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Gears 5, la recensione

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Gears 5, la recensione 1

Gears 5

9

GAMEPLAY E LONGEVITÀ

9.4/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

9.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

8.5/10

Pros

  • Contenutisticamente enorme e variegato
  • Campagna spettacolare e coraggiosa
  • Lo shooting è ancora il migliore nel suo genere
  • Predisposizione all'interazione online e al supporto post-lancio
  • Tecnicamente ed esteticamente da urlo

Cons

  • Trama non avvincente
  • Novità meccaniche ancora superificali
  • Svariati problemi di server
  • Alcuni elementi di gameplay potrebbero far storcere il naso ai fan storici

Gears 5 – Ecco la nostra recensione!

Essendo a fine 2019, è chiaro come il mondo dei videogiochi si sia evoluto (e stia evolvendosi) nel medium più vario in assoluto, grazie alle migliaia di studi di sviluppo che, con idee e fini diversi, hanno dato vita ad un’infinita di opere differenti sotto moltissimi punti di vista, a dimostrazione di come fin quando vi è passione e volontà, la creatività dell’uomo è destinata a esistere in eterno.

Ma a cosa serve questo preambolo? Per esprimere un concetto molto preciso: in mezzo a tutta questa diversità e competizione videoludica, ci sentiamo comunque in dovere di dividere in modo netto questo mondo in due macrotipologie di opere: quelle che insegnano e quelle che imparano.

Parlando di esclusive, seppur Microsoft abbia patito lo strapotere della concorrenza negli ultimi anni (superiore sia in termini di qualità che quantità), è anche innegabile il fatto che alcune creazioni pubblicate dallo studio americano abbiano cambiato definitivamente il modo di intendere determinati generi e le annesse meccaniche di gioco: Gears of War è indubbiamente una di queste.

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Purtroppo però, dopo la trilogia capolavoro approdata su Xbox 360, qualcosa iniziò ad andare storto: la saga iniziò a perdere mordente, colpa di un Judgment e di un Gears 4 che hanno fatto sentire la pesantezza di un cover system e di uno shooting che, per quanto raggiungessero sempre i soliti picchi di eccellenza, avevano bisogno di essere affiancate da qualcosa di nuovo che potesse far respirare aria di novità al brand e ai fan storici.

Quindi, una volta rilasciata la loro ultima opera (Gears of War 4, 2016), Rod Fergusson e The Coalition non hanno perso un secondo del loro tempo, e si sono catapultati a produrre Gears 5, avendo preso in carico ogni forma di critica ricevuta. Uscito lo scorso 9 Settembre, ci siamo presi le dovute settimane di tempo per testare in lungo e in largo la nuova roboante esclusiva Microsoft; siamo quindi pronti per parlarvene: allacciate le cinture, e preparatevi a leggere la nostra recensione di uno dei titoli Microsoft più importanti della generazione!

QUANTA STORIA!

Dopo il lungo viaggio negli inferi nei panni di James Dominic Fenix (figlio del leggendario Marcus Fenix) e la conseguente “ascesa dello Sciame” avvenuti in Gears of War 4, la civiltà umana inizia a prendere ovvie precauzioni militari al fine di prevenire un secondo disastroso Emergence Day (giorno nel quale le locuste tempo addietro emersero dalle profondità di Sera e mossero improvvisamente guerra all’uomo).

Accompagnato da papà Marcus e dagli amici Kait e Del (ormai divenuti parte dei COG), il giocatore si troverà nuovamente nei panni di JD in una segreta missione per recuperare gli schemi del Martello dell’Alba (potentissima arma di distruzione di massa che gli umani usarono contro le locuste, riducendo però inevitabilmente in cenere le loro stesse città) al fine di “prepararsi” nuovamente alla guerra. Come era lecito aspettarsi, lo Sciame non rimarrà certo ad aspettare.

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Dopo un’esplosiva e lunga sequenza introduttiva, la prospettiva del giocatore si sposterà nei panni della bellissima Kait: dopo il trauma subito alla fine di Gears 4, la ragazza del gruppo è divenuta “improvvisamente” vittima di continui incubi e visioni che hanno iniziato a offuscarle la psiche, rendendola mentalmente instabile, distratta e confusa.

In preda a intense e contrastanti sensazioni, si sente in dovere di far luce su ciò che le sta succedendo, soprattutto dopo aver svelato un potenziale legame con le Locuste e l’attuale Sciame: dopo un consulto, decide di partire in compagnia di Del verso il nord in cerca di risposte e soluzioni.

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La trama risulta essere la più scostante in assoluto: nonostante non manchino i colpi di scena, gli Atti che compongono la campagna alternano in modo piuttosto incomprensibile intense ed importanti sequenze narrative con altre ben più lunghe e tranquille, all’insegna della spensieratezza. La cosa ci ha leggermente confuso le idee su quella che è la struttura degli eventi del gioco, che non ci hanno stupito in pressochè alcun momento della campagna.

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Eppure, The Coalition è riuscita a far ruotare tali eventi attorno ad un riuscito contesto che ormai è proprio della saga; se già la trilogia aveva creato un mondo più unico che raro, Gears 4 ha ottenuto una nuova forma del suo sviluppo che in Gears 5 vede il suo apice: ogni dettaglio (anche secondario) di questi racconti trova il suo posto in modo più che riuscito, tra personaggi ancora una volta sfaccettati e ambientazioni piene di storie da raccontare.

A tal proposito, The Coalition ha deciso di strizzar l’occhio in modo fin troppo palese ai fan storici della saga riproponendo sotto mentite spoglie situazioni di contesto già viste che gli faranno venire brividi di nostalgia.

In poche parole, Gears 5 coinvolge e riesce nell’intento di “farci voler vedere più”anche se le vicende che affliggono Kait e compagni potrebbero per molti giocatori non essere nemmeno lontanamente memorabili come quelle che afflissero Marcus Fenix e la squadra Delta.

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Purtroppo, sul finale The Coalition è scivolata sbadatamente sulla buccia di banana: esso rappresenta senza dubbi quello più inconsistente, inconcludente e affrettato che la saga abbia mai visto, come se gli sceneggiatori avessero preso durante la scrittura la discutibile decisione di rimandare a Gears 6 gli sviluppi narrativi previsti inizialmente per il quinto capitolo, tappando tali mancanze con insensati passaggi (in particolare uno specifico avvenimento) talmente fuori luogo da risultare completamente privi di mordente, seppur  le scene in questione riescano comunque a vantare una direzione registica d’impatto.

LE PORTE DELLE NOVITA’

Videoludicamente parlando, la campagna rappresenta in tutto e per tutto la dimostrazione che The Coalition ha imparato dai suoi errori: le due sostanziali novità inserite vanno a braccetto, e insieme riescono nell’arduo intento di spalancare le porte di potenziali possibilità meccaniche che sono sempre state barricate.

La prima è rappresentata dall’ormai iconico robottino Jack, che è stato potenziato e modificato da Baird in persona affinchè possa avere reali utilità in battaglia e non solo quello di supporto logistico: esso presenterà un vero e proprio skill tree, formato da abilità attive e passive di vario tipo che dovremo potenziare tramite i Componenti trovati in giro per le varie mappe.
Inoltre, se giocato in cooperativa, uno dei giocatori avrà la possibilità di impersonare proprio il robottino e di gestire quindi da sè tutto ciò che riguarda i suoi potenziamenti, le sue abilità e il supporto stesso agli altri giocatori.

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La seconda, rilegata e collegata direttamente proprio a Jack, riguarda l’esplorazione, in quanto i due Atti centrali della campagna propongono per la prima volta in assoluto una struttura di design open map, contrapposta quindi alla classica linearità dell’avventura: tramite lo skiff (un particolare mezzo di locomozione a vela) potremo vagare liberamente per le suddette aree al fine di trovare oggetti o armi utili, ma soprattutto per intraprendere la manciata di missioni secondarie che vi sono, per ottenere poi come ricompensa un potenziamento unico per Jack (oltre che ad avere ovviamente ulteriori collezionabili, retroscena e racconti secondari sul mondo di gioco).

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Purtroppo però, per quanto tali elementi facciano ampiamente respirare aria di novità alla saga, non siamo rimasti del tutto soddisfatti: nonostante Jack riesca bene ad ampliare notevolmente la varietà di approccio tattico alle battaglie, le sue abilità sono quanto di più banale ci sia capitato di vedere (i classici scudi protettivi, scanner radar, stordimenti ecc.); e al contempo le zone esplorabili risultano piatte distese di terreno dove le aree dedicate alle missioni secondarie sono vaghi punti di interesse impostati come vicoli ciechi che divengono totalmente inutili una volta completata la quest in questione.

Insomma, The Coalition ha osato ma non abbastanza: considerando però che questo è il primo passo nella suddetta direzione non ci sentiamo di prendercela troppo, nella speranza che possa tutto venir ulteriormente ampliato nei prossimi capitoli.

Quindi, nel complesso abbiamo trovato la campagna di questo capitolo più compatta, stratificata, spettacolare ma meno “progressiva” di quella del 4: anche parlando delle missioni da fare in senso stretto, le abbiamo trovate variegate al punto giusto ma gestite nel modo meno “lineare” in assoluto, che ci faranno rimbalzare imprevedibilmente da sequenze d’azione al cardiopalma ad altre di pura esplorazione, da alcune di pura tranquillità ad altre dalla claustrofobica e ansiogena atmosfera horror.

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Purtroppo, praticamente la totalità di tali parti saranno da giocare “con i piedi per terra”: essendo lo skiff un mezzo esclusivamente di spostamento, saranno pressochè assenti le incredibili fughe/sparatorie a bordo di folli veicoli come avveniva in Gears of War 2 e 3 (tra carri armati, navette sottomarine o a bordo di creature delle locuste varie ecc.) che avrebbero potuto esserci.

Sia chiaro, sono semplici scelte di design che non possono essere criticate, ma considerata la natura più “aperta” di Gears 5 rispetto al 4 avremmo gradito vedere una potenziale analogia di spettacolarità con il secondo capitolo della prima trilogia.

Anche in questo caso, il finale si becca una nota di demerito: esso non perde totalmente di mordente solo narrativamente parlando, ma anche nel senso più ludico, dato che il design delle mappe peggiora vistosamente, le minacce da affrontare non sono altro che insensate ondate di nemici da far fuori, così come la boss fight finale, talmente poco studiata da risultare troppo semplice e sin fastidiosa da affrontare (escludendo sempre la bellezza e imponenza artistica che viene mantenuta anche alla fine).

In definitiva, le vicende di Kait e compagni vi offriranno la classica manciata di ore di sano single player in un’avventura che, seppur tutt’altro che priva di difetti, risulta da giocare in modo pressochè obbligatorio.

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Un’altro enorme pregio della produzione Microsoft è rappresentato ancora una volta dall‘ispirazione artistica: ogni singola ambientazione che visiteremo sarà unica ed incredibilmente bella da vedere; l’impatto generale è spacca mascella, grazie ad un illuminazione pressochè impeccabile e all’infinità di dettagli estetici presente in ogni angolo del mondo di gioco, che ci hanno fatto venir voglia più volte di fermarci e guardarci lentamente intorno per ammirare l‘incredibile lavoro svolto da The Coalition.

Le gite con lo skiff (oltre ad essere particolarmente divertente da guidare) per le lunghe distese sono quasi un pretesto per farci godere dei bellissimi ed enormi paesaggi mentre saremo in viaggio verso l’obiettivo, dove la profondità di campo e le skybox (l’insieme della modellazione e dell’effettistica grafico/artistica che gestisce il cielo e gli sfondi) regalano un impatto scenico da brividi.

Risultati immagini per GEARS 5 skybox

Anche il comparto prettamente tecnico è da applausi: modelli, animazioni ed effetti visivi sono quanto di più bello l’Unreal Engine sia mai riuscito a creare e a mantenere su un frame rate solido, peccato invece per alcune texture secondarie non propriamente rifinite quanto avrebbero potuto essere, ma considerando tutto il resto sarebbe veramente puntiglioso e superficiale lamentarsene.

Per quel che riguarda il gameplay nudo e crudo c’è poco da dire: lo shooting ha raggiunto picchi di gratificazione difficilmente raggiungibili e il cover system continua ad essere perfetto ancora dopo tutti questi anni, grazie anche a nuove armi/nemici sempre più divertenti da usare/affrontare, a tutto ciò dobbiamo aggiungere anche le meccaniche di uccisioni ambientali come i barili esplosivi che modificano tratti della mappa, il ghiaccio che si spacca, le ormai già viste tempeste e svariate altre.

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CHE GEARS SAREBBE SENZA MULTIPLAYER?

Chi conosce la saga conosce sa bene quanto fondamentali siano le modalità multiplayer competitive, soprattutto considerando il focus sempre maggiore che esse hanno ricevuto negli anni e dopo un Gears 4 più che soddisfacente, The Coalition è riuscita a fare ancora una volta un ottimo lavoro.

Dopo ore e ore di scontri multiplayer, ci sentiamo di dire senza pressochè ombra di dubbio che Gears 5 abbia il miglior comparto competitivo che uno shooter in terza persona abbia mai avuto: il flusso di combattimento è sempre concitato, veloce, stratificato e che non lascia spazio agli errori ancora una volta grazie alle meravigliose mappe dalla struttura simmetrica composte da un’infinità di colonne, ripari, pilastri e strutture, a ribadire anche in questo caso quanto sia fondamentale spostarsi sfruttando le coperture (scordatevi quindi di scorrazzare in giro per la mappa e sperare di non fare una terribile fine).

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Sebbene il Lancer abbia un’utilità più incisiva che in passato, non potevano assolutamente mancare le leggendarie Gnasher War: il mitico fucile a pompa sarà ancora una volta decisivo nella stragrande maggioranza degli scontri, e siamo rimasti veramente soddisfatti dall’equilibrio e la fluidità con il quale è possibile muoversi, appoggiarsi, rotolare e sparare velocemente negli scontri a corto raggio dove vince solo ed esclusivamente chi è più bravo, fiondando i giocatori già navigati in un parco giochi fatto di reattività e abilità manuali. Per quanto riguarda i novellini, essi dovranno riuscire ad inserirsi in queste folli e spettacolari modalità di scontro per potersela cavare.

Se per caso fate parte della seconda categoria di giocatori, non temete, The Coalition ha pensato anche a voi: la modalità Arcade infatti permetterà ai giocatori di partecipare comunque al matchmaking competitivo in apposite partite dove vengono mischiate le classiche meccaniche di gioco con elementi provenienti direttamente dagli hero shooter, grazie allo sviluppo di particolari abilità (attive e passive).

Il risultato è una modalità dall’accezione più spensierata, accessibile e meno brutale, facendo del puro divertimento e della varietà il suo punto di forza.

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PER L’ORDA!

Se dicessimo però che Gears of War ha imposto un modello da seguire solo dal punto di vista dello shooting e del cover system, mentiremmo: fu il lontano 2008 quando Gears of War 2 riuscì a regalarci decine di ore di divertimento grazie alla modalità Orda, una delle più spietate, longeve, equilibrate e divertenti modalità ad ondate che siano mai state create.

Con il tempo, anche questa ha subito aggiunte, modifiche e migliorie di vario tipo, e in Gears 5 il connubio tra tutti questi elementi raggiunge un’apice di varietà da elogiare. Torna il fabbricatore (dispositivo posizionabile a piacimento con il quale è possibile spendere crediti ottenuti in battaglia per costruire fortificazioni, ottenere armi/munizioni ecc.) e insieme ad esso esordisce anche qui il sistema “a classi”, dove anche in questo caso ogni personaggio partirà con specifici equipaggiamenti e avrà determinate utilità che potranno essere potenziate e migliorate tramite l’ormai collaudato “sistema a carte”, dove più si gioca più ci si potenzia.

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Inoltre, ogni “personaggio” avrà una sua interazione con il fabbricatore: in poche parole, in mezzo al caos della battaglia dovremo organizzarci tra chi sarà costantemente occupato a sparare ai nemici (magari grazie ad armi e potenziamenti prettamente “di fuoco”), chi dovrà studiare con attenzione come e dove piazzare quali trappole/torrette (e conseguentemente ripararle) e tanti altri compiti.

Un ruolo speciale sarà anche in questo caso ricoperto da Jack, uno dei personaggi giocabili: oltre ad avere il vantaggio tattico di poter sorvolare la mappa e non essere individuato dai nemici (grazie alla sua invisibilità), avrà un approccio ancora diverso alla modalità sia a livello strategico che di puro gameplay, in quanto esso avrà un’utilità pressochè esclusivamente di supporto (la possibilità di raccogliere armi/munizioni/crediti in giro per la mappa, stordire i nemici, prendere temporaneamente il controllo di un’unità nemica ecc.).

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Anche in questo caso, il risultato è più che soddisfacente: forse questo sistema a livelli potrà far storcere il naso a tutti coloro che hanno sempre visto nella modalità Orda una modalità schietta, diretta e brutale, senza che ci sia “bisogno” di preparazioni, e nonostante in passato tale caratteristica fosse assolutamente rispettabile, dobbiamo ammettere che tale stratificazione di capacità e potenziamenti ci hanno dato un pretesto per continuare a giocare, più per godere della varietà delle situazioni che per la voglia quasi “competitiva” di sopravvivere a tutte le ondate, elemento che negli anni ci ha fatto giocare fino allo sfinimento a questa modalità.

RUN!

L’altra modalità cooperativa che si affianca all’Orda è denominata Fuga: praticamente opposta a quella appena citata, ci metterà nei panni di determinati personaggi che, dopo essere stati catturati e aver piazzato una bomba venefica nel cuore dello Sciame, saranno costretti a fuggire dalla zona il più velocemente possibile.

I giocatori questa volta saranno solamente tre, e avranno inizialmente a disposizione una sola arma leggera e poche munizioni: quando la corsa inizia, starà a loro decidere quando soffermarsi ad eliminare le minacce dello Sciame (che intralceranno ovviamente la loro fuga) e quando invece proseguire a testa bassa, in base a determinati elementi come la composizione della mappa (composta da molte stanze, corridoi, scale e tanto altro) e ai tipi di nemici che incontreranno, magari per rubargli le armi una volta finiti i proiettili a disposizione.

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Nonostante sia una modalità ben più rapida dell’Orda, anche in questo caso la difficoltà sarà crescente, e man mano che ci avvicineremo al punto di estrazione la quantità di nemici pronta a ucciderci aumenterà, rendendo quindi le nostre decisioni meno “strategiche” ma da prendere con più sangue freddo e capacità di improvvisazione.

Per quanto sia in grado di regalare grandi soddisfazioni, abbiamo trovato questa modalità di gioco la meno sostanziosa, in quanto, essendo una modalità con fini e obiettivi impostati sin da subito, non vi sarà troppa varietà tra una partita e l’altra. The Coalition è stata però consapevole di questa caratteristica e, infatti, ha “rimediato” alla poca consistenza della modalità proponendo un piano ciclico che prevede l’inserimento costante di nuove mappe, e dando la possibilità ai giocatori di crearne di personalizzate tramite un apposito editor, e dando quindi anche a Fuga un modo di giocare in continuo mutamento, grazie agli ingranaggi social che rendono quindi i membri della community sempre motivati a giocare ed interagire tra di loro.

A tal proposito, va specificato che la Fuga non sarà la sola modalità ad avere questo tipo di supporto, bensì anche le modalità Versus e l’Orda hanno già la predisposizione contenutistica per essere ampliati, con altre skin, mappe, sfide, miglioramenti, funzionalità che verranno inserite nei prossimi mesi tramite appositi aggiornamenti.

Risultati immagini per gears 5 escape

Un problema di…connessione!
Seppur da un lato l’apertura del suddetto aspetto social sia da elogiare, non possiamo dire lo stesso dei suoi funzionamenti: tutte queste interazioni online rendono il gioco vittima di svariati problemi di server, lag, ping inspiegabilmente elevati, lunghi caricamenti e errori di matchmaking di vario tipo. Non si tratta ovviamente di niente di irrisolvibile, ma allo stato attuale del gioco è un peccato fare così tanta fatica per giocare online, soprattutto considerando la mole di possibilità che questo aspetto può offrire.

Conclusioni

L’obiettivo di Rod Fergusson e colleghi è chiaro sin da subito, offrire ai videogiocatori modalità di gioco che possano restituire esperienze diversificate ed uniche: la strategia e la cooperazione dell’Orda, la concitazione e l’improvvisazione della Fuga, la competizione e la sfida del Versus competitivo, la spensieratezza e il divertimento del Versus arcade e infine la spettacolarità e la varietà della campagna più coraggiosa che mai sono incorniciati da un sistema di shooting sempre più soddisfacente e da un comparto tecnico/estetico che fa miracoli.

Purtroppo, tale quadro non è perfetto; esso è macchiato da un sistema narrativo a tratti problematico, da delle novità meccaniche che sono ancora superficiali e da un comparto multiplayer afflitto da svariati errori, ma una cosa è certa: Gears of War è ormai un brand leggendario, e Gears 5 è senza dubbio la sua colonna portante più solida dai tempi di Gears of War 3.

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Salve a tutti, sono Mattia, e da circa 18 anni ho un'intesa passione per il mondo dei videogiochi, e con essa mi porto dietro una forte propensione alla discussione e al dialogo il più discorsivo possibile riguardo questa incredibile arte.

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