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Transformers One, la recensione: Un mondo di giocattoli

Gli ultimi ricordi che si avevano dei Transformers al cinema erano legati alla fortunata quanto discussa saga realizzata sotto la direzione di Michael Bay. Nonostante gli indubbi risultati in fatto di incassi, la saga di Transformers al cinema non ha mai smesso di attirare critiche per la percepita bassa qualità delle pellicole che, con il passare del tempo, è diventata sempre più evidente anche ai più accesi sostenitori di questi film.

Transformers One, il nuovo film d’animazione basato sul brand di Hasbro, aveva il non facile compito di far ripartire il franchise con una nuova marcia dopo che per anni il brand è stato legato a doppio filo al nome del discusso regista. Un compito non semplice, specie se contiamo quanto la saga di Bay abbia plasmato la percezione che il pubblico ha dei Transformers.

Prodotto da Paramount Pictures, Hasbro Entertainment, New Republic Pictures e Di Bonaventura Pictures e distribuito da Paramount, Transformers One presenta tra i produttori proprio Michael Bay e Steven Spielberg come produttore esecutivo. Alla regia troviamo invece Josh Cooley, già veterano di Pixar Animation Studios e regista di Toy Story 4.

Trama

Per i veterani del franchise, la storia si ambienta su Cybertron, in un periodo di tempo compreso tra la prima guerra tra i Transformers e i Quintessenziali e la guerra civile tra Autobot e Decepticons. Nella città di Iacon troviamo i due amici fraterni Orion Pax e D-16, futuri Optimus Prime e Megatron, che lavorano come minatori di Energon, la principale fonte di energia che fa funzionare tutto il pianeta robotico.

In seguito alla guerra contro gli invasori alieni Quintessenziali i Prime, leader dei Transformers, hanno dato la vita per salvare il loro pianeta e la Matrice del Comando, artefatto responsabile dell’affluenza di energon su Cybertron, è andata perduta. Iacon è ora governata da Sentinel Prime, leader di tutti i Transformers, idolatrato dai due protagonisti, che si mettono in gioco per essere notati da lui e dimostrare di valere più del loro ruolo di semplici minatori.

Dopo un tentativo maldestro di farsi notare i due trovano un messaggio di SOS di Alpha Trion, uno dei Prime andati perduti durante la guerra, che pare indicare la sua posizione e, ipoteticamente, quella della Matrice. Accompagnati da B-127 (Bumblebee) e Aelita-1, Pax e D-16 si avventurano sulla superficie di Cybertron per trovare la Matrice in un viaggio che li porterà alla scoperta della vertà sulla guerra e sui Prime, nonché a cambiare per sempre i destini di entrambi.

Un gioco da bambini

L’idea del film è quella di presentare una storia che riesca ad essere contemporaneamente epica ed infantile, mescolando una comicità molto semplice e diretta con una narrativa pomposa, piena di momenti intensi e frasi ad effetto. La trama di Transformers One presenta molti elementi diversi da portare avanti contemporaneamente: dalla scoperta di una verità nascosta alla ricerca di riscatto sociale, dal conflitto di ideali all’interrogativo sulla leadership, il tutto mentre si prova a mettere in luce motivazioni e ambizioni di tutti i personaggi coinvolti.

Il metodo che gli sceneggiatori hanno scelto per far funzionare tutto in un film con un inizio e una fine è ridurre tutti i personaggi a un singolo tema fondamentale e rendere più dirette possibili le caratterizzazioni. Orion Pax è un giovane in cerca di guai, D-16 il buon lavoratore che resta al suo posto, Aelita-1 colei che cerca di migliorare la propria condizione seguendo le regole, e così via. Ogni personaggio è riconducibile ad una singola linea di descrizione e questo permette di incasellarli immediatamente in una storia piena di avvenimenti che permettono alle personalità di tutti di attivarsi in risposta agli stimoli esterni.

Il rovescio della medaglia è che alcuni elementi risultano troppo semplici. Sentinel Prime è il primo a pagare il dazio per questa scelta di scrittura, risultando incastrato in uno stereotipo di personaggio che va molto di moda nei film d’animazione recenti, ma senza una particolarità a renderlo originale.

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Vi è poi il problema del ritmo e dell’evoluzioni dei personaggi. La trama di Transformers One è piena di colpi di scena che hanno il compito di scandire le tappe di cambiamento dei caratteri dei due protagonisti, ma con una prima parte molto estesa la seconda metà del film risulta accelerata. Il film, avendo i bambini come target, doveva ovviamente rimanere entro certi termini di durata ma, con un maggior minutaggio, il prodotto finale ne avrebbe sicuramente beneficiato.

Un mondo lucido in trasformazione

La Cybertron che vediamo in Transformers One è bellissima. Lo stile di disegno prende ispirazione della serie di giocattoli Transformers Generation 1, uscita tra il 1984 e il 1990, mentre per gli ambienti i designer si sono rifatti all’Art Deco. Un connubio eccellente per rappresentare le forme geometriche di Cybertron e della sua città principale con un’attenzione maniacale nella resa delle superfici di metallo.

Ogni elemento a schermo risulta bello da vedere sia nelle situazioni statiche che ultra dinamiche delle scene d’azione e combattimento riprese senza troppi cambiamenti da quelle realizzate da Michael Bay. Se proprio doveva essere rubato qualcosa da quei film, bene che siano le scene di combattimento.

Sul lato delle animazioni Transformers One si comporta molto bene. I movimenti dei Transformers e degli elementi tecnologici sono fluidi, ricordando anche in questo caso i movimenti degli stessi personaggi nei film di Bay, ma a farla da padrone è Cybertron. Convincenti le animazioni dei mezzi di trasporto cittadini di Iacon così come il modo meccanico in cui cambia l’ambientazione sulla superficie del pianeta, permettendo di cogliere la commistione tra un mondo reale e uno meccanico.

In conclusione

Transformers One è il film di Transformers che ognuno di noi ha creato da bambino con i propri giocattoli. Riesce ad essere allo stesso tempo epico e infantile, unendo umorismo a portata di bambino con il tono epico da sempre marchio di fabbrica del franchise.

I personaggi principali risultano interessanti e il loro cambiamento in seguito agli eventi credibile, benché accelerato. Un peccato per alcuni personaggi che rimangono piatti sullo sfondo in favore di una maggiore attenzione verso i protagonisti, ma con il tempo a disposizione era complicato fare altrimenti.

L’impatto visivo è ottimo, con colori lucidi che riflettono perfettamente il metallo di cui tutta l’ambientazione è ricoperta. Tutto si muove in maniera fluida e convincente, sia quando i personaggi sono fermi sia quando vorticano come mulinelli durante i concitati, per quanto brevi, combattimenti all’ultimo bullone.

Transformers One è un ottimo prodotto adatto alle famiglie e, per chi fosse interessato, un buon punto di partenza per immergersi nella tana del Bianconiglio che è la lore di Cybertron e dei suoi abitanti. I veterani della serie potrebbero trovare stucchevole l’umorismo infantile del film, ma avranno comunque di che discutere grazie a delle citazioni al canone ufficiale di buon livello.

Transformers One
SCRITTURA
6.5
REGIA
7.5
COMPARTO TECNICO
8.5
DIREZIONE ARTISTICA
8
CAST
8
Pros
Eccellente caratterizzazione dei personaggi
Ottima resa grafica e dei design
Coglie ottimamente lo spirito del franchise
Cons
Villain carismatico, ma poco incisivo
La narrazione accelera troppo nella seconda metà
7.7
VOTO
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Riccardo Magliano

Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia). Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime. Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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Riccardo Magliano
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