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Tra le grandi serie dell’animazione giapponese, la Monogatari Series è sempre stata considerata uno dei franchise più ricchi ed apprezzati. Nonostante la sua storia editoriale sia relativamente recente, la Monogatari Series conta già 25 light novel, ben 11 anime e un manga che è probabilmente il punto di partenza peggiore per approcciarsi a un’opera così ampia, lasciando i lettori nella confusione.
Per capire come approcciarci nella maniera migliore alle serie animate e per conoscere in maniera generale tutta la gigantesca opera di Nisio Isin, oggi vi porteremo alla scoperta di questo capolavoro dell’animazione nipponica presentando i vari anime che la compongono e cercando di capire anche quale è il miglior ordine di visione della serie. Prima di addentrarci tra le varie serie però è necessario partire dalla domanda più semplice e scontata: che cos’è la Monogatari Series?
La Monogatari Series nasce come serie di romanzi dalla penna di Nisio Isin (illustrati dal disegnatore taiwanese VOFAN) nel 2006 con la pubblicazione del primo volume di Bakemonogatari. Grazie all’enorme successo riscosso in patria, l’editrice Kodansha decide quindi di dar vita alla trasposizione animata della prima novel affidandosi a Studio Shaft (Un Marzo da Leoni, Puella Magi Madoka Magica). Con la pubblicazione dell’anime nel luglio del 2009 nasce il binomio Monogatari-Shaft, una delle collaborazioni più vincenti dell’ultimo decennio, che sancisce l’arrivo sugli schermi della Monogatari Series.
Monogatari racconta le avventure di Koyomi Araragi, uno studente liceale non particolarmente brillante e senza amici, il quale, a causa di uno sfortunato incontro durante le vacanze di primavera, finisce per trasformarsi in un vampiro. Tornato “normale” grazie all’aiuto dello specialista Meme Oshino, Araragi finirà per trovarsi coinvolto in numerose altre vicende legate al mondo del paranormale e delle “anomalie”: mostri, spiriti e maledizioni che colpiscono e tormentano le persone. Nonostante una trama apparentemente fantasy, classificare la Monogatari Series all’interno di un solo genere risulta abbastanza complicato, visto che spazia spesso dal sovrannaturale al romantico utilizzando anche toni da commedia.
Andiamo quindi a presentare brevemente le 11 serie che compongono la Monogatari Series, illustrando velocemente trama e protagonisti di ogni adattamento.
Il primo anime della Monogatari Series è Bakemonogatari, letteralmente una storia di mostri (da bakemono, i “mostri” nella lingua giapponese). Tutte le varie storie della Monogatari Series saranno caratterizzate da uno specifico filo conduttore e in Bakemonogatari ci viene presentato subito il mondo delle “anomalie” attraverso alcuni incontri fondamentali per Araragi.
Bakemonogatari è un perfetto incipit alla serie perché illustra efficacmente il mondo del sovrannaturale che stravolge la vita di Araragi ed insieme ci presenta le protagoniste che lo affiancheranno per tutta la storia, legando ad ogni ragazza una particolare “anomalia”. Come spesso accade nella Monogatari Series, Bakemonogatari si divide in vari racconti, ognuno incentrato su una ragazza e sul “mostro” che la tormenta.
La seconda serie ha al centro il tema del “falso“ e dell’ “impostore“, come ci suggerisce il titolo Nisemonogatari (da nisemono, falso). La stagione si divide in due racconti corposi, dedicati alle sorelline del protagonista, le cosiddette Fire Sisters, presentate nel dettagli attraverso altre storie di mistero e “anomalie”.
Nekomonogatari (Kuro), il primo adattamento della saga dedicata interamente a Tsubasa, non è stato rilasciato come una classica serie ma come lungometraggio diviso in 4 episodi.
Tsubasa Family è il prequel di Bakemonogatari e narra le vicende successive alla trasformazione di Araragi in vampiro che hanno portato alla creazione dell’anomalia di Hanekawa a causa dei suoi problemi familiari.
Ad un anno di distanza da Nekomonogatari (Kuro), Shaft e Nisio Isin tornano insieme con la Monogatari Second Season, una delle serie più ricche ed importanti dell’opera. La Second Season è composta da ben 23 episodi e 5 racconti diversi che chiudono molte linee di trama, alcune delle quali introdotte già dal primissimo Bakemonogatari.
Impostato in maniera simile a Nekomonogatari (Kuro), nei 5 episodi di Hanamonogatari (o Suruga Devil) la storia è incentrata su Kanbaru e ambientata qualche tempo le vicende della Second Season. Durante il suo nuovo anno scolastico Kanbaru si imbatte in Rouka Numachi, una sua rivale dei tempi in cui giocava a basket.
La vicenda si lega ancora una volta al mondo del paranormale ma stavolta sarà proprio Kanbaru a provare a risolvere la situazione, cercando anche di salvare la sua vecchia rivale.
Pochi mesi dopo l’uscita di Hanamonogatari, Shaft torna sulla serie sempre con uno speciale di 4 episodi sulla light novel con protagonista Yotsugi.
Il racconto si svolge subito dopo gli avvenimenti di Hitagi End, quando Koyomi cerca un modo per frenare l’avanzata della sua trasformazione in vampiro, rivolgendosi alla specialista Yozuru e alla sua bambola assistente.
Con Owarimonogatari (da owari, fine) la Monogatari Series si avvia verso il suo arco conclusivo (almeno per ora). In questa serie viene presentato un nuovo personaggio andando, per la prima volta, a scoprire qualcosa del passato di Koyomi prima degli avvenimenti della Golden Week e l’incontro con le anomalie. La linea temporale della storia nella prima parte è precedente agli avvenimenti di Nadeko Medusa mentre nella parte finale avvengono quasi in contemporanea con Tsubasa Tiger.
L’unica serie che potremmo considerare quasi “filler” all’interno della Monogatari Series, ma che filler propriamente non è. Koyomimonogatari è una raccolta di 12 piccole storie con protagonista sempre Araragi e una delle varie ragazze. Questa raccolta di “storie di Araragi“ (o leggendolo in maniera alternativa “calendar story”) copre l’intero periodo che va dalle vacanze di primavera fino all’esame di ammissione all’università.
Forse la stagione meno accattivante di tutta la serie ma comunque un must watch per approfondire ancora di più il personaggio di Araragi e le altre protagoniste attraverso l’adattamento di una novel che lo stesso Nisio Isin ha ironicamente affermato scritta quasi “per capriccio”.
Tra il 2016 ed il 2017 Shaft decide di cimentarsi in un progetto molto ambizioso, adattare la seconda novel di Nisio Isin in una trilogia di film da portare sul grande schermo, dando vita a Kizumonogatari (da kizu, ferita). Un’opera impegnativa non solo perché, per la prima volta, la Monogatari Series approda nelle sale cinematografiche, ma soprattutto per le innovative scelte stilistiche e tecniche impiegate per la trilogia dallo studio d’animazione.
La regia è stata affidata sempre al geniale Akiyuki Shinbou, presente in ogni opera di Monogatari e forse l’uomo più importante per il successo della serie da questo punto di vista. Lato animazioni e design invece, al solito team di Shaft sono stati affiancati anche altri animatori che avevano già lavorato con lo studio in passato ma non a Monogatari. Il risultato finale è un’opera straordinaria che unisce un’animazione dinamica mai vista nella serie alle classiche scelte di regia e fotografia tipiche di Monogatari.
La trilogia racconta l’incontro tra Araragi e Kiss-Shot Acerola-Orion Heart-Under-Blade (o Shinobu se preferite), il vampiro che da li in poi stravolge totalmente la sua vita. Araragi, dopo essersi trasformato in vampiro, cercherà di aiutare Kiss-Shot a recuperare i suoi poteri e a salvarsi dai tre cacciatori che la stanno cercando per poi farsi aiutare da lei a tornare umano.
Shaft ritorna su Owarimonogatari per portarci gli ultimi 3 racconti che compongono la novel, preparandoci alle fasi finali della storia di Araragi. Oltre che ad avvicinarci al confronto con Ougi e a riprendere la figura di Mayoi Hachikuji, la second season ci regala anche due episodi emozionanti che portano a compimento il rapporto tra Araragi e Hitagi iniziato nel primissimo episodio di Bakemonogatari.
Zoku Owarimonogatari, l’ultimo (almeno per ora) anime che compone la Monogatari Series, narra le vicende che seguono la fine dell’anno scolastico e la conclusione di Owarimonogatari Second Season, riportando l’opera di Nisio Isin al cinema (distribuito poi anche in televisione in 6 episodi).
In Koyomi Reverse Araragi, un po’ smarrito dalla fine della scuola, si ritrova catapultato in un mondo parallelo dove sembra che molte delle vicende che ci sono state raccontate fino ad ora sono avvenute in maniera differente. Koyomi allora si mette all’opera per capire cosa l’abbia trascinato in questo posto cercando un modo per poter tornare alla sua realtà.
Zoku Owarimonogatari rappresenta una splendida conclusione a quel lungo viaggio che è la Monogatari Series, l’ennesima opera straordinaria per trama, personaggi e storytelling uscita dalla mente di Nisio Isin e adattata ancora una volta perfettamente dallo staff di Shaft.
Una delle domande più frequenti che attanaglia chiunque (compreso il sottoscritto) intende avvicinarsi alla Monogarati Series è “da dove comincio?”. La risposta più ovvia sarebbe partire dal primo anime e andare fino a Zoku Owarimonogatari nell’ordine con cui sono stati presentati, la Monogatari Series però racconta una storia abbastanza complicata fatta di numerose light novel e con una linea temporale abbastanza confusa. Proprio per questo negli anni si sono create 3 correnti di pensiero che andremo ora ad illustrare brevemente e che propongono tre ordini diversi per la visione della serie.
Come dicevamo in precedenza si tratta sostanzialmente dell’ordine con cui Shaft ha adattato le novel di Nisio Isin, il metodo più semplice e immediato per recuperare la serie:
L’ordine cronologico propone una visione degli anime secondo la timeline del mondo di Monogatari, in modo da vivere tutti gli avvenimenti uno dietro l’altro senza salti temporali:
L’ultimo ordine di visione segue le uscite dei romanzi di Nisio Isin, in modo da presentare la trama secondo l’idea originale dell’autore:
Non esiste un ordine universalmente riconosciuto come corretto per guardare la serie, esistono però due che si equivalgono e uno assolutamente da evitare. Nella mia modesta opinione tenderei a consigliare a chi si approccia per la prima volta alla Monogatari Series l’ordine di uscita delle novel di Nisio Isin, praticamente identico a quello di Shaft, ma con la trilogia di Kizumonogatari subito dopo Bakemonogatari. I tre film su Kiss Shot e sull’inizio dell’avventura paranormale di Araragi contiengono delle informazioni importanti che possono migliorare notevolmente la visione delle altre serie e che aiutano la comprensione di tanti eventi successivi.
L’ordine di uscita e l’ordine delle novel si equivalgono ed offrono entrambi un’ottima esperienza di visione, lo stesso però non si può dire dell’ordine cronologico, l’unico altamente sconsigliato. Quest’ultimo risulta estremamente confusionario da recuperare e, nonostante segua una linea temporale precisa, poco chiaro per alcuni passaggi di trama rispetto agli altri due.
La Monogatari Series si presenta con una trama che punta sul paranormale, basata sulla vasta cultura e sulla tradizione spirituale giapponese, ma in realtà nasconde una storia profondamente umana. Nisio Isin, dietro alla facciata del fantasy, vuole raccontare una storia di persone usando le anomalie come metafore delle insicurezze e dei problemi che attanagliano i personaggi. Insieme ad una trama profonda, ricca ed estremamente accattivante, lo scrittore giapponese è riuscito a dar vita ad un cast praticamente perfetto, variegato e mai banale, vero punto di forza di tutta la serie.
Chiunque abbia visto anche solo un episodio di Monogatari sa benissimo quanto è stata curata la caratterizzazione dei protagonisti, ognuno ha una propria personalità ben distinta, un suo particolare modo di rapportarsi con gli altri, i sui personali slogan e una sua comicità unica. Con questo straordinario roster di protagonisti, Nisio Isin ha voluto creare un racconto incentrato sui dialoghi, dove ogni singola parola pesa all’interno della storia e che lui stesso all’epoca definiva “impossibile da adattare come anime”.
In effetti, se non avete mai visto un episodio della Monogatari Series e leggete un volume dei romanzi, non immaginereste mai che qualcuno abbia avuto la malsana idea di adattare un’opera del genere. I dialoghi sono ricchi di doppi sensi e rappresentano lo strumento principale per la comicità e per la comprensione completa di trama e personaggi. Studio Shaft però ha voluto provarci lo stesso, sperimentando fino all’estremo, adottando tecniche e una direzione mai viste prima, a volte quasi stravolgendo l’idea stessa di episodio, ma il cui risultato alla fine è semplicemente stupefacente.
La prima volta che vedete un episodio di Monogatari non spaventatevi. Shaft, per farci entrare a pieno nel travolgente mondo di Monogatari, ci bombarda con scritte, intermezzi, dialoghi surreali, rotture della quarta parete, una regia incalzante e un’animazione unica ed inimitabile, che inizialmente possono spiazzare lo spettatore ma subito dopo lo catturano in un’esperienza che non è possibile vivere con nessun’altra serie.
Il lavoro fatto da Shaft in Monogatari (riproposto in maniera minore sia in Nisekoi che in Pretty Boy Detective Club) è impressionante ed è riuscito a rendere quel romanzo che lo stesso autore definiva “inadattabile” una delle serie più conosciute ed amate del mondo anime. Insieme a Shaft, molto del merito va dato anche al cast dei doppiatori che, in una serie come questa, giocano un ruolo determinante nella buona riuscita dell’opera e hanno sempre fornito interpretazioni perfette. L’Araragi di Hiroshi Kamiya rappresenta l’apice della sua carriera come doppiatore, ma anche Chiwa Saito e Yui Horie nei panni di Hitagi e Hanekawa non sono da meno e questo vale anche per tutto il resto del cast.
Non voglio cadere nella classica retorica fine a se stessa del “doppiaggio originale è meglio” ma Monogatari è un’opera troppo unica nel suo genere, praticamente intraducibile e che perde tantissimo in un doppiaggio che non sia in giapponese. Per capire veramente la serie occorre prestare attenzione ai sottotitoli (magari ben fatti e che spieghino bene i giochi di parole) e soprattutto seguire (fin dove possibile) lo straordinario lavoro fatto lato audio da doppiatori e studio di animazione, almeno secondo la mia modesta opinione.
Ovviamente anche la colonna sonora non poteva essere da meno rispetto alla forza dei dialoghi e del comparto tecnico. Satoru Kosaki e ryo per Bakemonogatari hanno ideato alcune tracce geniali che si sposano alla perfezione con i dialoghi surreali dell’anime. Pezzi come Sutekimeppou o Jinchiku creano un’atmosfera straordinaria quasi jazz (il genere che più ha influenzato l’intera produzione) all’interno dell’episodio grazie al pianoforte, ma non mancano anche brani più lenti ed emozionanti come Senjougahara Tore.
Infine, una delle cose che più hanno fatto conoscere Monogatari al grande pubblico, oltre alla demenzialità di alcune scene e i numerosi richiami alla cultura pop presenti, sono le tantissime opening ed ending diventate famosissime nel mondo anime. Oltre a brani veramente ottimi come Kimino Shiranai Monogatari suonato da supercell per l’ending di Bakemonogatari, è proprio grazie ad opening come la già citata Renai Circulation e Platinum Disco (da vedere anche solo per il balletto), che anche i meno esperti del genere sono arrivati a sentir parlare della serie.
A conclusione di questa lunga guida non mi rimane che invitarvi ancora una volta ad imbarcarvi in questa straordinaria opera, sperando che questo articolo vi sia stato utile per conoscere meglio la Monogatari Series e soprattutto che vi abbia aiutato a capire con quale ordine approcciarvi alla visione degli anime di Shaft.
Monogatari è una serie ostica, sicuramente non adatta a tutti e forse difficile da comprendere pienamente all’inizio, allo stesso tempo però posso garantirvi che difficilmente troverete qualcosa di simile, anche in un mondo vastissimo come quello degli anime. La Monogatari Series è una storia strana ma affascinante, ricca di riflessioni e tematiche importanti raccontata attraverso un’animazione originale e un comparto tecnico praticamente impeccabile, ma soprattutto ricca di protagonisti straordinari dei quali, al termine della visione, ne sentirete tristemente la mancanza.
Non fatevi intimorire dai 99 episodi e 3 film che la compongono, date una chance alla Monogatari Series e immergetevi nella visione dalla prima stagione Bakemonogatari, disponibile in streaming gratuito su VVVVID.
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Veramente un super articolo ❤❤🖖
Avevo iniziato la serie, ora cercherò di riprenderla e finire, seguendo l'ordine cronologico ;)