Il 2020 non è stato sufficientemente drammatico per voi? Volete iniziare il nuovo anno con il cuore infranto e con qualche altra lacrima versata? Allora questa classifica è il posto giusto per voi.
In questo articolo vi illustrerò 5 Anime drammatici consigliati alla visione che potete trovare sulla piattaforma di streaming Crunchyroll, che per quanto mi riguarda ho trovato molto emozionanti e in alcuni casi riescono a presentare qualche spunto di riflessione per lo spettatore. In ogni caso, se invece volete farvi qualche risata per rimediare a tutto ciò che è successo, vi rimando all’altra mia guida sui 5 Anime Slice of Life da guardare su Crunchyroll.
Se siete ancora qui, preparate la scatola di fazzolettini e cominciamo con questa carrellata di Anime.
Il diciottenne Tsukasa Mizugaki ha fallito gli esami di ammissione all’università, ma dopo aver tirato le fila, riesce ad ottenere un lavoro presso la Sion Artificial Intelligence Corporation. L’azienda è responsabile della creazione di “Giftias“, androidi altamente avanzati che sono quasi indistinguibili dagli umani normali. Tuttavia, a differenza degli umani, i Giftia hanno una durata massima di 81.920 ore, ovvero circa nove anni e quattro mesi. Il Terminal Service One, la stazione a cui è stato assegnato Tsukasa, è responsabile della raccolta dei Giftia che hanno raggiunto la data di scadenza, prima che perdano la memoria e diventino ostili.
Subito dopo essersi unito al Terminal Service One, Tsukasa stringe una relazione con una bellissima Giftia di nome Isla. Lei è una veterana del Terminal Service ed è considerata la migliore nei recuperi di Giftia, contrariamente a quanto farebbe pensare la sua figura minuta e la natura placida. Il tempo però è fugace e Tsukasa deve fare i conti con i suoi sentimenti per Isla prima che il suo tempo scada. Non importa quanto qualcuno lo desideri, niente dura per sempre.
Ambientato in un futuro non troppo lontano, Plastic Memories è un anime che ci pone davanti alla tematica delle intelligenze artificiali e di come possono diventare estremamente simili agli essere umani, e di conseguenza apprendere le loro emozioni. Isla e tutti gli altri Giftia cercheranno di costruire una vera e propria relazione con il proprio “master”, cercando di essere il più umani possibile, anche se consapevoli della loro vera natura, e soprattutto del loro breve tempo di vita.
In tutto ciò, Isla deve fare i conti con una delle emozioni più “articolate”, se così si può dire, degli umani: l’amore. Durante la serie, la nostra protagonista cercherà di comprendere al meglio quelle che a primo acchito sono emozioni troppo forti per una intelligenza artificiale, per cercare soprattutto di non legare troppo con gli umani a causa del breve tempo di vita che loro stessi hanno. Dall’altra lato, Tsukasa cercherà in tutti i modi di trascorrere più momenti possibili con Isla, per farle vivere un’ esistenza felice fino all’ultimo attimo.
Dal punto di vista tecnico e grafico non c’è troppo dire, questo anime è molto piacevole da guardare e le sigle di aperture e chiusura un pò malinconiche sono quel tocco finale che rendono questa serie un’ottima opera da visionare.
Mettendo la sua vita in pericolo per salvare il mondo, Willem Kmetsch lascia i suoi cari e si mette a combattere un misterioso mostro, e anche se ne esce vittorioso, viene congelato nel ghiaccio. È durante il suo gelido sonno che le terrificanti creature note come “Bestie” emergono sulla superficie terrestre e minacciano l’esistenza dell’umanità. Willem si risveglia 500 anni dopo, solo per ritrovarsi l’unico sopravvissuto della sua razza mentre l’umanità è quasi del tutto stata spazzata via.
Insieme alle altre razze sopravvissute, Willem si rifugia sulle isole fluttuanti nel cielo, vivendo nel terrore delle Bestie sottostanti. Vive una vita di solitudine e fa solo lavoretti per tirare avanti. Un giorno, gli viene dato il compito di essere un custode di un magazzino di armi. Senza pensarci, Willem accetta, ma presto si rende conto che queste armi sono in realtà un gruppo di giovani fate. Sebbene abbiano ogni somiglianza con gli umani, non hanno alcun riguardo per la propria vita, identificandosi come semplici armi da guerra. Tra loro c’è Chtholly, che è quella più disposta a sacrificarsi se questo significa sconfiggere le Bestie e garantire la pace.
Willem diventa una sorta di figura paterna per le giovani fate, vegliando su di loro con affetto e sostenendole in ogni modo possibile. Lui, che una volta combatteva così coraggiosamente in prima linea, ora può solo sperare che quelle inviate in battaglia tornino sani e salvi dai mostri che hanno distrutto la sua specie.
WorldEnd, per quanto mi riguarda, ha molti punti in comune con l’anime precedente, soprattutto dal punto di vista delle vicende drammatiche e di come si sviluppa la trama. Il concept è la caratteristica più diversa, siccome in questo caso parliamo di un’ambientazione fantasy ed estremamente irreale; gli androidi muniti di AI che aiutano le persone di Plastic Memories, sono di fatto sostituiti da fate munite di “super poteri” utilizzate come vere e proprie armi da guerra. La relazione che intercorre tra Willem e Chtholly diventerà sempre più forte nel tempo e col passare delle vicende entrambi diventeranno sempre più consapevoli nel volersi sacrificare, nel caso in cui la vita dell’altro sia in pericolo, per poterlo salvare.
In questo anime in generale si respira di più un’atmosfera di tristezza che riguarda soprattutto i nostri protagonisti, grazie soprattutto all’ambientazione post-apocalittica in cui è collocato.
Il punto forte di WorldEnd per quanto mi riguarda, è la sua Soundtrack. Poche volte nelle mie innumerevoli visioni mi è capitato di ascoltare musiche e melodie perfettamente adattate al momento e alle ambientazioni. Inoltre, diversi brani sono stati ripresi da vere e proprie sonate della storia medievale inglese (Scarborough Fair è l’esempio più lampante, che è stata utilizzata in questo anime e cantata da Tamaru Yamada).
In generale se siete degli apprezzatori del genere fantasy e di quello drammatico, questo anime non ve lo dovrete far scappare assolutamente.
Piena di un travolgente senso di meraviglia per il mondo che la circonda, Mari Tamaki ha sempre sognato ciò che si trova oltre i confini dell’universo. Tuttavia, nonostante nutra tali grandi aspirazioni all’interno, la sua paura dell’ignoto e l’ansia per i suoi possibili limiti l’hanno sempre trattenuta dal rincorrerli. Ora, al secondo anno di liceo, Mari è più determinata che mai a non lasciare che la sua giovinezza vada sprecata. Tuttavia, la paura continua a impedirle di compiere quell’ambizioso passo avanti, almeno fino a quando non avrà un incontro casuale con una ragazza che ha grandi sogni tutti suoi.
Spinta dalla scomparsa di sua madre, Shirase Kobuchizawa ha lavorato duramente per finanziare il suo viaggio in Antartide. Nonostante venga derisa da quasi tutti, Shirase è determinata a intraprendere questa spedizione per cercare sua madre in un luogo più lontano dell’universo stesso. Ispirata dalla determinazione di Shirase, Mari coglie l’occasione per unirsi a lei. Ben presto, i loro sforzi attirano l’attenzione della frizzante Hinata Miyake, desiderosa di distinguersi, e di Yuzuki Shiraishi, una ragazza educata di alto livello. Insieme, salpano verso il gelido sud.
Sora yori mo Tooi Basho segue l’affascinante viaggio di quattro ragazze energiche, tutte alla ricerca di qualcosa di grande.
Ogni tanto nella nostra vita può nascere in noi il desiderio di fare un viaggio… un viaggio lontano dalla nostra quotidianità e dalle nostre abitudini; un viaggio per far maturare quella che è la nostra persona, per lasciarci alle spalle i brutti ricordi del passato e cominciare a pensare in grande, al futuro.
A Place Further than the Universe racconta le vicende di quattro ragazze e del loro “viaggio” verso il lontano Polo Sud. Considerato uno dei miglior anime del 2018 e vincitore di diversi riconoscimenti, questa serie è sicuramente una perla che dovreste vedere il più presto possibile nel caso in cui non l’avreste ancora fatto. Durante la visione vi ritroverete probabilmente a fare diverse riflessioni e alla fine sarete di sicuro più sicuri sulle vostre convinzioni e sulle vostre prospettive.
In questo anime non mancano elementi comici, che riescono a smorzare perfettamente l’atmosfera e a farci fare qualche risata ogni tanto. Di rilievo anche il comparto tecnico, grazie ad un character design che non si vede tutti i giorni, semplice ma ben articolato nei tratti.
Uno spazio fluttuante senza gravità dove un numero infinito di luci risplende in diversi colori: la “Scatola della Saggezza“. All’interno di questa scatola, coesistono più mondi, più linee temporali e la presenza di molte persone diverse del passato. Qui è dove Dual e Dorothy stanno combattendo contro nemici chiamati “Virus”. I mondi infettati dai virus devono essere cancellati; questo è il dovere, il lavoro di queste ragazze.
Tuttavia, un giorno, Dual e Dorothy sentono la presenza di un nuovo Virus. Arrivati sulla scena, vedono una ragazza attaccata da esso. Dopo aver salvato la ragazza, i due aspettano che si svegli in modo da poter chiedere chi è, da dove viene e dove sta andando. Alla fine, quando la ragazza riapre gli occhi, pronuncia il suo nome, Rimo, e sussurra una sola frase … “Devo tornare al campo fiorito …”
Preso in considerazione da pochissime persone della community, Garakowa è probabilmente uno dei film più sottovalutati del mondo anime in generale e sulla piattaforma Crunchyroll. Garakowa è una storia di Utopia, di mondi alternativi e di un’esistenza perfetta che l’uomo ha sempre cercato durante la sua esistenza.
La Scatola della Saggezza è il luogo principale dove è ambientato la maggior parte del film, un luogo mistico, misterioso e affascinante, dove le nostre tre protagoniste ci accompagneranno in questo breve percorso alla ricerca della verità. Per quanto all’inizio, di fatto, l’anime possa procedere un pò lentamente, dopo non troppo tempo verremo letteralmente travolti da diversi avvenimenti che completeranno i nostri dubbi sul svolgimento della trama. Si può dire che, più ci si avvicina alla conclusione del film, più ci si avvicina alla vera verità della storia e di cosa sia veramente successo.
L’impatto emotivo è ovviamente presente, soprattutto alla fine, quando probabilmente ci saremo affezionati ai nostri protagonisti, anche se ci hanno tenuto compagnia per poco tempo.
Dal punto di vista grafico la serie non delude affatto. I paessaggi e gli ambienti dell’anime sono rappresentati magnificamente e si adattano perfettamente al contesto del film. Inoltre il character design semplice ma “puccioso” dei personaggi permette di godere ancora di più dell’opera.
Sulla piattaforma potrete trovare anche una breve intervista del regista del film, che risponde ad alcune domande su come sia stato realizzato il film e cosa lo ha spinto a realizzarlo.
Subaru Mikazuki è un autore di romanzi gialli di 23 anni, una persona introversa e timidamente goffa. Preferisce di gran lunga restare a casa a leggere un libro piuttosto che uscire e interagire con gli altri. Esacerbando ulteriormente questa vita di solitudine, i suoi genitori sono tragicamente morti in un incidente molti anni fa, lasciandolo solo al mondo.
Un giorno, mentre fa offerte sulla tomba dei suoi genitori, Subaru incontra un piccolo gatto grigio e bianco di nome Haru, che finisce per portare a casa con lui. Subaru, tuttavia, non si è mai preso cura di nessun altro nella sua vita: può riuscire a prendersi cura di un gatto? Haru è grata a Subaru, perché le dà tutto il cibo che vuole, un lusso per un gatto abituato a una vita dura per strada, ma lei nota che Subaru non riesce nemmeno a prendersi cura di se stesso! Starà bene con questo stupido?
My Roommate is a Cat racconta la storia di un’improbabile amicizia tra un essere umano e un gatto che cercano di favorire un’intesa tra loro.
My Roommate is a Cat, per quanto possa risultare anonimo a prima vista dalla trama, riesce in verità a mischiare perfettamente elementi comici, di Slice of Life e ovviamente diversi momenti un po’ tristi e strappalacrime. Le vicende quotidiane dei nostri protagonisti saranno spesso soggette a ricordi del passato, tristi e malinconici, che adesso devono essere affrontati.
Molto interessante la scrittura dei singoli episodi, in ognuno di essi la prima metà viene raccontata dal punto di vista di Subaru per poi passare da quello di Haru, accompagnato da una voce carina e pucciosa per esprimere le emozioni e le sensazioni del nostro amico felino.
Dal punto di vista tecnico risalta soprattutto il character design della piccola Bari, che ha fatto innamorare diverse persone a questo simpatico micetto per il suo grazioso aspetto.
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