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L,D&R – When the Yogurt Took Over: Come siamo arrivati a questo punto?!

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L,D&R - When the Yogurt Took Over: Come siamo arrivati a questo punto?! 1

Il dominio dello Yogurt

0.00
7.5

Comparto tecnico

7.5/10

Cast

6.0/10

Scrittura

8.5/10

Regia

8.5/10

Direzione Artistica

7.0/10

Pros

  • Divertente
  • Ironia caustica
  • Premesse e sviluppo assurdi
  • L'umanità non ci fa una bella figura

Cons

  • L'umanità non ci fa una bella figura
  • Ironia nonsense, può non piacere a tutti

Sesta puntata secondo l’ordine di presentazione di Netflix, When the Yogurt Took Over (Il Dominio dello Yogurt) è entrato fin dal minuto zero nell’immaginario collettivo come una delle storie più assurde che abbiano mai raggiunto il pubblico mainstream.

Con lo zampino di Victor Maldonado e Alfredo Torres alla regia (gli stessi di Three Robots), When the Yogurt Took Over è, con i suoi soli 6 minuti di durata, l’episodio più corto della serie Love, Death & Robot, ma anche probabilmente il più ironico e caustico dell’intera serie.

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Trama

When the Yogurt Took Over racconta di un lontano futuro non ben precisato in cui una ricerca sulla genetica andato i malora porta alcuni scienziati a creare uno yogurt senziente e super intelligente che comincia poco a poco e con mosse astute a convincere gli umani della propria legittimità a governarli partendo dallo stato dell’Ohio fino a governare sull’intero mondo.

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Regia e Scrittura

Come già detto, When the Yogurt Took Over è una delle storie con le premesse e gli svolgimenti più deliranti mai presentati.

L’intento di Maldonado e Torres era decisamente quello di ironizzare in maniera caustica sulla politica e sulla percezione che la gente ha di essa.

Per quanto mi riguarda sono riusciti perfettamente nell’intento creando un grottesco stravolgimento delle regole nella gerarchia di comando umana. Con un’entità esterna come uno yogurt al comando, gli esseri umani vengono totalmente tagliati fuori dalle decisioni sui loro stessi destini e nonostante le iniziali proteste dettate dall’orgoglio, tutti si adeguano ad essere governati da un prodotto caseario che nonostante tutto porta loro tranquillità, ricchezza e salute in quantità che i precedenti governanti non sono riusciti.

La scrittura della puntata è molto semplice, con una voce narrante che racconta i fatti accaduti negli anni precedenti come se stesse scrivendo un annuario o la pagina di un diario mentre sullo schermo scorrono le immagini dei fatti raccontati.

Sono proprio le immagini a dare il giusto input di potenza alla storia.

Le immagini sono molto forti: dalla tranquillità della vita quotidiana pre-yogurt alle parole nella tazza dello yogurt stesso scritte con i cereali che vengono a galla, dalle proteste nelle strade ai suicidi a causa dei disastri finanziari, dall’emblematica scena del presidente degli USA che firma il contratto in cui cede allo yogurt il controllo totale, a quella che è, a mio modesto avviso, l’immagine più angosciante dell’intera serie: l’immagine del disastro economico mondiale all’interno del quale un uomo tira fuori da un barile d’acqua bollente il cadavere di un bambino.

Un’immagine come questa rende il concetto di “animazione per adulti” meglio di una qualsiasi scena di sesso messa solo perché fa fico.

Per il resto la regia si limita a quadri complessivamente semplici, ma con una attenta cura per i dettagli dei movimenti dei personaggi: semplici, ma tutti con una precisa funzione.

Maldonado e Torres utilizzano dei disegni dal forte intento grottesco e parodico che presenta gli umani come delle scatolette dalle forme squadrate intenti a fare pochi e semplici movimenti, ma estremamente precisi.

La semplicità della tecnica utilizzata da modo ai due registi di sbizzarrirsi con le trovate registiche più assurde, dalla già citata comunicazione dello yogurt attraverso i cereali, alla sequenza in cui la ricercatrice, dopo una giornata di ricerca in laboratorio, si ubriaca da sola con una bottiglia di vodka, metafora di come la vita prima dello yogurt, seppur accettata dagli umani, fosse molto poco soddisfacente.

Tecnica

I ragazzi di Blow Studio sono gente che sa fare il proprio lavoro, lo hanno dimostrato abbondantemente con Three Robots, e anche in questo caso la loro cura maniacale per i dettagli viene messa in mostra non tanto sui personaggi principali, di base molto semplici e non molto appariscenti per design, quanto per gli elementi di contorno, trattati con ogni riguardo e realizzati con la solita CGI di altissimo livello che abbiamo già visto in Three Robots.

Non fatevi ingannare dai design caricaturali degli umani e provate a guardare tutto intorno a loro, noterete che non ci sono sbavature nell’animazione degli oggetti circostanti, specie per quelli che si distruggono.

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In Conclusione

Se con Three Robots Maldonado e Torres avevano fatto qualcosa di semplicemente divertente, con When the Yogurt Took Over sono stati capaci di convertire quel semplice divertimento scherzoso e scanzonato in una ironia caustica, capace di far divertire grazie al buffo aspetto dei personaggi e all’assurdità delle vicende narrate, ma al tempo stesso fa anche riflettere su come l’umanità potrebbe rapportarsi a una forma di vita molto più intelligente, su come le persone vedono la politica e chi la applica e soprattutto di come fondamentalmente non gliene freghi più di tanto finché chi sta in cima alla catena provvede a fornire loro tutti gli elementi necessari al proprio benessere, senza pensare se questa entità abbia davvero a cuore il loro bene o no.

La domanda del titolo è probabilmente la stessa che si sono posti gli autori nello scrivere la puntata: come siamo arrivati a questo punto?

Come siamo arrivati a fregarcene così tanto di tutto che ci basta soltanto il minimo indispensabile per vivere serenamente, mettendo da parte l’orgoglio tanto da permettere a uno yogurt, per quanto super intelligente, di governarci tutti? Domande che dovrebbero far riflettere ogni volta che si pensa che il voto alle elezioni non conti poi molto.

When the Yogurt Took Over è sicuramente uno dei più riusciti e rappresentativi di Love, Death & Robot, capace di portare su schermo poetica degli autori e capacità tecniche dello studio che l’ha prodotto.

A buona ragione è una delle puntate più celebrate dell’intera serie e merita di essere visto più e più volte.

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Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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