Emmerich è estremamente genuino e semplicistico, anche troppo per quello che pretende di raccontare. Moonfall non sarà certamente classificato tra i suoi peggiori film, ma sicuramente non si eleva dalla massa di titoli del prolifico regista e produttore.

Consigliato soltanto ai fan del genere disaster movie, che magari ci troveranno un po’ di immagini interessanti, mentre per tutti gli altri non mi sento di consigliarne la visione: si tratta, in definitiva, di un film poco interessante che scivola addosso senza lasciare gran ché.

Il film uscirà nelle sale italiane il 17 marzo 2022.

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Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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paola
paola
2 anni fa

l’astronauta Brian Harper (Patrick Wilson), sua moglie Jo Fowley (Halle Berry)”

Brian Harper non è sposato con Jo Fowley, sono solo colleghi.
Lei si è appena sposato con un militare (stanno appunto parlando della festa, e del fatto che lei farà il viaggio di nozze nello spazio da sola), che poi avrà un ruolo decisivo nel corso del film.

Riccardo
Riccardo
2 anni fa
Rispondi a  paola

Giuro, per come ne parlavano nel film avevo capito che la luna di miele fosse di loro due. Infatti non mi spiegavo tutta quella complicata situazione con ex moglie di lui e ex marito di lei e figli annessi.
Grazie mille per avermi fatto notare l’errore

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