Netflix

Bonding: tra dominatori, perversione e dark humor

BONDiNG (Netflix)

0.00
8.6

Comparto Tenico

8.5/10

Cast

9.0/10

Scrittura

8.8/10

Regia

8.7/10

Direzione Artistica

8.0/10

Pros

  • Il bondage ironico
  • Episodi scorrevoli

Cons

  • Brevità
  • Finale brusco

Bonding (BONDiNG) è la nuova serie presente sulla piattaforma Netflix dal 24 aprile 2019, ed è formata da 9 episodi dalla durata di 15 minuti ciascuno.

E’ la storia della dominatrice Mistress May (Zoe Levine), del suo assistente Carter (Brendan Scannel), e di tutti i loro strampalati clienti. Cosa li accomuna? Il desiderio di dominare ed essere dominati.

La sex-comedy e…

Descrivere a che tipo di target si rivolge la serie è non poco complicato, ma di certo (come specificato nel trailer-disclaimer di seguito) ne avrete capito la trattazione: si parla di sesso sadomaso, niente di più, niente di meno.

L’argomento è alquanto peculiare per una serie, ma se almeno in parte è riuscito a stimolare la vostra curiosità sarete sorpresi da una dark comedy ricca di humor e gag inappropriate.

E’ proprio il lato comedy ad essere un collante per la trama. Il caro ed omosessuale Pete (Carter è il suo nome d’arte nel mondo del bondage) vorrebbe essere un membro della stand-up comedy di un locale. Ansia e insicurezze però gli impediscono di esibirsi, e per arrotondare deciderà di collaborare con una sua vecchia conoscenza.

ADV

Tiff (la cara Mistress May) è in realtà una studentessa di psicologia, convinta che le pulsioni sessuali e le relative perversioni siano parte di noi stessi, e che il suo lavoro di dominatrice non riguardi prettamente il sesso, ma una vera e propria liberazione dalla vergogna.

Tra scene ironiche e ben oltre l’indecenza (seppur ben celate), Bonding ci guiderà in un mondo fatto di pura e (ma non poi così) surreale perversione.

… non solo

I due protagonisti (Tiff e Pete) erano carissimi migliori amici al liceo, fin quando la loro amicizia si è bruscamente interrotta dopo aver consumato insieme un rapporto sessuale.

Quando poi Tiff, anni dopo, ricontatta Pete per farle da guardia del corpo, il ragazzo (fresco di coming out) è all’inizio titubante, ed ironia vuole, non tanto per le mansioni che gli verranno poi assegnate, quanto piuttosto per la riconciliazione con la sua ex amica.

Articoli che potrebbero interessarti
ADV

Pete/Carter sembra infatti molto più a suo agio nel mondo bondage della Mistress May che nel proprio.

Ma neanche Tiff è così rigida e sfacciata come appare da dominatrice: entrambi comprenderanno come tentare di raggiungere il tanto agognato equilibrio nella propria vita.

Una Sex Education ante litteram?

La serie ha (inaspettatamente?) vinto la scorsa estate come Best Episodic Series all’Outfest di Los Angeles. Inoltre, ha debuttato, nell’aprile del 2018, in anteprima perfino a Cannes.

Perché sì, tra humor ed esagerazione, le varie vicende racchiudono anche quasi e perfino una morale: non sarà la più stringente e filosofica, ma pur sempre un insegnamento, un’evoluzione per i personaggi.

ADV

C’è chi la affianca a Sex Education per l’approccio ironico al sesso, ma non ci sentiamo di condividere questa opinione. Bonding infatti offre un punto di vista completamente differente.

Se la prima parlava di adolescenti che si approcciano per la prima volta al sesso (in modo assolutamente brillante), qui abbiamo personaggi maturi (o quasi), che cercano di vivere la propria sessualità sempre e comunque, anche a discapito del pensiero e condivisione comune.

Unico vero peccato nella serie? La brevità. Gli episodi scorrono velocissimi e piacevoli, quindi il finale quasi perfino brusco ci lascia quasi un senso di amarezza ed insoddisfazione. Confidiamo vivamente in una seconda stagione.

Se siete allora alla ricerca di una miniserie divertente, stimolante, per trascorrere un pomeriggio senza freni inibitori, non possiamo che augurarvi una buona visione.

ADV
Seguici su tutti i nostri social!
CondividI
Jolandanta

Cosplayer per diletto, per lei Dante è sia il poeta stilnovista che il cacciatore di demoni per eccellenza. "I demoni non piangono mai" è vero, ma davanti al film, alla serie tv, al videogioco, al fumetto, o al libro giusto diventa una fontana, e prova anche a recensirli di tanto in tanto.

  • Articoli recenti

    Anselm, la recensione: raccontare l’arte attraverso l’arte

    Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima Anselm, il nuovo lungometraggio firmato Wim Wenders. Narra…

    % giorni fa

    Dragon’s Dogma 2, la recensione: La seconda venuta dell’Arisen, fatta bene

    Dopo anni di attesa è finalmente uscito Dragon’s Dogma 2, seguito di uno dei titoli…

    % giorni fa

    Quando DC Comics si diede ai fumetti per ragazze

    Correva l'anno 2007; DC Comics, grazie a una serie di successi come il mega-evento Crisi…

    % giorni fa

    Dragon’s Dogma 2 è una lezione di game design

    Siamo onesti: le prime ventiquattro ore di Dragon’s Dogma 2 non sono state esattamente positive.…

    % giorni fa

    Il Corvo, la recensione: Non guardare, figliolo

    Il Corvo di James O'Barr è uno dei fumetti più crudi e conosciuti di tutti…

    % giorni fa

    Com’è “invecchiata” la longevità nei videogames?

    Quante volte è capitato di sentire discussioni sulla longevità di un gioco, anche di giochi…

    % giorni fa