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Starfield: Shattered Space, La recensione

A poco più di un anno dall’uscita della propria epopea a tema spaziale, Bethesda riaccende i fari su Starfield, col primo DLC a forti tinte horror sci-fi, denominato Shattered Space. Il DLC arriva a coronamento di un anno ricco di aggiornamenti che hanno smussato il gioco in molteplici aspetti. Per la precisione, è l’aggiornamento di Maggio che ha portato con sé migliorie e cambiamenti davvero significativi, a partire da migliorie grafiche e di polishing che permettono una miglior fruizione del titolo, per passare a nuove opzioni di regolazione delle meccaniche di gioco, le quali possono essere modellate in molteplici aspetti, per offrire al giocatore un’esperienza quanto più personalizzata ed appagante possibile.

Tra le novità più apprezzate abbiamo sicuramente un miglioramento della personalizzazione della propria nave spaziale, così come degli avamposti, che aggiunge ancor più elementi in grado di far sbizzarrire il giocatore, con un tool di creazione sempre più profondo. Anche l’introduzione del primo veicolo terrestre, a lungo richiesto dai giocatori, porta con sé una variazione delle fasi esplorative molto interessante.

La novità più grossa riguarda assolutamente l’introduzione delle Mod della community. Nella sezione dedicata è possibile trovare, oltre a miglioramenti estetici di praticamente ogni elemento del gioco, anche mini-avventure ed esperienze peculiari. Shattered Space si va ad inserire in un mosaico di novità che dimostrano l’assoluto impegno di Bethesda nel supportare attivamente il proprio titolo, per renderlo lo ‘’Skyrim nello spazio’’ che tanto hanno voluto.

Dal macro al micro: Shattered Space ha un focus molto preciso

Se al lancio del titolo, la casa di sviluppo ha puntato sulla vastità del mondo di gioco che ha voluto donare ai videogiocatori, Shattered Space inizia forse una nuova era di Starfield, ovvero quella dove soffermarsi sui dettagli che questo grande contenitore stracolmo di storie, personaggi, casate, luoghi inesplorati e fazioni in lotta ha da offrire.

Per la precisione, andremo ad esplorare i misteri della casata Va’ruun, fiera seguace del culto del Grande Serpente, potendo esplorare i sinistri luoghi del loro pianeta natale, Va’ruun’kai. Il progetto di esplorazione di alcuni aspetti specifici del titolo va anche oltre il videogioco, visto che possiamo già capire qualcosa dell’avventura che andremo ad intraprendere, grazie ad un corto animato di pochi minuti. Tale corto mostra come una catastrofe, dovuta ad uno strano esperimento ad opera dei Va’ruun, abbia messo in ginocchio la cittadella di Dazra, innescando alcuni eventi che, anche per il mondo fantascientifico di Starfield, possiamo definire paranormali, e che ci proiettano nella trama di Shattered Space.

Ci muoveremo per Va’ruun’kai in una atmosfera surreale, dove sembra che uno squarcio dimensionale abbia permesso a creature spaventose di invadere il pianeta, mettendo in ginocchio la popolazione. Anche l’intera casata devota al Grande Serpente è in serio pericolo, divisa tra il dover sopravvivere a questa minaccia e il contenere le lotte di potere che questo evento ha generato.

Con questo DLC, Bethesda ci tiene a ribadire che non vi sono luoghi generati proceduralmente, ma tutto ciò che potremo esplorare è creato a mano, in modo da offrire un’esperienza ‘’vecchio stile’’. Nelle circa 8-10 ore utili al completamento del titolo, ci troveremo a poter visitare circa 50 luoghi, incontrando oscenità bestiali, membri della casata da salvare, così come una frangia violenta che vuole approfittare del vuoto di potere creato da questo evento catastrofico per mettersi a capo della casata.

I luoghi e le atmosfere horror sci-fi di Shattered Space confermano le potenzialità di Starfield

L’elemento sicuramente più distintivo di Shattered Space, come accennato prima, è sicuramente il lavoro certosino che il team di Bethesda ha effettuato nella creazione del pianeta Va’ruun’kai. A partire dalla cittadella di Dazra, la quale ospita la quasi totalità della vita sociale e politica della casata. La mano del team si sente eccome, grazie ad una costruzione davvero particolareggiata di tutti i luoghi che potremo visitare in questo pianeta. Il setting è particolarmente diverso rispetto alle architetture retrofuturistiche del gioco base, il che dona comunque un’ottima sensazione di voler offrire un’esperienza anche visivamente diversa rispetto a quanto ci aveva abituato l’Universo che abbiamo conosciuto un anno fa.

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La casata Va’ruun aggiunge quell’elemento esoterico che potrebbe andare a cozzare con lo stile del gioco, ma le sapienti mani del team di sviluppo hanno saputo creare la giusta crasi, modellando uno stile moderno ad elementi che richiamano spiritualità e religiosità, riuscendo ad ottenere davvero un ottimo risultato. Grazie ad un buon pacchetto di missioni, tra primarie e secondarie, il team ci porta per mano a visitare tutte queste location, le quali posso affermare siano l’elemento sicuramente più riuscito dell’esperienza, visto che mi hanno spinto a proseguire alcune attività che rasentavano il fattorinaggio o dalla potenza narrativa davvero bassa solo per arrivare ad uno scorcio suggestivo, o ammirare alcuni elementi di design molto caratteristici.

Una significativa nota a margine va anche spesa, purtroppo, sul lato tecnico del titolo. Dopo un anno dalla release e innumerevoli aggiornamenti di stabilità, ho notato ancora delle incertezze tecniche, tra bug grafici e di sistema, qualche freeze del gioco in fase di salvataggio, e in generale una pulizia generale ancora poco ottimizzata per un titolo che doveva approfittare della prima grossa release ufficiale post lancio, per mostrare finalmente i muscoli di un gioco che ha aggiunto nuove feature ed è costantemente supportato dagli sviluppatori.

L’atmosfera più intima di Shattered space giova alla narrazione, ma senza arrivare a grossi picchi di qualità

L’esplorazione narrativa di una delle casate più interessanti dell’Universo di Starfield mi aveva sinceramente incuriosito. Tutti gli elementi che ci erano stati accennati nel titolo principale, a partire dal background di un companion importante e ben riuscito come Andreja, costituivano una base dall’alto potenziale narrativo, che però in Shattered Space è stato purtroppo sfruttato solo in parte. Le missioni primarie cercano innanzitutto di costruire una narrazione che ci porta ad essere il salvatore scelto per risolvere questa catastrofe, in grado anche di ricucire le fila di una casata che si sta sgretolando per colpa di giochi di potere, ma senza apparenti meriti.

Ci hanno sempre raccontato della casata Va’ruun come una sorta di setta, di cui nemmeno si conoscevano le coordinate del proprio pianeta natale, mentre in Shattered Space, dopo una missione introduttiva davvero suggestiva e ben costruita, riusciamo a fare parte delle loro fila in poco tempo, in maniera pigra e senza troppe rimostranze.

Una volta diventati degli iniziati alla casata, iniziamo tutta una serie di missioni che andranno dall’attività diplomatica tra fazioni allo sterminio di dissidenti, le quali effettivamente un po’ cozzano con l’idea di una setta che ha sempre cercato di mantenere segrete le loro usanze, il loro organigramma, e che ha sempre usato il culto del Grande Serpente per avvolgersi di un’aura esoterica e sinistra, la quale ha sempre generato timore reverenziale nei propri confronti.  

Affidare in maniera molto facile questi delicati compiti ad uno sconosciuto arrivato quasi per caso sul proprio pianeta natale, mi ha personalmente fatto storcere il naso, nella misura in cui sono convinto che Bethesda possa davvero costruire una narrazione che possa essere molto più stratificata di quella che ho vissuto.

Sulle missioni secondarie sono un po’ meno critico, per il semplice fatto che sembrano davvero avere il focus preciso di farti esplorare il pianeta, con alcuni guizzi qualitativi che nemmeno mi aspettavo. Un plauso va comunque fatto allo sforzo di offrire, per quanto la scrittura non sia ai massimi livelli, una buona libertà di scelta delle azioni da compiere in molte situazioni, che portano a risvolti variegati, anche se non fortemente impattanti nella trama generale.

In conclusione, Shattered Space convince a metà. Dimostra il potenziale narrativo dell’epopea galattica di Starfield, così come la qualità degli studi di Bethesda di creare luoghi memorabili senza l’utilizzo massiccio di IA generativa, ma mostra ancora il fianco ad un lato tecnico ballerino, così come alla sensazione che non si faccia mai uno sforzo in più per dare un tocco di qualità superiore a questo titolo.

Starfield: Shattered Space
Gameplay e Longevità
6.5
Comparto grafico e sonoro
6
Coerenza e cura del dettaglio
7.5
Pros
Costruzione degli ambienti molto curata
Atmosfere horror sci-fi gradevoli
Buona longevità
Cons
Serviva più approfondimento della Lore
Trama principale non memorabile
Ancora problemi di polishing generale
7
VOTO
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Svallo

Cresciuto a pane e PlayStation fin dalla tenera età, poi passato al lato ''verde'' della forza. Grande appassionato di videogiochi, profondamente legato a saghe come Assassin's Creed, Kingdom Hearts e Pokémon. Altra grande passione la musica. Naruto fag. Da anni entrato nel tunnel senza uscita del binge watching di serie TV di ogni genere.

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