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Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel?

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Thor

Thor: Love and Thunder

6.5

SCRITTURA

5.0/10

REGIA

6.5/10

COMPARTO TECNICO

8.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

6.0/10

CAST

7.0/10

Pros

  • il cast principale (in particolare Chris Hemsworth e Christian Bale) sembrano davvero a loro agio nei loro ispettivi ruoli
  • Il terzo atto in linea di massima non delude
  • Il finale è molto intimo e carino

Cons

  • Decisamente troppe battute che non fanno ridere e che non lasciano spazio ai giusti tempi comici
  • Le dannate capre
  • Natalie Portman decismamente fuori luogo

L’attesissimo nuovo film del Marvel Cinematic Universe, Thor: Love and Thunder è finalmente uscito nelle sale, per la gioia dei fan dell’universo cinematografico della Marvel Comics, ma anche per il disappunto di altrettanti spettatori.

Malgrado qualsiasi nuova aggiunta dell’ MCU non deluda mai al botteghino o nel mercato dello streaming, quest’ultimo nuovo capitolo del super eroe vichingo, diretto ancora una volta dal regista e comico neozelandese Taika Waititi, sta avendo delle difficoltà a essere apprezzato anche dalla critica specializzata, forse ormai provata dalla fatigue nel recensire ogni prodotto dei Marvel Studios in uscita, numero che si è visto crescere esponenzialmente di anno in anno.

La trama di base è piuttosto lineare: Gorr, l’assassino degli dei (interpretato da Christian Bale) vuole sterminare tutti gli dei dell’universo per portarli all’estinzione, e spetterà a Thor (Chris Hemsworth), Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e una rediviva Jane Foster (Natalie Portman) partire per un’avventura ai confini del cosmo per sconfiggerlo definitivamente.

Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel? 5

Perchè non stai ridendo?

È emblematico che un film così elementare infastidisca così tanto la critica, ormai ben consapevole delle caratteristiche dei prodotti MCU, seppure Love & Thunder sia ben lontano dall’essere definito inguardabile. E’ pur vero che anche i fan occasionali possono notare tutti i clichè che ormai da anni vengono presentati ogni volta che un nuovo film targato Marvel Studios viene presentato nelle sale. 

Di certo le più corpose lamentele si concentrano nell’utilizzo senza freni dello humour (che in questo film arriva a livelli imperanti quasi ad ogni scena) già massicciamente presente nel precedente film sempre diretto da Waititi, Thor Ragnarok, ma qui utilizzato in maniera ancora più frequente, al punto da rendere questa commedia ambientata nello spazio assolutamente non divertente.

Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel? 6

Chiaramente, la comicità è soggettiva, ma ciò non vuol dire che tale sentenza debba giustificare ogni volta tempi comici sbagliati o battute che falliscono nel divertire da qualsiasi giudizio negativo. In caso contrario non avrebbe senso l’esistenza stessa della critica specializzata, non solo per quel che riguarda la comicità, ma anche per i film o qualsiasi forma d’arte. Quello in cui il regista fallisce è appunto la non arbitrarietà nel saper utilizzare l’umorismo con il giusto tempismo. Non viene lasciato un attimo di respiro tra una battuta e l’altra, cosa che rende difficile per il pubblico metabolizzare lo scambio di gag  ininterrotto. 

Quantomeno opinabile è poi la scelta di basare il tono dello humour sullo stile del cringe e delle battute che richiamano meme da social network (una delle gag ricorrenti è l’utilizzo del fastidioso urlo delle capre di Thor, che rimanda a vecchi video di compilation delle screaming goats” che si potevano trovare su Youtube qualche anno fa).

Non è quindi solo la dubbia qualità delle gag che rendono il film quasi fastidioso da vedere, ma è anche la frequenza in cui queste gag vengono ripetute. Sembra proprio che la scelta stilistica che è stata proposta per questo film sia permeare le scene di siparietti comici, nonostante alcune volte appaiano davvero fuori posto, al punto da far diventare prevedibile l’arrivo di una gag.

Bisogna però dare credito che il numero delle gag e dei siparietti comici viene drasticamente ridotto nell’ultima parte durante il climax del film, ed è proprio in questa parte che la pellicola riesce a dare il meglio che può offrire e si può notare che, nascosto da tutti quei imbarazzanti momenti comici, Thor: Love and Thunder può (o meglio, aveva la possibilità di) raccontare una storia emozionante e in un certo senso commovente sotto diversi punti di vista. Probabilmente uno degli obiettivi che si era prefisso di raggiungere Waititi e che, fortunatamente, è riuscito nel suo intento.

Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel? 7

Il prodotto finale che è Thor: Love & Thunder potrebbe non essere esattamente inaspettato. Il precedente di Waititi su Thor: Ragnarok era esemplificativo di come il regista avrebbe interpretato il personaggio del supereroe. Con Thor: Ragnarock, Waititi ha completamente ridimensionato il personaggio di Thor, lasciando alle spalle il tono serioso ed epico (ma a tratti noioso) dei primi due film, dandogli invece una nuova linfa vitale con uno stile scanzonato ed effervescente. In questo processo il regista è stato aiutato da un cast di attori dotati di una grande carica carismatica come Mark Ruffalo nei panni di Hulk, Tom Hiddleston come Loki, e soprattutto Jeff Goldblum che ha rivestito il ruolo del Gran Maestro. Tutti personaggi che, messi insieme, sono dotati di una forte chimica, aspetto che purtroppo manca del nuovo film.

Qualche considerazione su Thor e il resto del cast

Per quel che riguarda la resa attoriale, ormai si fa fatica a discostare Chris Hemsworth dal personaggio che sta interpretando ormai da anni. Ormai ha completamente assimilato la parte del dio norreno, tanto che la sua interpretazione ha influenzato la caratterizzazione del personaggio creato da Stan Lee.

Se la performance il solare dio del tuono riesce a convincere, quella dell’antagonista che deve affrontare in questo film non è da meno. Con la sua bravura attoriale costruita attraverso anni e anni di recitazione, Christian Bale riesce a rubare la scena al protagonista del film, dimostrando di saper portare in scena un antagonista sulla carta semplice, ma in grado di regalare le emozioni più cupe e spaventose. La combinazione tra il talento recitativo di Bale e il look deciso per il personaggio di Gorr rendono il risultato un cattivo immediatamente inquadrabile e convincente, che viene percepito immediatamente sia nei suoi punti di forza che nei suoi punti deboli come una seria minaccia per l’eroe e chi gli sta intorno.

Lo stesso però non si può dire per l’ex fidanzata di Thor, Jane Foster, ora ribattezzata “La Potente Thor” interpretata da Natalie Portman. Con il possesso del Mjolnir, in questo film Jane riesce ad acquisire i poteri di Thor e l’arco narrativo in cui è inserito il personaggio ha il potenziale per essere interessante. In questo caso, però, a risultare strana è l’interpretazione della Portman, che risulta un pesce fuor d’acqua nel contesto in cui si è voluto reintrodurre il suo personaggio. Risulta abbastanza palese che  l’attrice non sia abituata a questo stile eccentrico e sopra le righe che da qualche anno l’MCU ha deciso di adottare, stile che rende una misurata attrice come Natalie Portman decisamente fuori luogo.

Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel? 8

Conclusione

In definitiva, Thor: Love and Thunder non è un film che si possa definire brutto, ma le critiche che ha accumulato nei giorni successivi all’arrivo delle sale risultano abbastanza comprensibili. Come già detto, il terzo atto tutto sommato risulta essere soddisfacente da vedere, ma per arrivarci bisogna sopportare oltre un’ora di situazioni comiche imbarazzanti e a tratti irritanti, il che è un peccato perché sotto quell’ammasso di clichè dell’ormai collaudata formula Marvel ci poteva essere, sia dal punto estetico che di trama, un film di tutto rispetto. Come al solito, è sempre un problema di rappresentazione.

Recensione Thor: Love and Thunder, siamo stufi della Marvel? 9

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Giornalista freelance e articolista a tempo perso, penso che anche i film, fumetti e videogiochi hanno qualcosa da raccontare se si scava un pò più in fondo e non ci si ferma alla semplice copertina.

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