Qualche anno fa, parlando di Netflix, definii la piattaforma in rosso e nero come “il porto sicuro delle idee”, e sono ancora di questo avviso. Nonostante l’agguerritissima concorrenza che si è cementificata negli anni, Netflix si è sempre contraddistinta come quella piattaforma che fa della diversificazione dell’offerta la propria forza. In mezzo tra un Disney+ che raccoglie progetti di altissima qualità e punta principalmente alle famiglie e Amazon Prime Video che non ha ancora un catalogo così grande, Netflix rimane, almeno per il momento, la piattaforma a cui guardare se si cercano serie nuove e diverse rispetto allo standard del mercato.
Tra queste novità provenienti da tutto il mondo e un po’ anche in coda a quella moda attuale di Netflix di apporre l’etichetta “Anime” a qualunque cose, si trova Trese: Detective delle Tenebre, serie animata di produzione filippina del 2021 tratta dall’omonima serie a fumetti di Bujette Tan e Kajo Baldisimo. La serie è stata prodotta da BASE Entertainment, casa di produzione filippina molto attiva in patria, scritta da Zig Marasigan, Mihk Vergara e Tanya Yuson, e diretta da Jay Oliva (Flashpoint Paradox, Justice League Dark, ecc). La serie è al momento composta da 1 stagione da 6 episodi, dalla durata di 25 minuti.
La metropoli di Manila, capitale delle Filippine, è pregna di sovrannaturale. Da anni gli umani convivono con le creature ultraterrene: fantasmi, demoni, divinità di varie forme, tutte divise in tribù e tenute in una precaria pace dagli Accordi stipulati dalle creature sovrannaturali con il Lakan, il rappresentante degli umani tra le creature sovrannaturali, impegnato per tutta la vita a gestire e controllare i rapporti tra i due mondi in modo che non degenerino nel caos. Alexandra Trese è l’ultima discendente della stirpe dei Lakan, una ragazza sotto i 20 anni che si ritrova suo malgrado in mezzo al fuoco incrociato delle diverse tribù di creature sovrannaturali, in contrasto tra loro e con gli umani per il dominio sulla città di Manila. Mentre la giovane Trese risolve i vari casi legati al sovrannaturale che avvengono in città, all’orizzonte si profila l’ombra di una infausta profezia a cui tutte le creature sovrannaturali si stanno preparando e che porta ancora più caos nella già turbolenta vita della ragazza, segnata da traumi e lutti.
Credo sia sotto gli occhi di tutti che Alex Trese è una versione femminile e filippina di altri molto più famosi detective dell’occulto dei fumetti, come Dylan Dog e John Costantine. La particolarità di Trese come personaggio rispetto ai due sopracitati omologhi, è quella di riuscire ad avere una sua dimensione e non sembrare al 100% una copia di qualche personaggio più famoso, come era lecito aspettarsi, viste le premesse. No, Trese non è una brutta copia di John Costantine. Lei è Alexandra Trese, una ragazza molto giovane che deve accollarsi responsabilità molto più grandi di lei, da cui dipendono due mondi che altrimenti cadrebbero nel conflitto. Un personaggio sfaccettato, con tutti i traumi e i suoi positivi. Una protagonista molto ben riuscita che riesce a farsi apprezzare per come è.
In realtà è molto complicato trovare delle brutte caratterizzazioni in Trese. Tutti i personaggi sono ben strutturati e calati in maniera ottima della complessa rete dell’underground di Manila. Il problema è tutto ciò che gira loro intorno. Al netto di un buon materiale di partenza, Trese non è una serie scritta benissimo. Le trame verticali degli episodi vanno dal buono all’ottimo, mentre mancano le sottotrame. Le sottotrame degne di nota in questa prima stagione di Trese si contano sulle dita di una mano e sono trattate molto poco, alcune non sono trattate affatto, risultando in una sensazione strana, come se avessimo appena sfiorato la superficie del lago invece che essercisi tuffati dentro. Si finisce la stagione con la sensazione di voler sapere molto di più sui personaggi che abbiamo visto in azione.
Su questo ha probabilmente pesato la decisione di condensare tre volumi del fumetto originale in una stagione di sole 6 puntate. Davvero troppo poche per raccontare una storia che tutto sommato avrebbe giovato e non poco da un numero almeno doppio di episodi. Alexandra è un personaggio molto interessante che sarebbe piaciuto vedere in momenti estranei al contesto del suo lavoro da detective. Alla fine della visione si vuole sapere di più di Hank, dei Gemelli, dei membri del Consiglio… e questa è tutto sommato una cosa positiva. Considerando che una sola stagione ha generato tutta questa curiosità, c’è di che ben sperare per delle eventuali future stagioni della serie.
Il problema grosso di Trese è la trama orizzontale. Confusa, poco interessante e che va avanti a fatica. Gli episodi finali con la quadra di tutti i destini della serie sono veramente tirati via e risentono molto in negativo del bassissimo numero di episodi. Gran peccato, soprattutto considerando la gran cura e l’ottima scrittura dei casi di puntata dei primi episodi, davvero interessanti e coinvolgenti. Quelli sono i momenti in cui lo spettatore si sente davvero dentro all’azione, dentro all’ambiente che viene raccontato, parte degli eventi, e la curiosità di scoprire sempre di più dei meccanismi di quel mondo sovrannaturale è altissima. Terribile invece il finale: tirato via come poche cose lo sono state nella storia, una spiegazione finale che ribalta completamente quello che era stato seminato nella trama, con un colpo di scena talmente complesso e mal gestito da stonare pesantemente. Peccato anche per la figura orribile fatta dal main villain della serie, che risulta pericoloso a parole che a fatti… senza dimenticare che sentirlo spiegare il colpo di scena finale per metà dell’ultima puntata è una tortura.
La produzione non brilla al 100% sul piano tecnico, rimanendo su un onestissimo 6 e mezzo che permette di vivere positivamente la visione senza chissà quale guizzo di potenza tecnica o genialità. Una onesta animazione 2D digitale che non mostra il fianco a difetti eveidenti, anzi, copre egregiamente gli evidenti limiti della produzione, con animazioni semplici e precise. Dall’altra parte, Trese brilla di luce propria grazie al comparto artistico. Una vera meraviglia che combina elementi occidentali e orientali nella stessa serie, con uno stile di disegno e animazione che ricorda molto da vicino alcuni dei primi lavori di Powerhouse, in particolare Seis Manos.
Partire dalla base del fumetto è stato sicuramente un vantaggio, i character design si Tan e Beldisimo sono spettacolari e restituiscono bene lo stato di sporcizia e corruzione della loro Manila, come se fosse una Gotham City nel sud-est asiatico. Manila è la vera protagonista della serie. La sua aria di corruzione si respira a pieni polmoni da ogni inquadratura, il suo essere da una parte estremamente moderna e di ispiraizone occidentale e dall’altra legata a doppio filo con tradizioni, folklore e ritualistica molto antiche, la rendono una perfetta metropoli asiatica del nuovo millennio, interessantissima da esplorare a ogni episodio. Il clima che si percepisce nella città è di totale e corruzione, dove politici senza scrupoli asserviti al potere delle creature ultraterrene permettono alle bande criminali locali di fare il bello e il cattivo tempo pur di ricavare profitto e consenso. Un clima di criminalità che ricorda da una parte quello dei cartelli della droga messicani, e dall’altra la yakuza giapponese.
Trese: Detective delle Tenebre, non è neanche lontanamente la miglior serie animata che potreste trovare su Netflix, ma è una boccata d’aria fresca nel panorama mainstream. Una serie nuova, con uno stile fresco, un universo narrativo diverso dal solito che permette agli spettatori di ampliare i propri orizzonti. Al netto di un finale di stagione da mani nei capelli e un numero di puntate davvero troppo basso rispetto alla storia che si vuole raccontare, Trese offre una protagonista con una bella personalità che si scopre pian piano, un contesto ben costruito e interessante, e dei casi di puntata che permettono di entrare con tutte le scarpe nel mondo narrativo. I personaggi sono disegnati con uno stile estremamente povero di dettagli e di facile animazione, per stare al passo del budget non proprio faraonico della produzione, ma ogni creatura che vedrete è unica, interessante e ben calata nel contesto. Peccato solo che non si riesca ad approfondirle molto già nella prima stagione.
Al momento in cui scrivo non è ancora stata ufficializzata la cancellazione della serie, ma non è stata neanche confermata una seconda stagione. Non è chiaro quale sia il futuro della serie di Alexandra Trese, ma il cliffhanger finale della prima stagione fa ben sperare in una seconda, magari con un numero maggiore di episodi, una trama orizzontale che abbia senso di essere seguita e un villain come si deve. Per caso è chiedere troppo?
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