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Asadora! n. 1 di Naoki Urasawa, la recensione

Pubblicato

il

Asadora

Asadora! 1

7.50
8.7

Sceneggiatura

9.0/10

Disegno

9.0/10

Cura editoriale

8.0/10

Pros

  • Tanta carne al fuoco sin da subito
  • Disegni vivi ed espressivi
  • Caratterizzazione dei personaggi minuziosamente curata
  • Naoki Urasawa

Cons

  • Il rapporto qualità/prezzo non è dei migliori
  • Ancora presto per dare un giudizio conclusivo sulla bontà dell'opera

Asadora!, il nuovo manga di Naoki Urasawa, è finalmente disponibile anche in Italia

Quando si parla di manga (e di mangaka) che hanno contribuito allo sviluppo di questo di media, ci sono alcuni nomi ricorrenti impossibili da ignorare. Il primo è sicuramente Osamu Tezuka, il dio dei manga, colui che ha contribuito con le sue opere a sdoganare il fumetto giapponese presso un pubblico più ampio, fino a farlo diventare un aspetto caratterizzante della cultura nipponica.

Dopo Tezuka, il secondo nome che non può assolutamente mancare è quello di Naoki Urasawa. Urasawa, che da bambino era un grande appassionato dei lavori di Tezuka, una volta cresciuto diventerà dapprima il suo assistente, e poi il suo più degno discepolo; grazie al suo talento per il disegno e alla capacità di creare storie complesse e personaggi profondi, Urasawa nobilita il manga, regalandogli nuove vette qualitative mai raggiunte prima.

Opere come Monster, 20th Century boys, Pluto e il più recente Billy Bat sono considerate a pieno titolo tra i migliori manga mai realizzati, ed è quindi facile comprendere l’entusiasmo che si crea ogni volta che Urasawa mette mano alla sua matita per disegnare una nuova opera. Scopriamo in questa recensione se Asadora!, pubblicato da Planet Manga, è riuscito a soddisfare le aspettative oppure se, col passare degli anni, anche Naoki Urasawa abbia iniziato a perdere colpi.

Asadora Urasawa

 

La bambina dimenticata da tutti

Asadora! si apre mostrandoci una scena inquietante: nel 2020, la città di Tokyo è completamente invasa dalle fiamme, con un’enorme figura nera che emerge da esse (un Kaiju?), minacciando la città e lo svolgimento delle Olimpiadi. Questa disgrazia pare essere collegata a un altro evento avvenuto nel 1959 nella zona portuale di Nagoya. Da qui prende piede il manga e facciamo la conoscenza di Asa Asada, la protagonista di questa storia. All’epoca una bambina, Asa fa parte di una famiglia povera ma numerosissima: ben 10 fratelli, con un undicesimo sul punto di nascere.

Asa, incaricata di andare a chiamare il ginecologo per la madre, si ritrova a dover scappare da una terribile tempesta scatenata da un tifone in procinto di abbattersi sulla terraferma (fatto realmente accaduto tra il 21 e il 28 Settembre 1959, ndr). La fortuna però non è dalla parte di Asa, che tornando verso casa, nota un ladro uscire attraverso la finestra di un’abitazione. Il ladro, tale Kasuga, messo con le spalle al muro, rapisce la bambina, anche con la speranza di ottenere un riscatto, scambiandola per la figlia di un medico.

Asadora

L’interazione tra Asa e Kasuga però non si ferma qui. Dal dialogo tra i due, veniamo infatti a conoscenza di numerosi tratti che identificano il rapitore come una persona disperata: analogamente ad altri personaggi nelle storie di Urasawa, si ritrova in quella situazione spinto dalla perdita di tutto ciò che aveva in precedenza: licenziato dal suo posto di lavoro ingiustamente, non riesce a trovare un altro impiego stabile, ed è molto probabile che a breve la strada divenga la sua nuova dimora.

Sarà il dialogo con Asa a far rinsavire l’uomo dalla sua follia, portandolo a pentirsi e a cercare di rimediare ai suoi errori, aiutando le persone in difficoltà dopo che il tifone ha completamente sommerso tutto il porto e l’area circostante. Asa, nonostante venga spesso dimenticata da chi gli sta intorno (a suo dire “a causa del nome estremamente banale”) non si abbatte, portando in sé quel barlume di speranza tipico dei bambini di Urasawa; attraverso la loro innocenza riescono a far redimere coloro caduti nel baratro, facendoli diventare delle versioni migliori di loro stessi.

Andare oltre sarebbe eccessivo e a quel punto potreste quasi fare a meno di comprare il volume. Come avrete potuto intendere, sin da subito Urasawa non si risparmia, mettendo tanta carne al fuoco. Cos’è la figura vista all’inizio? Qual è il collegamento tra le due disgrazie? Come continuerà la storia di Asa e della sua famiglia? Di curiosità per sapere come andrà a finire Asadora! ce n’è molta. Se da un lato è decisamente prematuro giudicare la trama, la caratterizzazione dei personaggi di Asa e del rapitore lascia intendere che il maestro non ha perso lo smalto delle opere precedenti.

Asadora

Anche i disegni vanno sicuramente annoverati tra i pregi di Asadora!: Urasawa, mantenendo il suo stile inconfondibile, riesce a dare vita alle sue tavole, utilizzando disegni sporchi, dinamici e carichi di espressività, in grado di trasmettere le emozioni dei personaggi anche senza l’utilizzo dei testi.

Per quanto riguarda l’edizione propostaci dall’editore, Planet Manga ha optato per un volume di 13×18 cm, dotato di sovraccoperta cartonata e immagini a colori, al prezzo di 7,50€ (lo stesso di 20th Century Boys e Pluto); si tratta sicuramente di una buona edizione, anche se un po’ carente nel rapporto qualità/prezzo rispetto alla concorrenza. La traduzione, infine, non presenta strafalcioni, rimanendo costante su buoni livelli lungo il corso di tutto il volume.

Questo primo volume di Asadora! è dunque un acquisto fortemente consigliato, soprattutto per coloro che hanno già letto altre opere di Urasawa prima di questa, che troveranno elementi familiari con le altre opere del maestro, ma che sembrerebbero andare a svilupparsi in una chiave più soprannaturale, riprendendo un po’ quindi il filone inaugurato con Billy Bat. Per chi invece si approccia per la prima volta a questo autore, si consiglia di partire prima da uno dei suoi manga già conclusi, in particolare da Monster, un’opera che rappresenta un punto di partenza perfetto anche per chi non ha mai letto un manga.

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Asadora! n. 1 di Naoki Urasawa, la recensione 7

Nato praticamente con il pad in mano, ho iniziato a giocare sin dalla primissima età. Crescendo però è stata la Nintendo a dettare legge nella mia vita videoludica, per poi riavvicinarmi al multipiattaforma solamente con la PS4. Nonostante la propensione per il mondo del gaming, non disdegno altre forme di intrattenimento quali fumetti, cinema o serie TV.

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