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Oppenheimer, la recensione: come ho imparato a fregarmene e amare il film sulla bomba

Pubblicato

il

Oppenheimer

Oppenheimer

9.6

Scrittura

9.0/10

Regia

10.0/10

Comparto tecnico

10.0/10

Direzione artistica

9.0/10

Cast

10.0/10

Pros

  • Esperienza sonora e visiva
  • Qualità tecnica impressionante
  • Cast variegato e d'altissimo livello
  • Forse il miglior film del regista

Mettiamo le cose in chiaro. Sinceramente, considerando la pletora di film in uscita questa estate, ero davvero poco eccitato per l’arrivo al cinema di Oppenheimer, la nuova fatica dell’acclamato regista Christopher Nolan, che stavolta si è cimentato nel raccontare la vita del fisico Robert Oppenheimer, interpretato dall’attore irlandese Cillian Murphy, meglio conosciuto nel ruolo di Thomas Shelby nell’acclamata serie Peaky Blinders, nonchè della nascita del Progetto Manhattan e della conseguente ideazione della bomba atomica.

Un argomento non facile

Numerose sono le ragioni che mi avevano dissuaso nel voler vedere di nuovo Nolan al cinema, prima fra tutte il mio risentimento verso lo stesso regista britannico, in special modo dopo le delusioni di Tenet e Dunkirk. Non ho mai particolarmente apprezzato lo stile di Nolan in quanto l’ho sempre trovato eccessivamente convulso e allo stesso tempo vuoto, lo stesso sentimento di quando si guarda un’opera d’arte contemporanea a cui non fa particolarmente effetto per intenderci.

Inoltre, non sono mai stato un fan del genere biopic, in quanto non ho mai trovato filmicamente interessante vedere narrate le vite ordinarie di uomini e donne straordinarie quando il cinema ha il potenziale per aprire le porte alle più sfrenate fantasie e creare mondi e realtà che possiamo solo sognare. 

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Questo mio personale bias per il film biografico nasce anche dal fatto che questa categoria di film è molto portata per loscar bait, fenomeno nel quale durante la produzione di un film, soprattutto hollywoodiano, la major di turno fa di tutto per potersi accaparrare più nomination possibili per i prestigiosi premi Oscar, ingaggiando gli attori più richiesti o romanzando eccessivamente una storia vera per renderla più appetibile al pubblico e ai membri dell’Academy.

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Quindi, date queste premesse, non mentirò dicendo che sono andato a vedere Oppenheimer sorpattutto per il meme di Barbienheimer, che ormai da settimane spopola sui social e sta influendo molto positivamente a livello di marketing sia per gli incassi di Oppenheimer che di Barbie, che ormai si è consolidato film dell’anno.

Proprio per questo non ero pronto. Non ero preparato alla visione di un tale capolavoro di rara bellezza che, anche se ovviamente non mi farà mai rivalutare completamente lo stile di Nolan e il genere biopic, posso senza remore considerare un piccolo gioiello del genere, nonché uno dei film più riusciti di Christopher Nolan e, in generale, uno dei più bei film di quest’anno, se non del decennio.

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Un dramma storico esplosivo

È impressionante come Nolan sia riuscito a rendere appassionante tre ore di costanti conversazioni di fisica quantistica restando comunque fedele al suo stile elegante e visivamente sbalorditivo e che allo stesso tempo lo abbia reso funzionale alla narrazione delle vicende raccontate sullo schermo.

Come ho detto in precedenza, lo stile di Nolan può essere allo stesso tempo appagante e vuoto, ma in questo caso l’editing, il montaggio e la suddivisione costante in piani continui rende il ritmo del film, in particolare durante la fine, molto più veloce e, strano a dirlo, adrenalinico, specie se si considera che  l’arco temporale analizzato nella vita di Oppenheimer dura diverse decadi e mai una volta la pesantezza si fa sentire.

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Come si è già visto con Tenet e Memento, a Nolan piace molto giocare con lo spazio-tempo filmico e le informazioni diegetiche e anche con Oppenheimer si ripresentano le stesse sensazioni. Per tutta la durata del film viene costruita magistralmente la figura storica e psicologica di Oppenheimer attraverso molteplici punti salienti della vita del fisico ebreo, che alla fine del film permetteranno allo spettatore di avere quasi un quadro completo del controverso scienziato.

Oltretutto, sempre in pieno stile di Nolan, nel film concorrono due filoni narrativi (la vita di Oppenheimer e la nascita della bomba atomica) che si intrecciano a vicenda ed hanno due climax separati fra loro, ma che contribuiscono a dare un finale emozionalmente potente. Il primo climax, in particolare, è letteralmente un’esperienza audiovisiva che può solo essere descritta come una struggente cacofonia di sofferenza.

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Il confine tra sogno e realtà

Da sottolineare poi l’utilizzo particolare della fotografia. Nolan compie infatti la scelta dicotomica di girare metà delle vicende narrate con una fotografia in bianco e nero, mentre l’altra metà invece girata a colori, in modo da sottolineare la realtà storica che si contrappone alle visioni soggettive e, in certi tratti, oniriche e allucinogene, che si creano nella mente di Oppenheimer anche attraverso continui e conturbanti rimandi visivi e sonori ripetuti per tutta la durata del film.

Parlando di audio, è inutile negare che ogni film di Nolan risulta un’esperienza sonora e anche in questo caso la colonna sonora curata dal compositore svedese Ludwig Göransson, già autore delle colonne sonore di Tenet e che ha curato quelle della saga di Creed e di Black Panther, risulta un’opera magistrale che riesce a mantenere costantemente l’energia e l’embargo emotivo delle scene di un film con distinti signori discutono di molecole, anche con solamente delle semplici urla o col suono delle gocce di pioggia che cadono.

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Grandi attori per grandi uomini

Tuttavia, l’elemento che in assoluto più mi ha stupito di Oppenheimer è la troupe stellare di attori e le loro rispettive performance. Non che ci fosse da stupirsi, visto il cast d’eccezione che è stato rivelato ormai tempo fa, ma è proprio la mole di attori che interpretano, anche inaspettatamente, determinati personaggi quello che lascia a bocca aperta.

Il consiglio per una migliore esperienza è quasi di entrare in sala a scatola chiusa se si vuole godere dell’effetto sorpresa dei numerosi reveal e camei che poterebbero rivaleggiare se paragonati a quelli proposti dal Marvel Cinematic Universe, soprattutto se si è appassionati di cinema, di storia e di fisica.

Un capolavoro moderno senza sbavature

In definitiva, questo film è stato per me una vera e propria rivelazione, una piacevole scoperta che merita di per sè diverse visioni solo per alcune sequenze che spero faranno discutere per diverso tempo chi avrà il coraggio di vedere Oppenheimer.

A mio avviso Christopher Nolan non sarà forse il migliore regista di Hollywood, ma per Oppenheimer senza ombra di dubbio si è superato, e non nego che si possa ritenere questo film il suo magnum opus. Se amate Nolan, amerete alla follia Oppenheimer. Se invece lo disprezzate, forse allora cambierete opinione su di lui. Almeno per me è andata così.

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Giornalista freelance e articolista a tempo perso, penso che anche i film, fumetti e videogiochi hanno qualcosa da raccontare se si scava un pò più in fondo e non ci si ferma alla semplice copertina.

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