Da qualche anno a questa parte Ubisoft ci ha abituato a vedere rilasciati titoli tripla A aventi sulle proprie spalle aspettative mostruose, questo ha comportato il quasi totale abbandono da parte della software house di quella che personalmente mi piaceva definire come, passatemi questa terminologia, la divisione “Indie” di Ubisoft. Tutti ci ricordiamo di inaspettate piccole perle come Child of Light, Valiant Hearts: The Great War, Rayman Origins e Rayman Legend e per finire South Park: il bastone delle verità e Scontri di-retti, titoli che non dovendo rendere conto a nessuno riuscivano ad osare catturando e affascinando i giocatori.
Immortals Fenyx Rising vuole essere proprio questo, un titolo nuovo e estraneo a quell’hype smisurato che molte volte rischia di rovinare una produzione ancor prima dell’uscita. Non prendendosi troppo sul serio riesce a dare un’interpretazione estremamente carica di humor della mitologia greca trattandone comunque tutte le sfaccettature, cosa per niente facile da fare.
Ho sempre pensato alla mia vita come a una tragedia. Adesso vedo che è una commedia.
Come recita questa citazione di Arthur Fleck dal film Joker, commedia e tragedia sono due facce della stessa medaglia, ciò risulta ancor più veritiero in un contesto come quello della mitologia greca e di conseguenza della Grecia classica. Partendo da questi presupposti i ragazzi di Ubisoft riescono a dar vita ad un’opera teatrale molto spiritosa che però nasconde al tempo stesso dei lati estremamente cupi senza disdegnare anche alcuni colpi di scena.
L’inizio del gioco vede il titano Prometeo, incatenato alla montagna da Zeus come punizione per aver donato il fuoco all’umanità, e il padre degli dei discutere sul come rinchiudere nuovamente Tifone, il più terribile dei titani, che si è liberato dalla sua prigionia scatenando sull’Isola d’oro le creature del Tartaro con l’obiettivo di vendicarsi degli dei. Incominciano così, narrate del titano incatenato, le gesta di Fenyx, umile porta scudi naufragato sulle coste dell’Isola d’oro.
Supportati da Ermes, messaggero alato e dio protettore dei ladri, intraprenderemo un viaggio epico e pieno di pericoli per aiutare le quattro divinità Afrodite, Atena, Ares e Efesto a recuperare le essenze che il titano Tifone ha rubato a questi ultimi. Avanzando tra mille difficoltà e sfide, il nostro eroe dovrà riportare la pace per meritarsi un posto d’onore nel pantheon degli dei.
Grazie ad una scrittura incalzante, vivace ed estremamente comica, Immortals Fenyx Rising scivola in maniera fluida dall’inizio alla fine, riuscendo anche a mettere il giocatore davanti ad alcuni momenti davvero intensi, di riflessione e ovviamente, come si confà ad un’opera teatrale, momenti drammatici. Inoltre, essendo raccontata in tempo reale, capiterà che la storia si modifichi davanti agli occhi del giocatore per seguire i continui battibecchi tra Prometeo e Zeus che continueranno a discutere per tutta la durata dell’avventura.
Ovviamente il titolo di questo paragrafo vuole essere ironico eppure senza la marcata influenza degli ultimi capitoli della saga Assassin’s Creed, in particolar modo Odyssey visto lo sviluppo da parte del medesimo studio, Immortals Fenyx Rising non sarebbe quella piccola perla che si è rivelata essere.
Annunciato inizialmente sotto il nome di Gods & Monster all’E3 del 2019, il titolo si mostrò con un trailer per poi sparire quasi nel nulla, sorte che per altro è toccata anche a Skull & Bones. A giugno sul servizio di game streaming targato Google trapelò una vecchia build del titolo che però venne, attraverso un comunicato stampa da parte di Ubisoft, subito bollata come materiale vecchio e ormai datato vista anche la nuova direzione intrapresa dal titolo in fase di sviluppo.
Solamente qualche mese più tardi la Taiwan Digital Game Rating Committee lasciò trapelare il nuovo nome dell’IP, ovvero Immortals Fenyx Rising, aggiungendolo al suo database come gioco in uscita per Xbox One, PlayStation 4, Xbox Series X, Xbox Series S, PlayStation 5, PC e Nintendo Switch.
Le similitudini con il capitolo Odyssey della saga Assassin’s Creed si ritrovano nella struttura alla base del combat system, di cui parleremo in seguito, e nella gestione ruolistica del titolo, che vede armi ed armature presentare status passivi da combinare al fine di trovare il proprio stile di gioco. Ad esempio noi abbiamo optato per un equipaggiamento che prediligesse in maniera quasi totale gli attacchi aerei.
E’ inoltre innegabile che Immortals Fenyx Rising sia stato sviluppato prendendo come esempio quel capolavoro uscito per Nintendo Switch e Wii U che è stato The Legend of Zelda Breath of the Wild. Detto questo però bisogna assolutamente precisare una cosa, la software house non si è solamente limitata a copiare ciò che ha fatto la fortuna del titolo Nintendo, ha lavorato al fine di poter offrire ai videogicatori una propria interpretazione di quelle meccaniche, quell’interazione ambientale, l’enorme libertà di agire lasciata al giocatore, quell’elasticità mentale unita al ragionamento logico richiesti per risolvere i vari enigmi e puzzle ambientali di cui ci siamo follemente innamorati ormai quasi quattro anni fa.
Proprio come accade nel titolo Nintendo, tutte le azioni che Fenyx può eseguire sono rapportate alla resistenza di quest’ultimo, pertanto il giocatore dovrà calcolare in maniera oculata il da farsi durante le fasi di esplorazione per evitare di rimanere bloccati su di una sporgenza oppure di precipitare nel vuoto.
Una volta superati i titoli di coda al termine della nostra avventura si potrà caricare il “salvataggio Tifone”, un salvataggio creato automaticamente prima di entrare nella cripta finale, oppure incominciare direttamente un nuovo viaggio in New Game +.
Sebbene Ermes dopo essere arrivati alla Sala degli dei, zona che funge da hub principale per potenziare il personaggio, dia una spiegazione fuori di testa, non abbiamo ben capito la decisione di Ubisoft di lasciare al giocatore la libertà di scegliere se affrontare Immortal Fenyx Rising con un personaggio di sesso femminile o maschile. Questo malinteso viene ripreso anche nella maggior parte delle armature, molte di queste infatti nel riquadro di presentazione dell’inventario vengono mostrate con una protezione per i seni, e in alcuni dialoghi come ad esempio quello fatto da Prometeo a seguito della vittoria contro l’eroe corrotto Eracle, il narratore infatti si riferisce al protagonista utilizzando il pronome “lei”.
Sinceramente non capiamo come la software house abbia compiuto lo stesso errore fatto con Assassin’s Creed Odyssey, dove appariva lampante che l’avventura fosse stata pensata per essere giocata con Kassandra nei panni “dell’assassina” e Alexios in quelli di Deimos. Detto questo, questa scelta di game design non pregiudica in alcun modo il titolo ne tantomeno la storia.
L’Isola d’oro, sacra terra degli dei, fa da sfondo alla nostra avventura ed è suddivisa in sette regioni ben distinte. Dopo essersi sincronizzati con uno dei punti d’osservazione presenti, il giocatore potrà osservare la regione circostante scoprendone le location di attività, forzieri e oggetti per il potenziamento.
Rocce cadute è la zona in cui incomincia la nostra storia e funge da tutorial introducendo il giocatore alle varie meccaniche del titolo. Qui incontreremo per la prima volta Ermes, personaggio estremamente importante che nel corso dell’avventura assumerà il ruolo di guida, offrendo contratti a tempo in cambio di equipaggiamento o di una valuta speciale spendibile presso il messaggero alato inoltre, cosa più importante, ci farà da coach personale negli allenamenti.
Vi sono quattro regioni principali, che sono state caratterizzate in maniera eccezionale rispecchiando le divinità a cui appartengono. Dalla Valle dell’eterna primavera, una foresta rigogliosa e lussureggiante protetta dall’amorevole dea Afrodite, si passa al Bosco di Kleo con i suoi templi dedicati alla giusta e saggia dea Atena. Le lussureggianti colline e le verdi foreste cedono il passo alla brulla e desertica Tana della guerra, impero del possente e polligerante (non è un errore) Ares e alle Terre della fucina, regione dove risiedono le fucine del potente fabbro Efesto.
Le altre due regioni, a cui però il giocatore non può accedere fino alle fasi finali della storia, sono Porte del Tartaro, dominio del perfido titano Tifone dove verrà deciso il destino del mondo nella battaglia finale e Picco del re. Quest’ultima zona è un’isola a se stante perennemente innevata, per affrontarla al giocatore sarà richiesto di spostarsi seguendo i vari focolari che la dea Afrodite accenderà, questa meccanica è la medesima vista nel DLC Lotta per la vita di The Division.
L’Isola d’oro è disseminata in maniera intelligente e omogenea di luoghi d’interesse, forzieri contenenti armi o armature, sfide di logica e di abilità, oggetti da raccogliere per potenziare Fenyx e cripte del Tartaro riuscendo a mantenere un livello di interesse costante per tutta la durata della storia.
Le varie sfide, enigmi e puzzle ambientali creati dal team di sviluppo, seppur simili tra loro, risultano divertenti e ben congegnati. Sebbene non siano nulla di impossibile, molte volte il giocatore si ritroverà a dover adoperare l’ingegno per sfruttare al meglio il mondo di gioco e la fisica di quest’ultimo. Non sarà raro infatti ritrovarsi davanti a molteplici possibilità per completare alcuni puzzle ambientali “barando” utilizzando elementi dell’ambiente come ad esempio i macigni. In questo senso il giocatore viene aiutato da un’abilità di Fosforo chiamata Clone di Fosforo che creerà un statua in pietra di Fenyx da utilizzare a propria discrezione.
Come già detto in precedenza, questa è un’altra da non sottovalutare caratteristica che accomuna il prodotto Ubisoft al titolo di Nintendo. Usando la logica, unita alla possibilità di sfruttando appieno le opzioni che il titolo mette a disposizione, è possibile “bypassare” alcune restrizioni imposte dal team di sviluppo.
La massima espressione di questa linea di pensiero viene raggiunta da Immortals Fenyx Rising nelle cripte del Tartaro, dungeon sotterranei che mescolando perfettamente prove di ragionamento, puzzle ambientali e sfide di abilità risultano davvero molto divertenti. Principalmente le cripte si suddividono in due categorie, sfide ad enigmi e sfide di combattimento ad ondate, una volta completata la sfida Fenyx otterrà una delle folgori di Zeus, oggetti indispensabili che permettono di potenziare la resistenza del nostro eroe.
Ovviamente il concetto alla base delle cripte del Tartaro è quello dei Sacrari visti in The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ma anche in questo caso è bello vedere come la software house non si sia limitata a copiare cercando invece di dare una propria interpretazione riuscendoci in maniera ineccepibile.
Sono infine presenti altre due versioni che potremmo definire come la versione potenziata di questi dungeon: stiamo parlando dei quattro Covi dello Spettro, dove Fenyx affronterà un’estenuante scontro con gli eroi corrotti da Tifone, e nelle quattro Cripte degli Dei, dove il protagonista dovrà risolvere gigantesche sezioni puzzle per recuperare le essenza che il titano ha sottratto alle divinità.
Per questa recensione abbiamo provato il titolo su PlayStation 5, di cui trovate la nostra recensione, dove la console di Sony si è dimostrata semplicemente impeccabile. Durante le 35 ore di gioco abbiamo riscontrato solamente un momento di stuttering con conseguente micro caricamento, ciò però è capitato in una sequenza di passaggio tra la corsa e l’evocazione della cavalcatura. Pertanto è ipotizzabile che il problema sia stato dovuto all’altissima velocità di I/O dell’SSD della macchina di Sony più che ad una saturazione delle componentistiche di quest’ultima.
Ottime le funzionalità legate al nuovo DualSense che si sono rivelate estremamente utili ed interessanti; qualche fastidio invece lo abbiamo riscontrato con l’indurimento del trigger R2 durante le fasi di scoperta dai punti di osservazione e durante alcuni scontri.
Ogni eroe che si rispetti deve saper combattere meglio di Achille, possedere abilità incredibili al pari di Zeus ed avere un equipaggiamento da far invidia ad Ares, e ovviamente Fenyx non può essere da meno.
Partendo dall’ormai consolidato combat system introdotto negli Assassin’s Creed con Origins, il team di sviluppo ha saputo creare un sistema immediato capace di divertire che però, con l’avanzare della storia, risulta molto più profondo e complesso di quanto possa apparire.
I due trigger destri sono dedicati agli attacchi leggeri, eseguiti con la spada, e pesanti, eseguiti con l’ascia. Gli attacchi pesanti risultano estremamente più lenti e potenti rispetto a quelli leggeri, ma il loro scopo ultimo più che fare danno è quello di rompere la stamina dei nemici indicata da un’indicatore blu a schermo, una volta riempito l’indicatore il nemico rimarrà stordito per qualche momento lasciandolo completamente alla mercé del nostro eroe.
Premendo L1 ed R1 si possono parare i colpi nemici, ma attenzione, la parata come la schivata sono basate sul timing, parando al momento giusto infatti si potrà interrompere l’azione nemica causando il riempimento dell’indicatore della resistenza. Come già detto, anche la schivata funziona in base al tempismo, schivando al momento giusto il tempo rallenterà permettendo al giocatore di rifiatare e valutare la situazione. Oltre ai colpi potenti, alle parate perfette e all’uso di abilità esistono altri modi per rompere la difesa dei nemici, grazie ai parabraccia di Eracle Fenyx può lanciare verso i nemici diversi oggetti del mondo di gioco come ad esempio massi, pezzi di colonne e tronchi.
Infine il combattimento ruota anche intorno al moltiplicatore combo, più in alto arriva il contatore, più danni vengono arrecati ai nemici. Avendo a disposizione solamente un attacco leggero e uno pesante viene lasciato al giocatore il compito di concatenare i vari attacchi con le abilità per far aumentare l’indicatore combo, sfruttando con intelligenza le pozioni e il sistema che Ubisoft ha messo a disposizione è infatti possibile arrivare ad un moltiplicatore alto senza troppe difficoltà.
Progredendo nella storia, Fenyx riceverà diverse abilità utili sia nelle fasi di combattimento sia in quelle esplorative. Le più importanti di tutte rimangono quelle legate a Fosforo, inseparabile uccello del Tartaro che accompagnerà il protagonista durante tutto il corso dell’avventura. Fosforo, oltre ad essere essenziale durante i combattimenti, permette di modificare l’effetto degli attacchi aggiungendo alcune abilità passive come ad esempio il recupero di un segmento di vita per ogni colpo portato dal nostro compagno alato, risulta estremamente utile anche nelle fasi di problem solving legate ai vari enigmi e cripte presenti sull’Isola d’oro.
Anche il sistema stealth di Assassin’s Creed viene riproposto in Immortals Fenyx Rising, è infatti possibile nascondersi nella vegetazione per approcciare i nemici alle spalle e sferrare un attacco critico.
Davvero impressionante è la presenza di mini-boss fight presenti in Immortals Fenyx Rising: oltre ai soldati corrotti dal titano Tifone il nostro prode Fenyx si ritroverà ad affrontare grifoni leggendari, ciclopi traditori e minotauri alquanto arrabbiati. Tuttavia gli scontri più impegnativi, e anche più appaganti, rimangono le boss fight contro contro le creature mitologiche presenti sull’Isola d’oro e contro i quattro eroi corrotti, affrontabili addentrandosi nelle cripte di questi ultimi chiamate Covo dello Spettro.
Queste battaglie metteranno a dura prova il giocatore che quindi dovrà prepararsi in maniera oculata studiando i pattern d’attacco del nemico. Nel caso degli eroi corrotti ciò viene reso più semplice dagli Spettri, manifestazioni depotenziate di questi ultimi che daranno la caccia a Fenyx per la mappa di gioco fino alla sconfitta dell’eroe.
Solamente con l’avvicinarsi delle fasi finali del titolo abbiamo riscontrato un leggero sbilanciamento dovuto alla potenza spropositata delle nostre armi e del nostro equipaggiamento rispetto ai nemici, ciò comunque viene abbastanza compensato dalla varietà e diversificazione con cui sono composti i gruppi di questi ultimi.
Sarò onesto, ero alquanto scettico all’annuncio di Gods & Monsters pensando di trovarmi davanti ad un Assassin’s Creed Odyssey in salsa Zelda, e il mio scetticismo è rimasto tale fino al momento in cui ho avviato il titolo. Ora, dopo aver passato svariate ore nell’Isola d’oro, posso affermare con fermezza di essere estremamente felice di essermi sbagliato: Immortals Fenyx Rising mescola in maniera splendida le meccaniche dei due titoli citati in precedenza riuscendo però al contempo a risultare come un prodotto con una sua identità ben definita. La narrativa estremamente comica, unita a dei personaggi caratterizzati davvero bene, giocano un altro punto a favore della nuova produzione Ubisoft.
Durante il corso della nostra avventura non abbiamo notato alcuna incertezza da parte del motore grafico Anvil, che dopo le vette raggiunte con The Division 2 e Assassin’s Creed Valhalla, si è dimostrato capace di gestire una paletta cromatica estremamente accesa e vivace e uno stile di cel-shading a metà tra quello utilizzato per Breath Of The Wild e quello presente nei titoli di Supergiant Game. Qualche calo qualitativo invece lo si riscontra nel doppiaggio in italiano che a volte non si è dimostrato capace di trasporre in maniera convincente i dialoghi fuori di testa e senza senso che costellano l’intera durata del gioco.
Siamo quindi estremamente felici di constatare come Ubisoft riesca ancora a stupire il pubblico con prodotti inaspettati e di estrema qualità malgrado le critiche ricevute per quelle che sono diventate le serie principali della software house.
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