Nel millesimo numero di Amazing Fantasy, la collana fumettistica che ha portato alla nascita di Spider-Man, Marvel Comics ha deciso di celebrare il più noto eroe della Casa delle Idee con un’antologia di storie scritte da celebri autori. Dan Slott, Kurt Busiek e Jonathan Hickman, per citarle alcuni.
Tra questi spicca il nome di Neil Gaiman, un nome inusuale per un personaggio come Spider-Man, al quale è stata affidata la storia di chiusura, “Da Grandi Poteri…”. Inusuale non solo perché lo scrittore non aveva mai scritto nulla di totalmente incentrato sull’Arrampicamuri, ma anche perché un autore weird e onirico come Gaiman non lo si collega immediatamente a un personaggio pop, catchy e urbano come Spider-Man. Ci si aspetterebbe una storia su Doctor Strange o su Thor, visto l’amore di Gaiman per la mitologia nordica.
Ma dopotutto stiamo parlando di uno scrittore che si è sempre discostato dalla massa, trovando uno stile tutto suo per raccontare storie che può non piacere a tutti, ma ha senz’altro influito su gran parte della narrazione fantastica degli ultimi anni.
Mentre le altre storie dell’antologia sono, per l’appunto, avventure singole di Spider-Man, “Da grandi Poteri…” racconta l’esperienza che Gaiman ha avuto con Spider-Man. Si inizia dalla sua infanzia, quando quando leggeva gli albi in bianco e nero sotto un albero nel Sussex, con un aneddoto nostalgico sui gadget che regalavano (e che regalano ancora oggi) assieme agli albi in vendita per i giovani appassionati della rivista inglese POW!.
Si passa poi alla sua vita adulta da autore affermato, quando ha partecipato a un intervista di Steve Ditko, co-creatore del Ragno, con Jonathan Ross. Giunti a casa del celebre autore, Neil Gaiman non si concentra tanto su di lui, quanto su uno Spider-Man seduto sul divano che legge lo stesso fumetto che lo scrittore leggeva da bambino. A questo punto i ruoli si invertono: è Gaiman a cercare di attirare l’attenzione dell’eroe, mentre costui continua a leggere.
In questa breve storia ritroviamo uno degli elementi più cari dell’autore: il realismo magico. Il piccolo Gaiman, ma anche l’adulto, non si fa troppe domande nel vedere un supereroe dei fumetti davanti a sé, o a chiacchierare con lui di ciò che pensa, delle emozioni che gli hanno suscitato le sue storie e di cosa esse hanno significato.
Nell’intervista viene citata anche la famosa storia in cui Spider-Man solleva le macerie di un edificio spinto unicamente dalla volontà di salvare zia May. Quella storia ha cambiato la vita a Gaiman, poiché gli ha insegnato che è solo quando una battaglia sembra impossibile che la vittoria conta davvero.
Nel finale viene mostrato come le passioni dell’infanzia possano influenzare la vita adulta, che questa sia una storia a fumetti, una pistola di plastica o, nel caso delle opere di Gaiman, una fiaba oscura. E come possano ispirarci.
Ai disegni troviamo Steve McNiven (Civil War, Old Man Logan) era partito come uno dei tanti disegnatori dei primi del 2000 che ricercavano un realismo plastico e cinematografico, salvo poi sviluppare una sintesi molto più vicina ai grandi disegnatori degli anni 70 come Barry Windsor-Smith e Moebius. Dal primo recupera il tratto esitante ma anatomicamente accurato, dal secondo il tratteggio.
Le sue linee sono finemente dettagliate, i contorni “stropicciati” e dinamici, che ben si sposano con lo stile narrativo dell’autore e aumentano l’idea di “realismo” persino in una storia dai toni tanto surreali. Il riquadro più significativo è probabilmente la raffigurazione del piccolo Gaiman che legge l’albo mentre sullo sfondo, in bianco e nero, si stagliano gli arcinemici dell’Arrampicamuri.
Con tutte le controversie scaturite dalla nuova storia editoriale della collana canonica, è piacevole godersi una storia semplice, emozionante e nostalgica sul potere della fantasia. Una storia che non rovina il canone del personaggio o del suo mondo, mostrandoci semplicemente cosa ha portato a un autore che, seppur non abbia detto molto di lui, ha da lui imparato più di quanto abbia lasciato trasparire.
Forse da questo deriva il titolo del racconto: Gaiman ha sempre detto che gli scrittori hanno la “responsabilità” di usare il “potere” della scrittura per raccontare delle belle storie. Così come Spider-Man usa il suo potere per aiutare il prossimo, gli scrittori hanno la responsabilità di mostrare come ciò possa effettivamente fare la differenza. E la differenza, sia Spider-Man sia Neil Gaiman, l’hanno fatta eccome.
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