Recensioni

Crimes of the Future, la recensione: Il cuore dell’oscurità

Crimes of the Future

8.8

SCRITTURA

8.5/10

REGIA

9.0/10

COMPARTO TECNICO

8.5/10

DIREZIONE ARTISTICA

9.0/10

CAST

9.0/10

Pros

  • Body horror come cruda analogia per critica sociale
  • Animatronics grotteschi che surclassano la computer grafica
  • Regia e fotografia oscure ben sposate con lo stile del film
  • Ogni membro del cast eccelle nella sua parte

Cons

  • Qualche personaggio secondario meritava più approfondimento

Dopo una poco fortunata prima impressione al Festival del Cinema di Cannes, Crimes of the Future approda al cinema. Questo cambio di produzione, dopo la mancata accettazione da parte di Netflix tanto sperata David Cronenberg, segna il ritorno del regista al body horror dopo vent’anni passati a sperimentare, con gran successo, il genere thriller e drammatico.

Come al solito, Cronenberg non usa l’elemento disturbante come mero strumento per inorridire lo spettatore, ma come incentivo ad esporre critiche sociali che possano stimolare la visione. Questa volta la domanda che vuole porci il pluripremiato regista è “cosa ci rende umani?”

Il futuro incerto e l’umanità ancor più incerta di Crimes of the Future

Una madre uccide il suo unico figlio. Con questo sconcertante primo impatto Cronenberg ci presenta il nuovo futuro distopico che ha ideato. Un mondo in decomposizione come un cadavere dilaniato dalle mosche, con edifici fatiscenti ed esseri umani che ormai stanno sempre più perdendo la loro umanità. Il dolore e le malattie sono ormai uno spiacevole ricordo, ma proprio per questo le persone sono costrette a ricercare il piacere attraverso i modi più impensabili. Almeno al giorno d’oggi.

In questo futuro possibile la coppia di protagonisti, Saul e Caprice, interpretati da Viggo Mortensen e Léa Seydoux, sono due artisti che usano la chirurgia priva di anestesia sia come forma d’arte da mostrare al pubblico, sia come metodo di piacere sessuale.

Questo perché Saul sta sviluppando sempre più tumori all’interno del suo corpo, corpi estranei che devono essere esportati. Ma tali aggiunte biologiche sono realmente dannose per il suo corpo? Altre persone, infatti, sembrano soffrire della sua patologia, che lo costringe sempre più a fare affidamento a macchinari organici grotteschi, che lo aiutano a dormire e mangiare.

Per questo accetta un lavoro da parte di un agente federale nel quale deve infiltrarsi in una cellula di evoluzionisti che sembrano sapere qualcosa su ciò che sta accadendo al suo corpo, oltre ad essere collegata con la morte del bambino.

Evoluzione e cambiamento

A dispetto di quel che molti potrebbero pensare, questo film non è un remake dell’omonimo lungometraggio dello stesso regista del 1970, dal quale si discosta nella trama e nei contenuti trattati. Tuttavia non si allontana per nulla dallo stile tipico di Cronenberg.

Come detto prima, questo film utilizza il suo elemento truculento per chiedere al pubblico una domanda altrettanto sconcertante: se fossimo anche noi in quella situazione, come ci comporteremmo? Già al giorno d’oggi ci si chiede se la scienza non abbia fatto fin troppi passi avanti, oppure, a causa della sempre più rapida scomparsa delle nostre fonti naturali di nutrimento, cosa mangeremo in futuro.

Con questo film Cronenberg ci offre delle risposte probabili, prendendo anche una parte, ma non ci dice apertamente se quel che fanno i protagonisti possa portare a buone soluzioni a lungo termine. Perché gli umani cambiano in continuazione, proprio come la natura stessa.

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Se vogliamo scavare ancora più in profondità, o, come dicono nel film stesso, addentrarci nel cuore dell’oscurità, potremmo dire che il film è un’allegoria non solo del cambiamento umano, ma del cambiamento in generale. Dal cinema allo streaming, o viceversa, come dimostra la produzione di questo stesso film. Cronenberg aveva fiducia che Netflix rilasciasse il film sul suo sito streaming, ma l’idea venne rigettata. Ha dunque senso tornare al cinema per ritrovare una sfida per la nostra mente e la nostra filosofia?

Tutta la filosofia è discussa dai personaggi attraverso dialoghi assai poetici, addirittura teatrali, come succede spesso nei film del celebre regista. Molti di essi potrebbero essere quasi degli aforismi, per quanto attentamente siano congegnati.

Ognuno dei personaggi, anche secondari, gioca un ruolo importante nella vicenda, e avrà a che fare in maniera decisiva coi protagonisti. Timplin, la ragazza che induce Saul a realizzare che la chirurgia è il nuovo sesso, è il personaggio più ambiguo e interessante dopo la coppia principale, e dimostra ancora una volta che Kristen Stewart è pienamente entrata nell’area del saper recitare. Probabilmente qualche personaggio secondario meritava qualche minuto in più sullo schermo, ma un minutaggio eccessivo sarebbe potuto risultare superfluo.

Qualche volta Cronenberg si lascia andare a un piccolo autocitazionismo: oltre al titolo del film, vi è un riferimento a Map to the Stars, ma a parte questi riferimenti sottili, il regista non si lascia mai andare all’autocompiacimento.

L’oscurità nella tecnica

Vi è certo un utilizzo di computer grafica seppur poco marcato, ma essa è eclissata dai design pratici e dagli animatronics. Macchine organiche con un design macabro tipico del regista, capace di unire biologico e tecnologico in un connubio reso ancora più inquietante dal fattore di tangibilità.

Le scene si susseguono in maniera assai lenta, ma mai noiosa, con una regia molto vicina ai personaggi, attenta ai primi piani e ai dettagli, quasi a voler intendere di non allontanarsi mai dall’umanità.

Le ambientazioni sono sporche, deperite e fatiscenti, senza eccezione per diversi interni, l’anima torbida della scenografia accentuata da una fotografia oscurata. Dall’anima nera è anche colonna sonora di Howard Shore, caratterizzata da note lunghe e basse.

Una poesia macabra

Crimes of the Future è il ritorno di David Cronenberg al sé stesso di un tempo. Un ritorno che, paradossalmente, mostra i lati positivi del cambiamento e del rinnovo. Un film sull’evoluzione, sul potere del singolo, sull’accettazione e su svariati altri argomenti che lo spettatore più attento potrebbe scorgere in un tendine scoperto o nella lacerazione di un organo.

Cronenberg ha disegnato la sua nuova mappa stellare su di un corpo martoriato, e sta a noi addentrarci nello spazio cosmico fatto, per scoprire la moltitudine di sistemi di interiora.

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Veoneladraal

Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona! Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

Vedi commenti

  • Vorrei usare lo stesso commento che Fantozzi utilizzò per uno storico film…
    Non c’è altro da dire.

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