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Invincible, la recensione: nel limbo tra passato e presente

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Invincible

Invincible

8.1

SCRITTURA

9.5/10

REGIA

7.5/10

COMPARTO TECNICO

7.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

7.5/10

CAST

9.0/10

Pros

  • Scrittura eccellente
  • Personaggi indimenticabili
  • Tanti temi trattati
  • Giovanile e piena di richiami alla cultura pop

Cons

  • Ingenuità nelle motivazioni dei villain
  • Alcuni passaggi di trama poco chiari

Inutile negare che l’adattamento in serie animata del celebre fumetto di Robert Kirkman sia risultato dello strascico della moda dei supereroi arrivata a rimorchio del Marvel Cinematic Universe, ma, se mi concedete un commento personale: finché la moda porta prodotti di questo livello, ben venga.

Del fenomenale fumetto di Invincible abbiamo già parlato altrove, oggi siamo qui per parlare della serie animata prodotta e distribuita da Amazon sulla sua piattaforma streaming.
Invincible è una serie originale Amazon Prime Video, prodotta da Robert Kirkman e la sua Skybound in collaborazione con Amazon, realizzata da Amazon Studios e WindSunSky Entertainment, conta ad oggi una stagione di 8 episodi con durata variabile tra i 45 e i 50 minuti.

La serie è stata già molto apprezzata dal pubblico ed è stata confermata per una seconda e una terza stagione, ad oggi in lavorazione.

Invincible

Trama

Mark Grayson è un ragazzo di 17 anni, frequenta il liceo della sua città e conduce una vita apparentemente normale. Apparentemente perché il segreto della famiglia Grayson è che il padre di Mark, Nolan Grayson, è in realtà Omniman, il supereroe più potente sulla terra, che protegge il mondo dalle più grandi minacce con l’aiuto del gruppo Guardians of The Globe, una molto poco velata riproposizione della Justice League della DC Comics.

Mark, che fino a quel momento era stato un normale umano, inizia a manifestare i suoi superpoteri a ridosso dei suoi 17 anni e decide di seguire le orme del padre, diventando Invincible, il nuovo supereroe della Terra. Presto però, Mark si accorgerà che la vita del supereroe non è tutta rose e fiori come se la aspettava, ritrovandosi a fare i conti con la responsabilità verso la gente, specie quella che rimane nel fuoco incrociato delle sue lotte contro i criminali, all’evidenza che esistano esseri anche più forti di lui, alla paura che da una sua vittoria o un suo fallimento dipenda la vita delle persone intorno a lui.

Mentre Invincible comincia a muovere i suoi primi passi come supereroe, qualcuno attacca e stermina i Guardians of The Globe e la Terra e tutti i suoi supereroi si avviano verso un profondo cambiamento.

Invincible

Scrittura e regia

Il materiale di partenza per Invincible è conosciuto e universalmente molto apprezzato. Il fumetto di Kirkman ha una storia ottima che ben si presta a un adattamento animato. La serie di Amazon Prime Video la adatta quindi in maniera molto fedele all’originale, escludendo alcune scene tagliate per motivi di ritmo e tempistiche televisive, la storia di Invincible rimane pressoché identica all’originale.

La scrittura delle puntate è quindi l’aspetto su cui ci soffermeremo maggiormente: ed è eccellente. Ogni puntata ha una sua verticalità narrativa in cui Invincible dovrà affrontare una diversa minaccia al mondo o alla società insieme a un nuovo aspetto della sua vita da supereroe, che sia un’invasione di esseri ultra-dimensionali o uno scienziato pazzo con la fissa dei cyborg.

Collateralmente troviamo i problemi personali di Mark Grayson, con la ragazza, gli amici, i genitori, i colleghi supereroi, tutto complicato dalla sua doppia identità e dalle nuove responsabilità che questo comporta sia in termini di tempo sia di stress.

Naturalmente un’intera serie su un universo narrativo di supereroi completamente nuovo non può reggersi solo sulle disavventure di un teenager, quindi si passa alla scrittura semplice ma altrettanto ottima della trama di stagione: il mistero sulla morte dei Guardians Of The Globe e i disordini che ne conseguono.

Per lo spettatore non è un vero e proprio mistero perché l’identità dell’assassino dei Guardians Of The Globe viene rivelata già nel primo episodio, ma è molto interessante vedere come questo evento cambia i rapporti umani di tutti i coinvolti, ed è appassionante cercare di capire perché il colpevole ha fatto quel che ha fatto seguendo i due principali indagatori: Damien Darkblood, il detective demone ispirato palesemente a Hellboy, e Cecil Stedman, il direttore dell’Agenzia di Difesa Globale, riferimenti di Kirkman a Nick Fury e lo S.H.I.E.L.D.

A conti fatti il motivo per cui il villain principale della prima stagione di Invincible ha ucciso i Guardians of the Globe è abbastanza deludente, ma questo va a inserirsi all’interno del contesto del fumetto di Robert Kirkman che, nel bene e nel male, presenta un universo narrativo supereroistico volutamente old school.

Invincible

Le minacce combattute da Invincible e colleghi hanno motivazioni molto ingenue, dal classico scienziato pazzo che vuole distruggere il Monte Rushmore perché sì, alla razza aliena che invade la Terra perché sì. Nessuno di loro ha una motivazione umana o costruita per le proprie azioni e questo rende complicato prenderli seriamente, compreso quello che si mostra nel finale della stagione quando spiega le sue motivazioni, soprattutto se pensiamo a quanto è stata caricata di aspettative quella spiegazione.

Nonostante questo difetto, Invincible dà il meglio nei suoi pregi, primo tra tutti una solidissima e approfondita caratterizzazione di tutti i personaggi. Dal pugno di personaggi principali vicini al protagonista all’ultima delle spalle comiche, tutti i personaggi hanno almeno un momento di gloria e una propria costruzione attraverso sottotrame dedicate. Tra questi spiccano certamente Robot e Atom Eve, che hanno le loro trasformazioni personali in complesse storyline che si dilungano per l’intera stagione. A lungo andare, alcune di queste sottotrame passano più sottobanco rispetto a altri, in vista delle prossime stagioni.

Anche dal punto di vista registico la serie prende a piene mani dalle tavole di Kirkman, facendo sembrare la serie più un fumetto in movimento che una serie di stampo cinematografico.
Le inquadrature hanno pochissima prospettiva e solo con i campi più larghi si riesce a percepire la profondità degli ambienti, questo per dare massimo risalto a ciò che è in primo piano, siano queste azioni spettacolari, combattimenti o dialoghi.

Dal fumetto di Kirkman, come è giusto che sia, la serie di Invincible non taglia le tonnellate di scene esplicitamente splatter che sono uno dei punti cardine della serie. Gli scontri contro i nemici di Invincible e colleghi non sono edulcorati come in tanti fumetti e serie tv di supereroi, i colpi di avversari con super poteri o armi ad alto potenziale offensivo si sentono e i registi della serie non si fano scrupoli a inquadrare anche molto da vicino nasi che si rompono, ossa che si spezzano, sangue che scorre a fiumi sul corpo o anche teste o interi organismi che esplodo violentemente.

Invincible

Comparto tecnico

Invincible mette in scena un vero e proprio fumetto animato, nella migliore accezione possibile. La tecnica utilizzata è una animazione 2D dall’aria tradizionale, simile per paragone a altre serie supereroistiche del passato come Young JusticeAvengers: Earth’s Mightiest Heroes, con l’aiuto di modelli 3DCGI per animare inquadrature con numerose persone in movimento. L’accostamento delle figure in CGI con il generale piatto del resto della grafica è una nota stonata: i modelli CGI sono troppo diversi dagli sfondi e il risultato lascia un po’ a desiderare, ma sono casi molto isolati visto che i momenti in cui si notano queste stonature sono una minoranza esigua rispetto a tutta la stagione.

La grafica di Invincible è infatti per la stragrande maggioranza solo in 2D e funziona molto bene nel suo intento di riportare l’esperienza di un fumetto in una serie animata, non sarà la miglior performance tecnica che vedrete mai in una serie animata, ma funziona nel suo genere.

Una nota di merito va però spesa nella capacità degli animatori di rendere ogni inquadratura il più mobile possibile. Raramente ci sarà qualcosa di fermo nelle inquadrature, cose che denota sempre una certa cura nella realizzazione di un prodotto.

Invincible

Per concludere

Invincible è un’ottima serie, con una scrittura eccezionale sia delle puntate singole sia dell’intera prima stagione, con ancora tantissimo potenziale narrativo da sfruttare per le prossime, almeno altre due stando a quanto è stato confermato fino a ora. L’unica pecca risiede in una certa ingenuità nelle motivazioni dei villain, frutto della scelta stilistica di mantenere un senso di storia di supereroi da Silver Age.

Proprio per questo motivo chi non è abituato a quel genere di narrazione potrebbe trovarsi spaesato da alcuni passaggi di trama che non vengono mai spiegati dalla serie, in un certo senso costringendo lo spettatore a mantenere la sospensione di incredulità per accettare che alcune cose vanno in un certo modo perché sì.

Invincible è una serie non certo perfetta, ma in cui tutti i difetti vengono ampiamente oscurati dai ben più grandi e numerosi pregi. Una visione consigliatissima a chiunque, appassionati di fumetti di supereroi o meno, per l’ottima scrittura della storia, l’immersione che offre nel mondo narrativo e l’immenso carisma di tutti i personaggi che non faticheranno a entrare nelle grazie di qualsiasi spettatore.

Invincible ha però una particolarità che va sottolineata, ovvero la dimostrazione di come la fruizione delle serie animate sia cambiata con l’avvento delle piattaforme streaming.

Invincible

In una TV generalista o un canale tematico una serie come Invincible non sarebbe mai potuta esistere perché si trova in un limbo di target televisivo inconciliabile con ogni forma di palinsesto tradizionale. I protagonisti principali della storia sono teenager o giovani adulti con i problemi dei ragazzi di quell’età, e la scrittura della serie ricalca in molti punti le linee di una serie per ragazzi.

Ho già citato la serie Young Justice nel corso della recensione e chi l’ha vista potrà notare alcune leggere somiglianze quella e Invincibile, con la differenza che Invincible non è una serie per ragazzi, anzi, secondo le avvertenze di Amazon Prime Video più di metà delle puntate sono vietate ai minori di 18 anni.

Sintetizzando: una serie scritta come una serie per ragazzi tra 16 e 20 anni, ma che non può essere vista da metà di quei ragazzi. Un controsenso che trova soluzione nel pubblico medio di una piattaforma streaming, mediamente più giovane rispetto a quello di una tv tradizionale e più incline alle storie di giovani adulti o teenager, anche se l’età dello spettatore si avvicina più ai 40 che ai 20 anni.

Invincible si piazza come la tessera di un puzzle in quello strano limbo di target proprio delle piattaforme streaming risultando la serie giusta nel posto giusto per attirare quella fetta di pubblico che non riesce più a identificarsi nelle serie per ragazzi troppo ingenue, ma non sono ancora disposti a lasciarsele alle spalle come sarebbe per un adulto.

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Invincible, la recensione: nel limbo tra passato e presente 5

Ciao gente! Sono Riccardo Magliano, classe 1995, originario di Pontedera (PI), ma di stanza a Bologna per motivi di studio. Sono laureato in triennale al DAMS al momento studio per diventare sceneggiatore cinematografico. Sono grande appassionato e estimatore di prodotti d'animazione, dalle serie, ai lungometraggi, ai corti, l'importante é che raccontino qualcosa (cosa non sempre indispensabile perché tra i miei film preferiti c'é Fantasia).
Qui su Spacenerd mi occuperò di recensioni e approfondimenti su tutto ciò che concerne l'animazione, specie quella occidentale, più e più volte colpevolmente trascurata dalla massa di fanatici di anime.
Grazie a tutti per l'attenzione e buon divertimento

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