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Marvel’s Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi

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Miles Morales

Marvel's Spider-Man: Miles Morales

8.2

GAMEPLAY E LONGEVITÀ

7.5/10

COMPARTO GRAFICO E SONORO

9.0/10

COERENZA E CURA DEL DETTAGLIO

8.0/10

Pros

  • Un Miles Morales fedele ai fumetti
  • Colonna sonora ben curata
  • Ray Tracing che mostra i muscoli

Cons

  • Longevità nettamente sotto tono
  • Attività secondarie un po' ripetitive

Da Brooklyn ad Harlem, Miles Morales approda su PlayStation 5 come titolo di lancio della console, mostrando i primi muscoli della console grazie a piccoli accorgimenti che nel complesso danno un senso di progressione nella storia di PlayStation.

Sviluppato dai ragazzi di Insomniac Games, Marvel’s Spider-Man Miles Morales viene presentato come un’espansione stand alone del primo Marvel’s Spider-Man, pubblicato nel 2018 sempre in esclusiva PlayStation. Il titolo viene pubblicato anche per PlayStation 4, limitando il vero potenziale che il titolo potrebbe offrire con un rilascio pensato appositamente alla next gen, ma comunque apprezzabile e sicuramente convincente – sotto alcuni aspetti – anche più del primo capitolo dedicato a Peter Parker.

Immergiamoci quindi nella Manhattan di Insomniac Games, e scopriamo insieme il potenziale che il nuovo ragno di New York ha da offrirci!

Nuovo quartiere, nuovi problemi

Marvel’s Spider-Man Miles Morales prende luogo un anno dopo rispetto agli eventi del primo capitolo. Ci troviamo davanti a un Miles cresciuto e più consapevole dei poteri ottenuti in Marvel’s Spider-Man, grazie a un durissimo addestramento del mentore Peter Parker, che, a causa di un lavoro in Europa, deve seguire la sua amata Mary Jane lasciando il nostro ragno afroamericano come sola barriera contro la criminalità della Grande Mela.

La sequenza di apertura ci porta a conoscere Miles come protagonista, un ragazzo di Brooklyn trasferitosi ad Harlem per seguire l’operato elettorale della mamma Rio. Ed è proprio grazie al primissimo combattimento con Rhino che apprendiamo che i poteri del nuovo Spider-Man hanno sfaccettature differenti da quello di Peter Parker: Miles possiede infatti la capacità di poter gestire e emettere impulsi elettrici, aspetto che nel titolo Insomniac viene definito come potere Venom (ma badate bene, i simbionti non c’entrano assolutamente nulla).

In men che non si dica, dopo il passaggio di consegna delle responsabilità della città da Peter a Miles, verremo scaraventati in mezzo a un complotto che vede il Nuform, forma di energia ecosostenibile, al centro dell’attenzione. Il Nuform, ideato dalla Roxxon Energy Corporation, nasconde un terribile segreto che l’Underground, fazione capeggiata da Thinkerer, vuole svelare a tutti i costi, anche se questo dovesse comportare delle perdite. Il nostro nuovo ragno avrà dunque l’arduo compito di equilibrare le sorti di quello che potrebbe rivelarsi come evento catastrofico per Harlem e non solo.

Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 1

Partendo da queste premesse, la campagna di Marvel’s Spider-Man Miles Morales si mantiene su circa otto ore di gioco, rivelandosi sicuramente avvincente ma un po’ deludente sotto l’aspetto puramente longevo, in rapporto soprattutto al prezzo di vendita. In più, per chi conosce il Miles Morales del mondo fumettistico, non ci metterà molto a capire chi si cela dietro alla maschera di alcuni dei personaggi contro cui andremo a combattere e come prenderà in generale piega tutta la campagna.

Complessivamente però, Miles Morales raggiunge l’importantissimo traguardo di aggiungere tasselli per quello che sarà l’inevitabile sequel del GameVerse, aggiungendo dettagli di trama molto importanti e soprattutto aprendo le strade all’utilizzo di un nuovo personaggio oltre a Peter.

Inesperienza e bioelettricità

L’intento di Insomniac è quello di voler trasmettere l’inesperienza del nostro nuovo protagonista che, senza neanche chiederlo, si ritrova nel bel mezzo di una lotta tra fazioni, intente a voler causare danni alla popolazione di Manhattan. Quest’inesperienza è tangibile non solo nella caratterizzazione del personaggio e nelle scelte che noi, attraverso il pad, siamo tenuti a prendere, ma anche dai suoi movimenti attraverso i grandi grattacieli, visibilmente pensati apposta per trasmettere la poca dimestichezza del protagonista nelle vesti di Spider-Man.

Il modo in cui Miles oscilla tra i grattacieli e l’implementazione del potere Venom è a tratti ipnotico, a tal punto da non calcolare minimamente nell’equazione ludica la possibilità di poter viaggiare rapidamente da un punto all’altro sfruttando la metropolitana. Dondolare, scattare, saltare e arrampicarsi è qualcosa di cui non abbiamo potuto fare a meno in questa New York viva, densa e interattiva, piena di bellezze da scoprire e crimini da sventare.

Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 2

La vera novità la ritroviamo nelle mosse Venom: come già anticipato Miles è in grado di sprigionare scariche elettriche dal suo corpo, permettendoci non solo di caricare (o scaricare) generatori e favorirci nel movimento grazie al salto Venom, ma anche di usare tale potere in combattimento. Qui il DualSense entra in gioco: il feedback aptico dei rumble presenti nel controller segue la direzione del Venom, spostandosi da sinistra a destra e dal basso verso l’alto, regalando una sensazione appagante ma non invasiva. Al potere Venom va ad aggiungersi poi l’occultamento, utile sia per un approccio più stealth che per prendere alla sprovvista dei nemici con cui abbiamo già ingaggiato un combattimento.

Tornano poi le mosse finali, che regalano un taglio cinematografico all’azione grazie ad apposite inquadrature mentre terminiamo un nemico. A questo proposito, abbiamo particolarmente apprezzato il fatto che alcuni dei completi sbloccabili durante il corso della nostra avventura avessero delle apposite mosse finali. Precisiamo, si tratta di purissimo effetto estetico, ma è comunque un plus gradevole da vedere e divertente da scoprire.

Attività secondarie: sventare i crimini non è un gioco da ragazzi!

Nonostante le poche ore messe a disposizione dalla modalità campagna, Marvel’s Spider-Man Miles Morales sazia abbondantemente grazie alle attività secondarie, che vanno ad aggiungere circa cinque ore al monte ore collezionato per arrivare al raggiungimento del 100%; le missioni secondarie vanno da vere e proprie quest-line con appositi filmati e dialoghi a semplici attività da amichevole Spider-Man di quartiere.

Alcune richiedono di liberare degli avamposti Roxxon e Underground, altre una semplice raccolta di collezionabili, e altre ancora punteranno a potenziare Miles. Quest’ultime sono vere e proprie sessioni di addestramento che coinvolgono un Peter Parker – ologramma – alle prese con il suo pupillo. Le sfide si dividono in furtività, combattimento e mobilità, permettendo di acquisire abilità che vanno oltre al classico albero.

Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 3

Parlando dell’albero delle abilità, esattamente come in Marvel’s Spider-Man, anche in Miles Morales potremo salire di livello completando la campagna e le attività secondarie, permettendoci di guadagnare un punto abilità per ogni livello guadagnato. I punti abilità sono spendibili in questo albero, suddiviso nelle categorie combattimento, potere Venom e occultamento.

Ogni livello inoltre ci darà la possibilità di ottenere l’accesso a un nuovo costume. Lo sblocco di tali costumi comporta di conseguenza l’attivazione di abilità passive uniche, equipaggiabili e interscambiabili, non legate dunque al costume equipaggiato.

Cosa può offrire Miles Morales su PlayStation 5?

Grazie alle modalità Fidelity e Performance è possibile giocare il titolo sfruttando la potenza bruta dell’hardware PlayStation 5 (di cui, a proposito, trovate qui la nostra recensione) per concederci quei movimenti così fluidi e così realistici che nel precedente capitolo tendevano a mancare, incrementando sensibilmente le animazioni del modello di Miles e le interazioni che hanno le sue collisioni con il mondo di gioco. I combattimenti, a tal proposito, si rivelano più spettacolari di quanto già visto con Peter, aggiungendo a quanto già presente nel vecchio combat system più varietà in termini di mosse che brillano sotto la luce dei 60 frame stabili.

Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 4

Non vi nascondiamo però che scegliere tra una modalità Fidelity, che garantisce il 4K con Ray Tracing a 30 frame, e una modalità Performance, che invece offre il Full HD a 60 frame ma senza Ray Tracing, non è così semplice: se da una parte abbiamo un sistema di gestione di luci dinamico, preciso e ben realizzato, dall’altra parte abbiamo un sistema di gestone delle animazioni molto più fluido e naturale.

Aggiornamento 9/12/2020: Insomniac Games ha introdotto in Marvel’s Spider-Man Miles Morales una modalità Performance RT, che permette di giocare il titolo a 60 frame al secondo con il Ray Tracing attivo. Per motivi puramente temporali non ci è stato possibile provare tale modalità, per tanto non è stata elencata e analizzata in fase di recensione. Maggiori dettagli qui.

Vi è poi il plus dell’unità SSD, che ci permette di entrare in gioco in modo istantaneo (appena 8 secondi dalla dashboard della console) e che permette ovviamente dei viaggi rapidi pressoché istantanei. Ma quello che salta più all’attenzione è l’idea di una New York più viva, brulicante di auto spesso ferme nel traffico e pedoni che camminano per strada e nei parchi. La risoluzione delle texture è visibilmente migliorata: il terreno, i costumi di Miles, i volti e persino i palazzi mantengono lo stile improntato dal GamerVerse di Insomniac con quel qualcosa in più di decisamente appagante, che sicuramente ingolosirà chi stringe il pad alla mano.

Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 5

Doppiaggio e colonna sonora

Ne siamo incredibilmente rimasti sorpresi e continuiamo tutt’ora a non crederci: nonostante il lavoro di Insomniac si presenti come un’espansione stand alone, troviamo opportuno specificare che la colonna sonora e il doppiaggio sono di ottima fattura, ben oltre quanto sentito sul primo Marvel’s Spider-Man.

Innanzi tutto, la campionatura di New York è ben curata, mescolando bene tutti i suoni derivanti dalla frenetica vita della città che non dorme mai. Il doppiaggio italiano si rivela poi espressivo, allineandosi tantissimo alla caratterizzazione originale dei personaggi nati su carta, con particolare riguardo a Gianandrea Muià, che nella sua inesperienza come protagonista – esattamente come Miles – riesce a firmare un binomio eccezionale, mostrando carattere, carisma e donando a Miles una voce pressoché perfetta per il ruolo.

Menzione d’onore anche alla colonna sonora, che strizza l’occhio al genere undeground grazie ad accompagnamenti di genere pop e rap e grazie alla partecipazione di Jaden Smith, che ricalca alla perfezione lo stile ragnesco di Miles Morales.

Jaden - "I’m Ready" (From Marvel's Spider-Man: Miles Morales - Original Video Game Soundtrack)

Conclusioni

Marvel’s Spider-Man Miles Morales è quel genere di gioco che non ti aspetti, vuoi per la sua natura stand alone e per la poca (purtroppo, ndr.) notorietà del piccolo ragno, ma che riesce a sorprendere e divertire comunque.

I ragazzi di Insomniac Games hanno confezionato per il lancio di PlayStation 5 una bellissima espansione autonoma che prende molto dal vecchio capitolo, ma che riesce allo stesso tempo a offrire materiale nuovo sul fronte narrativo e soprattutto tecnico.

Grazie a un gameplay coinvolgente e a un ottimo comparto audio, Marvel’s Spider-Man Miles Morales si conferma un ottimo prodotto per tutti gli appassionati del ragno-verso; anche se forse avremmo preferito vedere qualcosa di più in termini prettamente legati alla longevità, che riteniamo sì ben distribuita in termini di densità dei contenuti, ma fin troppo corta in termini prettamente legati alla longevità.

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Marvel's Spider-Man Miles Morales, la recensione: essere migliori, essere sé stessi 6

Sviluppatore software di professione, Simone inizia la sua carriera videoludica già dall’infanzia, crescendo nel mondo PlayStation e seguendo le orme del padre. Predilige per lo più opere con una forte componente narrativa e adora immergersi nei panni dei protagonisti che va via via a giocare.
Adora alternare momenti ludici con la visione e/o lettura di opere orientali, ma non si rifiuta di approcciarsi alle novità!

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Gotham Knights, la recensione: codice nero, Batman è morto. - SpaceNerd.it
2 anni fa

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