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VENOM SPACCA LA CRITICA: SUCCESSO O FLOP?

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VENOM SPACCA LA CRITICA: SUCCESSO O FLOP? 3Venom – la nuova parte malvagia del protagonista – chiede sussurrando nella mente di Eddie con tono inquietante una “collaborazione” tra bene e male per la propria sopravvivenza
*citazione tratta da una scena del film

 

Il film sull’antieroe simbiontico è nelle sale da pochissimi giorni ma ha già diviso il pubblico in due: c’è chi lo considera un pessimo film pieno di errori e c’è chi lo loda come un’ottima pellicola sul personaggio. Spesso però la verità sta nel mezzo e, nell’opinione di chi scrive, questo è proprio uno di questi casi.

 

CHI È VENOM? O MEGLIO, CHI SONO VENOM?

Qualche nozione di base: Venom è un film del 2018 diretto da Ruben Fleischer con Tom Hardy nel ruolo del protagonista Eddie Brock, giornalista di inchiesta che vive e opera a San Francisco. La pellicola si basa sul personaggio a fumetti ideato alla fine degli anni ’80 da David Michelinie e Todd McFarlane, concepito inizialmente come uno dei più letali nemici dell’Uomo Ragno. Nel corso della sua storia editoriale Venom lascia la carriera di criminale per dedicarsi a quella di “antieroe”, mettendosi al servizio del bene ma con metodi poco ortodossi, che solitamente consistono in uccisioni e mutilazioni varie.

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È bene anche ricordarsi che questo non è il primo adattamento live action del personaggio, infatti Venom è già apparso in Spiderman 3, film del 2007 diretto da Sam Raimi. Qui Eddie Brock (interpretato da Topher Grace), a differenza della versione fumettistica in cui è muscoloso e minaccioso, appare mingherlino e inoffensivo; gli vengono però conferite delle origini molto simili a quelle originali. Venom infatti è il risultato dell’unione di Eddie con il Simbionte Alieno, dopo che quest’ultimo è stato rifiutato da Spiderman. L’odio di Brock per Peter Parker e l’odio del Simbionte per Spiderman generano di fatto Venom, che può dunque attaccare l’Uomo Ragno sia sul fronte pubblico che su quello della vita privata.

Nel film del 2018 Spiderman è però del tutto assente, motivo per cui vedremo un Venom del tutto slegato dai suoi trascorsi da cattivo dell’arrampicamuri e che quindi inizierà la sua carriera direttamente come antieroe. Una visione cinematografica di Venom finora inedita e del tutto slegata dall’Universo Cinematografico Marvel degli Avengers, dunque, è ciò che questo lungometraggio vuole offrire al pubblico.

IL FILM

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ATTENZIONE! Da qui in poi saranno presenti spoiler sul film, per cui se non volete rovinare la vostra prima visione, non proseguite con la lettura!

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La pellicola ha una durata inaspettatamente breve per essere un film sia sulle origini di un personaggio, sia sull’inizio di un universo cinematografico “spiderman-centrico”, anche se in questo film dell’Uomo Ragno non c’è la minima traccia. I 112 minuti totali di questo film (che, tolti i titoli di coda, si aggirano intorno alla novantina) sono un po’ troppo stretti per ciò che si vuol raccontare e causano uno sbilanciamento tra le due metà del lungometraggio.

La prima parte infatti serve a presentarci Eddie Brock e la sua vita, insieme a tutta la faccenda dei Simbionti portati sulla Terra da una navicella della Life Foundation, la grossa azienda di Calton Drake che si occupa di… un po’ di tutto a quanto pare: dall’esplorazione spaziale al brevetto di farmaci contro malattie rare. E già qui, per i primi minuti del film, ho pensato “Ma vuoi vedere che quel ‘Life’ uscito l’anno scorso e prodotto sempre da Sony è VERAMENTE il prequel di Venom?” ma tranquilli, non è così. Carini però a mantenere il riferimento a questa teoria dei fan, uno scherzetto innocente ma ben riuscito.

Eddie Brock, giornalista d’inchiesta che cerca di combattere per la giustizia sociale proprio grazie al suo lavoro, si troverà però “col culo per terra” dopo aver fatto delle domande scomode proprio a Drake. Senza casa, senza lavoro, senza la compagna, si rifugia in un piccolo appartamento scadente in periferia, cercando in tutti i modi di non affondare del tutto in quella che ormai non riconosce più come la sua vita.

Calton continua gli esperimenti sui Simbionti cercando di farli legare all’uomo, turbando profondamente la dottoressa Skirth, che contatta Brock per far uscir fuori la verità sugli esperimenti della Life Foundation. Proprio durante l’irruzione di Eddie nei laboratori, questi viene contagiato da un simbionte e dopo una rocambolesca fuga riuscita solo grazie all’aiuto dell’organismo alieno, Eddie torna a casa con effetti collaterali piuttosto bizzarri: ipersudorazione, febbre alta, fame insaziabile e, non ultima, una voce profonda che gli ronza in testa e tenta di interagire con lui. Proprio qui viene fuori quello che secondo me è uno dei difetti più pesanti di tutto il film: le reazioni umane del tutto sbagliate.

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Dal momento in cui Eddie sente per la prima volta quella che scopriremo essere la voce del Simbionte, non lo vedremo MAI chiedersi veramente cosa cavolo stia succedendo, né tanto meno spaventarsi per davvero dopo aver capito che questa voce è solo nella sua testa. Senza contare che affronta gli effetti collaterali della simbiosi con l’alieno come se fossero una routine, quando in realtà costituiscono qualcosa di molto poco ordinario. Di fronte a questo problema di fondo, persino un espediente di trama come la simbiosi con un organismo extraterrestre sembra una cosa più realistica rispetto alle reazioni umane dei personaggi. Ma andiamo avanti…

Eddie riceve le visite dei mercenari di Drake e qui arriva la prima vera scena d’azione, che consiste in un inseguimento stradale con Brock e il Simbionte che scappano dai sicari della Life Foundation. Inseguimento che, tutto sommato, sembra ben diretto ed avvincente, anche se tuttora mi chiedo come sia possibile pensare che dei droni kamikaze possano essere utili per la cattura di un ibrido umano-alieno, che su espressa richiesta di Calton Drake stesso deve tornare al laboratorio VIVO…

Brock sembra cavarsela ma sul finale viene colpito e schiantato a terra rovinosamente. Qui vediamo per la primissima volta Venom, che appare in tutto il suo… “splendore” nero e minaccioso. Ho messo “splendore” tra virgolette perché tutto sommato gli effetti visivi del Simbionte sono sì lontani dall’essere pessimi, ma anche lontano dall’essere ottimi, anche se per fortuna rispetto a come venivano mostrati nei trailer sono stati migliorati e nemmeno di poco. Da qui in poi ogni volta che vedremo Venom, sia parzialmente che totalmente, la computer grafica sarà piuttosto altalenante, senza che raggiunga tuttavia un ottimo livello. Voglio dire, non siamo ai livelli pessimi della testa di Mark Ruffalo nella Hulkbuster in “Avengers: Infinity War”, ma non siamo nemmeno troppo distanti dal combattimento finale tra Tchalla e Killmonger in “Black Panther”. Da notare però come Venom compaia completamente soltanto a metà circa (se non un po’ più tardi) del film complessivo.

Da qui la vicenda prosegue piuttosto linearmente, con Brock che non deve farsi trovare dai soldatini di Calton Drake e che, allo stesso tempo, deve capire se la simbiosi con Venom sia dannosa o benefica per il suo organismo. In mezzo ci mettiamo anche uno scontro con una squadra SWAT per far capire al pubblico quanto il protagonista sia cazzuto. Il simbionte si separa persino da Eddie per un breve periodo, per poi tornarci attaccato grazie all’aiuto di un cane (?) e dell’ex compagna di Brock, che “indossa” l’organismo alieno per qualche secondo di screentime in cui vediamo una palese citazione visiva alla Gwenom dei fumetti.

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Calton Drake nel frattempo viene “contagiato” dall’unico Simbionte rimasto in vita (oltre a quello di Eddie) creando Riot, il cui obiettivo è quello di sfruttare i razzi della Life Foundation per portare sulla Terra gli altri milioni di Simbionti presenti sulla cometa da cui sono stati prelevati quelli di inizio film. Un’invasione del pianeta in piena regola insomma, con la quale Venom però non è più d’accordo. Afferma infatti che qui sulla Terra lui è qualcuno, mentre nel suo mondo natale è un mezzo sfigato proprio come Eddie; preferisce dunque che ‘umanità non diventi il nuovo banchetto dei Simbionti e decide di opporsi a Riot in un combattimento che definire confuso e per niente chiaro sarebbe un eufemismo. Capisco la natura “filamentosa” degli alieni, ma qui sembra di vedere i Transformers di Michael Bay: talmente pieni di dettagli, di ingranaggi e di meccanismi che se due di loro combattono non si capisce nemmeno dove finisca un robot e dove inizi l’altro. Solo grazie ai rallenty inseriti ogni tanto nello scontro siamo capaci di distingue i Simbionti tra loro e capire che, alla fine, Eddie e Calton stanno combattendo tra loro a mani nude quasi separatamente da Venom e Riot, che se le danno di santa ragione tutt’attorno ai loro due ospiti, pur rimanendovi attaccati.

Il tutto poi si conclude ovviamente con la vittoria di Venom, che riesce a incendiare lo shuttle e a incenerire Riot rimanendo però coinvolto nell’esplosione. Il Simbionte dunque sembra sacrificarsi per far sopravvivere Eddie, salvo poi farci capire che in realtà è sopravvissuto e rimarrà nascosto sulla Terra al suo interno all’insaputa di tutti. Tutti tranne la signorina del negozio sotto casa sua, che vedrà non solo Eddie trasformarsi, ma anche Venom divorare un criminale di fronte ai suoi occhi. Anche qui, reazioni umane fantastiche: la signora ha appena visto un mostro alieno di due metri e mezzo decapitare una persona a mezzo metro da lei e reagisce come se avesse visto una cosa non poi così anormale.

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DUE SCENE POST-CREDITI

Esatto, due scene. Il trend di ogni cinecomics (trend che si sta man mano estendendo anche ad altri filoni e generi) viene rispettato anche da “Venom”. Dopo la prima tranche di riconoscimenti vediamo Eddie Brock nei panni di giornalista che deve intervistare un serial killer sanguinario imprigionato in un carcere di massima sicurezza. L’individuo, dai folti capelli rossi, chiude la scena annunciando che quando uscirà da lì ci sarà una carneficina (“carnage” in inglese). Mi domando chi mai sarà il cattivo del prossimo film su Venom…

La seconda e ultima scena post-crediti è a conti fatti una scena intera del lungometraggio animato di prossima uscita “Spiderman: Un Nuovo Universo”. Dico davvero, ragazzi: la seconda scena post-crediti di “Venom” è la scena di un altro film, che ha come protagonisti diverse versioni dell’Uomo Ragno. La sentite l’ironia? Comunque c’è poco da dire: la scena è divertente ma decisamente troppo fuori contesto rispetto alla pellicola appena terminata. Una gigantesca pubblicità, nient’altro. Gradevole, sia chiaro, ma pur sempre una gigantesca pubblicità della prossima pellicola cinematografica targata Sony.

 

I DIFETTI DI “VENOM”

Ricapitoliamo:

  • CGI non all’altezza, anche se migliorata rispetto ai trailer in cui era quasi scadente
  • Reazioni umane del tutto sbagliate e non plausibili
  • Scene di combattimento non sempre chiare e a volte talmente confusionarie da non far capire letteralmente nulla

A quanto già detto aggiungerei anche:

  • Pochissime spiegazioni riguardanti i Simbionti, la loro natura e i loro “scopi”. Non capiamo del tutto perché Venom non voglia più seguire i piani di Riot, e quindi perché preferisca stare con Eddie piuttosto che banchettare con l’umanità intera assieme al resto della sua specie, né tantomeno viene spiegato perché la risonanza magnetica evidenzi un progressivo decadimento del corpo di Brock ma il suo Simbionte affermi il contrario. Chi ha letto i fumetti questo lo sa bene, ma il film dev’essere perfettamente fruibile anche da chi di fumetti è completamente a digiuno.
  • Tom Hardy non al massimo della forma. Basti pensare al momento in cui il vicino di casa accende la chitarra a tutto volume la prima volta: un’espressione, un urlo e una reazione talmente innaturale da far invidia ad Alex L’Ariete. Per fortuna il resto è ben oltre la mediocrità, ma al contempo ben lontano dall’alto livello che Hardy può raggiungere impegnandosi a dovere.
  • Villain piuttosto piatto e non incisivo. Sa di già visto ed è palesemente costruito per risultare poco appariscente e per non rubare la scena al protagonista nemmeno per sbaglio. Una cosa alla Kaecilius di “Doctor Strange”, insomma.
  • Assenza completa di violenza esplicita. Venom racconta di continuo come gli piaccia mangiare esseri viventi e staccare teste, ma le poche volte che lo vediamo farlo (tre/quattro volte in totale), non cade una goccia di sangue che sia una e l’inquadratura si sposta come a voler nascondere la decapitazione. Un personaggio come Venom non merita questo trattamento bigotto.
  • Rapporto Simbionte-Ospite completamente stravolto. Nel film è quanto mai chiaro che Venom sia solo il Simbionte, che può agire solo tramite il corpo di Eddie Brock; lo stesso alieno si presenta dichiarando di chiamarsi “Venom” e di aver bisogno di Eddie come veicolo, tant’è che nelle scene d’azione è il Simbionte a combattere sfruttando il corpo di Brock. Questo risulta in totale contrasto con il concetto stesso di “simbiosi”, rivelando come Venom sia piuttosto un “parassita benevolo”. Nei fumetti invece Venom non è il nome dell’organismo alieno ma l’unione di Brock e del Simbionte in questo nuovo essere ibrido umano-alieno, un essere in cui le due entità che lo compongono collaborano a stretto contatto per uno scopo comune con un’ideologia di base che li lega indissolubilmente. Ma nonostante questo…

 

I PREGI DI “VENOM”

  • Il rapporto tra Eddie e il Simbionte convince, anche se diverso alla base da quello nei fumetti. Venom è a mio parere convincente come personaggio e quando si trasforma risulta fisicamente efficace.
  • Il ritmo del film non risulta lento e piatto come potrebbe sembrare, nonostante il film ingrani la marcia solo a partire dalla metà in poi
  • Il film si regge benissimo nonostante l’assenza di Spiderman. Venom, così com’è stato concepito in questa pellicola, è di fatto una versione del “protettore letale” fumettistico che quindi non ha bisogno dell’Uomo Ragno per poter raccontare la sua storia. Vediamo infatti il Venom anti-eroe, non quello nemico dell’arrampicamuri.
  • La trama scorre piuttosto liscia nonostante sia semplice e poco articolata. Ma è un film di origini, sarebbe stato troppo pretenzioso aspettarsi una trama alla Inception.

 

GIUDIZIO FINALE

Una delusione totale? No.

Un film godibile? Sì.

Un film perfetto? No.

“Venom” sta nella via di mezzo, senza guizzi particolari ma senza nemmeno toccare il fondo. Il potenziale per un film più serio e violento c’era tutto, ma evidentemente si è deciso di evitare per creare qualcosa di più facilmente fruibile a tutti. Attenta però Sony, perché per cercare di accontentare tutti alla fine non si riesce ad accontentare nessuno veramente!

Voto finale: 7 – (Sette meno)

 

Per chi volesse approfondire ancora di più gli aspetti colti da me su Venom… ecco qui la mia recensione sul sito tubico!
Alla prossima!

VENOM - Impressioni a caldo (NO SPOILER)

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Quando non dorme, è musicista, allenatore di Pokémon, lettore di fumetti, videogiocatore, Youtuber e discepolo del Cavaliere Oscuro. Ma ha anche dei pregi.

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Morbius, la recensione: la banalità del male - SpaceNerd.it
1 anno fa

[…] che condivisibile. Questo é lo stesso problema che Sony ha avuto con la trasposizione filmica di Venom nei due film a lui dedicati. Anche in questo caso la componente più malvagia dell’anti-eroe […]

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