Come avviene da qualche anno a questa parte, la distribuzione annuale dei contenuti per il suo Destiny 2 da parte di Bungie è stata anche in questo caso suddivisa in stagioni dalla durata di circa 3 mesi.
Dopo aver speso diverse migliaia di parole nella nostra recensione per analizzare e spulciare ogni aspetto videoludico di quella che è una delle più grandi ed importanti espansioni del franchise, siamo pronti a parlarvi della Stagione della Caccia, che ha avuto inizio subito dopo l’uscita di Oltre la Luce e che si è terminata pochi giorni fa.
Scopriamo quindi come se l’è cavata Bungie in quello che è il primo dei quattro segmenti evolutivi del quarto anno di gioco di Destiny 2.
Uno degli aspetti più importanti e incisivi che abbiamo avuto modo di vedere in Oltre la Luce riguarda senza dubbio la narrazione, che ha anche avuto effetti di assoluto rilievo anche in termini più ludici.
Abbiamo conosciuto l’Oscurità in tutte le sue sfaccettature: dalla comprensione/accettazione dei poteri oscuri da parte di noi Guardiani per sconfiggere Eramis (nuova Kell dei caduti divenuta tale proprio grazie all’Oscurità) alla scoperta della verità sulla famiglia Bray e sugli inquietanti esperimenti di Clovis con gli EXO, possiamo dire che molte delle pedine più importanti della lore di Destiny si siano messe in moto, ma sicuramente non tutte.
Tra le principali minacce che incombono sulla Galassia, la più pericolosa ed insidiosa resta sempre e comunque l’Alveare, dove la più misteriosa e sfuggente regina megera Savathun (sorella di Oryx) pianifica da tempo immemore strategie ed inganni che nessuno sa quando sfoggerà.
Nel frattempo Xivu Arath, sua sorella minore nonché Dea della Guerra dell’Alveare, ha deciso di muovere i suoi primi passi in modo piuttosto serio e concreto: durante un’operazione di ricognizione sulla Luna, il buon vecchio Osiride si ritroverà a dover fronteggiare una minaccia della suddetta specie particolarmente potente, l’Alto Celebrante ed i suoi criptoliti.
Sottovalutando però i suoi nemici, non solo il suo spettro Sagira verrà distrutto in mille pezzi, ma verrà anche messo alle strette da un cavaliere armato di spada: per sua (e nostra) fortuna, interverrà una misteriosa figura incappucciata che colpirà ed ucciderà il suo aggressore, salvandola morte certa (ricordiamo che quando un guardiano perde il suo spettro, perde anche il suo legame con la luce, quindi i suoi poteri e anche la possibilità di essere resuscitato).
Poco dopo, il salvatore di Osiride rivelerà il suo volto: si fa chiamare “il Corvo“, e sia il nostro guardiano che l’ormai ex potente stregone ci metteranno davvero poco a capire che si tratta niente meno che di Uldren Sov (fratello della regina degli Insonni Mara) che, dopo la sua morte avvenuta negli eventi de I Rinnegati, venne risvegliato da uno spettro, evento che gli fece completamente perdere la memoria.
Ricomparso dopo anni di assenza, si scoprirà essere diventato il braccio destro del Ragno, che in cambio gli ha offerto protezione presso il suo covo sulla Riva Contorta.
Da questa premessa, inizia la Stagione della Caccia: con l’aiuto del Ragno, dovremo collaborare con il Corvo per scacciare e respingere queste invasioni ordinate da Xivu Arath neutralizzando le cosiddette “endofurie” dalla Riva Contorta e dalla Città Sognante.
Su questi concetti si basa l’attività stagionale principale che prende il nome, ovviamente, di “cacce alle endofurie“: tramite un sistema ad esche, dovremo attirare le creature sotto l’influenza dell’Alveare allo scoperto presso i già citati criptoliti (monoliti utilizzati dall’alveare per ammaliare e prendere il controllo di varie unità): una volta fatto, queste proveranno a fuggire e sarà nostro obiettivo inseguirle per poi affrontarle in determinate arene.
Le endofurie saranno un totale di quattro (due per ognuna delle ambientazioni sopracitate), e offriranno come ricompensa finale una serie di armi ed armature in base ad un loot pool che cambierà ciclicamente: in base a specifiche componenti che andremo ad inserire dentro le esche, potremmo anche includere ed escludere alcune delle caratteristiche che le nostre armi ed armature potranno avere.
Sarà inoltre possibile ottenere presso il Corvo vantaggi di vari tipi tramite un sistema di potenziamenti da acquisire con specifiche valute di gioco, ottenibili con l’ormai collaudato “sistema a taglie”.
Tale attività riesce ad essere immediata, veloce e alla portata di tutti, anche (e forse soprattutto) di chi gioca in solitario; dall’altro punto di vista risulta semplicemente fine a sé stessa, priva di qualsivoglia forma di difficoltà od incentivo al farming/grinding (cosa che un’attività del genere dovrebbe fare assolutamente), il che l’ha resa una delle più inconsistenti e meno frequentate attività stagionali che Destiny abbiamo mai visto, considerando anche la mancanza generale di varietà e scarso mordente nei confronti delle sue ricompense.
Dopo diverse settimane di gioco, è stata inserita la caccia all’Alto Celebrante, missione unica che avrebbe concluso narrativamente questo ciclo di attività: per quanto sia concettualmente simile alle altre, almeno questa risulta più lunga, variegata ed indubbiamente più interessante, che ha portato inoltre il Corvo a diventare un guardiano a tutti gli effetti e a compiere il suo atto di redenzione nei confronti della sua vita passata.
Sicuramente più d’impatto è stata invece la quest esotica legata al cannone portatile Falco Lunare, tornato in questa stagione dal primo Destiny, con qualche modifica in termini di gameplay e un nuovo background narrativo.
Sarà nostro compito questa volta aiutare il Corvo a scoprire, ricordare e sviscerare un passato dimenticato a causa della perdita di memoria, e che lo trasformò in uomo decisamente più timoroso, impaurito ed insicuro (ben diverso quindi dall’Uldren Sov che abbiamo conosciuto).
La quest, come di consueto, sarà composta da vari segmenti, alcuni dei quali sono rappresentati da missioni uniche: queste ci vedranno esplorare e superare vari anfratti sotterranei della Zona Morta Europea (in alcuni casi riconoscibili osservando con attenzione i fondali dalla mappa esplorabile) tramite sequenze platform e combattimenti di vario tipo.
Seppur anche in questo caso non si tratta di niente di troppo difficile od elaborato, queste missioni riescono ad essere tutto sommato piacevoli, anche grazie agli spunti narrativi e dialoghi che ampliano ed approfondiscono la “nuova personalità” del Corvo, oltre che a scavare ovviamente nel suo passato.
Qualche settimana prima della fine della stagione, è stata inserita inoltre Araldo, variante di una di queste missioni: essa presenterà un design particolarmente riuscito, richiederà un impegno decisamente maggiore e sarà ben più rigiocabile, dato che oltre ad offrire settimanalmente engrammi di punta, ci ricompenserà con un altro Falco Lunare con combinazioni di perk casuali in base al drop, il che incentiverà la ricerca del god roll (combinazione “perfetta”, ndr.) dell’arma.
Trattandosi della stagione a ridosso del Natale, non poteva di certo mancare l’arrivo della cara e vecchia Eva Levante, rappresentante di quelle che sono le ricorrenze annuali di festività e celebrazioni.
Anche quest’anno abbiamo quindi assistito all’evento natalizio di Destiny noto come l’Aurora, volto al far respirare ai guardiani quel clima di tranquillità, di festa e di leggerezza che potesse distrarli dalle continue ed intense battaglie per la salvezza della galassia.
L’evento in questione è stato proposto in modo non particolarmente dissimile rispetto a quello degli anni precedenti, con qualche piccola modifica: esso consisterà ancora una volta nel collezionare svariati tipi di ingredienti (da ottenere uccidendo nemici in specifici modi) per poi combinarli in un apposito “fornetto portatile” e preparare quindi dolci, biscotti e vari tipi di prelibatezze.
Seguendo le indicazioni di Eva, dovremo poi consegnare tali pietanze ai vari personaggi del gioco, accumulando consegne per poi ottenere e sbloccare ricompense a tema, come emote, shader e, per la prima volta, un’ipernave unica al quale sarà possibile applicare modifiche estetiche di vario tipo da sbloccare proseguendo in questo evento.
Complessivamente, l’Aurora si rivela in linea con quella degli anni passati. Un evento a tema di poche settimane dall’importanza chiaramente secondaria che ha offerto ai giocatori qualche ora di spensieratezza, riuscendo ad offrire al gioco un clima natalizio riuscito, senza essere d’intralcio per coloro che non erano interessati a parteciparvi.
A livello puramente quantitativo, purtroppo, questa stagione è stata però senza dubbio una delle più deboli.
I giocatori si sono ritrovati a dover ripiegare a lungo termine su quelle che erano le attività già presenti, come i raid, i Cala la Notte, i settori perduti leggendari e le altre relative al multiplayer competitivo come Crogiolo, Stendardo di Ferro e Prove di Osiride (oltre che a quelle di secondo rilievo come il completamento del pass stagionale o dei trionfi per l’ottenimento dei sigilli).
Ci teniamo comunque a tenere ben distinti i contenuti relativi a questa stagione da quelli principali di Oltre la Luce, in quanto questi sono stati studiati con idee, logiche e finalità ben differenti, e da valutare quindi in modo indipendente gli uni dagli altri.
Se abbiamo definito Oltre la Luce come un contenuto imponente, non possiamo sicuramente fare lo stesso con la Stagione della Caccia: le attività da essa offerte sono poche, inconsistenti, prive di varietà ma soprattutto di una buona longevità, difficoltà e rigiocabilità.
L’aspetto più riuscito rimane senza dubbio quello narrativo, grazie al ritorno in grande stile di un personaggio piuttosto affascinante e a qualche altro nuovo passaggio incisivo per la trama, facendo quindi continuare a muovere le pedine narrative più importanti dell’universo di gioco.
Seppur non si tratti di un fallimento su tutta la linea, ci saremmo aspettati per la stagione una cura almeno in proporzione rispetto a quella riposta dell’espansione principale: in poche parole, abbiamo avuto l’impressione che tali contenuti siano stati studiati (o comunque mal valutati) per rallentare l’attaccamento al gioco dei giocatori più hardcore in favore di un avvicinamento a quelli nuovi o a coloro che hanno meno tempo per dedicarsi ad esso.
Ci è anche dispiaciuto il non aver avuto alcun evento in diretta di fine stagione: sia chiaro, non che ci fosse dovuto niente a riguardo, ma considerando che quelli relativi alle due stagioni precedenti riuscirono a tenere incollate decine di migliaia di giocatori con lo sguardo rivolto al cielo per assistere ad uno spettacolo estetico dall’impatto notevole, avrebbe potuto anche in questo caso essere quella chicca finale in grado di concludere in bellezza la stagione.
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