Harry Potter e la Pietra Filosofale: bentornati ad Hogwarts 20 anni dopo

La Pietra Filosofale torna al cinema

Il 6 dicembre 2001 arrivava nelle sale italiane Harry Potter e la Pietra Filosofale, all’apparenza un interessante fantasy per famiglie tratto dai romanzi di una scrittrice inglese di nome J.K. Rowling. Quel 6 dicembre era impossibile però prevedere che quel film avrebbe cambiato per sempre la storia del genere, nella letteratura e nel cinema, diventando una delle saghe più amate al mondo.

Privato di quell’esperienza cinematografica dalla mia giovane età (4 anni nel 2001), l’evento celebrativo per i vent’anni della Pietra Filosofale, per un amante della serie come il sottoscritto, era praticamente imperdibile. Sembrava anche un’ottima occasione per parlarne, magari in una recensione della nuova versione o in un confronto con la vecchia, ma ogni buona intenzione si è infranta subito ad inizio film quando la melodia di John Williams ci riporta davanti al numero 4 di Privet Drive a Little Whinging nel Surray.

La mia storia con la saga non sarà iniziata quel 6 dicembre del 2001, ma risale comunque ai primi anni duemila, quando mia madre decise che quel libro della Rowling era la giusta lettura da fare insieme.
La storia di Harry strega entrambi all’istante e non ci lascia più, il Calice di Fuoco diventerà il primo “vero” libro affrontato da solo e il Prigioniero di Azkaban il primo film che ricordo di aver visto al cinema.
All’uscita del Principe Mezzosangue e de I Doni della Morte leggo avidamente mattoni di oltre 500 pagine con la stessa facilità con cui sfoglio oggi un volume di Komi Can’t Communicate.

Capite bene che ritrovarmi al cinema e dover affrontare La Pietra Filosofale con un occhio diverso da quello del fan letteralmente cresciuto con Harry, Ron ed Hermione, era una missione impossibile e a farmelo capire, oltre all’Edwige’s Theme all’inizio del film, è stata una frase dello straordinario Hagrid interpretato da Pannofino che mi ha ricordato come ormai, alla trentesima visione, conoscevo ogni battuta del film.

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“Un incidente d’auto? Un incidente d’auto ha ucciso Lily e James Potter?!”

Non avrebbe reso giustizia al film fingermi uno spettatore imparziale che cerca di descrivervi come questa nuova versione svecchia leggermente quella precedente, rende più godibili le poche scene di CGI che fisiologicamente erano invecchiate male e ci ripropone gli stessi contenuti al cinema ma leggermente restaurati.

Ha più senso cercare di raccontarvi cosa simboleggia questo film, anche vent’anni dopo, per tutti gli appassionati di Harry Potter ed in generale per chi ama i fantasy, sia su schermo che su carta.

La Pietra Filosofale non è solo l’inizio della storia di Harry Potter, ma un film che trasmette ancora sensazioni incredibili anche all’ennesimo rewatch, il migliore e più fedele adattamento del romanzo della Rowling e l’esordio del trio d’oro che ha scritto la storia del cinema.

Dove tutto ebbe inizio

Dal sottoscala di Little Winghing alla prima grande avventura di Harry, La Pietra Filosofale rappresenta l’assaggio del magnifico mondo creato da J.K. Rowling e quel fascino della prima volta si sente benissimo anche dopo due decenni.

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Il binario 9 e 3/4, la carrozza, il primo incontro con Draco Malfoy, l’esordio nel Quidditch, il film praticamente è costituito da un susseguirsi di momenti iconici che sono rimasti nel cuore dei fan. Ma proprio riguardandolo da fan di vecchia data al cinema mi sono reso conto di tantissime cose che negli anni avevo dato per scontate e che invece rendono La Pietra Filosofale un film straordinario ancora oggi.

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Con l’approccio quasi da fiaba per bambini ma che è in grado di catturare anche il pubblico più adulto, la Rowling racconta un’avvincente avventura in un mondo magico che però sembra estremamente vicino. Sete di potere, vendetta, discriminazioni e pregiudizi non mancano anche tra i maghi, in un mondo estremamente ricco di insidie, soprattutto se ti chiami Harry Potter.
Come in una fiaba poi sono proprio i bambini a salvare la situazione, con un modus operandi che diventerà il marchio di fabbrica del magico trio e grazie al primo dei tanti colpi di genio a cui la Rowling ci ha abituato nel corso dell’opera.

Una narrazione all’apparenza semplice ma che nella pratica risulta estremamente profonda e che da spazio in maniera unica a temi come l’amicizia e l’importanza di scegliere sempre la cosa giusta, riuscendo a colpirci ed emozionarci ancora oggi.
Una saga che ha cresciuto generazioni di bambini oggi ormai adulti con gli insegnamenti dei personaggi di Harry Potter e che sicuramente non mancheranno di tramandare ai loro figli, partendo proprio da questo film.

A colpire nel 2021 della Pietra Filosofale poi non è solo quella inconfondibile magia (che forse è anche un po’ di nostalgia) che trasuda da tutta questa pellicola, ma ci sono anche due elementi che magari possono passare inosservati all’occhio dello spettatore casuale ma che oggi più che mai sottolineano la forza di questo film rispetto ai successivi: la direzione di Chris Columbus e il perfetto Albus Silente di Richard Harris.

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Del compianto Richard Harris non possiamo che sottolineare la sua prova magistrale in questo film e nella Camera Dei Segreti: un Silente saggio, calmo e dolce che non rivedremo mai più nel resto della saga cinematografica.
Anche quell’aria di magia che ci trasporta tra i corridoi di Hogwarts e che pervade sia il primo che il secondo film ed ogni singola riga scritta dalla Rowling, si va via via perdendo nei film successivi e nessuno dei registi che si sono susseguiti alla direzione di Harry Potter è riuscito ad avvicinarsi all’incredibile lavoro di Columbus.

Un meritato ritorno in sala

Non è un caso se in Cina è stato scelto proprio Harry Potter e la Pietra Filosofale come uno dei film di riapertura delle sale, e non è un caso neanche che in questi giorni passati al botteghino italiano abbia fatto segnare incassi record.
Nonostante gli anni il film è invecchiato benissimo e i piccoli ritocchi di questa versione uscita al cinema limano qualche fisiologica imperfezione ma è proprio l’essenza stessa del film che lo rende immortale e tutt’ora un’esperienza imperdibile per chiunque.

In un momento in cui la sua stessa creatrice cerca in tutti i modi di rimpastare la sua stessa creazione, tra dichiarazioni contradditorie e una nuova saga che zoppica tantissimo e convince davvero poco, prendere la macchina del tempo e ritornare indietro di vent’anni per godersi di nuovo La Pietra Filosofale è la scelta migliore che qualsiasi fan della saga potrebbe fare.

Quelle emozioni provate davanti al logo sul grande schermo mentre in sottofondo suona la leggendaria melodia testimoniano la forza dell’impatto di questo film sull’intera cultura pop mondiale e su tutti i suoi spettatori, forgiati a vita dalla storia di Harry, Ron e Hermione.
Ma a prescindere dalla nostalgia/magia, dal rivedere l’infanzia al cinema e dal riscoprire per l’ennesima volta la grandezza di questo film, la cosa che mi ha colpito di più è stata vedere l’emozione negli occhi di un giovanissimo spettatore, probabilmente alla sua prima visione, seduto a qualche posto di distanza dal mio, che mi ha ricordato ancora una volta che anche se è passato tanto tempo Hogwarts è casa ed ha sempre la porta aperta.

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Matteo Tellurio

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby. Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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