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La Saga degli Eliminatori, la recensione: Un The Boys per ragazzi

La saga di romanzi degli Eliminatori di Brandon Sanderson è il suo primo esperimento nel mondo dei supereroi e dello Young Adult

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La Saga degli Eliminatori, la recensione: Un The Boys per ragazzi 1

Saga degli Eliminatori

6.6

Trama

7.5/10

Narrazione

8.0/10

Personaggi

5.5/10

Ambientazione

7.5/10

Cura editoriale

4.5/10

Pros

  • Trama semplice
  • Stile scorrevole
  • Rimandi al mondo dei supereroi senza risultare fanservice
  • Ogni libro migliore del precedente

Cons

  • Qualche luogo comune di troppo
  • Personaggi principali poco caratterizzati
  • Superficiale l'edizione italiana

Con gli Eliminatori, o Reckoners in originale, l’autore Brandon Sanderson attua un triplice esperimento: ambientare una saga fantascientifica esterna al suo gargantuesco Cosmoverso, forse l’universo più ampio del moderno fantasy, approcciarsi all’ambiente supereroistico e infine servirlo in chiave young adult.

Non sono i pochi i rischi in cui s’imbatte lo scrittore percorrendo questa strada, ed è già accaduto che non producesse qualcosa di buono.

Ma questa serie varrà la pena di essere recuperata, considerando che non fa parte del Cosmere?

Ho visto sanguinare Steelheart. E lo vedrò sanguinare ancora

David Charleston è un giovane ragazzo che cerca di sopravvivere nella distopica Newcago, una Chicago governata dagli Epici, spietate persone dotate di superpoteri. David cerca vendetta contro Steelheart, il più potente degli Epici, perché questi ha freddamente ucciso suo padre. Steelheart, infatti, era stato involontariamente ferito dal padre di David, cosa mai riuscita a nessun altro prima o dopo, mentre questi tentava di aiutarlo. Perciò il ragazzo potrebbe conoscere un modo per uccidere il crudele governatore di Newcago, nonché molti dei suoi sottoposti Epici.

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Si unisce quindi agli Eliminatori, un piccolo gruppo di persone “normali” dedite all’uccisione di Epici. All’inizio questi sono reticenti ad accettarlo tra le loro fila, ma quando scoprono cosa potrebbe sapere David, accettano di arruolarlo. Da quel momento lui e gli Eliminatori, guidati dal misterioso Prof, iniziano a eliminare Epici su Epici, partendo dai gradini più bassi per poi salire sempre più in alto, sperando di arrivare, prima o poi, a Steelheart.

Bellezza nella semplicità

Come spesso succede nei romanzi di Sanderson, uno dei punti forti è la trama semplice.

Probabilmente l’unico soggetto più arduo da riassumere è quello delle Cronache della Folgoluce, ma nelle altre saghe, questa compresa, le vicende sono facili da seguire e, per questo, molto coinvolgenti. Sono certo presenti diversi tropi del genere fantascientifico young adult, su tutti il ragazzo che cerca vendetta per la morte del padre, un potente e spietato Signore del Male dai poteri illimitati che spadroneggia su una città devastata e molti altri.

Tuttavia, essendo ormai divenuti quasi degli archetipi narrativi, non ci si lamenta troppo, considerando inoltre che è il primo approccio di Sanderson alla scrittura per ragazzi.

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Il soggetto degli Eliminatori può infatti essere riassunto come un The Boys per ragazzi”: abbiamo il ribaltamento totale del ruolo del supereroe; il protagonista il cui famigliare è stato ucciso da un supereroe; il gruppo di semplici umani che vogliono uccidere i supereroi; il mentore che accoglie tra le sue fila il protagonista; lo pseudo-Superman che governa la nazione.

Le somiglianze (probabilmente non volute) non mancano.

La semplicità è marcata dal fatto che il primo romanzo, Steelheart, può definirsi autoconclusivo: solo dal secondo inizia la vera e propria trama, che verrà portata avanti nei libri successivi. Modalità di narrazione, questa, che viene utilizzata anche in Mistborn, Il Conciliatore (Warbreaker) ed Elantris.

Oltre alla trama, semplice è anche lo stile, com’è anch’esso solito nell’autore: la scrittura è piacevolmente scorrevole, senza descrizioni troppo dettagliate, con dialoghi accesi e facili da seguire, seppur molto spesso siano tra tre o più persone. Solo durante le scene drammatiche e, soprattutto, nei finali, Sanderson non bada a spese per quanto riguarda rendere epica, termine usato volutamente, una sequenza, prendendo in prestito lo stile epic fantasy di cui ormai lui è degno rappresentante.

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Limiti e debolezze

Si capisce quanto Sanderson conosca il mondo dei supereroi, soprattutto per i discorsi concernenti le loro debolezze. Lui stesso, prendendo l’esempio della kryptonite di Superman, ha spiegato come un magic system può funzionare: ogni “magia”, che sia hard o soft, ha delle regole, e tali regole spesso sono delimitate da limiti ai quali essa può aspirare. Tali limiti possono essere resi più impellenti con la debolezza a tale magia, proprio come accade coi poteri di Superman e la kryptonite.

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Nella serie degli Eliminatori, vi è un approfondimento ulteriore: ogni eroe ha una sua debolezza, ma da cosa scaturisce? Da un aspetto opposto della sua personalità? Da un atto traumatizzante del suo passato? E può un eroe superare questa sua debolezza?

Tramite la narrazione, Sanderson pone queste domande ai lettori, permettendo loro sia di seguire la storia sia, in generale, di chiedersi quanto un potere influenzi una persona.

A tratti troppo semplice?

La semplicità precedentemente citata può sembrare affascinante all’esterno, ma se analizzata a microscopio mostra i veri difetti di questa saga. Si capisce che questo è il primo tentativo di Brandon Sanderson di addentrarsi nel mondo dello young adult, poiché ritroviamo i più irritanti luoghi comuni presenti in molti libri del suddetto genere, quasi non degni di uno scrittore del suo calibro: il protagonista che si innamora a prima vista della ragazza (il che stona con altre, ottime storie d’amore costruite in altri romanzi dell’autore); il mentore dal passato oscuro; l’antagonista principale senza alcuna caratteristica psicologica peculiare se non quella di voler dominare su tutto e tutti; alcuni colpi di scena su tale maestro e sulla ragazza precedentemente citata prevedibili sin dalla fine del primo atto.

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Nemmeno gli Eliminatori in questione vengono granché approfonditi caratterialmente, quanto più delle caratteristiche atte a renderli più simpatici verso il lettore. Abbiamo, per esempio, l’americano che finge di essere scozzese o l’esperta in tecnologia che beve solo un tipo di Cola. Persino il protagonista, almeno nel primo libro, pare avere la sola personalità di creare strane metafore. Fortunatamente, più si va avanti con la storia più incontriamo nuovi personaggi, decisamente più tridimensionali del gruppo principale.

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Infine, pare assai improbabile che gli Eliminatori, un gruppo di esperti assassini di Epici che da anni opera nel settore con tecnologie all’avanguardia, non abbia scoperto un qualcosa che David ha compreso con i pochi mezzi a sua disposizione. Sarebbe stata più accettabile una certa sorpresa da parte del gruppo che uno come lui sia arrivato fin lì, ma rimanere sbigottiti per qualcosa che lui sa e loro no non giova molto alla loro professionalità.

Solo dal secondo romanzo, quando, come detto prima, la trama inizia a mostrare una più marcata continuità, i colpi di scena si fanno più imprevedibili, e inoltre appare uno degli antagonisti migliori scritti da Sanderson. Intimidatorio e affascinante allo stesso tempo.

Ultima lamentela, per quanto sia ormai sterile, l’edizione italiana, a opera della Fanucci, è decisamente da rivedere, soprattutto per la mancanza del racconto Flux, assente anche in versione Audible, senza il quale vi è un marcato stacco tra il primo e il secondo romanzo.

La Saga degli Eliminatori, la recensione: Un The Boys per ragazzi 7

Per fan di Sanderson e dei supereroi

Probabilmente l’insieme dei fan di Sanderson che sono al contempo amanti delle storie dei supereroi Marvel e DC potrebbero apprezzare molto questa saga. Tuttavia allo stesso modo non ci ritroviamo davanti ad uno dei suoi lavoro migliori come Mistborn, né ad una delle storie di supereroi che resterà negli annali come Kingdom Come o Fenice Nera, ma probabilmente non era questa l’intenzione di Sanderson.

Forse voleva semplicemente fare esperienza con generi e tropi che non aveva ancora sperimentato. E per quello che vale, non è stato un esperimento del tutto fallito. Non sarà certo questa saga una delle debolezze ai suoi infiniti poteri di scrittura.

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Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona!
Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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