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Final Fantasy VII Remake: spiegazione e analisi del finale

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Final Fantasy VII Remake

L’articolo che segue è un’analisi completamente piena di spoiler su Final Fantasy VII Remake, sull’originale, Crisis Core e sul film Advent Children.

Per conseguire un’analisi completa è necessario ricollegarsi ad eventi mostrati nel finale già apparsi in altri media dell’universo narrativo di Final Fantasy VII, e in questo senso qualora vogliate evitare anticipazioni su uno qualsiasi dei titoli sopra citati vi invitiamo fortemente a non proseguire la lettura dell’articolo.
E’ inoltre fortemente consigliato avere delle conoscenze base sulla storia degli altri progetti dell’universo FFVII in quanto non scenderemo troppo nei dettagli della lore, altrimenti l’articolo si dilungherebbe a dismisura.

Final Fantasy VII è senza ombra di dubbio uno dei titoli più importanti della storia videoludica, sia per l’oriente che per l’occidente, a prescindere dal genere che rappresenta. Vuoi che sia per la sua importanza mediatica o per il suo solo essere emblema di una saga che ha avuto un forte impatto sull’affermazione di un intero genere videoludico quale il gioco di ruolo orientale (JRPG, ndr), Cloud e le sue storie hanno preso di merito un posto importantissimo nella storia del medium.

Final Fantasy VII fu il primo gioco della saga ad approdare in Europa nel 1997 su PlayStation, portandosi dietro diverse evoluzioni a livello tecnico per la saga e per il genere come i modelli 3D e gli sfondi prerenderizzati, oltre che il supporto di sequenze cinematiche che al tempo furono una gioia per gli occhi dei possessori della console casa Sony e motivo di gran vanto per la Square di allora.

Oltre alla sua competenza tecnica, il titolo fece parlare tantissimo di sé per la sua trama estremamente atipica dal forte carattere nipponico, cosa cui l’Europa non era per niente abituata e fece innamorare il pubblico contro ogni pronostico. La trama di Final Fantasy VII viene raccontata da un cast ben caratterizzato, dove troviamo come figura centrale Cloud Strife, protagonista di punta delle vicende e ancora oggi visto come il personaggio più importante della saga e usato come faccia del brand.

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Con il passare degli anni, l’amore verso il titolo da parte della community videoludica ha spinto Square Enix a riproporre il titolo sotto forma di port su più piattaforme nel corso del tempo, in quanto la domanda di una versione giocabile migliorata del titolo era una costante dei forum della casa giapponese che ha dato luce al brand, con tra i più recenti le versioni per Xbox One e Nintendo Switch.

Come ben sappiamo, la tecnologia in ambito videoludico ha fatto passi da gigante e com’è facilmente intuibile, la community di Final Fantasy ha iniziato a chiedere a gran voce un Remake del settimo capitolo in alta definizione, soprattutto dopo il rilascio della tech demo dedicata al titolo durante l’E3 del 2015 per PlayStation 3, che non fece altro che nutrire ulteriormente le speranze dei fan. Ma dopo un falso allarme causato dall’annuncio dell’ennesimo port per PlayStation 4 avvenuto durante il PlayStation Experience del 2014, Sony rivelò ufficialmente il progetto Remake durante l’E3 dell’anno successivo, con un trailer estremamente suggestivo.

Per il progetto, tutti i membri chiave del progetto originale hanno ripreso posizione con qualche piccola modifica, come ad esempio Yoshinori Kitase in veste di produttore e Tetsuya Nomura che oltre a ricoprire il ruolo originario di character designer, prende anche posto come direttore del progetto.

All’annuncio è stato sottolineato come il titolo sarebbe stato rilasciato in più parti e quindi non in un solo gioco, con la prima ambientata nella città di Midgar, sezione che nel gioco originale aveva una durata minore di 10 ore.
Questo fece senza dubbio scaturire non poche preoccupazioni sia da parte della critica che dei fan, visti anche i precedenti con il bran di Final Fantasy e della discutibile gestione dei contenuti delle ultime installazioni della saga da parte di Square Enix.
Le aspettative per il Remake sono state alte. Molto alte.

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Facciamo ora un salto in avanti nel tempo e passiamo subito al rilascio del titolo.

Il lancio è un successo a livello di critica, e il titolo ha emotivamente segnato di nuovo i fan esattamente come fece nel 1997…
Ma per motivi ben diversi.

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Con questa istantanea, il mondo intero ha esultato all’annuncio di Final Fantasy VII Remake, ignari di ciò che gli aspettava nel finale.

Final Fantasy VII ha di Remake solo la R

Prima di arrivare a parlare del finale in sé è assolutamente necessario analizzare come la parte di Midgar di Final Fantasy VII Remake è stata trattata rispetto al titolo originale, in quanto le differenze ci sono e alcune sono estremamente importanti.

A grandi linee, il titolo ripercorre tutte le scene dell’originale senza alcuna eccezione, ma lo fa mescolando le carte su più momenti. Se parliamo di momenti chiave, sappiamo benissimo che tutti i flashback sono stati riproposti esattamente come nell’originale, e la nostra “Claudia” del Mercato murato è ancora presente, anche se il processo narrativo che porta al travestimento è stato stravolto, mantenendo comunque il fine invariato. Finchè prendiamo in esame semplici rivisitazioni di quel tipo, che non vanno a intaccare la trama originale, possiamo vedere la cosa come una presa di libertà artistica dello sviluppatore, il quale ha voluto rendere le cose un pelo più interessanti per creare un eventuale effetto sorpresa senza stravolgere l’opera originale.

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Oltre a questo abbiamo visto gli ambienti allargati e resi estremamente esplorabili, con tanto di un lavoro di “world building” che ha reso il mondo di gioco estremamente vivo grazie ai personaggi non giocanti che lo abitano. Anche questa operazione è stata fatta con il chiaro intento di soddisfare il desiderio dei fan di poter vivere parti che si potevano solamente immaginare all’epoca, a causa delle limitazioni tecniche della prima PlayStation.
Non mancano ovviamente nuove parti esplorabili, ma che non includono contenuti di trama sensibili al filone dell’originale.

Fin qua sembra tutto a posto, giusto? Ogni cosa è al suo posto, esattamente come nel primo Final Fantasy VII, e nulla ad uno sguardo superficiale sembra sia stato inserito per stravolgere il tutto.

In realtà qualcosa è stato fatto, e prende il nome di “Numen”.

I Numen sono delle forme simili a degli spettri che incontriamo per la prima volta nel Remake durante il primo incontro tra Cloud e Aerith subito dopo l’esplosione del primo Reattore dell’introduzione.

La scena in questione vede Aerith circondata da un gruppo di queste entità misteriose e come Cloud la vede in difficoltà, effettua il contatto con la ragazza dei fiori.
Nel momento esatto in cui avviene il contatto, i Numen svaniscono e la scena dell’originale riprende il suo corso, con un Cloud titubante che riceve un fiore dalla ragazza.
Subito dopo, come nell’originale Final Fantasy VII, un gruppo di soldati attacca Cloud e con un’Aerith intenzionata a provare ad aiutare (cosa che NON avviene nell’originale, ndr), all’apparizione dei Numen i due si separano e la storia riprende il suo corso.

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Ed è per via dei Numen che Final Fantasy VII, di Remake, perderà tutto tranne che la sua R.

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Logo di Final Fantasy VII Remake che, a vederlo post finale, strappa più che qualche sorriso per il suo sottotitolo.

I Numen e il loro operato

La vera identità di questa nuova entità inclusa in Final Fantasy VII Remake viene svelata nel capitolo 17, dove ci risvegliamo in una stanza di riposo all’interno del Quartier Generale della Shinra dopo che Cloud collassa a seguito dell’ennesima visione dopo aver liberato Aerith dalle grinfie di Hojo.

Qui ci viene rivelato come i Numen siano la materializzazione del volere del destino imposto dal pianeta, secondo il quale la storia sia già scritta e in nessun modo può essere modificata. A tal proposito i Numen agiscono in nome di questo Destino per far sì che tutto vada come debba andare, senza che si esca dai binari del fato.

Questo Destino, come facilmente intuibile, sono le vicende dell’originale Final Fantasy VII e di tutto quello che è arrivato dopo di esso.

Prendiamo qualche esempio pratico, oltre quello del primo incontro tra Cloud e Aerith.

Altro caso dove i Numen giocano una parte importante è l’assalto ai Bassifondi dove si trova il ritrovo del party, ovvero il Settimo Cielo. Qui i Numen hanno forzato l’infortunio di Jessie per far sì che non prendesse parte all’assalto del secondo Reattore e far subentrare al posto suo Cloud, inizialmente messo da parte, evento che non era presente nell’originale (originariamente avrebbe dovuto prendere parte all’operazione da subito, ndr).

Altro evento che possiamo prendere in esame è lo scontro tra Reno e Cloud nella Chiesa dove avviene la riunione tra il nostro eroe e Aerith.
Qui, dopo una boss fight contro il membro dai capelli rossi dei Turks (tra l’altro inedita del Remake, ndr), Cloud innalza la spada per infierire il colpo di grazia verso il nemico quando ad un tratto un’Aerith estremamente e misteriosamente agitata tenta di fermarlo, per poi vedere l’entrata in scena dei Numen che trascina l’ex Soldier e l’amica verso la parte interna della Chiesa, per forzare la fuga che avviene nell’originale ed evitare la morte di Reno, il quale non sarebbe dovuto morire in quel punto della storia originale.

Ancora un altro caso eclatante è come i Numen salvino la vita a un Barret chiaramente morto nell’ufficio del Presidente Shinra dopo essere stato trafitto dalla spada della copia di Sephiroth (sì, arriveremo a spiegare anche quello, tranquilli), in quanto non sarebbe dovuto morire in quel punto della storia.

E’ chiaro a questo punto che Final Fantasy VII Remake riesce a mantenere la facciata del sottotitolo, paradossalmente, grazie all’introduzione e all’operato di questa forma extracorporea, senza il quale avrebbe visto un’evoluzione delle vicende originali ben diversa già durante le scorribande per i bassifondi. Avvicinandoci alle battute finali del capitolo 18, però, abbiamo potuto notare come sia evidente una connessione tra Sephiroth e i Numen, e di come Aerith sappia più di qualcosa riguardo un’eventuale connessione tra i due.

Ora, prima di andare a parlare di tutti i punti critici dell’epilogo che vengono mostrati nel capitolo 18, andiamo ad analizzare il comportamento di due dei personaggi chiave di questo Remake: Aerith e Sephiroth.

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I Numen (O Whispers), la nuova entità inclusa in Final Fantasy VII Remake che ha il compito di proteggere il Destino e gli eventi originali.

Aerith, dall’originale Final Fantasy VII al Remake

Aerith gioca un ruolo fondamentale in Final Fantasy VII Remake, ancor più di quanto abbia fatto nell’originale, soprattutto per quanto riguarda gli eventi mostrati nell’epilogo.

La nostra ultima Antica e rivenditrice di fiori ha subito un trattamento speciale nella caratterizzazione, ma molti dei suoi atteggiamenti durante gli avvenimenti che vanno a comporre il Remake a Midgar non sono stati fatti solamente per renderla molto più solare e noncurante, il tutto ha perfettamente senso.

Durante i vari combattimenti e le fasi maggiori ripresi uno ad uno dal Final Fantasy VII originale, Aerith mantiene un atteggiamento estremamente rilassato e mai lascia trapelare stupore di qualsiasi sorta, come se avesse già visto tutto quello che avviene davanti ai suoi occhi, conscia del traguardo di ogni momento. La sua compostezza va a sbilanciarsi sempre più dal capitolo 16/17 in poi, dove realizza una forte attività da parte dei Numen i quali si ritrovano sempre più costretti ad agire per regolare il corso degli eventi a quelli della storia originale, al punto tale da svelarne l’identità a Cloud e il resto del gruppo.

Aerith raggiunge un collasso totale al capitolo 18 subito dopo la fase di combattimento in moto di Cloud, dove si ritrova alla fine della tangenziale con alle spalle uno sciame di Numen che ricopre il Quartier Generale Shinra e davanti a sé un Sephiroth che, con enormi probabilità, sa tanto quanto Aerith sulla realtà dei fatti riguardo il Destino.

Prendiamo in analisi ora alcune linee di dialogo riprese dal discorso di Aerith verso Sephiroth in questo punto del capitolo finale:
Nota bene: Tratteremo ora sia la parte esposta a schermo dalla localizzazione del gioco che le traduzione più generica, che a seconda della chiave di lettura può stravolgere il significato dei dialoghi

Aerith: “Questo è uno sbaglio/Ti stai sbagliando”
Sephiroth: “Gli occhi di chi è in preda alle emozioni sono ciechi/Coloro che hanno la vista annebbiata vedranno solo l’oscurità”
Aerith:“La tua intera esistenza è uno sbaglio/Tutto di te è sbagliato”
[…]
Sephiroth:”E’ la voce del Destino/Il Destino sta arrivando”

Nell’originale, Aerith è ben consapevole dell’esistenza di Sephiroth ma lo odia per le sue azioni e non per il suo esistere.
In Final Fantasy VII Remake, invece, ripudia sua la intera esistenza.

La consapevolezza e la repulsione dell’esistenza è di un’ottica totalmente diversa all’intollerabilità verso le azioni del singolo, e con queste linee di dialogo possiamo capire come Aerith sappia della vera natura di Sephiroth di Final Fantasy VII Remake.

Avvenuto questo dialogo, a schermo vediamo una delle scene finali di Crisis Core dove il protagonista del titolo PSP, Zack, sta per affrontare un esercito di soldati dopo aver disertato l’unità Soldier, ma a differenza della sequenza originale vediamo anche qui i Numen ricoprire Midgar, ma di questo parleremo in un paio di paragrafi, abbiate pazienza.

Subito dopo Sephiroth aprirà un portale verso la Singolarità del Destino dove avverrà la boss fight finale, e nel momento esatto in cui Cloud tenta di approcciarlo un’Aerith estremamente agitata, in un modo mai visto prima durante tutta la durata del playthrough, tenterà di fermarlo, dicendo questo:

Aerith: “Questo è il bivio del Destino”
[…]
Tifa: “Cosa troveremo dall’altra parte?”
Aerith: “La libertà. Ma la libertà mi fa paura/La terrificante libertà senza confini. E’ come un cielo senza fine. […] A Sephiroth interessa solo salvare se stesso e il pianeta, è disposto a tutto pur di proteggerlo. Ma sbaglia, non capisce/Non è così che deve andare. L’unica vera minaccia per il pianeta è lui. Per questo devo fermarlo, per questo voglio chiedere l’aiuto a tutti quanti voi, insieme possiamo farcela. Ma il destino ci sbarra il cammino. Superandolo ognuno di noi cambierà per sempre. Scusa , è per questo che ti ho fermato.”

Con questo ultimo dialogo confermiamo il fatto che Aerith sa cosa sta succedendo, sa molto di più di quanto dovrebbe sapere a questo punto del gioco rispetto all’originale, anche se questa fase precisa non dovrebbe essere presente.

Dopo aver raccolto le informazioni su una delle due figure chiave per poter analizzare a fondo l’epilogo, possiamo proseguire con la prossima.

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Un sorriso malinconico, quello mostrato da un’Aerith che accetta di affrontare una paurosa libertà nel nuovo futuro post finale di Final Fantasy VII Remake.

Sephiroth, una minaccia costante e immortale

In Final Fantasy VII Remake Sephiroth appare immediatamente dopo la parte introduttiva, nello specifico subito dopo la fuga dal primo reattore, e lo fa mostrandosi a Cloud sotto forma di visione in una strada secondaria nei pressi della stazione ferroviaria della parte altolocata di Midgar, e lo fa in mezzo alle fiamme per rivampare la memoria distorta di Cloud dell’attacco del Soldier dai capelli d’argento alla sua città natale, Nilfheimr.

Oltre a questa prima apparizione, Sephiroth si ripresenta al protagonista molto più frequentemente durante l’avventura rispetto all’opera originale, con l’obiettivo di portarlo dalla sua parte. O almeno questo è quello che vuole far credere. Un’altra costante delle sue apparizioni successive alla prima durante l’introduzione è il suo continuo essere apparentemente accompagnato dai Numen, dando la falsa impressione che l’entità rappresentante il Destino e lui stesso siano in qualche modo alleati, cosa che tra non molto scopriremo non essere vera. Agisce inoltre in modi totalmente diversi a quanto visto durante l’opera originale, esempio principale è il momento in cui uccide temporaneamente Barret durante il capitolo 17, per poi essere salvato dai Numen come spiegato prima.

Se colleghiamo queste considerazioni possiamo notare un comportamento abbastanza contrastante da parte di Sephiroth, il quale troverà risoluzione durante il finale del gioco.

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Combattimento tra Sephiroth e Cloud ai Confini del Mondo durante la parte finale di Final Fantasy VII Remake.

Analisi della battaglia finale: la boss fight

Una volta superato il portale e entrati nella Singolarità del Destino, si avvierà la boss fight finale di Final Fantasy VII Remake. Il primo incontro ci svela già gran parte dell’intero roster di nemici che andremo ad affrontare, ovvero quello che per comodità chiameremo “Trio Numen” da qui in avanti per evitare confusione. Una volta passata la fase del Trio Numen, i boss si uniranno per dar vita a Numen Bahamut. Teniamo estremamente bene a mente questo dettaglio della boss fight, in quanto sarà cruciale per poter comprendere la vera natura di questi nemici. Una volta sconfitto Bahamut, esso si ridividerà riportando in campo il Trio Numen estremamente indebolito.

Ora inizia la parte abbastanza confusa dove inizieremo a citare gli altri titoli dell’universo Final Fantasy VII oltre all’originale.

Dopo aver diviso Bahamut e aver riportato indietro il Trio, ogni volta che verrà eliminato uno dei tre il Numen Praeco (l’enorme entità oscura che fa da sfondo e nucleo centrale per i Numen, ndr) manderà dei “segnali” nelle menti dei protagonisti che si tradurranno in visioni… del futuro. Per essere precisi quello che viene mostrato al giocatore sono alcuni ritagli del film Advent Children, che cronologicamente fa da sequel al Final Fantasy VII originale.

I ritagli sono nello specifico la parte dove Red XIII corre verso la zona panoramica del Cosmo Canyon per controllare una Midgar ricoperta di verde. Un’altra parte vede l’animazione della caduta della Materia che precede la morte di Aerith per mano di Sephiroth e a seguire il momento in cui Cloud la offre al fiume della vita (Lifestream, ndr).

Ora abbiamo un contesto riguardo gli eventi del futuro mostrati da Numen Praeco.

Il motivo per cui vengono mostrati questi frammenti sul futuro è semplice: il gruppo sta letteralmente facendo a pezzi il Destino, dove il Destino è impersonato dai Numen e in questo caso dal Numen Praeco, di cui il Trio Numen ne è parte dell’esistenza (anche questo confermato dal fatto che a ogni membro eliminato del Trio, Praeco perde una porzione di vita), e a ogni frammento strappato una parte del futuro viene liberata nel nulla, sciolto dalle sue stesse catene.

Una volta eliminato Praeco, una visione della meteora che dovrebbe portare a un passo dalla distruzione il pianeta si presenta davanti al gruppo, per poi essere cancellata e assorbita all’interno di una fenditura dalla quale esce fuori, finalmente, Sephiroth in carne ed ossa.

Da qui parte l’ultima fase della boss fight che vedrà Cloud affrontare Sephiroth in un uno contro uno, per poi vedere alcuni membri del gruppo (chi si unisce dipende dalle scelte fatte durante l’avventura, nulla di importante ai fini della trama comunque, ndr) aggregarsi al combattimento nel tentativo di sconfiggere il vero nemico del mondo.

Una caratteristica ricorrente di questo ultimo combattimento che va in linea con i vari incontri tra Cloud e Sephiroth sono le linee di dialogo che vedono quest’ultimo istigare il nostro eroe, esortandolo ad odiarlo e fargli provare rabbia. Sottolineamo nuovamente che questo comportamento non è casuale, e presto andrà a giocare un ruolo fondamentale riguardo la vera natura del rapporto tra gli ormai eliminati Numen e Sephiroth.

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Cloud e i suoi compagni, dinanzi al portale che li porterà al combattimento finale di Final Fantasy VII Remake che cambierà il Destino del mondo… e del gioco stesso!

Il filmato di epilogo, un nuovo inizio.

Dopo un combattimento feroce, Cloud verrà trasportato ai confini del mondo da Sephiroth dove avverrà un importantissimo dialogo tra i due. Le linee più importanti che ci interessano sono:

Sephiroth: “Oltre questo momento non esiste ancora nulla” (riferito al nuovo Destino che sta per decidersi dopo aver distrutto quello “originale” imposto dai Numen,ndr)
[…] “Non ci siamo. Mancano sette secondi alla fine, ma sei ancora in tempo. Il futuro è nelle tue mani, Cloud.”

Dopo quest’ultima linea di dialogo Sephiroth scompare, ancora in vita.
Ad oggi ancora il significato dei sette secondi è vago. Speculazioni parlano dei sette secondi che Sephiroth impiega nell’originale per discendere e trafiggere Aerith nella famosa scena della sua morte, ma ad ora nulla è confermato e solo un eventuale seguito potrà confermare la teoria.

Proseguono i filmati, dove viene mostrato Rufus ora a capo della Shinra dopo la morte del padre per mano di Sephiroth e subito dopo la scena che ha spezzato la community in due.

In questo filmato vediamo innanzitutto una busta presumibilmente di uno snack con un logo molto familiare ma non identico a come lo conosciamo; si tratta della mascotte Shinra che abbiamo visto in diversi punti del Remake utilizzata come punto di riferimento nei sotteranei sotto forma di graffito segnaletico.

La differenza è che sì, la somiglianza c’è ma è una razza di cane totalmente diversa, e l’enfasi portata dall’effetto rallentatore e il primo piano dell’immagine durante il filmato vuole chiaramente far intuire qualcosa al giocatore.

Subito dopo, l’obiettivo si sposta su uno Zack stremato ma ancora in vita, di fronte a un esercito di soldati morti, e la nebbia di Numen totalmente scomparsa da Midgar.

Zack ancora in vita è un dettaglio che stravolge totalmente la storia di Final Fantasy VII e soprattutto il personaggio di Cloud.

Uno dei più grandi plot-twist dell’originale è senza dubbio la scoperta del caos dei ricordi di Cloud e il suo problema di personalità multiple involontario, dove il giocatore viene convinto che tutti gli eventi maggiori della vita di Cloud nel periodo da Soldier in realtà erano gesta di Zack, mentre il nostro eroe era semplicemente un soldato qualunque, il tutto risultato da un trauma psicologico post morte di Zack stesso che ha portato Cloud a pensare di essere stato il suo mentore.

Con Zack ancora in vita, Cloud non avrebbe mai preso parte al gruppo di Barret e l’Avalanche siccome non avrebbe mai avuto il desiderio di essere un mercenario, desiderio che appunto era di Zack dopo aver scoperto la verità sulla natura dei Soldier e il progetto di clonazione.

Subito dopo vediamo la ricostruzione dei Bassifondi che procede, con a seguire un’altra grande rivelazione: Biggs e, presumibilmente, Jessie sono ancora in vita. Possiamo ovviamente fisicamente vedere Biggs sul letto dell’orfanotrofio del villaggio dei bassifondi nel settore 5 e i guanti e nastro da testa iconici di Jessie appoggiati sul tavolo a fianco a lui. A seguire vediamo finalmente il nostro gruppo fuori dai confini di Midgar, che seguono un dialogo abbastanza simile all’originale, fino al momento in cui in qualche modo, un Zack che trascina Cloud incrocia il nostro gruppo, entrambi diretti in direzioni opposte, ma che per motivi che vedremo a breve sembrano non potersi vedere.

Questo è quanto per il finale di Final Fantasy VII Remake ma dobbiamo assolutamente fare chiarezza su alcuni punti.

Togliamo comunque un dubbio di mezzo prima di andare oltre:
Final Fantasy VII Remake, con il suo finale, non è più un Remake.

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Un Zack stremato ma ancora vivo in un’altra timeline che incrocia il cammino con quello di Cloud e Aerith

La vera natura del “Trio Numen”

Ogni nemico che compone questo trio impugna un’arma diversa, rispettivamente una spada ad una mano, un paio di pistole magiche e una specie di lama magica che fluttua sulla mano.

Se analizzati con l’abilità in-game, tutti e tre i nemici avranno una parte della descrizione in comune, ovvero la dicitura “Incarnazione del destino del mondo“.

Da qui possiamo seguire due tipi di analisi diversi:

  • La prima, nonché la più superficiale, è il vedere la personificazione di Cloud, Barret e Tifa della storia del Final Fantasy VII originale nel Trio Numen che cercano di difendere il fato che hanno creato con la storia del titolo approdato sulla prima PlayStation.
    Questo va a collegarsi alla tipologia di armi impugnati dal Trio ovvero rispettivamente la spada per Cloud, le pistole per Barret e i “guanti” per Tifa.
  • La seconda, nonché quella che scopriremo più sensata, vede i tre “Remnants of Sephiroth” Loz, Yazoo e ovviamente Kadaj incarnati nel Trio Numen.
    Questa teoria viene rafforzata dalla loro unione utilizzata per creare una forma Numen di Bahamut, situazione analoga che avviene in Advent Children durante i combattimenti che infuriano tra il gruppo di Cloud e i Turks.

Se prendiamo in considerazione la seconda analisi, possiamo collegare come gli eventi che i Numen vogliono proteggere non sono solo quelli dell’originale Final Fantasy VII, ma anche quelli di Advent Children.

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Kadaj, Loz e Yazoo… I Remnants of Sephiroth, nonchè gli artefici del suo ritorno durante gli eventi di Advent Children, sono con buone probabilità la vera identità del Trio Numen in Final Fantasy VII Remake.

Il palcoscenico di Sephiroth

Ora che sappiamo la vera natura del Trio Numen possiamo analizzare il senso delle azioni di Sephiroth. Durante la prima parte di Final Fantasy VII Remake, dove Cloud inizia la sua carriera da tuttofare, facciamo la conoscenza del vicino di casa nel dormitorio dove alloggia il nostro eroe, ovvero un ex-Soldier che è stato soppresso dalla Mako ed è costretto a vivere vittima delle visioni del delirio post traumatico causato dall’iniezione della sostanza.

Come abbiamo potuto imparare da Advent Children, per Sephiroth è possibile resuscitare finché qualcuno “desidera la sua esistenza”, indipendentemente dalla sua posizione nello spazio e nel tempo, possiamo collegare i tasselli abbastanza facilmente. Così come riuscì a tornare in Advent Children, probabilmente è successa la stessa cosa in Final Fantasy VII Remake, e il gioco fa ben capire come.

In diverse visioni, questi ex-Soldier intossicati dalla Mako appaiono spesso, specialmente in quella che avviene nel museo del Quartier Generale Shinra. Inoltre ogni volta che Cloud riesce ad attaccare Sephiroth nelle visioni, questo si trasforma in uno degli ex-Soldier. Se ci ricolleghiamo al fatto che ogni Soldier viene trattato con un’iniezione dei geni di Jenova per renderli quindi cloni di Sephiroth e conseguire la fase del progetto di Hojo per la Riconciliazione, possiamo arrivare alla conferma della seguente tesi: il Sephiroth di Final Fantasy VII Remake non è lo stesso dell’originale, bensì quello che viene battuto in Advent Children.

Tecnicamente parlando, Sephiroth riesce a rientrare nella linea temporale dell’originale ritrasferendosi nei cloni fallimentari, ma si ritrova forzato a mantenere una forma extracorporea a causa dei Numen.

I Numen rivelano la presenza delle azioni di Sephiroth che cerca di cambiare il Destino che vede la sua morte, ma non può eliminare direttamente i Numen nella forma in cui si trova; al suo posto forza Cloud a farlo mostrandosi a lui nelle visioni, istigandolo ad affrontare il Destino ed eliminare i Numen per poter annullare il terrificante futuro che lo aspetta, e consentire quindi di sventare la morte del Soldier dai capelli argentati e costruire una nuova linea temporale dove può riprovare a mettere in atto il suo piano, consapevole di ciò che potrebbe succedere visto che ha già vissuto una sconfitta nel titolo originale.

Qui entra in campo anche il bizzarro comportamento di Aerith verso le battute finali, la quale in un primo momento cerca di fermare Cloud dal cambiare il Destino, consapevole del fatto che ciò porterebbe inevitabilmente alla sua morte ma all’eliminazione di Sephiroth, così come dovrebbe essere. A malincuore, invece, lei accetta la decisione di Cloud e dei suoi compagni di cancellare quel futuro prefissato e costruirne uno nuovo.

Questo vuol dire tante cose.

Innanzitutto significa che no, i Numen e Sephiroth non erano alleati, bensì il contrario. Con Cloud e i suoi compagni che riescono ad eliminare i Numen e il Destino, hanno letteralmente fatto ciò che Advent Children Sephiroth voleva, liberandosi dalla forma extracorporea e ripetere il piano con le dovute precauzioni.

“Perchè non eliminare Cloud subito allora?”

Chi ha giocato l’originale Final Fantasy VII sa bene di cosa Sephiroth abbia bisogno per portare a compimento il suo piano, ovvero la Materia Nera, necessaria per utilizzare Meteor.

Per poterla ottenere, Sephiroth si servirà di Cloud e i geni di Jenova impiantati nel suo corpo per poterla ottenere, per questo lo lascia in vita nel finale di Final Fantasy VII Remake, e stessa cosa può essere detta per i suoi amici.

Con i Numen fuori gioco e un’ottica generale di quel che accadrà, Sephiroth potrà aggiustare il piano originale per poter portare a compimento il suo sogno di distruzione.

Ovviamente qui entra in gioco Aerith, che pare essere consapevole di quel che ha in mente Sephiroth, e molto probabilmente lei è riuscita in qualche modo a tornare in quella timeline viaggiando per la Lifestream, visto anche come lei sia riuscita anche in Advent Children ad aiutare da dietro le quinte Cloud e gli altri durante il conflitto contro Kanaj e i suoi fratelli pur non essendo più parte del mondo.

Possiamo ora finalmente tirare le somme di quel che è successo e quel che potrebbe accadere.

Final Fantasy VII Remake: spiegazione e analisi del finale 13

Sephiroth ha fatto la sua mossa ed è pronto a riprovare a portare a termine i suoi piani di distruzione del mondo in Final Fantasy VII Remake, senza il Destino tra le ruote.

“The Unknown Journey will continue…”

Con questa scritta il finale di Final Fantasy VII Remake si chiude.

Con un Destino che è stato ridotto a pezzi, ora tutto quel che sapevamo della storia originale può essere messa in discussione, ora vale tutto.

Partiamo dal fatto che Cloud potrebbe diventare quasi una persona totalmente diversa, visto che Zack è ancora in vita. Inoltre non va escluso come potrebbe esserci un effettivo incontro tra il gruppo di protagonisti e Zack stesso, il che porterebbe a dei momenti estremamente forti a livello emotivo sia per Cloud che per Aerith.

In una nota a parte per quanto riguarda Zack, con quell’immagine della mascotte decisamente diversa possiamo affermare che quella fosse una timeline parallela a quella degli eventi di Final Fantasy VII Remake, quindi non possiamo sapere se e come tutti quanti potranno incontrarsi, ma la possibilità c’è.

Aerith potrebbe sopravvivere, qualcun altro potrebbe incappare nel terribile fato della morte, oppure potremmo vedere un eventuale “Happy Ending”.

Cronologicamente tutto quello che succede in Final Fantasy VII Remake avviene sicuramente dopo l’originale e tutti gli altri media legati al titolo, quindi anche Adventi Children, trasformandolo letteralmente in un “Final Fantasy VII-2”.

Piccola nota filosofica: impossibile non associare i Numen alla community.

Questa scelta di direzione narrativa tramite un mezzo quale la personificazione del Destino ha un che di poetico, che potrebbe facilmente far intuire come Cloud e i suoi compagni (e gli sviluppatori in un certo senso, ndr) vogliano vivere un’avventura nuova, vogliano evitare di soffrire quanto nelle storie originali, e per farlo dovranno vedersela con noi: la community che vuole un Remake identico all’originale.

Il team di Kitase e Nomura ha deciso di intraprendere una sfida non da poco, andando contro la stessa community che ha idolatrato l’opera che era Final Fantasy VII e creare qualcosa di completamente nuovo nello stesso identico universo. Possiamo aspettarci sicuramente che le prossime parti mostreranno le stesse medesime tappe del viaggio di Cloud e compagnia, ma con degli sviluppi sicuramente differenti. D’altronde, quello che ci aspetta è un viaggio misterioso.

Final Fantasy VII Remake: spiegazione e analisi del finale 14

Questo è tutto per il finale di Final Fantasy VII Remake… da qui in poi vale tutto.

Questo è quanto per l’analisi del finale di Final Fantasy VII Remake. Chi vi scrive ha usato numerosissime fonti dalle quali prendere spunto, nell’articolo che avete appena letto abbiamo deciso semplicemente di documentare quanto visto nei media ad ora rilasciati e selezionare le teorie quanto più vicine alla realtà una volta basati sul materiale a nostra disposizione e riproposto in questo editoriale.

Siamo estremamente curiosi di sentire la vostra! Sentitevi liberi di dirci la vostra nei commenti qui sull’articolo o sui nostri social!

E ricordate… Embrace your dreams and protect your honor… as Soldier!

SCOPRI CHI HA SCRITTO QUESTO ARTICOLO!

Sono Saby, originario di Rimini e ora trasferito in quel di Londra, vivo da solo in un piccolo bilocale e pago il mio affitto e le mie tasse lavorando come session player e sound engineer in studi di registrazione medio/piccoli a Londra e dintorni!
Cresciuto da mio fratello a pane, Zelda e N64, sono ora un malato delle storie dove Link è protagonista e fedele seguace del buon Yoko Taro, oltre a essere un grande fan dei JRPG vecchio e nuovo stampo (quando fatti a dovere).
Spero di riuscire a offrirvi contenuti degni del vostro tempo! Buona permanenza!

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