Con una mossa di mercato azzeccatissima, J-Pop sfrutta la popolarità dovuta alla messa in onda dell’anime e porta in Italia My Dress-up Darling, manga del 2018 disegnato da Shin’ichi Fukuda.
Conosciuto anche con il nome di Bisque Doll, il manga di Fukuda sta vivendo una nuovo ritorno di popolarità grazie ai primi episodi dell’attesissimo adattamento animato prodotto da CloverWorks in uscita queste settimane su Crunchyroll e visto l’annuncio della casa editrice italiana non potevamo ignorare il primo volume di questo nuovo fenomeno mediatico.
Passata quindi la sbornia dei primissimi due episodi dell’anime che ci aveva riempito il telefono di wallpaper di Marin, andiamo a scoprire come è andata la lettura di questo primo, frizzantissimo, volume.
Wakana Gojo all’apparenza è un liceale qualunque e come tanti suoi coetanei ha una passione. Ma a differenza degli altri, che fanno sport, leggono i manga o suonano uno strumento, Gojo ha un sogno particolare: diventare artigiano di bambole hina.
Le bambole hina sono oggetti tradizionali giapponesi, regalate alle bambine durante la festa dell’hinamatsuri. In questa ricorrenza nata nel periodo Heian si credeva che le bambole avessero il potere di allontanare gli spiriti malvagi e di far crescere bambine sane e forti. Queste sono vere e proprie opere di fine artigianato più che semplici giocattoli e il nonno del protagonista è proprio uno di questi tradizionali artigiani che creano bambole.
Gojo è rimasto orfano da piccolo e ha sempre vissuto insieme al nonno nella sua bottega, sviluppando così l’amore per le bambole hina e il sogno di subentrare al nonno. La sua strana passione ha però fortemente condizionato la sua crescita, soprattutto quando una sua amica d’infanzia gli aveva detto di trovare questo suo amore “disgustosa“.
La vita di Gojo quindi procede in maniera tranquilla e solitaria, creando anche qualche preoccupazione nel nonno ora che è entrato al liceo, ma proprio nella sua nuova scuola tutto inizia a cambiare grazie al fortuito incontro con un essere che apparentemente vive in un mondo parallelo rispetto a lui, la compagna di classe Marin Kitagawa.
Un pomeriggio dopo scuola Gojo decide di fermarsi nell’aula di educazione domestica per cucire alcuni vestiti per alcune bambole. Preso dal lavoro, viene sorpreso dalla compagna Marin a parlare con una delle sue adorate hina e teme di ripetere la brutta scena vissuta anni prima.
Marin in effetti sembra scioccata, ma in realtà è rimasta colpita dalle doti di Gojo nel cucire.
Si dimostra una ragazza solare, molto socievole e estremamente aperta riguardo le sue passioni, essendo lei stessa un’amante di tutto il mondo nerd, spaziando dagli anime alle visual novel, e non lo nasconde mai, il completo contrario di Gojo. Lei non ride affatto delle passioni del compagno e confessa addirittura di trovare le bambole hina estremamente affascinanti.
La ragazza era entrata nell’aula per continuare a preparare il suo cosplay di Shizuku-tan, protagonista di una VN eroge che lei adora, e chiede quindi qualche parere a Gojo.
L’artigiano che è in lui non può fare a meno di criticare il lavoro molto amatoriale di Marin ma, colpito dalla passione per il cosplay e dalla luminosità di lei, accetta di aiutarla con il costume e di trasformarla in una perfetta Shizuku.
Per riassumere il primo volume My Dress-up Darling non mi viene in mente un aggettivo migliore del già pluri-premiato “frizzante“. Il manga nasce come una romance-comedy con tantissimi tratti da slice of life, ma strizza l’occhio (neanche in maniera troppo velata) al genere ecchi.
L’ecchi, nella traduzione occidentale del termine, è una categorie di opere nelle quali possiamo individuare in maniera vaga alcuni contenuti erotici. Tecnicamente My Dress-up Darling non rientra pienamente nella catalogazione ecchi ma non lesina nelle scene che potremmo ricondurre al più classico dei “fan service“, avvicinandolo quindi anche a questo genere.
La storia di Marin e Gojo è ricca di momenti “frizzantini” (passatemi il termine) che si muovono tra il puro fan service e la scena comica, dando via a un risultato che apparentemente poteva sembrare poco convincente ma che invece, nell’opera di Fukuda, funziona alla grande. Di serie come My Dress-up Darling ce ne sono tantissime, ma il mangaka è riuscito a cucire insieme elementi già visti presentandoceli in maniera davvero ottima.
La coppia Marin-Gojo già dalle prime pagine ci conquista subito.
Impossibile non empatizzare con Gojo che si sente un po’ emarginato e si vergogna per la sua passione (un sentimento che per molti risulterà familiare) come è impossibile non rimanere abbagliati da Marin. La protagonista non solo è la tipica ragazza bella e solare che conquista il liceo, ma nasconde una profondità impronosticabile e un grandissimo amore per le sue stravaganti passioni.
Forse è proprio questo messaggio profondo, che colpisce in pieno l’appassionato di anime e manga di turno che solo recentemente ha visto le sue passioni quasi universalmente sdoganate grazie a fenomeni come L’Attacco dei Giganti, a rendere tanto interessante My Dress-up Darling.
Le basi poste in questo primo volume sono ottime e fanno ben sperare per le prossime uscite nonostante una comicità già vista e qualche ricorso forzato al già citato ecchi “frizzantino” come mezzo comico.
Infine, quello che veramente differenzia l’opera di Fukada da altri lavori simili è il tema del cosplay. Per quanto l’industria sia ormai espansa e piena di ogni tipo di opera, pochissime volte ci si imbatte in serie che trattano di un aspetto tanto presente in questo mondo come il cosplay e My Dress-up Darling riesce a catturare velocemente e a fare interessare all’argomento anche un completo ignorante come il sottoscritto.
Parlando del disegno di Fukada-sensei, possiamo dire che in una serie come questa il character design e in generale tutto quello che riguarda i protagonisti svolge un ruolo fondamentale e in My Dress-up Darling si vede benissimo. Nel complesso lo stile è molto semplice, simile a tante altre serie comedy e slice of life che vediamo in continuazione ma ciò che rende speciale l’opera di Fukada è la sua protagonista Marin.
In ogni tavola Marin è perfetta, il wholesome fatto personaggio. Stupenda sia in abiti scolastici che da aspirante cosplayer, ogni espressione di Marin è resa al meglio ed è la parte più vincente di tutto questo primo volume. Nel resto Fukada non sbaglia e svolge un lavoro di contorno perfettamente godibile e senza sbavature ma il suo vero punto di forza sta tutto nella sua protagonista.
Passando invece all’edizione made in Italy, J-Pop non si smentisce e ci porta il solito volume qualitativamente ottimo aggiungendoci anche un’edizione speciale per il lancio. Con l’edizione limitata del numero 1 di My dress-up Darling troverete anche una card e una sotto-copertina speciale dedicata a questa uscita assolutamente imperdibile.
A fine lettura di questo primo volume, tutte le impressioni che mi aveva suscitato la visione dei primi due episodi dell’anime sono state confermate. La storia di Gojo e Marin è estremamente accattivante, i due ragazzi agli antipodi creano una coppia simpatica e amabile che funziona alla grande ed il mix tra momenti divertenti e una tematica di sottofondo profonda lo rende anche molto piacevole da seguire per i futuri sviluppi di trama.
My Dress-up Darling ha tutte le potenzialità di evolvere in maniera interessante e le basi poste in questo primo volume sono davvero ottime ma bisognerà vedere evolveranno le cose nei prossimi numeri per avere un’idea più chiara della serie. Il rischio di cadere nel ripetitivo e nel banale (soprattutto in questo tipo di comicità) è molto alto ma tanti elementi presenti nell’opera di Fukuda possono farci ben sperare.
Il mondo del cosplay ed il profondo messaggio che il rapporto tra Marin e Gojo vuole comunicare sono armi vincenti che potrebbero rendere My Dress-up Darling molto più che “la solita rom-com piena di fan service” ma solo il tempo e i prossimi volumi sapranno dirci se Fukada riuscirà a sfruttarle al meglio e a mantenere il livello mostrato in questo primo interessantissimo volume.
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