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Recensione Wolfwalkers – Il film animato dell’anno

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Recensione Wolfwalkers - Il film animato dell'anno 1

Wolfwalkers

0.00
9.4

SCENEGGIATURA

10.0/10

REGIA

9.0/10

COMPARTO TECNICO

9.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

10.0/10

CAST

9.0/10

Pros

  • Animazione fluida
  • Trama coinvolgente
  • Temi maturi
  • Personaggi semplici ma profondi

Cons

  • Schizzi dei disegni preparatori visibili

In un’epoca in cui ormai anche lo Studio Ghibli ha deciso di optare per la tecnica d’animazione in computer grafica sono sempre meno le case di produzione che creano film con la tecnica 2D tradizionale, più costosa ma capace di dare risultati non meno soddisfacenti.

Per fortuna quest’anno possiamo godere di un gioiello del genere direttamente dalla Cartoon Saloon e dal suo fondatore Tomm Moore, che al suo solo terzo lungometraggio è già riuscito a guadagnarsi un pubblico con numeri in rapida crescita, soprattutto dopo che il suo precedente lavoro, La Canzone del Mare, è stato candidato agli Oscar 2015 come miglior film d’animazione. Certo, hanno impiegato 5 anni per fare un nuovo operato, ma l’attesa è valsa pienamente, perché Wolfwolkers – Il Popolo dei Lupi, diretto da Tomm Moore, oltre ad aver fatto faville al Toronto Film Festival, è con ogni probabilità il miglior film animato dell’anno.

Wolfwalkers Cartoon Saloon Paul Young Robyn Goodfellowe

Trama

Come di consueto, la storia prende spunto dal folklore irlandese e non per nulla è ambientata nella città che ospita la sede del Cartoon Saloon, Kilkenny: ci troviamo nel 1650, l’isola è ormai quasi totalmente controllata dagli inglesi e le lotte interne tra invasori e occupati sfociano anche tra le strade.

La giovane Robyn e suo padre, il cacciatore Goodfellowe, sono arrivati da poco in questa città governata da un autoritario Lord Protettore, figura ispirata a Lord Oliver Cromwell, e devono guadagnarsi la fiducia sia sua che dei loro concittadini. La giovane ragazza spera di poter accompagnare suo padre nel suo intento di liberare la foresta dai lupi, che rubano il bestiame e attaccano i contadini e i pastori.

Wolfwalkers Cartoon Saloon Robyn Mebh wolves

Tutto cambia quando Robyn incontra Mebh, una bambina selvaggia con la quale stringe una profonda amicizia. Costei è una Wolfwalker, una persona capace di assumere sembianze lupesche quando dorme attraverso la magia, dono ereditato da sua madre.

Attraverso diverse circostanze anche Robyn diventa una Wolfwalker e assieme a Mebh impara a comprendere e ad amare la vita da lupo, il che la porterà a scegliere tra il dovere di suo padre e il bene della foresta.

Un film sul conflitto

Per chi ha visto The Secret of Kells e La Canzone del Mare sa che Moore fa molto leva sul lato emotivo nelle sue storie, mostrando i sentimenti e i rapporti conflittuali tra i suoi personaggi, soprattutto famigliari e amici: padre e figlio nel primo, fratello e sorella nel secondo.

Qui tali espedienti non mancano in Wolfwalkers, ma visto lo sviluppo della trama è innegabile che ci sia, per la prima volta nell’esperienza del regista, anche un forte elemento action, soprattutto nella seconda metà della vicenda e nel corso del climax.

Ciò non toglie l’effetto empatico che lo spettatore può provare per i personaggi, anzi, lo eleva ad alti livelli, aumentando l’immedesimazione nella storia: la componente action non è fine a sè stessa, per mero intrattenimento dello spettatore, e non stona per nulla con la vicenda: aiuta ad approfondire ancor di più il conflitto tra emozioni e visioni del mondo che non possono coesistere.

Wolfwalkers Cartoon Saloon Paul Young Robyn

I temi affrontati, così come la trama, ricordano molto Princess Mononoke, altro eccezionale film d’animazione del già citato Studio Ghibli, che mostra il conflitto tra leggenda e realtà, civiltà e natura, segregazione e libertà. Si può dire che Wolfwalkers sia una sorta di Princess Mononoke “per famiglie”, ma che proprio per la sua semplicità non ha nulla da invidiare alla sua controparte nipponica.

Wolfwalkers Cartoon Saloon Paul Young Robyn

L’animazione di Tomm Moore

Il modo in cui i disegnatori e gli animatori hanno creato l’ambientazione di Wolfwalkers, semplicemente stando seduti a riprodurre schizzi di città, castelli e foreste irlandesi, mostra l’amore che questi hanno sia per la loro antica e misteriosa nazione sia per il mondo dell’animazione. La tecnica d’animazione di Tomm Moore è molto personale e autoriale e ricorda molto un dipinto o un arazzo medievale, dai colori accesi e da un character design accentuato.

La fluidità con la quale si muovono i personaggi è impressionante, soprattutto il branco dei lupi: non sembrano unità separate, quanto più un unico fluido che si muove sinuosamente nella foresta e sullo schermo. Non vi sarà mai una posa statica o legnosa, mai qualche sequenza che sembri più lenta delle altre.

Il film è accompagnato da una colonna sonora maestosa, della quale la traccia che ovviamente sta più spopolando è la canzone I’m running with the wolves tonight.

Un aspetto fondamentale in Wolfwalkers è l’ingegnoso utilizzo dei magnifici sfondi: essi giocano un ruolo importante sia nella tecnica sia nella storia. Oltre a mostrarci la differenza tra il mondo civilizzato, spigoloso e grigio, e quello selvaggio, dai contorni più morbidi e permeato da colori tendenti al verde, sono anche specchio dell’interiorità dei personaggi: quando qualcuno sarà triste o infuriato, i contorni si sfalderanno, i colori tenderanno di più al rosso o al giallo acceso, i contrasti creati dalle ombre diventeranno più accentuati, dando un senso di instabilità nello spettatore.

Wolfwalkers Cartoon Saloon Paul Young Robyn Maebh wolf woalves

Forse se si fosse lasciato un po’ di tempo in più si sarebbero potuti cancellare i tratti dei disegni preparatori, chiaramente visibili in diversi fotogrammi, ma ciò non influisce minimamente sulla godibilità del film, anzi, lo si potrebbe vedere come un ulteriore tratto, forse antiquato, ma che ci ricorda che questo stile di animazione è ancora presente e scalciante nel miasma di computer grafica di questi anni.

Ogni singolo frame è da incorniciare e ammirare, se non anche da analizzare, sia per gli appassionati di animazione sia per chi vuole semplicemente godersi una buona opera. La stessa cosa si può dire del film in generale, ed è un bene che molte più persone stiano scoprendo, o riscoprendo, il Cartoon Saloon.

Wolfwolkers è, tirando le somme, così come del resto gli altri due film del Cartoon Saloon, un film da vedere, sia per la sua capacità di prendere all’amo lo spettatore con una trama semplice ma per questo coinvolgente, per la splendida animazione. Disponibile su AppleTV, più che un film è un’esperienza che chiunque dovrebbe provare.

Inutile dirlo, il sogno del sottoscritto è quello di poter vedere, in un futuro prossimo, Tomm Moore dirigere un film animato sulla leggenda di Cú Chulainn.

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Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona!
Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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