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Golden Kamuy: chi sono gli Ainu?

Golden Kamuy è un manga scritto e disegnato da Satoru Noda. In Giappone, i capitoli sono raccolti in 31 volumi tankōbon, mentre in Italia si possono trovare con marchio J-Pop di Edizioni BD. Il manga ha anche vinto il Grand Prize del 22º Premio culturale Osamu Tezuka, uno dei premi più ambiti dai fumettisti giapponesi.

Per quanto riguarda l’anime, dopo un’interruzione dovuta alla triste perdita di un membro dello staff, si è finalmente conclusa la quarta stagione. A questa particolare e fortunata serie che si avvia ora verso la sua quinta stagione hanno lavorato moltissime persone, ma tra i tanti membri dello staff che siamo soliti leggere tra i titoli di coda c’è anche un professore dell’Università di Chiba. Come mai? Scopriamo insieme il perché!

Golden Kamuy: un tesoro originale

Il soldato semplice Saichi Sugimoto, conosciuto come “Sugimoto l’immortale” per la ferocia e la tenacia dimostrate nel corso della guerra russo-giapponese, si mette alla caccia dell’oro per salvare la moglie malata di un suo commilitone morto in battaglia. Durante le sue ricerche, Sugimoto viene a conoscenza di un uomo che rubò moltissimo oro ad una tribù Ainu, per un valore di circa 80 milioni di yen. L’uomo secondo le leggende venne arrestato e per evadere chiese aiuto ad altri ventiquattro prigionieri. In cambio gli parlò del tesoro, e affidò a ciascuno di essi un pezzo della mappa per trovarlo, tatuandola sulle loro pelli.

Incuriosito dai racconti, Sugimoto inizia a indagare, e ben presto incontra Asirpa, giovane cacciatrice Ainu. Anche lei è in cerca del ladro, poiché si dice abbia assassinato suo padre. I due decidono quindi di cercare insieme i criminali: il soldato per trovare il tesoro e la ragazza per vendicare il padre.

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Ci troviamo davanti alla classica ricerca di uno scrigno pieno di monete e gioielli? Ovviamente no: bisogna trovare uomini pericolosi e letali, evasi da una famigerata prigione e convincerli ad avere i loro tatuaggi, con le buone o con le cattive.

Senza dimenticarsi poi dell’ambientazione, che fa subito capire come questa storia sia già un po’ differente da quelle a cui siamo abituati: ci troviamo infatti in Hokkaido, subito dopo la guerra russo-giapponese (1904-05). Già per questi elementi di base capite bene che c’è stato bisogno di numerosi esperti e storici, come ad esempio Koji Watanabe che si è occupato unicamente delle armi.

Oltre a questa dettagliata e curatissima ambientazione storico/culturale, uno dei più grandi pregi di Golden Kamuy sono proprio i personaggi. Andando avanti nella storia, molte altre figure si uniranno alla ricerca del tesoro, ognuna diversa e altrettanto interessante proprio come la coppia di protagonisti. Questo articolo, però, come potete aver capitolo già dal titolo si concentra in particolare sulla piccola Asirpa e il suo mitologico popolo.

Chi sono gli Ainu?

Come abbiamo presentato velocemente in precedenza, Asirpa è una cacciatrice Ainu. Ma chi sono precisamente gli Ainu?

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Gli Ainu sono un particolare gruppo etnico di indigeni del Giappone settentrionale, nativi dell’isola di Hokkaidō, delle isole Curili e dell’isola russa di Sachalin.

Le origini degli Ainu sono tuttora avvolte dal più fitto mistero. Antichi scritti sacri dello Shintoismo narrano che Susanoo, kami del vento e della tempesta, rifiutò l’incarico affidatogli dal padre di governare i mari e distrusse alcune cose care alla sorella Amaterasu, dunque fu scacciato e condannato a vivere tra gli uomini.

Giunto sulla Terra, egli ed i suoi numerosi discendenti si spartirono la terra di Yamato, almeno finché Amaterasu non decise di unificare e pacificare il territorio con l’aiuto del nipote. Il figlio di quest’ultimo, Jinmu, riuscì a sottomettere la numerosa progenie di Susanoo e divenne il primo imperatore della dinastia dei Tennō.

Mettendo da parte le leggende, è probabile che gli antenati degli Ainu, in tempi remoti e per ragioni poco chiare, si siano separati dal ceppo originario proveniente dalla Siberia fino a raggiungere l’arcipelago giapponese.

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Recenti studi della genetica, hanno invece dimostrato che molti Ainu provengono da raccoglitori-cacciatori del continente asiatico, quando questo era ancora unito fisicamente al Giappone. Non mancano comunque molte altre speculazioni sull’origine precisa del popolo Ainu, un elemento che contribuisce ancora di più alla creazione di un alone mitologico intorno alla loro esistenza.

Cosa certa è che all’epoca della guerra russo-giapponese, gli Ainu vennero assoggettati con la forza dal governo nipponico, che li discriminava a causa di pregiudizi razziali e una lunga tradizione di scontri bellici. Nella realtà, infatti, sono stati riconosciuti come popolo giapponese solo nel 2019, grazie ad una legge che elimina, almeno giuridicamente, ogni forma di pregiudizio nei loro confronti.

Vengono inoltre raramente rappresentati nei media, e in quel caso appaiono come qualcosa di alieno e lontano, cosa che non accade invece in Golden Kamuy, dove sono molto importanti e ben presenti nell’ambientazione e nello sviluppo della trama. Satoru Noda, piuttosto che concentrarsi sulla loro immagine di vittime della modernizzazione, ha infatti deciso di porre enfasi sulla loro semplice vita quotidiana, sui loro usi e costumi e sul loro legame con la natura.

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Com’è la loro cultura?

Durante la storia, Asirpa spiegherà ai compagni di viaggio moltissime cose sulla sua gente: religione, rituali, quotidianità, cibo, caccia e i personaggi avranno anche occasione di entrare in contatto con queste tradizioni, soggiornando in alcuni villaggi.

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Gli Ainu vivono nei kotan, villaggi con tipiche capanne ormai quasi scomparse, situati solitamente vicino il mare o qualche fiume e capeggiati dal kotankorokur, il più abile nella caccia e nella pesca. Secondo la tradizione, si diventa adulti verso i 12-15 anni, a seguito di una particolare cerimonia. Dopo di essa i ragazzi cominciano a vestire l’abito tradizionale e a farsi crescere la barba, mentre le ragazze si tatuano mani, braccia e labbra.

Attualmente troviamo ancora qualche anziano non rasato e con i tipici tatuaggi, ma sono usanze abbandonate. Gli Ainu di oggi si sono adattati agli usi Russi o Giapponesi.

Per quanto riguarda la religione, ne praticano una di tipo animistico: in ogni oggetto, animale o fenomeno atmosferico, vedono la presenza di un dio. Le loro divinità sono chiamate kamui (da qui il nome del manga) e influiscono su ogni aspetto della vita umana, nonostante vivano in un universo differente da quello degli uomini.

Particolarmente importante è l’adorazione dell’orso, animale-simbolo di questo gruppo etnico. L’Iyomante è infatti uno dei riti più importanti: consiste nell’uccisione di un cucciolo d’orso, così che la divinità possa tornare nel suo mondo e da lì proteggere i fedeli.

Ci saranno spesso momenti in cui, con insegnamenti e racconti, Asirpa spiegherà le caratteristiche di una vita a contatto con la natura, difficile e al tempo stesso straordinaria che noi possiamo soltanto immaginare (anche solo affezionarsi ad un orsetto che presto verrà a mancare è un’esperienza mica facile, ndr.).

Che lingua parlano?

Gli Ainu parlano vari dialetti in base al luogo dove vivono, alcuni dei quali ormai non vengono più usati: quelli parlati in Russia sono scomparsi nello scorso secolo, mentre l’ultima parlante madrelingua dell’isola di Sachalin è morta nel 1994. Ci rimangono soltanto lingue delle isole Curili e del Giappone, ma qui molte persone evitano di parlarle per timore di essere discriminate.

Proprio per questo Satoru Noda ha accolto nel suo team Hiroshi Nakagawa, ovvero un linguista (uno studioso del linguaggio umano) dell’Università di Chiba. Il suo compito è quello di supervisionare l’utilizzo della lingua Ainu all’interno della serie, dove viene spesso usata, così da non commettere errori.

Solo nella prima stagione troviamo cinquantuno prestiti della lingua Ainu. Questi vengono ovviamente tradotti nel corrispettivo giapponese da Asirpa, che spesso aggiungeanche ulteriori spiegazioni così da rendere tutto comprensibile per i suoi amici non Ainu (e di conseguenza per lo spettatore).

Una curiosità: la lingua ainu utilizza una sintassi SOV (Soggetto Oggetto Verbo), mentre l’italiano è SVO (Soggetto Verbo Oggetto). Il nostro “Asirpa mangia le verdure” nella lingua ainu sarebbe “Asirpa le verdure mangia“!

Controversie

Golden Kamuy è un manga molto apprezzato con un notevole successo sia in patria che in occidente ed ha contribuito molto alla diffusione della cultura Ainu, soprattutto nelle nuove generazioni. Ci sono, però, alcune controversie riguardo l’opera.

Una cosa molto criticata è che Asirpa stessa non è puramente Ainu: si scopre presto infatti che la protagonista in parte è polacca, infatti ha la pelle molto chiara e gli occhi azzurri. Questo concetto apre una discussione ben più grande. Chi può parlare della cultura di un popolo? Bisogna per forza essere “purosangue“? La giovane cacciatrice è cresciuta nei kotan e a contatto con quella cultura, davvero essere in parte polacca la rende meno Ainu?

C’è chi ritiene infatti che Satoru Noda non possa parlare di Ainu, e che aver consultato un linguista specializzato non basti. Capite bene che il passo da qui verso le accuse di razzismo è molto breve. Ma dire che un giapponese non può parlare di una cultura differente senza essere razzista, poiché influenzato dal suo contesto (da ricordare le discriminazioni dei giapponesi verso gli Ainu), non è altrettanto razzista?

Ad aggravare la situazione c’è il fatto che Asirpa viene posta come una “donna Ainu moderna“, e nonostante abbia sempre vissuto nei villaggi, si rifiuta ad esempio di fare i tipici tatuaggi femminili. Questo distacco dalla sua stessa tradizione, è forse un modo accettare e assecondare l’abbandono della cultura Ainu o una sua accettazione in chiave più moderna? Su questo lasciamo a voi esprimere un giudizio.

A prescindere da questo però, molte persone si sono avvicinate e appassionate alla cultura Ainu proprio grazie al lavoro di Satoru Noda, che di certo non aveva intenzione di creare un libro di testo. Golden Kamuy è una storia inventata, è una caccia al tesoro a volte divertente, sopra le righe, a volte cruenta e spesso estremamente profonda e ricca di significato. Golden Kamuy è un manga originale, che mischia un racconto storico di una realtà dimentica ad azione e commedia come pochi altri sanno fare, una piccola perla che non dovreste assolutamente lasciarvi scappare. Gli darete una possibilità?

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Mic

Stereotipo di ragazza timida con la testa fra le nuvole, appassionata di libri fantasy, mondo orientale, film e serie tv. Prima o poi vorrei pubblicare un'opera tutta mia, e scrivere articoli su ciò che mi piace sembra un ottimo inizio!

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