Manga

Call of the Night, la recensione: la notte secondo Kotoyama

Call of the Night 1

6.50
8

SCENEGGIATURA

8.5/10

DISEGNO

8.5/10

CURA EDITORIALE

7.0/10

Pros

  • Ambientazione affascinante
  • Protagonisti simpatici e interessanti
  • Lo stile unico di Kotoyama

Cons

  • Qualche traduzione potrebbe far storcere il naso

Con una mossa alla My Dress-up Darling, J-Pop ha recentemente portato in Italia Call of the Night, manga shonen/rom-com del 2019 dal quale è stata tratta una serie animata in uscita quest’estate.

Call of the Night (Yofukashi no Uta, dal titolo della canzone dei Creepy Nuts che ha ispirato l’autore, ora ending dell’anime) è un’opera di Kotoyama, mangaka conosciuto per Dagashi Kashi, altra rom-com/slice of life di discreto successo distribuita in Italia sempre da J-Pop.

Conoscendo l’autore e il suo stile e visto quanto la community internazionale ne aveva parlato bene, Call of the Night non poteva passare inosservato. Andiamo quindi a scoprire cosa ci riserva questo primo volume dell’ultima opera di Kotoyama.

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Vivi la Notte, ragazzino

Ko Yamori all’apparenza è un normalissimo quattordicenne.
La vita scolastica però non sembra soddisfarlo a pieno nonostante una discreta popolarità e ottimi voti. Una notte, quindi, decide di uscire di nascosto per godersi quella affascinante e misteriosa porzione di giornata a lui sconosciuta, rimanendo folgorato dalla sensazione di libertà che trasmette.

Ko inizia quindi a vagare, fermandosi poi davanti a un distributore dove viene approcciato da una strana figura. L’ombra incappucciata si rivela essere Nazuna Nanakusa, una ragazza molto particolare che si offre di fare da guida a Ko durante la notte.
I due quindi iniziano a vagare sotto le stelle fino a quando Nazuna non spiazza Ko invitandolo a casa sua.

Nella casa della ragazza Ko scopre la vera natura di Nazuna. La ragazza infatti si rivela essere un vampiro, gli abitanti della notte per eccellenza. Dopo avergli succhiato il sangue (estremamente delizioso) Ko non impazzisce ma rimane sorpreso dal fatto che non si è tramutato anche lui in vampiro.

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Nazuna allora, un po’ imbarazzata, rivela che per diventare vampiri bisogna essere innamorati di chi succhia il sangue. Ko quindi, dopo aver passato una notte incredibile e affascinato da qualcosa per la prima volta nella sua vita, decide di voler diventare un vampiro e di innamorarsi di Nazuna.

Il momento della Libertà

Già dal primo volume è facile capire come mai si è parlato così bene di Call of the Night. Rispetto a Dagashi Kashi, del quale comunque non possiamo parlare in maniera negativa, Kotoyama sembra aver fatto un passo avanti per narrazione e ambientazioni.

L’opera precedente era abbastanza lontana dalla nostra cultura, essendo incentrata sul Dagashi, lo snack o il dolcetto tipico giapponese. Call of the Night invece è un racconto molto più vicino a noi. La notte diventa la protagonista della storia, il momento della libertà per chi è insoddisfatto dal giorno, e veniamo trasportati nel suo affascinante mondo grazie al punto di vista di Ko, un ragazzino annoiato e disincantato dalla quotidianità con il quale è facilissimo empatizzare.

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Il cast di personaggi inoltre si conferma un punto di forza delle opere di Kotoyama e lo si vede subito dalla super co-protagonista Nazuna. La coppia Ko-Nazuna dalla prima tavola funziona alla grande con un mix di simpatiche gag e dialoghi intriganti che ci attirano verso Call of the Night pagina dopo pagina.

Nel primo volume vediamo solo i primi tre protagonisti, ma il roster creato da Kotoyama ci riserverà sorprese interessantissime e storie di altissimo livello man mano che evolveranno le avventure di Ko nella notte.

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Per quanto riguarda il disegno lo stile unico di Kotoyama emerge subito in Call of the Night. Soprattutto il character design è estremamente caratteristico. Il tratto marcato e quasi sporco visto in Dagashi Kashi torna anche in questa nuova opera, regalandoci personaggi superlativi come Nazuna. Dagli occhi alla tipica capigliatura, tutto della nostra protagonista è reso alla grande da Kotoyama e andando avanti vedremo emergere sempre di più le doti del mangaka da questo punto di vista.

Infine non mancano le tavole demenziali e divertenti tipiche di una rom-com/slice of life e anche in questi passaggi Kotoyama non sbaglia una virgola regalandoci primi piani di Nazuna che sono già ottimo materiale da wallpaper.

L’unica nota dolente riguardo l’edizione italiana curata da J-Pop è la traduzione.
Andando a cercare proprio il pelo nell’uovo, infatti, tradurre “nazuna-chan” con “mia Nazuna” suona un po’ male e appesantisce il rapporto tra i protagonisti nella nostra lingua, perdendo invece l’informalità che Kotoyama voleva comunicare.

Call of the Night: la Notte secondo Kotoyama

Non è subito chiaro il perché ma al termine del primo volume di Call of the Night si finisce inevitabilmente per rimanere catturati dalla notte disegnata da Kotoyama. La storia di Ko e Nazuna, il character design unico e l’ambientazione straordinaria sono tutte componenti che, da soli, risultano buoni ma non eccezionali. In Call of the Night però questi si uniscono esaltandosi a vicenda, creando un racconto dalle premesse basilari ma che evolve in maniera davvero interessante, catturando il lettore pagina dopo pagina.

In Italia sono disponibili solo i primi tre volumi ma da lettore dell’edizione inglese posso assicurarvi che siamo solo all’inizio della straordinaria fuga nella notte di Ko Yamori. Già da questi primi capitoli però sono evidenti i passi in avanti fatti da Kotoyama rispetto a Dagashi Kashi e noi non vediamo l’ora di continuare a seguirlo.

Call of the Night è davvero la trasposizione a manga di Yofukashi no Uta dei Creepy Nuts (se leggete il testo è palese, ndr.). Non vi resta quindi che immedesimarvi in Ko e lasciarvi guidare da Nazuna in una notte come non l’avete mai vista prima d’ora. Non ve ne pentirete affatto.

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Matteo Tellurio

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby. Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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Matteo Tellurio
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