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La Notte di Babbo Maiale: Il miglior classico natalizio fantasy

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La Notte di Babbo Maiale: Il miglior classico natalizio fantasy 1

Per quanto spiaccia dirlo, non ci sono troppi romanzi fantasy ambientati a Natale, o che si possano definire propriamente natalizi. Questo se vogliamo tralasciare titoli propriamente classici, quali Canto di Natale, Lo Schiaccianoci di Hoffmann o, se cerchiamo nomi più recenti, Le Cronache di Narnia: Il Leona, la Strega e l’Armadio.

Tuttavia c’è un romanzo in particolare, tristemente poco conosciuto, parte di una saga tanto lunga quanto amata dai suoi lettori, che può considerarsi tale. Non solo perché ambientato a Natale, o meglio nella sua versione dell’universo fantastico in questione, ma anche perché ne racchiude un profondo significato. Non tanto sull’amore, sulla generosità e sul donare a chi ne ha bisogno, quanto sul potere dell’immaginazione.

Il romanzo in questione è naturalmente La Notte di Babbo Maiale, in originale Hogfather, ventesimo volume della saga di Mondo Disco ideata da Terry Pratchet, nonché quarto del Ciclo di Morte.

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Era La Notte di Babbo Maiale…

È la notte della Vigilia di Hogswatch, nella più grande città del Mondo Disco, Ankh-Morpork. Le calze sono appese ai camini, i pasticcini e i bicchieri di sherry sono posti sui tavolini. Babbo Maiale, con la sua slitta trainata da quattro cinghiali selvatici sorvola i cieli della città per portare doni ai bambini buoni… o meglio, dovrebbe farlo. Perché la personificazione della festività più famosa di Mondo Disco è sparita.

La Gilda degli Assassini, commissionata dai misteriosi Revisori, ha assoldato il terrificante sicario Mr. Teatime (da pronunciare come si scrive) per assassinare Babbo Maiale. E apparentemente ci è riuscito: il grosso maiale umanoide non si trova più da nessuna parte.

La Morte stessa viene a sapere di ciò, e decide quindi di vestire di rosso e bianco, mettersi una barba finta e un cuscino sotto la veste per simulare il pancione, così da fare il lavoro di Babbo Maiale.

Nel frattempo, avrà modo di informare sua nipote Susan, severa e caparbia bambinaia, che dovrà indagare sulla scomparsa di Babbo Maiale e rintracciare Mr. Teatime.

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Deliziosamente assurdo

Ci troviamo dinnanzi ad una storia assurda, come del resto lo sono tutti i romanzi di Mondo Disco. Terry Pratchett pare non mettere freno alla sua inventiva, soprattutto in una notte in cui è proprio l’immaginazione a farla da padrone.

Tuttavia, se si vuole usare un ossimoro, il suo è un assurdo “sensato”, con le sue regole e giuste conseguenze: nel Mondo Disco possedere un pezzo di una persona equivale ad averne controllo? Dunque se si svaligia la riserva d’avorio della Fatina dei Denti si avrà potere sui bambini! Esiste un Dio del vino e dell’ubriachezza? Dunque di rimando esisterà l’Oddio dei Postumi della Sbornia! E per l’appunto, perché non chiamarlo Oddio anziché Dio, visto che è così che la gente si rivolge a lui dopo un sonno post-sbronza?

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Un vero classico Natalizio

Con ciò detto, il libro non si dimentica certo di essere ambientato a Natale: ci sono molti elementi capaci di farci entrare nella festività, piccoli come la neve che ricopre i vicoli di Ankh-Morpork o gli addobbi nelle case degli abitanti, ma anche più impellenti come l’allegria che permea il negozio di giocattoli nel quale Morte si ferma per impersonare la figura del Babbo Natale dei grandi magazzini e diversi altri.

Ma pare che tutto ciò non basti a Terry Pratchett: oltre alla superficie del Natale, l’autore ne scava e studia l’essenza, incluse le tradizioni folkloristiche che hanno portato alla nascita di Babbo Natale: il fatto che debba essere salvato o il Sole non sorgerà più è un riferimento ai sacrifici per la festa del Sol Invictus. Tutto questo perché, come spiegato all’inizio del romanzo, “tutte le storie antiche, prima o dopo, parlano di sangue”, o come enuncia meglio il Corvo, “Comincia tutto con un sacrificio animale, qualche grossa bestia pelosa da mettere a morte, cose del genere.”

In più, a differenza di altre storie natalizie alle quali siamo abituati, gli antagonisti di questa storia sono propriamente malvagi. Non sono personaggi con cui ragionare, che devono capire il significato della festività o che devono redimersi. Sono persone malvagie e devono essere fermate.

I cosiddetti Revisori, entità ultraterrene che regolano l’Universo, vogliono Babbo Maiale morto perché fa parte della fantasia umana, e come tale non è “logico”. Gli umani devono perdere la fede e la fantasia per essere controllati. L’antagonista “fisico”, invece, è Mr. Teatime, un sicario senza pietà che accetta l’incarico non tanto per una questione di denaro, ma per mostrare di essere in grado di uccidere un’entità divina.

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Un protagonista atipico: Morte

Tornando al discorso sull’assurdo, quale immagine migliore per rappresentarlo di Morte che prende il posto di Babbo Natale? Chi ha già letto i libri di Mondo Disco sa già che la versione di Pratchett del Tristo Mietitore di Pratchett è diversa da numerose sue controparti letterarie. Si tratta di un’entità che semplicemente fa il suo lavoro, ma che dimostra anche una certa curiosità per gli strani fatti della vita.

Sembra dunque strano, a prima vista, che esso cerchi di impedire la dipartita di un’entità. Ma è proprio questo il fatto: Morte sa che se Babbo Maiale non esistesse più gli uomini perderebbero la speranza. E senza speranza si perderebbe anche il senso della vita.

Perciò lo vediamo volare sui tetti col suo aiutante Albert, che lo redarguisce sul suo lavoro, distribuire spade ai bambini semplicemente perché lo desiderano, affidare bambine povere e infreddolite alla Guardia Cittadina. Una rappresentazione inusuale, certo, ma che crea per questo un senso di inaspettato calore.

La coprotagonista Susan, d’altro canto, è una donna ferma e diretta, gentile quando serve e, quando no, pronta a picchiare con un attizzatoio i mostri sotto i letti dei bambini affidati a lei, minacciandoli di coprirli con coperte decorate con “coniglietti fluffosi“.

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Credere a cose false

Terry Pratchett, è bene saperlo, fa parte della cerchia di autori quali Neil Gaiman, Ursula K. Le Guin, Philip Pullman e altri che non solo non si vergognano di definirsi scrittori fantasy, ma ne vorrebbero, o avrebbero voluto, innalzare il genere alle più alte sfere della letteratura. Perché il potere dell’immaginazione e della fantasia è terribilmente potente.

Se abbiamo, da bambini, la capacità di credere in Babbo Natale, la Fatina dei Denti e la Befana, più avanti allora potremmo credere a cose altrettanto finte, come la generosità, la pietà e la giustizia. Tecnicamente parlando, non esistono. Parafrasando Morte, non vi sono atomi di bontà o molecole di altruismo, ciò nondimeno dobbiamo credere che ci siano. Questa è la morale umana: che sia Babbo Maiale o la Giustizia, per far sì che siano reali, dobbiamo crederci. In che altro modo possono diventare veri?

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Buona lettura, buona visione e buon Natale!

Se siete ancora in tempo, non attendete oltre e recuperate il romanzo, anche se siete neofiti di Mondo Disco. Altrimenti, se avete tre ore libere, potete godervelo come speciale televisivo nel fedele adattamento Sky.

Nel frattempo, da parte dello staff di SpaceNerd, una buona Hogswatch… ehm, un buon Natale a tutti!

E ORA RESTA UNA SOLA DOMANDA FINALE. SIETE STATI BUONI… O CATTIVI?
HO. HO. HO.

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Fin da bambino sono sempre stato appassionato di due cose: i romanzi fantasy e il cinema, passioni che ho coltivato nel mio percorso universitario, laureandomi al DAMS Crescendo hoi mparato a coltivare gli amori per i videogiochi, i fumetti e ogni altra forma di cultura popolare. Ho scritto per magazine quali Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, e ora è il turno di SpaceNerd di sorbirsi la mia persona!
Sono un laureato alla facoltà DAMS di Torino, con tesi su American Gods e sono in procinto di perseguire il master in Cinema, Arte e Musica.

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