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La Ruota del Tempo – Stagione 1, la recensione: Questa stagione non è l’inizio…

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La Ruota del Tempo - Stagione 1, la recensione: Questa stagione non è l'inizio... 1

La Ruota del Tempo

6.9

SCRITTURA

7.0/10

REGIA

6.5/10

COMPARTO TECNICO

5.5/10

DIREZIONE ARTISTICA

6.5/10

CAST

9.0/10

Pros

  • Buona trasposizione del primo libro senza essere per forza identico
  • Personaggi approfonditi
  • Mondo epic fantasy ben rappresentato

Cons

  • Montaggio superficiale
  • Regia a volte frettolosa
  • Incongruenze nella continuità
  • Pacing frettoloso

La Ruota del Tempo, serie TV targata prime video tratta dall’omonima saga fantasy di Robert Jordan, è diventata il prodotto più discusso sulla piattaforma streaming di fine 2021/inizio 2022, basti sapere che il suo episodio pilota è il più visto su prime video. Per quanto non molti conoscano il prodotto originale, è indubbio che gran parte del successo dia dovuto a neofiti che semplicemente erano incuriositi di questa serie fantasy, oltretutto nello stesso anno in cui abbiamo avuto Arcane, la seconda stagione di The Witcher e diverse serie Marvel.

Non è la prima volta che una serie TV fantasy su questo sito ottiene un buon successo, si pensi al responso delle serie tratte dai romanzi di Neil Gaiman, Buona Apocalisse a Tutti! e American Gods (almeno di quest’ultima le prime due stagioni), o, parlando di fantascienza, The Man in the High Castle, tratta da una delle opere magne di Philip K. Dick. Tuttavia trasporre una delle saghe più longeve della storia del fantasy (stiamo parlando di 15 volumi prequel incluso) in una serie TV è un’operazione assai rischiosa, non è come trasporre un singolo libro o una trilogia: è d’uopo che vengano apportati molti più cambiamenti del solito e durante la produzione possono incorrere imprevisti o problematiche, come qui si è visto con uno degli attori.

Ma alla fine, nell’attesa della tanto discussa serie TV su Il Signore degli Anelli, prime video è stata in grado di dimostrare di saper portare sul piccolo schermo una saga di non minore rilievo? La risposta è più complessa di quel che sembrerebbe.

La Ruota trama come la Ruota brama

In un continente leggendario in cui la magia, qui conosciuta come Unico Potere o Vera Fonte, è dono concesso unicamente alle donne, le Aes Sedai, una profezia preannuncia la rinascita del Drago. Questi è un mortale che ogni Era viene prescelto dal Creatore, principale divinità del mondo, per affrontare il Tenebroso, sua controparte, prima che questi distrugga la Ruota del Tempo, che mantiene intatto il tessuto stesso della realtà. Tale tessuto è formato da infiniti filamenti che determinano il destino di chiunque nel mondo, che questi lo vogliano o meno.

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I fili hanno scelto un non precisato giovane di Emond’s Field, un piccolo villaggio tra le montagne, per essere il prossimo Drago Rinato. Moiraine, Aes Sedai dedita alla ricerca della verità, accompagnata dal suo Custode Lan Mandragoran, decide di prendere con sé i cinque pastori di questo villaggio sperduto per portarli a Tar Valon, la città cuore delle Aes Sedai, per scoprire chi di loro è il Drago.

La Ruota del Tempo Wheel of Time amazon prime video Moiraine Damodred Lan Rand al'Thor

Ma le orde del Tenebroso stanno uscendo dai loro covi oscuri e si apprestano a invadere il mondo come una malvagia fiumana. Al contempo un ambizioso uomo in grado di incanalare, Logain, si proclama vero Drago Rinato, e trama per strappare a chiunque sia stato prescelto il nome che gli spetta. Molti altri pericoli attendono il gruppo che Moiraine dovrà accompagnare e proteggere, e lei dovrà fare di tutto perché la profezia si compia. Il Drago deve rinascere, il Tenebroso non deve vincere. Ma forse tutto è già stato scritto, forse questo non è l’inizio, ma solo un inizio, perché le Ere si susseguono, tramutando leggende in miti. Solo la Ruota sa.

Classico rinnovato

A chi non ha letto i libri omonimi, o anche a chi si è approcciato per la prima volta alla saga di Jordan, sicuramente suonerà qualche campanella che ricorderà diversi tropi del fantasy classico: il prescelto, la profezia, il Signore Oscuro che vuole distruggere il mondo, la figura magica che farà da mentore, i protagonisti provenienti da un villaggio tranquillo ai confini del mondo ecc. Lo stesso Robert Jordan aveva ammesso di aver preso (molta) ispirazione dal Signore degli Anelli per la scrittura di questo primo volume, L’Occhio del Mondo, e questa prima stagione, che ne ripercorre i passi, non ne ha cancellato i principali aspetti.

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Tuttavia, così come nei libri, questa serie ha come principale pregio quello di aver utilizzato i suddetti tropi del genere per poter raccontare in modo interessante una storia già sentita. Se Jordan ha sperimentato con i cliché del fantasy, gli autori della serie hanno voluto osare di più con tali sperimentazioni, forse a volte distaccandosi troppo dall’anima della saga, ma ciò nonostante ottenendo buoni risultati: principale differenza tra la serie e i libri è che, fino al penultimo episodio, non sappiamo chi sia il Drago Rinato: i punti di vista sono molteplici, la storia è ben equilibrata tra tutti e cinque i ragazzi dei Fiumi Gemelli. Lo spettatore si chiede davvero chi possa essere il prescelto tra i pastori di Emond’s Field, a differenza del libro, nel quale lo si evince già nei primi capitoli.

La Ruota del Tempo Wheel of Time amazon prime video aes sedai

Un elemento che accomuna molto il comparto cartaceo a quello seriale è il ruolo predominante che hanno le donne nella società: poiché gli Aes Sedai dell’epoca precedente, nel tentativo di contenere il Tenebroso, hanno intaccato la metà maschile della Vera Fonte, ora qualunque uomo cerchi di incanalare impazzisce a causa dell’oscurità che si annida in sé. Perciò le Aes Sedai donne hanno un onere molto gravoso da portare nel mondo della Ruota: proteggere il mondo dai maschi che impazziscono a causa della corruzione e distruggono ogni cosa intorno a loro, ricercare il Drago Rinato, insegnare a Incanalare a quante più donne possibili, tenere bilanciata la politica tra i regni e molte altre. Tuttavia, a causa di ciò, non possono non esserci donne desiderose di accrescere il proprio potere a Tar Valon o addirittura di schierarsi col Tenebroso, per mero desiderio di cupidigia o proprio perché credono sia la cosa giusta da fare.

Questa è una di quelle serie giuste arrivate nel momento giusto, in quest’epoca dove il femminismo ha portato molte migliorie nel campo sociale, ma che non è esente da difetti, e ciò è ben rappresentato nelle dicotomie tra le Aes Sedai. Molte di loro vorranno la pace, l’equilibrio tra forze opposte, chi con le buone chi con le cattive, altre giungeranno ai metodi più subdoli pur di ottenere ciò che vogliono.

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La Compagnia del Drago

Rosamund Pike nel ruolo di Moiraine Damodred, attrice simbolo di questa prima stagione, è riuscita a dare ai fan dei libri ciò che Ian McKellen diede col suo Gandalf venti anni fa: la perfetta rappresentazione della figura del mentore e del personaggio in sé. La saggezza e l’astuzia dell’Aes Sedai, le preoccupazioni e le sensazioni di una donna, la paura pacatamente velata nelle scene in cui sa di non poter mentire, ma cerca di nascondere la verità.

La Ruota del Tempo Wheel of Time amazon prime video Rosamund Pike Moiraine Damodred

Alvaro Morte, direttamente dalla Casa di Carta, terminata proprio mentre La Ruota del Tempo iniziava, è dopo di lei il miglior attore della serie: vi è una perfetta distinzione tra sottigliezza scaltra che nasconde un’ammasso di voci nella sua mente e pura follia alla quale eccede in diverse scene, e l’interprete spagnolo riesce a equilibrare i due aspetti del Falso Drago senza sembrare una sola volta sopra le righe. Le due scene in qui questi due grandi attori dialogano tra loro sono una fiera dei brividi.

In secondo luogo abbiamo i cinque possibili Draghi, dei quali purtroppo un paio sembrano inadatti ai propri ruoli, e questo è un peccato, dato che dovrebbero essere loro i protagonisti e i principali focus sulla vicenda. Il ruolo forse meglio interpretato è quello di Matrim Cauthon, da Barney Harris. Fa quasi fisicamente male sapere che l’attore ha dovuto abbandonare il ruolo durante la produzione, perché sia fisicamente sia caratterialmente era identico al Mat dei romanzi: sarcastico, tagliente ma anche pieno di buona volontà e col solo desiderio di aiutare. Si spera che il suo sostituto possa dare un’eguale energia.

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Dopo di lui Madeleine Madden come Egwene e Marcus Rutherford come Perrin sono due perfetti comprimari: la prima allegra e a tratti estroversa, il secondo con una perenne e pesante tristezza sulle spalle per quel che ha commesso e i cambiamenti interiori che gli stanno dilaniando l’anima; vederli interagire è quasi adorabile. Josha Stradowski come Rand è sia un pregio che un difetto: a volte non sembra neanche convinto delle frasi che sta dicendo, o troppo pressato per poter dare la giusta fermezza al personaggio, altre volte invece è il Rand che tutti noi ci immaginavamo nei libri.

Dietro la storia di La Ruota del Tempo

Il principale problema di questa serie, tuttavia, è come hanno voluto rendere tale storia e tali personaggi, o meglio come hanno voluto rappresentarli su piccolo schermo, e a causa dei già citati problemi di produzione, con l’aggiunta della pandemia, potremmo non aver avuto la serie che i creatori avrebbero voluto darci. Gli showrunners infatti hanno sperato di poter aggiungere altri episodi per poter raccontare al meglio le vicende, ma la produzione non ha accettato, e ciò va a scapito del pacing e, a volte, del montaggio.

Per quanto si riesca a capire come i personaggi attraversino i propri problemi e vengano approfonditi tramite i loro dialoghi e le loro azioni, si sarebbe voluto vedere molto di più, soprattutto vedendo da quale enorme tomo è tratta questa stagione. Le scene non hanno quel minutaggio lungo e amalgamato che permette davvero agli spettatori di entrare nel mondo della storia e di comprenderne le sfaccettature. Contando anche il fatto che alcuni personaggi, come Perrin e Padan, iniziano a interagire come se si conoscessero già, mentre era ovvio che sarebbero dovuti essere Mat e Padan.

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Il montaggio sembra stato fatto fin troppo frettolosamente: alcune scene mancano di una giusta successione di raccordi, o le sequenze in cui vogliono mostrarci più punti di vista in diverse locazioni non si svolgono sempre nello stesso momento della giornata. A ciò si aggiunge una regia molte volte traballante, che saltella freneticamente tra i personaggi o intorno a  essi nelle scene di tensione, in una maniera che ci fa capire le sensazioni che i registi avrebbero voluto darci, ma che fallisce nel renderle, ottenendo una visione confusionaria.

Stranamente ciò non succede durante le scene d’azione: che sia la famosa sequenza dell’Aiel che lotta contro i guerrieri sul Montedrago, o l’assalto dei Trolloc a Emond’s Field nel primo episodio, l’intensità e la crudezza della lotta sono ben rappresentate, e gli scontri tra arma bianca e Unico Potere sono uno spettacolo da vedere.

Avrebbero potuto risolvere queste problematiche semplicemente posticipando l’uscita della serie, com’è ormai d’uopo in questi ultimi tempi con molte produzioni. È ancora più triste sapendo che la serie è stata prodotta da Brandon Sanderson, colui che ha terminato la Ruota del Tempo dopo la morte di Robert Jordan.

La bellezza del continente

Per quanto pecchi la trasposizione narrativa sul lato tecnico, l’estetica in cui viene rappresentato il mondo in cui si svolge la saga e la sua complessa lore è non da poco da encomiare. Man mano che il gruppo viaggerà e incontrerà nuovi popoli e culture, queste si presenteranno loro con diversi modo di vestire, di parlare e di vedere il mondo. Se Emond’s Field è la cittadina inglese di campagna con le proprie feste e la propria storia semplice ma fiera, i Calderai sono un popolo nomade malvisto dalla gente “civilizzata” con tinte sinti, i Manti Bianchi sono un’Inquisizione spietata dedita al culto del Creatore e alla caccia delle Aes Sedai.

L’Unico Potere è mostrato attraverso veri e propri Flussi, come sono descritti nei libri, il che dà al sistema magico di questo contesto una propria originalità, un’identità con sue complesse regole e sfaccettature, che i protagonisti dovranno comprendere, studiare e, col tempo, approfondire per scoprire nuovi modi per utilizzarla.

wheel of time la ruota del tempo amazon prime video

Si avverte che questo è un mondo con un’anima, che è stato creato con passione sia dall’autore dei libri sia dagli showrunners di questa serie, un prodotto creato da fan esperti che avrebbero voluto dare al pubblico qualcosa di più di quanto la produzione e gli agenti esterni di forza maggiore non gli hanno concesso.

Non c’è un inizio, né una fine

Poteva essere migliore. Poteva prendersi il suo tempo per rendere visivamente più appagante la saga epica del Drago Rinato. I produttori potevano dare più fiducia agli sceneggiatori e dare al pubblico, lettori e non, una serie che potesse essere in grado di rivaleggiare con Game of Thrones in fatto di fenomeno mediale. Poteva anche andare molto peggio. I personaggi ci sono, l’approfondimento c’è, il sentore “fantastico” è presente, e l’anima dell’opera originale si percepisce ancora, e attende solo di sbocciare.

Dopotutto, se c’è qualcosa che ci hanno insegnato serie come The Witcher e American Gods è che, quando una serie è ben recepita, c’è speranza che la seconda stagione possa migliorare. Potremmo prendere questa prima stagione con un esperimento dopotutto ben riuscito, che ha avuto difficoltà che ha saputo, in parte, arginare, e che si spera possa avere più libertà creativa in futuro. Dunque, come terminare meglio questa recensione se non citando lo stesso Robert Jordan? Questa prima stagione non è l’inizio. Ma è comunque un inizio.

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Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona!
Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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Il Cosmoverso di Brandon Sanderson: una guida alla lettura - SpaceNerd.it
11 mesi fa

[…] millennio e gli ha anche dato probabilmente un’ottima raccomandazione per fargli terminare la Ruota del Tempo dopo la morte di Robert […]

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