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Disincanto: “un futurama” che non ce l’ha fatta

Disincanto è l’ultima fatica del genio Matt Groening, autore degli immortali Simpson e Futurama, disponibile su Netflix dal 17 agosto.
Lo dico da subito, questo cartone (a meno che non si riprenderà con la seconda stagione) è il punto più basso che Groening potesse raggiungere nella sua carriera.
Giudicare una serie animata solo dalla prima stagione non è saggio, ma parliamo di un uomo con decenni di esperienza alle spalle, creatore di cartoni animati che spaziano tra satira, avventura e semplice umorismo demenziale; avere alte aspettative dal secondo episodio è il minimo.

I punti forte di questa serie si concentrano principalmente sul lato tecnico: i disegni, le animazioni, i paesaggi, ci catapultano in un mondo solo all’apparenza fiabesco.
Vedendo subito i personaggi infatti capiamo come non c’è nulla di fatato: troviamo elfi che odiano la troppa dolcezza e fatine prostitute, tutti personaggi con caratteristiche “reali” in un mondo convenzionalmente creato per bambini.
(Ovviamente il metro di paragone per le animazioni sono le altre serie targate Netflix, note per non essere visivamente all’altezza della serie stessa).

Quello che ho trovato fastidioso in questa serie è che si propone come serie comica, non avendo nulla però di comico.
Da qui il titolo “Un Futurama che non ce l’ha fatta”: in Futurama, Groening è riuscito a unire avventura e comicità, in Disincanto è tutto sbagliato, nonostante i presupposti fossero buoni: i personaggi della serie targata Netflix, così come le ambientazioni, sono ben studiate e hanno un potenziale unico, è il modo in cui si è costruito intorno ad essi ad aver rovinato tutto.
Trovo sbagliati i tempi delle battute, le pause e lo svolgersi della trama in generale: nonostante ogni episodio sia ricco di eventi che si susseguono velocemente, quei 30 minuti sembrano non passare mai.

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Oltre alla comicità, anche le scene di avventura sono stupide.
Penso che questo sia voluto, togliendo “epicità” alle scene in favore di una comicità che, purtroppo, non esiste.
Ad esempio il demone Luci ha in teoria ogni potere che un demone ha, molte situazioni si sarebbero potute risolvere grazie al suo intervento.
Questo non accade perchè lui è volutamente trattato come un simil-mortale per creare situazioni comiche, che purtroppo non esistono.
Un altro paragone che posso portarvi è la quinta stagione di Futurama, quando gli alieni si fanno regalare la terra con l’inganno, messa a confronto con l’episodio 5 di Disincanto, quando i vichinghi invadono il castello durante la festa fatta da Bean.
Non penso sia necessario spiegare quale sia migliore, sia dal punto di vista dell’azione che della comicità.


Disincanto purtroppo si affossa da sola, non riuscendo ad essere quello che dice di voler essere. Spero tanto in una seconda stagione, anche se, come già detto, Matt Groening ha come esperienza di satira e parodia i Simpson e come esperienza di avventura Futurama, sbagliare con questa nuova serie è stato imperdonabile.

P.S.: Sbaglio o Elfo aveva rinunciato per sempre ai dolci, dicendo di essersi stancato? Perché allora nel quinto episodio si fa incantare dalla dolcezza di una casetta di marzapane? Potrei essere io ad aver perso qualche passaggio, ma questa sembra un’incongruenza di trama.

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Marco Cascone

Amo il cinema, i videogiochi e la pizza. Fondatore di SpaceNerd🖖

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  • Nel primo episodio, quando Elfo lascia la sua casa, attraversa anche un campo di battaglia e chiede proprio cosa sia la guerra. Nel nono episodio, Elfo torna a casa con Bean e Luci per sapere di più sulle sue origini; vengono seguiti dai soldati, parte lo scontro e gli Elfi sono più che preparati per la guerra!
    Altra incongruenza di trama

Pubblicato da
Marco Cascone
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