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Recensione The Last of Us, stagione 1: grande serie o moda passeggera?

Pubblicato

il

the last of us

The Last of Us Stagione 1

8.4

COMPARTO TECNICO

9.0/10

CAST

9.0/10

SCRITTURA

8.0/10

REGIA

8.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

8.0/10

Pros

  • qualità registica
  • cast di prim'ordine
  • contenuti che ampliano la storia originale
  • serie adatta a chi non ha mai giocato al gioco

Cons

  • eccessiva fedeltà al materiale originale
  • pacing un pò troppo veloce negli ultimi episodi
  • qualche ingenuità di sceneggiatura

Fin dalla sua uscita nel 2013, il videogioco prodotto dalla Naughty Dog The Last of Us, scritto e diretto da Neil Druckmann, ha conquistato il cuore della critica e del pubblico, riuscendo a vincere centinaia di premi e rimanendo fino ad oggi uno dei migliori titoli Playstation e classificandosi come uno dei migliori videogiochi di tutti i tempi secondo parte della critica.

Considerato il forte contenuto narrativo del gioco, era naturale che prima o poi si sarebbe annunciato un adattamento per il cinema o per il piccolo schermo e infatti, nel 2020, l’emittente televisiva HBO, famosa per la qualità dei suoi contenuti (si pensi a I Soprano o The Wire) ne annunciò la serie televisiva. Pedro Pascal e Bella Ramsey (già visti nella serie tv Il Trono di Spade) avrebbero interpretato i ruoli del burbero Joel e della sarcastica Ellie con Craig Mazin, ideatore della miniserie HBO Chernobyl, come showrunner.

Sfruttando l’onda del successo delle serie televisive tratte da videogiochi (come le fortunate serie Netflix Arcane e Castlevania) già dal primo episodio si sono registrati ascolti da record, cresciuti esponenzialmente fino al finale della serie, uno dei più visti nella storia della televisione. Ma il trionfo di The Last of Us è solo il fenomeno del momento oppure risulta effettivamente una serie di qualità? Scopriamolo insieme.

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Una bellezza apocalittica

Partiamo innanzitutto ad analizzare i set e la scenografia della miniserie, che ricalcano in maniera pedissequa la controparte videoludica, ricreando in ogni minimo dettaglio gli scenari post apocalittici causati dal fungo Cordyceps. Inoltre, anche l’utilizzo sapiente delle luci e della fotografia contribuiscono a rendere la serie molto più realistica rispetto al videogioco, in quanto riescono a trasmettere la crudezza e il cinismo del mondo e dei personaggi di The Last of Us.

A proposito di questi ultimi, nella serie ogni attore riesce a mettere in luce la personalità del rispettivo personaggio che stanno interpretando, dando modo allo spettatore di immedesimarsi in loro anche se la durata della parte è relativamente breve. Ovviamente le performance di Pedro Pascal e Bella Ramsey spiccano in quanto non solo rivestono le parti dei personaggi protagonisti, ma riescono a mettere in scena anche la loro personale interpretazione di Joel e Ellie.

Il Joel della serie tv infatti è ancora un tipo minaccioso e solitario, ma presenta anche delle vulnerabilità che nel videogioco non vengono fatte vedere così bene, il che rende la sua personalità molto più realistica. Stessa cosa si può dire della Ellie interpretata da Bella Ramsey, che nell’adattamento manifesta un comportamento più malizioso e irriverente, aspetto che dà più leggerezza alla serie e che viene utilizzato per controbilanciare la brutalità degli eventi che l’affiatato duo deve affrontare durante la loro attraversata negli spazi desolati degli Stati Uniti. 

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Alcune imperfezioni

Ad ogni modo, malgrado la buona sceneggiatura, le prestigiose performance e la superba regia, la serie tv non è certo esente da pecche. Quella che limita più di qualsiasi altra la serie tv di The Last of Us è proprio nella sua natura intrinseca, cioè il suo essere un adattamento di una storia così ben riuscita e conosciuta.

Chiunque si sia mai approcciato al gioco sa già che cosa si aspetta, in quanto conosce ogni dettaglio, ogni svolta di trama e questo fattore lenisce l’intrattenimento dello spettatore più informato. Non a caso, gli episodi che hanno riscontrato più successo sono quelli che presentavano contenuti non presenti, o a malapena accennati, nel videogioco, come ad esempio la storia d’amore di Bill nel terzo episodio, o lo stralcio di quotidianità prima dell’apocalisse parassitaria che riempie gran parte del primo episodio, oppure ancora il flashback del secondo episodio che mostra come l’infezione ha preso piede nel mondo.

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Questi momenti hanno colto alla sprovvista chiunque e hanno sorpreso per la loro originalità nel raccontare episodi inediti ma sempre attinenti alla realtà di The Last of Us, dando prova agli sceneggiatori di dimostrare cosa voglia dire saper fare worldbuilding.

Purtroppo però questi momenti sono contenuti solo nei primi episodi, e infatti le restanti puntate risultano molto più fedeli al videogioco e presentano anche un pacing molto più veloce. Tra tutti quello che ne risente di più è proprio l’episodio finale, forse il meno interessante fra tutti, tanto che lo spettatore meno attento può fare fatica a metabolizzare tutto quello che sta accadendo. Un vero peccato visto che il finale del primo capitolo di The Last of Us è uno dei momenti più importanti dell’intera saga.

Altro difetto dell’opera, ma che generalmente ogni produzione cinematografica e televisiva mainstream presenta, risulta nell’apparente ingenuità nella sceneggiatura della serie dal momento in cui si parla del tema centrale di The Last of Us, cioè il rapporto tra Joel e Ellie. Se nel videogioco sono spesso le azioni del giocatore che dicono più delle parole, nella serie manca questa sottigliezza e viene sempre fatto ricordare all’audience, anche verbalmente, quanto sia importante per Joel ricominciare a fidarsi del prossimo e a proteggere le persone che ama a un livello quasi ridondante nel lungo periodo.

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Per chi è adatta questa serie?

A nostro avviso tuttavia, questi difetti non sono assolutamente percepiti da chi non ha mai giocato a The Last of Us, e infatti la serie televisiva risulta estremamente adatta per i neofiti o per gli spettatori più casual rispetto che ai gamer più navigati.

Consigliamo quindi la serie soprattutto a chi vuole approcciarsi a questo affascinante franchise in quanto, oltre alle già note qualità tecniche, dà una buona infarinatura del mondo creato da Neil Druckmann, mentre per chi invece cerca una qualche espansione del videogioco che ha giocato, probabilmente ne rimarrà un pò deluso.

Non ci resta che omaggiare ancora una volta gli studi HBO per la piccola perla che in questi mesi ci ha fatto compagnia ed emozionato, e che ha permesso di rendere The Last of Us ancora più popolare. Infine incrociamo le dita per l’adattamento del secondo videogioco nelle prossime stagioni perchè ne vedremo delle belle.

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Giornalista freelance e articolista a tempo perso, penso che anche i film, fumetti e videogiochi hanno qualcosa da raccontare se si scava un pò più in fondo e non ci si ferma alla semplice copertina.

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