Ciao gente!
So che leggere complesse recensioni sotto l’ombrellone al mare potrebbe essere stancante, quindi vorrei proporre qualcosa di diverso: una top 10 libri/fumetti e altro con storie che vorrei veder approdare su schermo. Piccolo o grande che sia.
Se poi queste mie speranze non dovessero mai concretizzarsi, rimane sempre un buon “consigli per gli acquisti”.
Le regole della top 10 sono molto semplici: ognuna delle storie che prenderò in esame dovranno essere tratte da medium diversi da quello televisivo o cinematografico e non aver ancora ricevuto un adattamento di nessun tipo ne come serie TV ne come film, poco importa che siano buoni o pessimi adattamenti.
Mi permetto, prima di cominicare la classifica vera e propria, di aggiungere una posizione bonus.
Inserito nei bonus per una questione molto semplice: è irrealizzabile sotto molteplici punti di vista.
Paperino come marchio Disney è un personaggio troppo iconico per essere presentato al pubblico televisivo in una veste così tanto rivisitata quanto quella immaginata da Sisto e Cavaglione nel 1996.
Un vero peccato perché il vecchio Paperinik con il suo scudo Extrasformer e le sue avventure fantascientifiche tra invasori alieni, viaggi nel tempo, cyborg, mutanti e intelligenze artificiali impazzite si presterebbero benissimo a una trasposizione in una serie animata, grazie all’altissimo tasso di azione spettacolare, misteri e bellissimi messaggi sulla fiducia, il coraggio e l’impegno nell’essere ogni volta una persona migliore.
Tra di voi ci sarà sicuramente qualcuno che ha letto la serie classica i PKNA e sono sicuro che sareste ben disposti a vedere su schermo alcuni momenti epici come lo scontro tra PK e Trauma, le apparizioni del Razziatore e l’assalto a Time O, le investigazioni di Lyla Lay, le battaglie spaziali di Xadhoom contro gli incrociatori evroniani e tanto altro ancora.
Disgraziatamente, nonostante l’ottimo materiale di partenza, dubito che mamma Disney permetterà tanta visibilità a una rivisitazione di uno dei suoi personaggi più rappresentativi, specialmente una nata in Italia.
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Ora che mi sono liberato di questo punto bonus, possiamo passare alla classifica vera e propria.
Serie di 5 romanzi per ragazzi della scrittrice Licia Troisi, purtroppo ho fin’ora letto soltanto il primo di questi, ma ne ho riconosciuto immediatamente un potenziale scenico non da poco.
La Ragazza Drago è una storia urban fantasy che trae spunto dal mito nordico dell’albero del mondo Yggdrasil e reinterpreta la figura del serpente Níðhöggr come quella di una malvagia viverna a cui si opposero anticamente 5 potenti draghi, mentre nel presente a farlo sono i loro discendenti, i draconiani, 6 ragazzini che verranno mano a mano reclutati per imparare a gestire i poteri derivantigli dai loro illustri progenitori e combattere le forze della pericolosa Grande Viverna.
Già sentito, dite voi? può darsi, ma leggendo il libro non ho pututo fare a meno di pensare a quanto potrebbero rendere bene le scene descritte dalla Troisi su uno schermo cinematografico.
Tutto, dall’aspetto appariscente delle pietre magiche dei protagonisti, alle loro trasformazioni, alle meschine tattiche che le Viverne sfruttano per cooptare altri ragazzini a lavorare per loro sarebbe bellissimo da mostrare su schermo, magari sotto forma di saga cinematografica sulla falsa riga di Harry Potter.
L’unico contro sarebbe quello di essere arrivati fuori tempo massimo. Il periodo d’oro dell’urban fantasy per ragazzi al cinema è finito già da diverso tempo, ma nel caso di un ritorno di fiamma del genere, La Ragazza Drago sarebbe un ottimo titolo da proporre.
Restiamo nell’ambito dei libri per ragazzi italiani con la lunghissima serie di libri di Luigi Garlando che ha per protagonista la squadra delle Cipolline, una squadra di calcio di Milano che, partendo dai campionati locali di calcio a 7, si farà lentamente spazio su tutti i palcoscenici del mondo tra mille difficoltà, diserzioni e separazioni con un unico filo conduttore: si gioca per divertirsi.
Una serie animata su GOL! sarebbe perfetta in qualunque momento. Si potrebbe, per esempio, scomodare di nuovo quegli accordi di produzione Italia-Francia che ogni tanto mandano su schermo serie sul calcio veramente valide come La Compagnia Dei Celestini e Galactic Football.
Si metterebbe in scena per una volta una serie in cui il calcio viene giocato in maniera normale, senza colpi assurdi o tattiche al limite del ridicolo, solo tanto casino e ragazzini talentuosi che si impegnano a tirar fuori il loro gioco migliore.
La serie, iniziata del 2007 e ancora in corso, ha raccolto grande consenso da parte dei lettori de Il Battello a Vapore ed è passata attraverso vari momenti della storia del calcio mondiale implementando nelle sue storie vari calciatori realmente esistenti come special guest perché molto popolari al momento della pubblicazione.
Adattare da capo la serie adesso sarebbe pessimo perché molti ragazzini di oggi conosceranno solo per sentito dire giocatori come Kakà, Zidane, Gattuso, Materazzi, Ronaldinho e molti altri citati da Garlando nelle sue prime storie. Faticherebbero non poco a capirne i riferimenti.
C’è però una scappatoia. Dopo il volume 50 della serie (che si compone ad oggi di 60 libri), avviene un time skip che fa da spartiacque tra la prima e la seconda serie delle avventure delle Cipolline, con nuovi protagonisti che prendono il posto di quelli vecchi ormai cresciuti e ognuno avviato sulla rispettiva strada.
Questa seconda serie sarebbe perfetta da adattare sul piccolo schermo, usando le storie più vecchie per dei flashback di particolari allenamenti o momenti importanti della storia della squadra originali.
Come avrebbe voluto fare la prima serie di Inazuma Eleven fallendo miseramente.
Bazzicando il catalogo di Webtoons è molto facile imbattersi in roba anche molto strana. Nella maggior parte dei casi l’interesse nasce e muore con la prima pagina, ma il Newman di Josh Ulrich è stata per me una gradevole eccezione.
Ambientato in un atipico mondo urban fantasy in cui le razze classiche dei giochi di ruolo fantasy alla D&D e Pathfinder coabitano in modo non troppo dissimile da come siamo abituati ad immaginarceli, ma con tutte le conseguenze del mondo contemporaneo, quindi smartphon, servizi di comunicazione, complicazioni sociali e così via, che si incastrano in un mondo in cui la magia, i fantasmi, i lupi mannari, le possessioni da parte di demoni e mostri.
La storia segue la complicata ed esilarante love story tra il burbero e scostante gnomo Newman e la irriverente drow Gwen, due agenti e partner nell’agezia di disinfestazione di mostri (CRD: per mestiere affrontano e uccidono mostri pericolosi e minacce di ogni genere tenendo al sicuro la città.
La parte lavorativa della loro vita è tuttavia solo un pretesto per creare gag comiche veramente molto divertente, con battute fuori luogo rispetto all’atmosfera e citazioni più o meno randomiche alla cultura pop internazionale che per una volta non danno fastidio perché la storia va avanti benissimo con o senza di esse, che risultano soltando delle gradite aggiunte.
L’umorismo di Josh Ulrich e la sua capacità di inserire humor intelligente in praticamente ogni situazione creando degli esilaranti momenti di anti-climax sarebbero ottimi per una serie animata per adulti con episodi molto brevi e pieni di humor, con un occhio di riguardo ai rapidissimi combattimenti contro mostri orrendi e la love story di Newman e Gwen a fare da collante per le varie avventure.
Parlo di serie per adulti perché il sottotesto di dominazione del rapporto tra Newman e Gwen è molto marcato nella storia, nonché uno dei principali cardini della caratterizzazione della coppia, e difficilmente sarebbe digerita da un pubblico troppo giovane.
Per completezza di informazioni voglio menzionare anche l’altro webcomic di Ulrich, Jekie Rose. Una spericolata avventura aerea tra pirati spaziali, fantasmi e magia che, al contrario, potrebbe risultare pienamente appetibile anche ai più piccoli, sempre condita con il peculiare umorismo dell’autore.
Provare per credere.
Qualcuno prima di me si è accorto che i fumetti di Zerocalcare hanno un grosso potenziale su schermo. La Profezia dell’Armadillo ha già avuto un apprezzatissimo adattamento cinematografico, quindi mi chiedo: perché non adattare anche altri libri del celebre fumettista di Rebibbia?
Tra tutti le ottime storie raccontate da Zerocalcare in carriera la mia scelta è caduta sulla mia preferita, il diario di viaggio in medioriente che porta il nome di Kobane Calling. Un resoconto di un viaggio dell’autore nelle zone di guerra del medioriente in cui i ribelli Curdi si oppongono all’ISIS, un minuzioso diario di viaggio in cui, con la sua solita ironia, Zerocalcare descrive la situazione terrificante di un territorio in costante conflitto e di come pian piano lui stesso si sia reso conto di quanto questo conflitto abbia radici profonde, difficili da estirpare, soprattutto se chi ne ha l’autorità si ostina ad ignorarle.
Adattare Kobane Calling potrebbe essere una vera sfida per qualunque sceneggiatore. Impossibile trattarlo come un normale lungometraggio narrativo data la sua natura profondamente documentaristica, ma al contempo troppo narrativo per poter essere raccontato come un documentario.
La via di mezzo sarebbe ricostruire su schermo quello stesso diario di viaggio rendendolo più documentario che film narrativo aggiungendo come collante, rispetto all’opera originale, una storia di presa di coscienza del protagonista costruita da zero rispetto a quello che già è raccontato nel fumetto, in modo da rendere il tutto più digeribile.
Chi è pratico di fumetti americani underground dagli anni ’80 a questa parte avrà sicuramente familiarità col nome di Scott McCloud.
Il grande fumettista americano, prima di dare alle stampe quella storia meravigliosa che è Lo Scultore e prima ancora di creare la più figa introduzione al mondo del fumetto mai partorita da mente umana, aveva pubblicato tra il 1984 e il 1990 una serie supereroistica in cui sperimenta una contaminazione di stili tra il genere supereroistico americano del periodo con i suoi studi del manga giapponese, in particolare rifacendosi a Osamu Tezuka.
Protagonista delle storie è Zachary T. Paleozoct, per gli amici Zot, un ragazzino dotato di superpoteri e zio inventore che gli fornisce armi hi-tech per combattere i criminali della sua dimensione d’origine (molto ispirato all’Atom del maestro Tezuka). Il giovane viene in contatto con la nostra dimensione e si avvicina a una ragazza di nome Jenny, una ragazza molto sensibile e facile alla depressione che lo accompagnerà nelle sue avventure a cavallo tra le due dimensioni.
La serie originale di Zot! è composta da tre parti distinte: i primi 10 albi a colori, ancora molto acerbi e pieni di avventure rocambolesche dove Zot viene contrapposto ad antagonisti che spaziano senza troppa convinzione tra il ridicolo e l’improbabile e solo in alcuni casi isolati sono davvero pericolosi; avventure spensierate in cui l’eroe non è mai realmente in pericolo e tutto si chiude sempre con una grassa risata. Dal numero 11 al 27 le avventure di Zot passano al bianco e nero, ma continuano ad ambientarsi nella dimensione del ragazzo, in cui tutto è perfetto e in cui il male è ben rappresentabile nelle forme quasi familiari dei nemici storici di Zot, qui la spensieratezza è ancora palpabile, ma si comincia a calcare la mano su quanto si differente la dimensione del giovane supereroe da quella di Jenny, costantemente sotto pressione nella sua dimensione (che è anche la nostra) in cui la vita è decisamente più dura. L’ultima parte, dal numero 27 al 36 è decisamente diversa dalle prime due: Zot è intrappolato nella dimensione di Jenny ed è costretto a rapportarsi a un mondo in cui il male non è collegabile a volti ben noti e non è contrastabile con una capriola in aria e un paio di raggi laser ben piazzati. Storie dai toni più cupi in cui l’eroe si ritrova letteralmente con niente da fare di fronte alla sua impotenza rispetto al suo compito.
Tutti e tre i momenti della serie sono perfettamente validi per essere adattati a film o serie animata. Personalmente preferirei un film in live action in cui si possa esplorare in modo conclusivo il rapporto di Zot e Jenny con le due dimensioni e come l’eroe possa essere messo di fronte a un male invisibile contro cui non può vincere in maniera decisiva.
L’impresa più grande dell’adattamento sarebbe rileggere in un contesto contemporaneo una serie degli anni ’80 pensata per un pubblico degli anni ’80, ma il messaggio e la messa in scena di Zot! sono, a mio parere, talmente universali da poter essere trasposti ai nostri giorni senza particolari problemi, basterebbe modificare in maniera tutt’altro che significativa i caratteri di uno o due personaggi e il resto è perfetto così com’è.
Ci sono inoltre le potenzialità spettacolari nelle azioni di Zot e dei suoi nemici in un contesto contemporaneo; se un personaggio come 9_Jack_9 può spostarsi attraverso i cavi elettrici cosa potrebbe mai fare in un mondo dotato di Internet?
Torniamo nel mondo degli webcomic con uno che personalemente considero uno dei battle shonen più belli mai fatti.
Pubblicato su Webtoon a partire dall’aprile del 2011 dal fumettista sud-coreano Park Yong Jae, The God Of Highschool prende il via come il più classico dei battle shonen: il giovane Jin Mo-Ri, esperto di taekwoondo, viene covocato per partecipare a un prestigioso torneo di arti marziali in cui dovrà scontrarsi contro i migliori rappresentanti della Sud Corea per poi scalare a un torneo continentale e infine mondiale.
In seguito la scoperta che Jin Mo-Ri è in realtà la reincarnazione del Sun Wukong (Son Goku in giapponese) darà il via a una serie di colpi di scena completamente randomici e con solo scopo di rendere il tutto estremamente spettacolare, tirando in ballo magia, culti religiosi segreti, intrighi fanta-politici, differenti dimensioni, divinità sia orientali che occidentali, legioni di essere sulla carta immortali e mostri sempre più esageratamente grossi pronti a diventare carne da macello per i personaggi principali in una serie di power-up e nerf inseriti completamente a caso, ma talmente tanto esagerati da risultare divertenti.
Ad affiancare il protagonista ci saranno i suoi due compagni di avventura: la spadaccina Yoo Mi-Ra e il karateka Han Dae-Wi, che seguiranno anche loro una crescita fatta di scontri disperati, tecniche di arti marziali al limite del ridicolo, power-up assurdi e il largo utilizzo di poteri magici.
Complice la storia priva della benché minima logica, ma assuefacente nella sua esageratezza, complici dei disegni estremamente dinamici, i combattimeni, sia tra semplici esseri umani che tra mostri, sempre spettacolari e ben coreografati, un character design che rende tutti i personaggi, dai principali, all’ultima e più inutile comparsa, perfettamente riconoscibili anche a decine e a volte centinaia di capitoli di distanza dalle loro apparizioni precedenti, The God Of Highschool si è inserito a forza ai primi posti degli webcomic più seguiti di Webtoon e ne sono stati tratti anche un paio di videogiochi, purtroppo mai usciti dalla Corea del Sud.
Tempo fa uscì un ingannevole trailer animato che sembrava preannunciare la produzione di un anime che purtroppo non ha ancora visto la luce, ed era servito solo a promuovoere uno dei videogiochi, ma se si riuscisse a produrre un anime di The God Of Highschool con una qualità di animazione pari a quel trailer sarebbe già ottimo e diventerebbe sicuramente l’anime di combattimenti preferito di molti appassionati del genere.
Qui sono leggermente di parte: Red Storm è attualmente il mio webcomic preferito.
Red Storm è un webcomic scritto da Noh Kyungchan e disegnato da Park Hyun-il, pubblicato sul portale coreano Daum a partire dal 2012, anche se il romanzo omonimo di Noh Kyungchan risale al 2006.
Red Storm prende in esame la storia di Julian, figlio del capo dei Pereia, una potente tribù del deserto del mondo fantasy in cui si ambienta la storia. Entrato nelle grazie del misterioso e potentissimo straniero Noah, Julian si sottopone a un duro addestramento per diventare l’uomo più forte del deserto e poter così vendicare la morte della madre, avvenuta per mano di Venersis, generale della tribù rivale degli Shuaruri.
Crescendo Julian cambierà di molto le sue priorità, portando sulle sue spalle la responsabilità della sua tribù e quella di tutto il deserto, troppo diviso e vulnerabile rispetto ai grandi imperi esterni, mentre sullo sfondo si staglia la mistica minaccia delle creature demoniache e della fine del mondo rispetto a cui Julian, Noah e Venersis dovranno avere un ruolo cruciale.
Red Storm è una serie molto complessa e sfaccettata, piena di elementi che vengono ripresi anche a grandi distanze gli uni dagli altri grazie alle molteplici linee narrative che si intrecciano lungo la strada.
Una trama tanto complessa sarebbe sicuramente molto difficile da trasporre in una serie animata, ma, qualora ci si riuscisse, estremamente interessante da vedere adattato grazie alla presenza di ottime sottotrame fantapolitiche affiancate a rapporti umani ben costruiti, bellissimi momenti prettamente strategici e combattimenti al cardiopalma tra potentissimi guerrieri e mostri giganteschi, con la forza dei protagonisti che cresce livello per livello in pieno stile coreano.
Red Storm sarebbe sicuramente un prodotto diverso rispetto a quelli attualmente sotto i riflettori, ma non mi tolgo dalla mente che potrebbe essere un’ottima mosca bianca in mezzo allo sciame di anime di ambito fantasy di cui stiamo facendo indigestione ultimamente.
Una storia che non si limita a costruire un paio di personaggi carismatici da far scontrare con avversari che non sono altro che carne da macello, ma che mette l’eroe davanti a sfide sempre diverse e dinanzi alle quali ha sempre grosse difficoltà e spesso rischia di rimanerci secco.
Non mancano poi i colpi di scena, usati principalmente per saltare da una line narrativa all’altra. Le congetture politiche di Julian per unificare le tribù del deserto viene interrotta per far si che il protagonista si ritrovi invischiato in una missione di una sacerdotessa che deve andare a compiere un rito; oppure le azioni di Noah contro coloro che vogliono far entrare nel mondo le bestie demoniache vengono interrotte per spiegare il rapporto di amore-odio tra Venersis e il capo tribù degli Shuaruri.
Ogni elemento di Red Storm è estremamente interessante e tutto quello che succede è pregno di mistero e di potenzialità.
Probabilmente qualcuno potrebbe perdersi in tutto questo se fosse adattato in serie senza la dovuta attenzione, ma io correrei il rischio.
Chi di voi ha un minimo di dimestichezza con l’universo espanso di Star Wars e con l’era della Vecchia Repubblica avrà sicuramente almento sentito parlare di Lord Revan e della sua storia.
Narrata nella sua completezza tramite il videogioco Knights Of The Old Republic nel 2003, la storia di Lord Revan è stata inserita nel canon di Star Wars e completata con il romanzo Revan di Drew Karpyshyn nel 2011 che ne racconta l’ultima avventura, per poi uscirne di nuovo dopo l’acquisizione di Lucas Film da parte di Disney.
Addestrato come Jedi, eroe durante le guerre mandaloriane, poi convertito (o convertitosi, a seconda delle versioni) al Lato Oscuro e portatore di una guerra civile all’interno dell’Ordine del Jedi, tradito e tornato Jedi, Revan è uno dei personaggi dell’universo espanso di Star Wars con la storia più articolata e affascinante che esplora in maniera molto approfondita la distanza che esiste tra Lato Chiaro e Lato Oscuro della Forza in Star Wars, dimostrando come anche i Jedi possano stare dalla parte del torto pur con le migliori intenzioni.
Sarebbe estremamente interessante vedere una trilogia di film su Revan che ne esplori il conflitto interiore tra il suo credo nella via dei Jedi e i suoi sentimenti e la sua sete di conoscenza che lo porta verso il Lato Oscuro, sarebbe meraviglioso vederlo destreggiarsi in mezzo al bene e al male che si annida sia nella via dei Jedi che in quella dei Sith, mentre cerca di trovare un vero equilibrio tra l’una e l’altra.
Disgraziatamente le cesoie di mamma Disney sull’universo espanso di Star Wars rendono estremamente difficile che il personaggio di Lord Revan venga riesumato dalla sua tomba, ma con l’avvento di Disney+ e l’importanza che Disney sta dando al brand di Lucas, mi concedo il lusso di sperare.
Ricordo che quando uscirono i libri de La Bambina della Sesta Luna tra il 2002 e il 2005, io andavo alle elementari e le storie della piccola Nina de’ Nobili erano un must have assoluto di tutti i ragazzini della mia scuola.
La Bambina della Sesta Luna è una serie di libri della scrittrice italiana Moony Witcher che conta 7 volumi, l’ultimo dei quali pubblicato nel 2017, e racconta delle avventure di Nina de’ Nobili, una bambina di 10 anni che eredita dal nonno una grande villa a Venezia insieme al compito di proteggere il lontano pianeta Xorax, la Sesta Luna, patria dell’alchimia, minacciata dal potente stregone Karkon Ca d’Oro contro cui Nina dovrà scontrarsi più e più volte per impedirgli di impadronirsi di alcuni importanti manufatti alchemici.
Durante le loro avventure, Nina e il suo gruppo si troveranno spesso a viaggiare nel tempo e nello spazio per recuperare gli elementi alchemici prima di Karkon, trovandosi spaesati nell’antico Egitto, nella foresta amazzonica e in molti altri luoghi molto colorati e pieni di magia che Moony Witcher ha saputo abilmente descrivere in tutto il loro splendore nonostante la presenza di alcune scene a volte molto cruente che avranno fatto salire le lacrime a più di un lettore.
Una serie animata su Nina e le sue avventure si scriverebbe praticamente da sola.
Anche volendo discostarsi dalla storia principale dei libri allungando il brodo per fare più episodi il risultato sarebbe comunque perfettamente in linea con i libri visto che ogni storia di Nina e compagnia parte sempre dal rifugio segreto della villa a Venezia per poi spostarsi tra un mistero e l’altro in giro per il mondo.
Ogni elementi del mondo de La Bambina della Sesta Luna sarebbe splendido da mostrare su schermo, dalle meravigliose macchine del nascondiglio di Nina, agli Alchitarocchi che si animano per combattere, ogni singolo elemento trasuda talmente tanta fantasia da essere quasi sprecato nel non avere una sua rappresentazione su schermo (e così mi sono inimicato qualche purista della lettura).
In realtà l’idea di una serie animata su La Bambina della Sesta Luna non è neanche totalmente mia. Anni fa era in discussione un progetto per adattare i libri di Moony Witcher in serie animata, ma per motivi a me ancora sconosicuti non se n’è fatto di niente.
Magari in futuro i tempi saranno maturi perché la piccola Nina abbia la sua consacrazione televisiva; io ci spero.
Aeon è il lavoro più famoso della fumettista Angela Vianello, composto da quattro volumi editi da Shockdom tra il 2014 e il 2017; per quel che mi riguarda è, tra ciò che ho letto/visto/giocato la storia con più potenziale esplorabile in un adattamento cinematografico o televisivo.
Dando una sua personale rilettura dei passi del libro della Genesi, Aeon immagina la Terra e l’umanità da sempre contesa tra due fazioni di un’evolutissima civiltà aliena, una che vorrebbe accompagnare e guidare la loro evoluzione, l’altra che vorrebbe sottometterla e controllarla in prima persona per ottenerne benefici; in entrambi i casi l’umanità non sarebbe che una massa di burattini nelle loro mani.
In questa guerra segreta tra entità che l’avanzata tecnologia rende quasi onnipotenti, troviamo alcuni elemeni dell’umanità nati di conseguenza a alcuni antichi esperimenti di mixaggio di materiale genetico degli umani con quello degli alieni condotti da entrambe le fazioni millenni addietro, capaci non solo di avvertire la presenza e l’incombenza della minaccia, ma anche di sviluppare dei poteri particolari con cui sarebbero, almeno in teoria, capaci di contrastarla. Tra questi spiccano Giada e Davide, i due protagonisti, che matureranno nel corso della storia un reciproco sentimento romantico e la loro consapevolezza che il mondo in cui vivono ha qualcosa di sbagliato.
Con un’atmosfera che si pone a metà tra Matrix e Neon Genesis Evangelion, Aeon ha già in se una quantità spropositata di bellissimi messaggi di ribellione, amore, dramma e intrecci umani e non che vengono disgraziatamente troncati a metà dal finale aperto che lascia l’interrogativo su una possibile o meno riscossa dell’umanità contro la minaccia aliena.
Ripartendo da quel punto un film o una serie animata potrebbe esplorare meglio il periodo immediatamente successivo la fine del fumetto e magari inserie nuovi personaggi e abilità che i protagonisti potranno utilizzare per guidare l’umanità verso la sua completa indipendenza.
C’è un intoppo in tutto questo.
Per quanto mi sforzi non riesco a trovare un modo in cui potrebbero essere animati efficacemente i particolari disegni della Vianello, per quanto adori quelle sfumature di colore e i giochi di luce che riesce a creare, ho paura che quelli prima di tutto dovranno essere cambiati.
Passando sopra a questo fatto, la storia di Aeon, già pesantemente drammatica di suo, potrebbe diventare persino più visivamente forte con l’aggiunta di scene di combattimento (nel fumetto ridotte all’osso) e delle strategie per sfruttare i contrasti tra gli alieni per avere la meglio su di loro.
Chi conosce il fumetto potrà incolparmi di viaggiare troppo con la fantasia e di aver dato una lettura troppo personale di una storia che magari non vorrebbe neanche includere nulla di quello che ho detto, ma è così che funziona un adattamente e niente mi toglierà dalla testa che Aeon in versione animata possa diventare il corrispettivo italiano di Neon Genesis Evangelion. Liberi di darmi del pazzo per questo.
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E siamo giunti alla fine.
Non è stato facile mettere insieme queste 10 posizioni, ci sarebbe tanto altro di cui parlare e speculare, ed è proprio quello che ho intenzione di fare chiedendovi: Quali storie potrebbero avere un bell’adattamento al cinema o come serie TV?
Parliamone nei commenti, potrebbero venire fuori idee molto divertenti.
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