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Alla scoperta della Trails Series: un viaggio per Zemuria

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Trails

Introduzione

Dopo due anni di attesa rispetto all’uscita giapponese, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV è stato finalmente rilasciato anche nel resto del mondo lo scorso 27 ottobre. L’ultimo capitolo della storica serie di JRPG prodotti da Nihon Falcom segna la fine della tetralogia di Trails of Cold Steel e pone le basi per i prossimi sviluppi della serie.

Nonostante l’ottimo seguito, sia in patria che fuori, Trails mantiene ancora oggi un certo alone di inaccessibilità e tanti potenziali nuovi videogiocatori interessati alla saga non sanno come approcciare in maniera corretta.

Per capire come immergersi nella serie e per rendere omaggio alla splendida saga creata da Falcom, oggi approfondiremo insieme il mondo della Trails Series. Partendo dalle origini arriveremo fino alle ultime uscite, analizzando ogni capitolo e ogni arco narrativo in modo da avere una conoscenza completa di tutto l’universo di Trails e (spero) idee più chiare su come avvicinarsi alla saga videoludica.

Dopo questa piccola ma doverosa premessa, cominciamo la nostra analisi dalla più scontata delle domande: che cos’è la Trails Series?

Le origini: tra Dragon Slayer e The Legend of Heroes

Come avevamo accennato in precedenza, Trails è una saga di giochi di ruolo a turni prodotta da Nihon Falcom (YS, Xanadu) e distribuita in occidente prima da Xseed Games ed ora da NIS America. Come suggerisce il titolo completo dei vari capitoli (The Legend of Heroes: Trails…), Trails nasce come sotto-serie della saga principale The Legend of Heroes. Il primissimo gioco della longeva serie targata Falcom risale addirittura al 1989, uno dei capostipiti degli RPG made in Japan, Dragon Slayer.

Dragon Slayer: The Legend of Heroes è il sesto titolo della serie di Dragon Slayer nonché primo capitolo della saga The Legend of Heroes. Come avrete già capito, l’intreccio tra titoli e varie saghe non aiuta a facilitare la comprensione ma presentare questi giochi ci serve comunque per dare un contesto storico alla nostra analisi. Sebbene facciano parte della stessa famiglia, tutte le trame di quelli che potremmo definire i genitori di Trails sono separate.

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I primi due titoli (Dragon Slayer: The Legend of Heroes I e II) sono stati pubblicati inizialmente su NEC PC (computer diffuso in Giappone ma mai distribuito nel resto del mondo) per poi, dopo qualche anno, ricevere anche una versione per Windows, Sega Mega Drive e addirittura PlayStation. Sfortunatamente solo il primo capitolo è riuscito a sfondare i confini del Sol Levante, lasciando la dilogia praticamente irrecuperabile.

Con la fine dell’arco di Iseruhasa (dal nome del mondo in cui è ambientato) assistiamo al primo cambio di titolo con l’uscita di The Legend Of Heroes II: Prophecy of the Moonlight Witch, che da il via alla trilogia di GagharvIl nuovo arco narrativo, ambientato in un mondo diverso da quello dei due titoli precedenti, venne pubblicato su PC, PSP e Playstation questa volta anche al di fuori del Giappone.

Sia Dragon Slayer che The Legend of Heroes, per quanto non influiscano in quella che è la trama generale di Trails, vanno comunque menzionati poiché rappresentano le radici storiche della saga. Tante componenti del gameplay e tanti piccoli aspetti che caratterizzano non solo i primi capitoli di Trails ma tutti i JRPG che Falcom pubblica ancora oggi, nascono proprio da queste opere difficilmente recuperabili ma comunque molto affascinanti.

The Legend of Heroes III: Song of the Ocean

Trails in the Sky, l’inizio

Nel 2004 viene pubblicato The Legend of Heroes: Trails in The Sky FC (Eiyuu Densetsu: Sora no Kiseki FC), primo gioco ambientato nel nuovo continente di Zemuria e punto di partenza della Trails Series. La trilogia di Trails in The Sky è ambientata nel regno di Liberl qualche decennio dopo la “Orbal Revolution“, un cambiamento tecnico epocale che ha influenzato l’intero continente.

The Legend of Heroes: Trails in The Sky FC – PC, PSP, PS3, PS VITA

Il primo capitolo della serie narra le vicende di Estelle e Joshua, due giovani aspiranti Bracers (individui dotati di grandi abilità nel combattimento al servizio della popolazione) del regno di Liberl. I due ragazzi, insieme ai vari compagni che incontreranno lungo il percorso, dovranno risolvere numerose situazioni intricate in giro per il regno, scontrandosi per la prima volta con gli Ouroboros (letteralmente “il serpente che si mangia da solo“), una società di individui straordinari dalle capacità praticamente illimitate diffusa per tutta Zemuria, spesso la mente dietro agli avvenimenti più importanti del continente.

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Se a livello grafico ad un videogiocatore del 2020 potrebbe far storcere un po’ il naso, Trails in The Sky riesce comunque a fornirci un gameplay molto interessante anche se a volte ripetitivo (difetto costante di tutta la serie) ma soprattutto una trama ricca e coinvolgente condita da un incredibile worldbuilding, i due veri punti di forza di Trails.

Il primo capitolo della saga inoltre è fondamentale poiché pone le basi per tutti i titoli che seguiranno. La personalizzazione tramite la gestione degli Orbment, l’ampia esplorazione dei dungeon e degli scenari, l’uso delle Art (classiche magie) e delle Craft ed infine la caratteristica dinamica dei combattimenti a turni, sono componenti importantissime del gameplay di tutti i capitoli di Trails e nascono proprio in questo primo Trails in the Sky.

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The Legend of Heroes: Trails in the Sky SC – PC, PSP, PS3, PS VITA

Il secondo episodio dell’arco di Liberl, Trails in The Sky SC (Eiyuu Densetsu: Sora no Kiseki SC) riparte subito dopo lo sconvolgente finale del primo capitolo. Estelle e Joshua sono ancora i protagonisti della nostra storia ma per buona parte del gioco le loro vicende prenderanno strade separate. In questo secondo capitolo poi, oltre che a cercare di contrastare i piani degli Ouroboros, ci viene presentata per la prima volta la Chiesa.

Come vedremo proprio grazie all’introduzione di Padre Kevin, la Chiesa gioca un ruolo fondamentale nelle vicende dell’intero continente e molti dei segreti che si celano nell’oscura storia di Zemuria sono costuditi dalle istituzioni ecclesiastiche.

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Dal punto di vista del gameplay le cose rispetto al primo Trails in the Sky non cambiano molto. Per la prima volta viene aggiunto il Chain Craft con il quale il giocatore può attaccare il nemico in combo con gli altri personaggi e inoltre viene ampliato il sistema di personalizzazione delle statistiche tramite Orbment.

Anche graficamente parlando, rispetto al gioco precedente non ci sono grossi cambiamenti ma, come abbiamo già detto in precedenza, è la trama a farla da padrona in tutta la Trails Series e anche questo capitolo non fa eccezione. La lotta contro le macchinazioni degli Ouroboros per la salvezza di Liberl iniziata nel primo Trails giunge al suo climax con l’aggiunta di nuovi interessantissimi personaggi e moltissime aree da esplorare.

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The Legend of Heroes: Trails in The Sky the 3rd – PC, PSP, PS3, PS VITA

L’ultimo atto della trilogia di Liberl cambia protagonista e si incentra sulle vicende di Padre Kevin e del suo braccio destro, la suora Ries Argent. A sei mesi dell’incidente che ha coinvolto l’intero regno in Trails in The Sky SC, la Chiesa incarica Kevin di recuperare un artefatto. Proprio questo misterioso oggetto trascinerà il protagonista in una dimensione sconosciuta chiamata Phantasma, nella quale Kevin verrà messo difronte a delle ombre nate dalla propria mente.

All’interno del Phantasma Kevin ritroverà molti dei suoi compagni compresi Joshua ed Estelle e con il loro aiuto dovrà scoprire i segreti di questo misterioso luogo per poter ritornare alla realtà.

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Rispetto ai precedenti titoli i cambiamenti sono praticamente nulli, viene ampliato il roster di personaggi giocabili e il numero di quelli che il giocatore può portarsi dietro come supporto nell’esplorazione del Phantasma. Un importante aggiunta ai fini della trama e delle storyline secondarie sono invece le “Porte del Sole, della Luna e delle Stelle”, un ponte tra avvenimenti del passato, del presente e del futuro ricche di informazioni importanti sia per questa trilogia che per alcuni personaggi chiave degli archi successivi.

Il cambio di protagonista inizialmente può spiazzare, ma Padre Kevin si dimostra subito un ottimo main character. Il suo ruolo all’interno della Chiesa e la sua profonda backstory (raccontata nel corso di questo capitolo) lo rendono uno dei personaggi più interessanti dell’intero universo di Trails oltre che uno dei più importanti per lo sviluppo della trama.

Grazie ai tantissimi personaggi giocabili, la misteriosa ambientazione e la perfetta narrazione che lo caratterizzano, Trails in the Sky the 3rd rappresenta una degna conclusione della trilogia di Liberl e uno snodo fondamentale in vista di Cold Steel e dell’arco di Crossbell.

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Zero/Ao no Kiseki, l'(ex)inaccessibile Crossbell Arc

Dopo il lungo viaggio nel regno di Liberl che ha caratterizzato tutte le vicende di Trails in the Sky, la saga si sposta più a nord nel continente, precisamente in mezzo alle due nazioni più influenti di Zemuria, la Repubblica di Calvard e l’Impero di Erebonia, nella suggestiva cornice della città di Crossbell.

Crossbell è un fenomeno unico nel continente di Zemuria, tra i tanti regni e la vastissima Repubblica infatti, il suo statuto molto simile a quello di una città-stato la diversifica da qualsiasi altra realtà. Anche dal punto di vista strategico, la sua posizione geografica e l’importanza commerciale che la città ha acquisito nel corso degli anni, l’hanno resa uno degli snodi più importanti di Zemuria.

Proprio per questo le vicende di Crossbell sono spesso anche le vicende delle nazioni vicine e in questi due capitoli si vede benissimo come entrambe le fazioni (Calvard, Erebonia e non solo) tentino costantemente di controllare in maniera indiretta (ma anche non) le sorti della città.

Infine anche le organizzazioni che operano nell’ombra hanno sempre mostrato interesse per Crossbell. I già noti Ouroboros e altre misteriose società segrete entreranno direttamente nelle vicende di Crossbell mettendo in pericolo non solo la città ma anche l’intero equilibrio del continente.

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The Legend of Heroes: Trails from Zero – PC, PSP, PS VITA

Il primo capitolo che apre l’arco di Crossbell è Trails from Zero (Eiyuu Densetsu: zero no Kiseki), ambientato circa sei mesi dopo gli avvenimenti di Trails in the Sky the 3rd. Sebbene siano ambientati nello stesso mondo, le trame dei due archi non sono direttamente legate ma molti personaggi e qualche riferimento ai titoli precedenti compaiono anche in questa nuova saga. 

I nostri nuovi protagonisti sono gli agenti della Special Support Section (S.S.S.), un’unità particolare della polizia di Crossbell incaricata di aiutare da vicino la popolazione e di svolgere missioni speciali ispirata al lavoro dei già citati Bracers. Il personaggio principale e del quale il giocatore veste i panni praticamente tutto il tempo di gioco è Lloyd Bannings, giovane detective e leader della S.S.S.

Insieme a Lloyd questa sezione speciale è composta da Elie Mcdowell, la nipote del sindaco, Tio Plato, una giovanissima dipendente della Epstein Foundation (i leader nel settore tecnologico in Zemuria) e Randy Orlando, ex militare delle forze di Crossbell dal passato molto complicato.

La S.S.S. dovrà vedersela con tutto quello che Crossbell nasconde, dalle mire espansionistiche delle potenze straniere fino agli spaventosi piani delle numerose organizzazioni che si muovono per tutta Zemuria, in difesa dei cittadini e della loro amata città.

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Come per i capitoli precedenti, approfondimento della trama e scrittura dei personaggi sono i punti di forza anche di questo titolo. I nuovi protagonisti, la splendida ambientazione di Crossbell e i tantissimi sviluppi inattesi ci regalano un’esperienza videoludica davvero indimenticabile e che segue perfettamente l’ottimo sentiero tracciato da Trails in the Sky.

Parlando del gameplay invece, in Trails from Zero viene introdotto l’ENIGMA, un nuovo sistema per modificare caratteristiche sempre in base agli Orbment, e le Combination Crafts, una versione combinata delle S-Craft (mosse finali) eseguite da due membri del team.

I componenti della S.S.S. potranno inoltre risolvere alcune quest secondarie tipiche dei membri della polizia e infine, per la prima volta, è stata inserita la possibilità di modificare armi ed armature. Graficamente parlando invece il gioco è molto simile ai capitoli precedenti se non per qualche minimo cambiamento.

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Dopo anni di inaccessibilità, recentemente Falcom ha rilasciato anche in occidente Trails from Zero e il suo successore, completando anche l’arco di Crossbell per i fan dall’altro lato del mondo. A lungo questa saga è stato un miraggio per gli appassionati della serie, tra traduzioni amatoriali e voli pindarici per mettere le mani sopra una copia. Dopo anni di promesse però anche questi due passaggi chiave nella storia di Zemuria sono disponibili anche da noi e non ci sono più scuse per non recuperarli.

Trails from Zero (ma come anche Trails to Azure) è un tassello fondamentale nello sviluppo della saga di Trails e non dovrebbe essere saltato per comprendere a pieno molte cose viste in precedenza e tanti sviluppi che vedremo soprattutto nell’arco successivo.

Ultima motivazione bonus per non perdersi questo capitolo, nella colonna sonora di Trails from Zero il Falcom Sound Team ci regala una delle battle theme più entusiasmanti mai ascoltate in un JRPG, Inevitable Struggle.

Zero no Kiseki Super Arrange Version - Inevitable Struggle

The Legend of Heroes: Trails to Azure – PC, PSP, PS VITA

Il secondo ed ultimo capitolo dell’arco di Crossbell, Trails to Azure (Eiyuu Densetsu: Ao no Kiseki), inizia poco dopo la fine di Zero, con la S.S.S. di nuovo riunita ma con un membro in più, la piccola KeA incontrata nell’episodio precedente.

Anche in Azure il punto focale di tutta la trama è la scomoda posizione in cui si trova Crossbell, questa volta alle prese con nuove elezioni ed una importante conferenza commerciale alla quale partecipano tutte le grandi figure della parte occidentale del continente tra cui Samuel Rocksmith, il Presidente della Repubblica di Calvard, ed il temutissimo “Iron and Blood Chancellor” dell’Impero di Erebonia, Giliath Osborne

Oltre alle tante difficoltà di facciata, Ouroboros e il famigerato Culto DG intensificano ancora di più le attività nella città, portando a quello che passerà alla storia come “l’incidente di Crossbell” a cui Lloyd e compagni, aiutati da tanti personaggi vecchi e nuovi, cercheranno di porre rimedio. Uno dei capitoli più importanti ed emozionanti dell’intera Trails Series, un perfetto saluto alla splendida città di Crossbell e ai nostri 4 protagonisti.

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Rispetto a Zero, per quanto riguarda l’esplorazione vengono inserite moltissime features interessanti. Muovendosi per Crossbell ora è possibile rompere degli oggetti ed interagire con loro, attaccare i nemici da dietro per avere un vantaggio nel combattimento e spostarsi velocemente per la mappa grazie alla macchina speciale della S.S.S. Dal lato della personalizzazione viene infine introdotto il Master Quartz, punto centrale dell’ENIGMA che, al crescere del livello, aumenta le statistiche dei personaggi su cui è equipaggiato.

Trails to Azure è un pezzo importantissimo del grande puzzle che compone l’universo di Trails, vista la centralità che l’incidente di Crossbell (come anche l’incidente di Liberl in Trails in the Sky SC) ha sulle vicende di tutta Zemuria. Da qui in poi infatti, la storia del continente prende un ulteriore slancio, trasportandoci nel grande inquilino per ora solo sfiorato viaggiando tra Liberl e Crossbel, l’imponente Impero di Erebonia.

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Trails of Cold Steel, l’infelice favola dell’Impero di Erebonia

Ambientato quasi in contemporanea con le vicende dell’arco di Crossbell, Trails of Cold Steel (Eiyuu Densetsu: Sen no Kiseki) ci porta alla scoperta del famigerato Impero di Erebonia, lo stato più potente della parte occidentale di Zemuria insieme alla Repubblica di Calvard. In questa nuova saga vestiremo i panni di Rean Schwarzer, giovane figlio di un piccolo nobile, e dei suoi compagni di classe nella prestigiosa accademia militare di Thors.

Trails of Cold Steel come vedremo ora nello specifico, segna una rivoluzione nella saga di Trails, cambiando molto il gameplay e facendo un notevole salto dal punto di vista della grafico ma sempre salvaguardando (se non addirittura migliorando) i tanti punti di forza della serie, dal worldbuilding alla narrazione, fino all’attentissima cura dei personaggi.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel - Launch Trailer | PS3, PS Vita

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel – PC, PS3, PS VITA, PS4

Rean Schwarzer è pronto ad iniziare la sua avventura nell’accademia militare di Thors, lui ed altri 8 studenti dal background molto variegato fanno parte della nuova Classe VII, un esperimento particolare creato dal misterioso consiglio direttivo della scuola. La Classe VII rappresenta un piccolo melting pot di ciò che l’Impero ha da offrire, formata da nobili, da comuni cittadini, figli di alte cariche dell’esercito e di potenti manager dell’industria, con l’intento di creare una nuova via nella nazione.

Nella loro vita accademica che li porterà in viaggio per tutta Erebonia, la Classe VII e la sua eccezionale istruttrice Sara Valestein (una Bracer di altissimo livello) dovranno vedersela con tutti quei problemi che affliggono l’Impero (difficoltà socio-economiche, politiche, disuguaglianze interne e chi più ne ha più ne metta), oltre che contro alcune vecchie minacce dei precedenti capitoli.

Nella loro avventura Rean e compagni non si discosteranno molto dal modus operandi che Bracers e S.S.S. ci hanno mostrato, cercando di incarnare il più possibile lo spirito della nuova via.

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Trails of Cold Steel cambia radicalmente anche l’esperienza del videogiocatore. L’ambientazione nell’accademia militare, molto più “teen” delle precedenti, ha consentito a Falcom di ampliare notevolmente la componente slice of life del gioco.

Settimanalmente nei panni di Rean potremmo lavorare con il consiglio studentesco, sostenere gli esami scolastici, fare missioni secondarie in combo e anche livellare i legami con gli altri personaggi tramite l’utilizzo di punti nei giorni liberi. Tutto questo aumenta notevolmente l’immersione dei giocatori e il rapporto che si crea con i vari protagonisti, rendendolo un titolo aperto anche a chi non ha troppa dimestichezza con il genere.

Ovviamente i cambiamenti al gameplay non si fermano alla nuova grafica in terza persona ma vanno a modificare anche molte dinamiche del combat system. Nel party ora è possibile creare dei tattics links grazie al nuovo Arcus (una sorta di ENIGMA), tramite i quali è possibile formare delle coppie tra i personaggi per attacchi combinati e meccaniche di supporto. Collegata ai tattics links è anche l’introduzione dei Bravery Points, accumulabili nel corso della battaglia e spendibili per mosse speciali.

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Se a livello di trama generale ci mette un po’ per ingranare rispetto ai suoi predecessori, Trails of Cold Steel è il titolo che più riesce a far appassionare alla vita di tutti i giorni dei suoi protagonisti. Tutti i membri della Classe VII sono caratterizzati benissimo e vengono approfonditi ampiamente nel corso di questo capitolo e nei successivi.

Rean infine, tra i protagonisti principali dei vari Trails, è forse quello verso di cui si riesce ad empatizzare di più. Un leader carismatico ma anche ricco di insicurezze e dubbi che lo rendono tremendamente umano, una miscela perfetta per una delle figure più riuscite dell’universo Trails.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel II – PC, PS3, PS VITA, PS4

Il secondo capitolo dell’arco di Erebonia riprende poco tempo dopo la conclusione del primo episodio, le tensioni all’interno dell’Impero ormai sono all’apice e la guerra civile tra la fazione dei nobili e i Lealisti del cancelliere Giliath Osborne è già scoppiata.

Rean si trova da solo a Ymir, la città della sua famiglia, dopo l’escalation di eventi che aveva portato l’accademia sotto assedio, e da li deve ripartire per cercare di recuperare i suoi compagni e salvare il paese dalla rovina.

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Grazie alla possibilità di volare in giro per l’Impero a bordo del Courageous e tramite gli Spirit Path, l’esplorazione di nuove parti di Erebonia e la possibilità di svolgere missioni da una zona all’altra del paese rappresentano la componente centrale di tutto il titolo. Dal punto di vista dei combattimenti invece le novità sono pochissime. L’unica degna di nota è l’Overdrive tramite cui il personaggio e il suo partner possono agire indisturbati per tre turni recuperando anche punti salute.

Trails of Cold Steel II segna la fine della prima parte della saga di Erebonia, la parte più giovanile dell’arco nella quale viviamo l’adolescenza di Rean e dei suoi compagni, ora costretti a rimediare ai danni di una devastante guerra civile che ha sconvolto l’intera nazione.

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The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III – PC, PS4, Nintendo Switch

Il terzo capitolo della saga di Cold Steel è ambientato qualche tempo dopo la fine della Guerra Civile. L’impero di Erebonia ha liquidato i tanti oppositori interni, ha annesso la città stato di Crossbell e la provincia di North Ambria ed ha alzato la tensione contro il rivale di sempre, la Repubblica di Calvard. Il nostro Rean nel frattempo è ormai considerato un eroe di guerra nonostante la giovane età, le gesta del “Ashen Chevalier” al fianco dei cittadini sono ormai conosciute da tutti i sudditi del regno e, dopo il diploma, è già pronto ad una nuova avventura.

Il nuovissimo campus secondario dell’accademia di Thors è pronto ad essere inaugurato e, tra i suoi prestigiosi insegnanti, c’è proprio il nostro Rean Schwarzer. L’Ashen Chevalier è stato selezionato per guidare la nuova Classe VII, costruita sulla scia della precedente con il compito di svolgere varie operazioni speciali in giro per Erebonia.

Le difficoltà per l’Impero infatti sono tutt’altro che finite, l’incremento dei movimenti degli Ouroboros, il ritorno di vecchie minacce e le rinnovate tensioni interne ed esterne, metteranno duramente alla prova sia la nuova che la vecchia Classe VII.

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Il salto di qualità a livello grafico è davvero sorprendente se guardiamo agli altri capitoli della serie. Anche il gameplay è stato notevolmente migliorato, la personalizzazione delle statistiche dei personaggi offre sempre più possibilità, l’esplorazione è molto più ricca e la fase di battaglia è stata rinnovata grazie agli Ordini (potenziamenti utilizzabili grazie ai già presenti Brevery Points) e ad altri piccoli cambiamenti.

Inutile dire che i miglioramenti tecnici lo rendono uno dei migliori giochi dell’intera saga ma, ancora una volta, i veri punti di forza sono gli sviluppi di trama (in questo più che mai scioccanti e fondamentali per il quadro generale) e i suoi personaggi.

La nuova Classe VII regge benissimo il confronto con i suoi predecessori e Rean nelle nuove vesti di istruttore è, ancora una volta, praticamente perfetto. I vari antagonisti non sono da meno e anche in questo capitolo il numero dei villain viene ingrossato da personaggi iconici risalenti fino a Trails in the Sky e all’arco di Crossbell.

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The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV – THE END OF SAGA – PC, PS4, Nintendo Switch

E arriviamo infine all’ultimo capitolo (per ora) della serie disponibile anche a noi in occidente (momentaneamente in esclusiva PlayStation 4). Trails of Cold Steel 4 segna la fine della lunga avventura nell’Impero di Erebonia ed è il titolo che più si differenzia rispetto agli altri.

Proprio come Trails in the Sky the 3rd era molto diverso nell’impostazione rispetto ai due giochi precedenti, anche Cold Steel IV, per ragioni legate alla storia e al suo ruolo di capitolo finale, toglie un po’ di spazio alla vasta esplorazione per arrivare invece a chiudere tante linee di trama.

I problemi di Erebonia sono ormai i problemi di quasi tutta Zemuria e non possono essere ignorati anche dalle nazioni vicine. Proprio per questo il roster dei personaggi giocabili è il più ampio di tutta la saga e i grandi ritorni in questa grafica rinnovata di tanti eroi degli archi precedenti hanno fatto breccia nel cuore di tutti i fan, in quello che potremmo definire l’Avengers Assemble della saga creata da Falcom.

Trails of Cold Steel IV - Announcement Trailer | PS4

Presentare brevemente trama e sviluppi, un’operazione già molto complicata per i precedenti, in Trails of Cold IV è praticamente impossibile. In maniera più che telegrafica possiamo dire che questo capitolo rappresenta una splendida conclusione a questa “infelice favola” (come la definisce uno degli antagonisti della saga) e all’oscura storia secolare dell’Impero di Erebonia.

Dal punto di vista tecnico e del gameplay il gioco è molto simile al precedente, i cambiamenti, come era stato per il passaggio dal primo al secondo, si fermano a qualche elemento del combattimento e all’introduzione di nuove aree esplorabili.

L’arco di Erebonia è stato il più lungo e quello che più ha rinnovato l’intera serie e, tra tutte le grandi storie che Trails ha raccontato nel corso dei suoi capitoli, l’epopea di Rean e della Classe VII è l’avventura verso cui da giocatore mi sono sentito più vicino emotivamente. Per i tanti motivi sopra citati e per altrettanti che non abbiamo tempo di elencare qui, Trails of Cold Steel è senza dubbio la saga più aperta al grande pubblico e (parere personalissimo) l’apice di tutta la serie.

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The Legend of Heroes: Trails into Reverie – PS5, PS4, Switch, PC

Una volta risolto il Great Twilight, il continente di Zemuria si trova alle prese con gli effetti di questo massicio sconvolgimento geopolitico. L’Impero sta ricostruendo le macerie della sua politica interna, Crossbell è sul punto di tornare indipendente mentre sullo sfondo aleggia la potenza della Repubblica di Calvard.

Su questa cornice si stagliano le tre storie di Trails into Reverie. La ricerca dello scomparso Principe Olivert da parte di Rean e compagni, una nuova sfida verso l’indipendenza per Crossbell e la S.S.S., e sopratutto le avventure nell’ombra dei nuovi protagonisti: Swin, Nadia e un misterioso personaggio che si fà chiamare “C“.

Le tre storie andranno avanti parallelamente, nel tentativo di far fronte a questa misteriosa singolarità che sta sconvolgendo West Zemuria e lo strano fenomeno della comparsa del Corridoio del Reverie, dove tutti i nostri protagonisti si ritroveranno (Trails in the Sky the 3rd?).

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Trails into Reverie rappresenta il corale saluto di Falcom alle tre grandi saghe precedenti: Sky, Crossbell e Cold Steel. Tutti i nostri personaggi preferiti si ritrovano per fronteggiare una minaccia imprevedibile e che coinvolge tutti gli attori in gioco, richiedendo uno sforzo incalcolabile per risolvere l’ennesimo incidente.

Con un gameplay migliorato e un salto cinematografico notevole per quanto riguarda le cutscene, Reverie è il punto più alto di questa fase della Trails Series. Con lo stratagemma del Corridoio inoltre, il videogiocatore può sperimentare un’infinità di party diverse e combo mai viste fin’ora, rendendolo il titolo più divertente da questo punto di vista.

Ma Reverie è sopratutto l’intreccio di sentieri (kiseki) del destino che ci ha portato fino a qui. Una meravigliosa storia che chiude alcuni dei nostri protagonisti preferiti e ci proietta verso una nuova saga, un nuovo paese e nuovi personaggi.

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Trails through Daybreak, una nuova alba

Qualche tempo dopo le vicende di Reverie, il focus si sposta nella Repubblica di Calvard. La gigantesca nazione rivale dell’Impero di Erebonia sta vivendo un boom economico senza precedenti, spinto anche dalle riparazioni del Great Twilight e da una politica innovativa del nuovo presidente.

L’immenso territorio di Calvard racchiude moltissime culture, che finiscono così per mescolarsi e restituirci un paese variegato ricco di tante sfaccettature e potenziali problematiche. Un clima perfetto nel quale inserire la storia di Van Arkride, uno spriggan (tuttofare) stanziato nella capitale Edith.

La specialità dello spriggan è quella di accettare lavori da tutti, non facendosi troppi scrupoli a meno che non si tratti di criminali pericolosi. Questo lo spinge a lavorare sia per organizzazioni come i Bracers e la polizia, sia con soggetti più grigi come i famigerati Ouroboros, facendo di lui l’identikit perfetto per il protagonista della nuova saga.

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak – PS5, PS4, Switch, PC

Trails through Daybreak si apre con l’incontro tra Van Arkride e Agnès Claudel, una giovane studentessa dell’accademia di Aramis, alla ricerca dei cimeli del nonno. Una richiesta anche troppo semplice per il tipo di attività del nostro protagonista, se non fosse che l’oggetto in questione è un orbment unico e antico, che tradisce l’identità del lontano parente della ragazza, il professor Epstein.

La ricerca delle Genesis porterà Van, Agnès e gli altri part-timer in giro per Calvard, alla scoperta di tutte le sfaccettature, palesi e nascoste, della grande Repubblica. Organizzazioni criminali, Jagers, Ouroboros e il lascito di vecchi culti che aleggiano nell’oscurità, ma anche disparità economiche, immigrazione e differenze culturali, un mix di difficoltà che solo Van e i suoi colleghi potranno affrontare, muovendosi nel grigio della società.

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Per quanto riguarda il gameplay, l’arrivo a Calvard è anche qui una rivoluzione. Al fianco del solito combattimento a turni infatti, Falcom ha aggiunto una componente hack n’ slash, perfetta per l’esplorazione veloce e per variare rispetto ai precedenti.

Un ottimo primo capitolo che segna la macrotrama per questa nuova saga, ci regala degli antagonisti crudeli e al tempo stesso affascinanti per background e affiliazioni, ma più importante ci fa conoscere un roster di protagonisti ricco e ben sviluppato già in questo primo capitolo. Un gruppo di “eroi” degno del nome Trails guidati da un primo violino eccezionale come Van.

Trails into Daybreak, nonostante alcuni difetti lato gameplay, è un punto di partenza eccellente per la nuova serie incentrata su Calvard e ci guida verso un’evoluzione di questa fase di macroeventi di Zemuria ormai sempre più vicina al suo climax.

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Da dove comincio?

Come abbiamo visto i titoli che compongono la Trails Series sono davvero numerosi e avere dubbi su come avvicinarsi alla serie è una cosa abbastanza comune che ha interessato anche il sottoscritto. Per quanto ci sia una linea temporale ben delineata all’interno dell’universo di Trails e alcuni fatti o personaggi hanno delle ripercussioni importanti anche su avvenimenti successivi, parlando solamente di trama principale i tre archi narrativi conclusi (Liberl, Crossbell, Erebonia) sono abbastanza separati.

Trails in the Sky può essere tranquillamente preso singolarmente (essendo la prima saga) ma anche i due capitoli che danno vita all’arco di Crossbell non richiedono obbligatoriamente l’aver giocato ai tre predecessori. Il discorso invece cambia se ci concentriamo su Trails of Cold Steel.

Nei primi due Trails of Cold Steel l’eco dei capitoli precedenti è praticamente nullo ed un giocatore che approccia alla saga senza aver giocato ai precedenti non sente molto la mancanza del background dato dagli archi di Liberl e Crossbell. Per quanto riguarda invece il terzo ed il quarto, le cose cambiano radicalmente. L’ampliamento di orizzonti dato da nuove aree e dai tantissimi personaggi introdotti (molti dei quali presi dai capitoli precedenti) rendono l’esperienza di gioco incompleta se non si hanno le basi fornite da Trails in the Sky e da Zero/Azure.

Alla scoperta della Trails Series: un viaggio per Zemuria 24

Ma quindi, da dove comincio?

La risposta più corretta è ovviamente Trails in the Sky FC e andare poi in ordine cronologico da Trails in the Sky fino a Cold Steel, passando per Zero e Azure. Questo approccio non solo fornisce la conoscenza completa dell’intera vicenda di Zemuria, ma consente anche di apprezzare fino in fondo l’evoluzione della serie e l’esponenziale crescita del JRPG di casa Falcom.

Iniziare dal primissimo capitolo però può essere abbastanza complesso se non siete già pratici del genere o dei giochi prodotti dalla storica casa giapponese. Per il videogiocatore del odierno un titolo come Trails in the Sky può risultare abbastanza ostico per approcciare ad un mondo tanto ricco e pieno di contenuti come quello della Trails Series.

Esiste però anche una seconda “corrente di pensiero” su come giocare la serie, la stessa con cui ho iniziato a giocare (inconsapevolmente) la prima volta che toccai un Trails.

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Un modo alternativo infatti consiste nel partire inizialmente con i primi due Trails of Cold Steel che, come abbiamo detto in precedenza, hanno un appeal maggiore verso il grande pubblico rispetto ai precedenti grazie alla grafica rinnovata e alla componente slice of life davvero ben fatta.

Una volta terminati questi primi due capitoli, se il vostro investimento emotivo verso la saga vi provoca lo spasmodico bisogno di saperne di più (tratto da una storia vera, ndr.), allora il consiglio è quello di fare un salto indietro nel tempo e ripartire da Trails in the Sky, in modo da immergervi completamente nella storia di Zemuria e preparavi al meglio per gli ultimi due capitoli dell’arco di Erebonia.

Questo approccio è un po’ confusionario e sicuramente meno corretto del classico ordine cronologico ma riesce, nella mia modestissima opinione, a catturare meglio il videogiocatore che si approccia solo ora alla saga, mettendolo subito nei panni di Rean e dei suoi compagni nella loro complicata vita scolastica, per poi catapultarlo nell’immensa complessità (e bellezza) delle vicende del continente di Zemuria.

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Un viaggio per Zemuria

In conclusione, perché amanti del genere e non dovrebbero recuperare la saga di Trails? La Trails Series è semplicemente un must se siete degli appassionati dei giochi di ruolo, soprattutto per chi apprezza le battaglie a turni.

A prescindere dal gameplay però, ciò che rende tutta la serie qualcosa di unico anche nel vasto mondo dei JRPG è l’impressionante cura della trama. Un worldbuilding dettagliatissimo, una minuziosa attenzione alla scrittura dei personaggi e uno storytelling praticamente perfetto che contraddistingue ogni singolo titolo della serie, fanno di Trails un viaggio imperdibile, non solo per chi ha dimestichezza con gli RPG, ma anche per tutti gli amanti delle grandi storie.

Alla fine di questa lunga ed intensissima analisi, spero di aver acceso in voi un po’ di curiosità verso la Trails Series e di avervi invogliato, tra un lockdown e l’altro, ad intraprendere questo lungo ed affascinante viaggio per il continente di Zemuria.

Se siete amanti dei GDR ricchi di trama e di personaggi iconici o semplicemente cercate un bel gioco in cui spendere infinite ore, Trails e ciò che fa per voi e fidatevi di chi, da questa splendida avventura, ne è uscito perdutamente innamorato.

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Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby.
Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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