Cinema&Tv

Undone Seconda Stagione, la recensione: Tempo e famiglia

Undone Seconda Stagione

9.3

SCRITTURA

9.0/10

REGIA

9.0/10

COMPARTO TECNICO

8.5/10

DIREZIONE ARTISTICA

10.0/10

CAST

10.0/10

Pros

  • Cambi di focus credibili
  • Approfondimento dei personaggi
  • Buon uso del rotoscopio nel comparto tecnico

Cons

  • Finale un poco affrettato

Undone, serie ideata dai creatori di Bojack Horseman Raphael Bob-Waksberge e Kate Purdy, in onda su Prime Video, ha ottenuto la sua seconda stagione. Una mossa forse azzardata, dato che la prima, magnifica stagione si era conclusa in una maniera volutamente ambigua. In questo modo le domane lasciate insolute potevano trovare risposta nelle diverse interpretazioni degli spettatori.

Potrebbe essere, come nel caso di Breaking Bad, che questa sia in effetti una stagione superflua ma non per questo meno bella della precedente?

Rifare il disfatto

La risposta che il finale della precedente stagione ha lasciato in sospeso è effettivamente sì. Alma ha riallineato la linea temporale. Non è più una semplice maestra d’asilo in cerca della sua strada o una donna in una crisi di relazione: ora insegna all’università dove lavora suo padre, qui ancora vivo, e sta preparando la sua tesi di dottorato. Sua sorella si è sposata e si prospetta un futuro gioioso.

Ma qualcos’altro minaccia di distruggere l’equilibrio dello spazio-tempo di questa dimensione. Infatti anche la sorella di Alma, Becca, dimostra di avere poteri sovrannaturali: ella sa entrare nei ricordi altrui, come ha sperimentato in presenza di Alma. Il ricordo che fa scattare l’evento è un dialogo tra un certo Alejandro e la madre delle due, che quest’ultima sembra voler nascondere.

Inizia così un nuovo viaggio, stavolta non per un solo membro della famiglia Diaz-Winograd: le due sorelle dovranno collaborare col padre, seppur reclutante a far sì che le sue figlie scoprano realtà scomode sulla famiglia.

Due mondi in uno

Il principale mutamento di questa seconda stagione rispetto alla precedente, o meglio l’aggiunta ulteriore, è l’accrescimento principale del focus. Non si sta solo parlando del fatto che Becca, oltre ad Alma, ha ereditato i poteri della loro nonna, ma di come, attraverso ciò, si venga a scoprire di più sui Diaz-Winograd. Se nella prima stagione il fulcro era scoprire la verità sulla morte del padre, qui Alma e Becca dovranno rivelare il segreto che custodisce la loro madre, per poi passare ad altri membri della famiglia. Ricordiamoci che essa è composta da membri sudamericani ed est-europei, un’unione di due etnie diverse che, per riuscire a convivere, dovranno riscoprire e accettare errori del loro passato.

Quest’allargamento dei confini di ciò che viene esplorato e approfondito sarebbe facile da rendere pesante, o anche eccessivo in una stagione di 8 episodi. Ma per fortuna abbiamo scrittori come Raphael Bob-Waksberge e Kate Purdy dietro, e ciò che viene esplorato non risulta mai né fuori luogo né eccessivo per un minutaggio simile. Ogni evento nasce naturalmente e mai forzatamente da ciò che lo precede, rendendo questi otto episodi perfetti per un pomeriggio o una serata binge watching.

Forse l’unica eccezione per quanto riguarda la scrittura è il finale, il quale, per quanto coerente con la linearità della storia, è forse reso in maniera troppo rapida. Senza dir troppo, nel climax viene presa una decisione che cambierà per sempre la vita di uno dei personaggi. Di tale decisione si sente poco il peso da parte di chi la compie e quelli che stanno intorno. Si capisce il gemellaggio del numero di episodi con la prima stagione, ma si sarebbe potuto aggiungerne un altro per rendere il finale più catartico.

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Is this the real life?

L’animazione a rotoscopio, ormai tecnica indice di questa serie, viene come sempre usata non tanto per dare al prodotto uno stile kitsch, ma per accentuare il lato sovrannaturale e quasi onirico della vicenda. L’animazione che riveste i personaggi li rende parte integrante dell’avventura che stanno vivendo. Dobbiamo ringraziare il regista Hisko Hulsing, il quale è riuscito a rendere “veritieri” i numerosi cambi tra realtà e finzione (ma cosa è davvero finto in Undone?) integrando l’animazione tradizionale al rotoscopio.

Una dissolvenza nella nebbia o l’improvvisa irruzione nelle memorie di una persona non creano un effetto di estraniamento da parte di chi guarda. Ciò non è tuttavia un difetto, poiché è sempre stata intenzione della serie far dubitare che quel che siamo vedendo sia frutto della mente di Alma o reale.

Il comparto visivo è accompagnato da una superba colonna sonora costituita da temi lenti e pacati, che contorna le vicende con una fluidità aggraziata quanto la componente visiva.

Attori e personaggi

Rosa Salazar si riconferma una delle attrici più sottovalutate degli ultimi anni. Non solo la sua performance e la sua caratterizzazione la rendono uno dei personaggi più tridimensionali (ironico dirlo in una serie principalmente 2D) delle serie TV di ultima uscita, ma la sua incredibile plastica facciale è altamente espressiva è accentuata dall’animazione. Di quest’ultimo fattore non dobbiamo dimenticarci, come ulteriore esempio, del suo ruolo principale in Alita: L’Angelo della Battaglia.

È oltretutto appagante vederla fare coppia con Bob Odenkirk, nella prima stagione sua bussola morale, ora viaggiatore al fianco suo e della sorella. Abbiamo imparato a conoscere e ad amare Bob con il suo Saul Goodman, e in Undone dona una performance assai più pacata di quella alla quale siamo abituati, seppur non meno eccezionale.

Per quanto riguarda il resto degli attori, oltre alle già conosciute Angelique Cabral e Constance Mari, è degno di nota il neo arrivato Carlos Santos, che nella prima metà della stagione diventa un personaggio assai interessante da scoprire. Complice anche una buona scelta narrativa di farci conoscere il personaggio prima attraverso piccoli indizi, per poi donarci un flashback fortemente emotivo.

Well (Un)done

Per quanto il finale potesse essere amalgamato meglio, la seconda stagione di Undone ottiene un ottimo risultato, specialmente in campo di narrazione e approfondimento dei personaggi. Sul lato tecnico non ci sarebbe molto da dire, dato che si mantiene sulla stessa linea della prima stagione, e non è dir poco.

Quando giungerà notizia della terza stagione, la quale ormai è più una questione di quando che di se, saremmo ben lieti di accoglierla a braccia aperte. Ci sono ancora molti fili disfatti che devono essere riallacciati, domande bisognose di risposta, ma soprattutto personaggi e storie che, finché la scrittura sarà così arguta, non smetteremo di amare e di riscoprire.

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Veoneladraal

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona! Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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