Uno degli eventi fumettistici più famosi degli ultimi anni, l’Energon Universe , lanciato e gestito da Robert Kirkman (Invincible , The Walking Dead ), mostra come una casa editrice con grandi autori possa concorrere contro le majors della nona arte.
Edito dalla Skybound , che già in passato aveva pubblicato le storie più famose di Kirkman, l’Energon Universe è, per l’appunto, un universo condiviso, che pone le basi per fondere insieme i franchise di Transformers e G.I. Joe . Di problemi di diritti non vi è l’ombra, dato che entrambe le IP sono detenute da Hasbro , e la Skybound ha concluso un accordo con la suddetta nel 2022 per pubblicare le storie.
Una sorpresa è stata quando, nel nuovo progetto di Kirkman, Void Rivals , fumetto fantascientifico con buone premesse, è apparso ad un tratto Jetfire , storico membro dei Decepticon , intento a dirigersi sulla Terra per risvegliare i suoi fratelli. Da lì tutto ha inizio .
Ma come possiamo avvicinarci a questo fumetto? Come l’Energon Universe tratta mondi e personaggi vecchi di 40 anni ? Possiamo leggere le loro storie anche se ci approcciamo ad esse per la prima volta ? Vediamo di capirlo insieme.
Dove tutto ha inizio Iniziamo a parlare della continuità. Come detto poc’anzi, si sta parlando di nomi che risuonano nelle nostre orecchie sin dagli anni ’80 . È chiaro che possano esserci sia fan di vecchia data sia nuove generazioni che hanno solo sentito parlare di robottoni giganti con nomi altisonanti, o dei “i veri eroi americani” che combattono un’organizzazione terroristica determinata a conquistare il mondo.
Perciò a quale delle due fazioni sta parlando Kirkman? In effetti, a entrambi . Come accaduto per Transformers One , che tuttavia non ha nulla a che fare con l’Energon Universe, le vicende narrate sono un nuovo inizio per tutti i personaggi e i franchise.
I Transformers si risvegliano sulla Terra per la prima volta, Duke è solo un veterano di guerra, la G.I. Joe non è ancora stata fondata, Megatron è disperso tra i ghiacci e il Comandante Cobra agisce ancora nell’ombra. Nulla è ancora accaduto, tutto può succedere .
L’Energon Universe può essere dunque sia un buon punto di partenza per i neofiti sia un’ottima ripresa per i fan di vecchia data.
Energon “Universe” di nome e di fatto Ora che abbiamo inquadrato facilmente il target, è tempo di rispondere ad una domanda più impellente: come si creano i collegamenti tra una testata e un’altra? Un quesito della cui risposta abbiamo più paura, dato il recente fallimento di forse la più grande operazione cinematografica della storia.
Siamo ormai stanchi di vedere continui collegamenti tra un progetto e l’altro in queste ultime due fasi del MCU , in cui pare che non ci sia un vero e proprio accordo tra i numerosi autori autori del Multiverso, ma solo un’accozzaglia di strizzatine d’occhio fatte per giustificare una visione d’insieme composta da tasselli sempre più mediocri e inconcludenti.
La risposta, per fortuna, è altrettanto semplice. Ogni testata presenta un piccolo collegamento con un’altra, la semplice legge fisica (e in questo caso anche narrativa) “ad ogni azione corrisponde una reazione”: in Void Rivals viene risvegliato Jetfire , il quale si dirige verso al Terra per risvegliare gli Autobot . In Transformers , serie vincitrice dell’Eisner 2024 per la miglior serie regolare, durante un attacco di Starscream a dei jet americani, uno dei sopravvissuti riesce a fuggire, e questi non è altri che Duke . Nella sua omonima miniserie, egli inizia a indagare per conto proprio, entrando così in contatto con l’associazione MARS comandata da Destro . E così via.
Non mancano neanche miniserie dedicate ai personaggi secondari quali Scarlett , o anche agli antagonisti, come il già citato Destro o Cobra Commander , per mostrare ai lettori le principali minacce che i protagonisti si troveranno ad affrontare in futuro.
Nulla di troppo complesso, né che rallenti il pacing della storia o che devii troppo l’attenzione del lettore, ma abbastanza da creare un incentivo che invogli a chiedersi “ma dove sarà andato ?” o “che vuol dire quella scritta? “.
I plasmatori dell’Universo Inutile spendere troppe parole su Robert Kirkman , uno degli autori di punta del fumetto contemporaneo anche prima dell’Energon Universe. A lui è da attribuire non solo la gestione del progetto, ma anche la scrittura della prima serie di questo enorme esperimento, Void Rivals , nonché unica ad essere “originale”.
Void Rivals è, tuttavia, forse la storia meno interessante tra quelle dell’Energon Universe. Vi è il classico tropo dei due figli di fazioni opposte che scoprono di avere in comune più di quanto non credano e che sono destinate potenzialmente a diventare una coppia.
Tuttavia, questo è giustificabile e tollerabile dal fatto che Void Rivals serva principalmente come incipit e collante della vicenda , non come suo principale focus. Sappiamo già che esso sarà soprattutto l’incontro tra gli eredi di Cybertron e i veri eroi americani.
La testata Transformers è affidata a Danel Warren Johnson (Wonder Woman: Terra Morta ), mentre le miniserie che anticipa e poi sfocia nella regolare di G.I. Joe sono nelle mani di Joshua Williamson (Birthright , Superman ).
La narrazione di entrambi gli autori è dinamica, ricca di azione, colpi di scena e rimandi alle saghe che ne danno il nome. Vi è certamente il patriottismo di Duke e la filosofia dell’onore di Optimus Prime , ma non sembrano per nulla vetusti. Gli scrittori sanno come parlare al pubblico moderno , al contempo rispettando ciò che rendeva speciali i nomi originali.
Basti pensare che la testata Transformers inizia proprio come la serie anni ’80: gli Autobot e i Decepticon si risvegliano dopo decadi di spegnimento sulla Terra. Oppure che la prima volta che Duke entra in scena, senza neanche dire esplicitamente il suo nome, sia con un jet pack.
Da lodare sono naturalmente anche i disegnatori. Primo fra tutti il nostrano Lorenzo De Felici , che ha ottenuto fama con Orfani e già aveva collaborato con Kirkman a Oblivion Song . Troveremo altri nomi italiani alle matite per le miniserie Cobra Commander (Andrea Milana e Annalisa Leoni ), Scarlett e Destro (Marco Ferrari ).
Per la testata di Duke si è invece optato per un approccio più classico e al contempo impattante, perfettamente incarnato da Tom Reilly , erede della scuola di Alex Toth e Chris Samnee , che unisce all’essenzialità del tratto la chiarezza dell’azione e l’efficacia dello storytelling.
Parlando sempre di disegnatori attaccati ad autori, per Transformers abbiamo inizialmente i disegni sporchi e “punk” di Daniel Warren Johnson , cui si andrà a sostituire il talentuoso Jorge Corona dopo il primo arco narrativo. Entrambi risultano perfetti per i design grezzi e rudi dei robot giganti, anche grazie ai colori cromati di Mark Spicer .
Più di quello che si vede L’Energon Universe è, in sostanza, soddisfacente sotto molti punti di vista : narrativo, visivo e, viste le buone vendite , anche e soprattutto editoriale. Un esperimento di revival capace di ottenere un nuovo pubblico e richiamare quello vecchio. Questo grazie anche ad una trama coinvolgente, personaggi profondi e collegamenti semplici ma non forzati. E siamo soltanto all’inizio della sua storia!
La Saldapress sta pubblicando le testate in un ottimo formato a copertina rigida. Perciò non possiamo far altro che consigliare di recuperare al più presto quello che, secondo SpaceNerd, sarà uno degli eventi fumettistici più importanti del decennio !
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