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Dragon Ball: Sparking! Zero, la recensione: il ritorno dei Budokai Tenkaichi

Nel corso degli anni, abbiamo assistito al rilascio di numerosi titoli videoludici dedicati al mondo di Dragon Ball: dai Raging Blast, passando per gli Xenoverse, fino ad arrivare ai più recenti Dragon Ball FighterZ e Dragon Ball Kakarot. Tuttavia, nessuno di questi titoli è mai riuscito a scaldare il cuore dei fan più appassionati come fece la storica saga dei Budokai Tenkaichi, un gioco capace di farci passare intere giornate da bambini nel cercare di replicare le gesta di Goku e sfidando i nostri amici spammando colpi con gli odiatissimi Kid Buu e Gogeta Super Saiyan 4.

Ed è proprio per questo motivo che noi veterani della saga ci siamo emozionati quando, ormai due anni fa, Bandai ha annunciato il ritorno dei Budokai Tenkaichi, con un nuovo capitolo che prometteva di essere il “Budokai Tenkaichi definitivo”, riprendendo il titolo originale della saga in Oriente: Dragon Ball: Sparking! Zero.

E finalmente, l’11 Ottobre 2024, il momento è giunto! Dragon Ball: Sparking! Zero è stato rilasciato su PS5, Xbox Series e PC. Sarà riuscito a soddisfare le enormi aspettative dei fan? Scopriamolo insieme in questa recensione.

Il ritorno di una saga leggendaria

Prima di addentrarci nella recensione vera e propria di Sparking! Zero, facciamo un tuffo nel passato e ripercorriamo la storia di quella che è considerata da molti la saga videoludica più iconica del brand Dragon Ball: quella dei Budokai Tenkaichi.

Il primo Budokai Tenkaichi, originariamente pubblicato in Giappone con il nome Dragon Ball: Sparking! (da cui deriva il nome del nuovo Sparking! Zero), fu rilasciato per la prima volta su PS2, sviluppato da Spike e pubblicato da Atari e Bandai nel lontano 2005. Il gioco conteneva 58 personaggi giocabili (per il periodo, un roster impareggiabile rispetto ad altre saghe di Dragon Ball; Budokai 3, ad esempio, aveva solo 36 personaggi giocabili, ndr), che diventavano 90 includendo tutte le trasformazioni.

Il titolo offriva un gameplay assolutamente innovativo per un videogioco di Dragon Ball, utilizzando una telecamera “dietro le spalle”, a differenza dei precedenti titoli, prevalentemente picchiaduro in 2.5D. Tuttavia, diversamente dalla serie Budokai, non era possibile trasformarsi durante i combattimenti, ma si poteva selezionare un personaggio già in una particolare trasformazione (ad esempio, si poteva iniziare uno scontro direttamente in forma Super Saiyan).

Nonostante il concept innovativo, a fare breccia nel cuore degli appassionati non fu il primo capitolo, bensì i due sequel: Budokai Tenkaichi 2 e Budokai Tenkaichi 3, che possiamo considerare perfettamente complementari tra loro.

Entrambi presentarono la possibilità di trasformarsi durante gli scontri e ampliarono notevolmente il roster di personaggi giocabili (Budokai Tenkaichi 2 contava ben 135 personaggi, mentre Budokai Tenkaichi 3 superava i 150). Tuttavia, se il primo eccelleva nella riproposizione dettagliata della storia di Dragon Ball, includendo tutte le saghe e i film, con Budokai Tenkaichi 3 si raggiunse l’apice del divertimento: combo lunghissime, animazioni curate e un vastissimo roster permettevano di ricreare gli scontri dell’anime direttamente sulle nostre PlayStation 2!

La saga dei Budokai Tenkaichi venne poi accantonata da Bandai, poiché, in assenza di una nuova serie animata di Dragon Ball (che tornò sul grande schermo solo nel 2013 con La battaglia degli Dei), non c’era più molto da offrire. Inoltre, il rischio di compromettere il bellissimo ricordo dei fan con un titolo ridondante era dietro l’angolo.

Un gioco che cerca di accontentare tutti

Dragon Ball: Sparking! Zero è un titolo che mira a raggiungere un bacino di utenti più ampio rispetto ai suoi predecessori. Se FighterZ e Kakarot puntavano, rispettivamente, agli amanti dei picchiaduro più classici e ai neofiti del brand desiderosi di esplorare in dettaglio la storia di Goku, Sparking! Zero si colloca esattamente a metà, senza però eccellere in nessuna delle due categorie.

Ma procediamo con ordine: Sparking! Zero offre diverse modalità, pensate per soddisfare sia il giocatore casual che il competitive player. Per chi preferisce il single player, è disponibile una modalità storia chiamata Episodio Battaglia, che permette di rivivere la storia di Dragon Ball Z e Dragon Ball Super attraverso gli occhi di otto guerrieri selezionabili: Goku, Gohan, Vegeta, Piccolo, Trunks del Futuro, Goku Black, Freezer e Jiren. La storia è riportata in modo molto superficiale, con dei riassunti riportati come una sorta di “slide show” e tagliando corto sia nei dialoghi che nelle scene di intermezzo.

Un’aggiunta invece molto interessante, e totalmente inedita, è rappresentata dai What-If, veri e propri capovolgimenti della storia di Dragon Ball, che si attivano soddisfacendo requisiti specifici in alcuni scontri della modalità storia. Per evitare spoiler, non entreremo nei dettagli, ma vi facciamo un esempio: prima dello scontro contro Radish, sarà possibile scegliere se accettare Piccolo come alleato oppure rifiutare la collaborazione e affrontare il Saiyan con l’aiuto di Crilin e il Maestro Muten. Optare per la seconda scelta può portare a un completo stravolgimento sia della saga dei Saiyan che di quella di Freezer. Purtroppo, alcuni What-If sono meno approfonditi di altri, ma offrono comunque chicche davvero interessanti.

Un’altra modalità single player molto interessante è la Battaglia Personalizzata, che permette di creare vere e proprie storie personalizzate, realizzando gli scontri che avremmo sempre voluto vedere nell’anime. Ma questa modalità non si limita ai soli combattimenti: è possibile creare una storia completamente inventata, grazie a un menù di personalizzazione che consente di gestire ogni azione dei personaggi nelle scene di intermezzo, dai gesti ai dialoghi. Inoltre, si possono impostare condizioni che si attivano durante gli scontri, come una trasformazione quando la vita scende sotto una certa soglia.

Questa è senza dubbio la novità più interessante di Sparking! Zero: mai, in nessun altro gioco di Dragon Ball, si è raggiunto un tale livello di personalizzazione. Ciliegina sulla torta, le storie create potranno essere pubblicate online, permettendo a chiunque di giocarci, allungando enormemente la longevità del titolo. L’unica pecca che ci sentiamo di sottolineare è la limitazione nei dialoghi: sono per lo più frasi predefinite, in cui è possibile cambiare solo poche parole, probabilmente per evitare che gli utenti abbiano troppa libertà.

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Un gameplay “esplosivo”

Il punto forte di Sparking! Zero è sicuramente il sistema di combattimento, che riprende le basi dello storico Budokai Tenkaichi 3 per PS2, e lo migliora sotto ogni aspetto. Come in passato, ci ritroveremo a combattere in arene 3D completamente distruttibili, in cui sarà possibile ingaggiare scontri corpo a corpo, lanciare mosse speciali fedelmente riprese dall’anime o eseguire combo spettacolari.

Parlando proprio delle combo, queste sono praticamente infinite: proprio come in Budokai Tenkaichi 3, il nostro personaggio potrà eseguire azioni sempre diverse in base alla combinazione di tasti che premiamo. Anche se il tasto per gli attacchi corpo a corpo è uno solo, potremo variare i nostri attacchi in molti modi: cambiando direzione, aggiungendo attacchi speciali o sfruttando combinazioni di tasti per estendere le combo, magari con un contrattacco o un teletrasporto.

A tanti modi diversi di attaccare corrispondono altrettanti modi di difendersi, anche se non sempre facili da eseguire. Esistono vari tipi di parata (alta, bassa, spezzaguardia e spezzattacco), ma i più importanti sono i contrattacchi, come il Contrattacco Vendicativo, la Super Percezione, il Sonic Sway e il Super Counter, che richiedono un tempismo molto preciso per essere attivati. Per allenarsi su queste tecniche, il gioco offre una comoda Modalità Allenamento, in cui è possibile testare tutte le meccaniche di combattimento con le spiegazioni del nostro maestro Piccolo.

Un gioco competitivo, ma sbilanciato

Passiamo alla parte multiplayer del gioco, una delle feature che avremmo tanto desiderato avere già nel lontano 2007, ma che, per limiti tecnologici dell’epoca, non potevamo sfruttare al 100%. Sparking! Zero, invece, offre un comparto multiplayer estremamente soddisfacente, ma solo su alcune piattaforme, poiché, al momento, manca ancora il cross-play (quanto ci metterai ad implementarlo, Bandai?), rendendo praticamente un’impresa titanica trovare avversari su Xbox, con attese che possono superare anche i 20 minuti.

Passando al lato puramente competitivo del gioco, questo si suddivide in due modalità di gioco online: le Partite Singole, con i classici 1 vs 1, e le Partite a Squadre, dove ogni personaggio ha un costo in punti proporzionale alla sua potenza, con un limite massimo di 15 punti per squadra. Nelle battaglie a squadre, ci si può davvero sbizzarrire nel creare team variegati; tuttavia, man mano che si sale di livello, ci si ritrova spesso a combattere contro gli stessi personaggi.

Questo dipende dal fatto che, al momento, Sparking! Zero non riesce a garantire un bilanciamento completo del roster, con mosse speciali nettamente più potenti di altre, che monopolizzano il meta competitivo del gioco. A questo punto, il gioco pone i giocatori di fronte a una scelta: abbracciare il lato competitivo e sperimentare per trovare contromisure ai personaggi più “spammati” nel meta, oppure semplicemente divertirsi con i propri personaggi preferiti, consapevoli che potrebbero incontrare player “tossici” lungo il percorso.

Dove invece non esiste un vero e proprio meta è nelle Battaglie Singole: qui potrete davvero giocare con chi volete, senza limitazioni di costo, e divertirvi con i vostri personaggi preferiti. Quando verrà implementato il cross-play, questa sarà la modalità perfetta per chi desidera partite rapide senza doversi impegnare troppo.

Un’operazione nostalgia riuscita a metà

Con Sparking! Zero, Bandai ha cercato di mettere in atto una vera e propria “operazione nostalgia”, creando un titolo capace di riavvicinare al brand quelle persone rimaste profondamente legate alle origini dei vecchi Budokai Tenkaichi, evitando, per i più disparati motivi, gli ultimi titoli rilasciati.

Ne risulta un gioco estremamente divertente e ben rifinito nei combattimenti, ma che dà la sensazione di essere “a metà” in tutto il resto: nella modalità Episodio Battaglia troviamo solo accenni della storia di Dragon Ball, e per molti potrebbe bastare giocare l’episodio di Goku per poi non toccare più questa modalità.

Molto interessanti sono invece le aggiunte degli Episodi Personalizzati, che evidenziano la volontà di Bandai di lasciare ai giocatori tutta la libertà di creare i propri combattimenti preferiti, e i What-If, in grado di regalare dei bei colpi di scena ad una storia che ormai conoscono anche i sassi.

Per concludere, vorrei condividere un pensiero riguardo alle numerose critiche che sono state mosse a Sparking! Zero, soprattutto riguardo alla modalità storia e ai menù, considerati da molti superficiali. Era sbagliato, fin dall’inizio, aspettarsi da Bandai il “titolo definitivo di Dragon Ball, poiché non ci è mai stato promesso. Bandai, fin dai primi trailer, ha sempre puntualizzato che questo sarebbe stato il “Budokai Tenkaichi definitivo”, senza mai focalizzarsi sulla modalità storia o sull’estetica.

Il gioco fa ciò che prometteva: i combattimenti sono stupendi, le animazioni sono fantastiche e, soprattutto, è un titolo divertentissimo, sia per gli appassionati dei Budokai Tenkaichi sia per chi si avvicina per la prima volta a questo brand.

Ripetiamo: se vi interessa solo conoscere la storia di Dragon Ball o il competitivo, questo gioco non fa per voi. Ma, se volete divertirvi, rivivere quelle emozioni che provavate da bambini nel giocare con i vostri amici oppure creare degli scontri “ignorantissimi”, allora Sparking! Zero saprà soddisfare perfettamente le vostre aspettative.

Dragon Ball: Sparking! Zero, la recensione: il ritorno dei Budokai Tenkaichi
Gameplay e longevità
9.5
Comparto tecnico e sonoro
8.5
Coerenza e cura nel dettaglio
7.5
Pros
Gameplay divertentissimo, che saprà far divertire praticamente chiunque
Modalità Episodio Personalizzato in grado di dare al gioco una longevità praticamente infinita
Animazioni e combattimenti fedelissimi all'anime
Il sogno per ogni fan dei vecchi Budokai Tenkaichi
Cons
Poco rifinito nella sua interezza
Una modalità storia che non mette d'accordo tutti
Lato competitive poco bilanciato, che può non piacere ai puristi del genere
8.3
VOTO
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Armando De Simone

Mi presento, mi chiamo Armando, amante della tecnologia e dei videogiochi fin da bambino. Sono un grandissimo appassionato di giochi di carte, soprattutto Yu-Gi-Oh!, e di videogiochi a carattere horror, in particolare la saga di Resident Evil, con il quarto capitolo in cima alla classifica dei miei videogiochi preferiti.

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Armando De Simone
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