Tutti noi oggigiorno sappiamo cosa sia un videogioco. Alla televisione parlano molto spesso di come abbiano influenzato la società odierna. Vengono definiti una dipendenza, una droga, qualcosa che va estirpato perché “esterna i nostri figli dalla realtà”.
Pochi si rendono conto che i videogiochi possono essere arte tanto quanto i film, la musica o la letteratura. Una bella storia, della bella musica, personaggi ben caratterizzati, formano un insieme di requisiti che portano un ammasso di “semplici” codici alla moderna definizione di Picasso. E’ azzardata come affermazione ma pensateci, videogiocatori che state leggendo, quante volte siete rimasti stupiti da un determinato accadimento nel gioco, quante lacrime avete versato perché eravate un tutt’uno col personaggio. Per me questo fa l’arte, emoziona.
Vorrei raccontare l’enorme odissea chiamata “storia del videogioco”, una storia che ripercorre tutti i momenti più importanti della cultura videoludica. Dalla creazione dei primi “cult” fino ad arrivare alle opere odierne.
Siamo nell’anno 1947 e a due straordinarie menti, i cui nomi sono Thomas T. Goldsmith Jr. e Estle Ray Mann, viene la brillante idea di creare qualcosa di mai visto: volevano creare il primo gioco interattivo che funzionasse su di un tubo catodico.
Fu cosi’ che nel lontano 14 gennaio 1948 venne depositato il brevetto con il nome di “Cathode-ray tube amusement device”.
Il sistema era costituito da otto valvole termoelettroniche e si ispirava ai radar utilizzati durante la seconda guerra mondiale. Rappresentava il lancio di un missile che doveva colpire un bersaglio. A quei tempi non esistevano gli hardware e i software quindi la grafica non poteva essere disegnata direttamente sullo schermo, per cui gli sviluppatori fecero delle ettichette adesive da applicare direttamente dove erano situati i bersagli da colpire. L’obbiettivo del gioco era quello di centrare un bersaglio in un lasso di tempo limitato.
Purtroppo, essendo che il costo per lo sviluppo era troppo elevato, il gioco non venne mai messo in commercio.
1951: In occasione del “Festival of Britain” la Ferranti presentò un computer chiamato “Nimrod” che permetteva di giocare al gioco del Nim (il “Nim” è un gioco matematico per due giocatori). L’apparecchio si poteva utilizzare solo alla fiera e, una volta finita, fu smantellato.
1952: Uno studente dell’Università di Cambridge per dimostrare una sua tesi sull’interazione tra uomo e macchina inventò OXO.
Il gioco era la trasposizione grafica del classico “Tris” e veniva giocato su un computer EDSAC, chiamato Bertie The Brain . E’ possibile ancora oggi giocare a OXO tramite un emulatore di sistema EDSAC.
1958: William Higinbotham per intrattenere i visitatori del Brookhaven National Laboratory di New York creò un gioco chiamato Tennis for Two.
Il gioco mostrava un campo da tennis visto lateralmente, dove due persone, tramite un predecessore del joystick, giocavano al gioco del Tennis.
Questi controller primordiali erano formati da una manopola per regolare il tiro e un pulsante per tirare la palla al momento giusto.
Tennis for Two rimase giocabile fino al suo ritiro nel 1959.
Nel 1961 un gruppo di studenti del Massachusetts Institute of Technology (conosciuto anche come MIT), programmò un gioco sul nuovo computer in commercio a quei tempi, il DEC PDP-1. Questo gioco prendeva il nome di Spacewar! e gli studenti erano i fondatori della futura Cinematronics (divenuti poi celebri col noto Dragon’s Lair del 1983).
Il gioco era molto semplice, due astronauti dovevano distruggersi le navi a vicenda. Il primo che distruggeva la nave avversaria aveva la vittoria. Il gameplay, invece, non si rivelò così semplice visti i vari elementi di disturbo che apparivano sullo schermo e complicavano il tutto.
Il software fu successivamente inserito in tutti i nuovi computer DEC.
Nel 1966 fu depositato un brevetto col nome di Golf Game Computing System. E’ considerato il primo simulatore della storia, anche se non ci sono prove effettive che sia mai stato costruito.
Il progetto mostrava un sistema molto complicato e realistico: era basato su un computer analogico che occupava un’intera stanza per simulare di giocare a Golf. Il giocatore colpisce una palla reale e il computer ne traccia la traiettoria proiettandola su uno schermo.
Nel 1966, Ralph Baer sviluppò un semplice gioco chiamato Chase, che poteva essere giocato su un qualsiasi televisore del tempo.
Nello stesso anno Baer, insieme a Bill Harrison creò un gioco per due giocatori, Bucket Filling Game.
I due continuarono a lavorare assieme e costruirono quella che a tutti gli effetti poteva considerarsi la prima console della storia. La console prendeva il nome di Brown Box, e permetteva di avere una raccolta di giochi sviluppati apposta per quella piattaforma, in modo simile alle console attuali.
Successivamente fu introdotta una Pistola Ottica ideata dai due assieme a Bill Rush. Questa pistola sfruttava il funzionamento dei televisori a tubo catodico per registrare comandi unici basati sulla zona di puntamento del mirino sullo schermo, rivoluzionando il mondo dei videogiochi.
Nel 1971, all’Università di Stanford, venne ultimato un gioco ispirato a Spacewar, chiamato Galaxy Game.
Funzionava sul nuovo computer della DEC, il PDP – 11/20 e si poteva giocare solo dopo l’inserimento di una moneta.
Due mesi più tardi Nolan Bushnell e Ted Dabney lavorarono ad una nuova versione di Spacewar che chiamarono Computer Space. Questo fu il primo videogioco arcade (non meccanico) mai concepito.
Purtroppo però, vista l’eccessiva difficoltà di gioco, non fu un grande successo.
La prima generazione di console è iniziata nel 1972 con il Magnavox Odyssey di Ralph Baer ed è considerata conclusa nel 1977.
La prima generazione di console comprende:
Bushnell, dopo il clamoroso “flop” di Computer Game, decise comunque di continuare a lavorare in campo videoludico ma di farlo in modo autonomo. Fondò così la ormai famosissima Atari, divenuta poi uno dei simboli del videogioco.
La sua carriera dopo la fondazione di Atari prese il volo grazie a PONG, il primo successo dell’industria.
Il gioco era a grandi linee un “simulatore di ping pong”. La pallina veniva servita dal centro del campo verso uno dei due giocatori, che doveva muovere la racchetta per mandare la palla all’avversario. Atari riuscì a vendere più di 19.000 cabinati di PONG.
Il neonato mercato videoludico spinse molti a investire in propri apparecchi. Ne scaturì un proliferare di nuove console, che portarono tanti miglioramenti a solo cinque anni dall’inizio delle prime console da essere considerata una nuova generazione di queste ultime.
La seconda generazione iniziò nel 1976 con l’uscita del Fairchild Channel F e terminò nel 1992 con la fine della produzione dell’Atari 2600.
Questa generazione di console comprendeva:
Grazie a PONG l’età d’oro dei videogiochi era cominciata e poté solo continuare con la pubblicazione di Space Invaders sul cabinato Taito 8080, nel 1978.
Il gioco ebbe talmente tanto successo che spronò moltissimi produttori ad entrare nel mercato videoludico e a produrre videogiochi.
Questo periodo di prosperità fu segnato dalla nascita delle prime sale giochi e dai nuovi videogiochi arcade a colori, tra cui non possiamo dimenticare leggende videoludiche come Asteroids e Centipede di Atari, il già citato Dragon’s Lair, Pac-Man di Namco, Out Run e la serie House of the Dead di Sega e Donkey Kong e Mario Bros. di Nintendo.
Il computer, dopo esser stato presentato al Consumer Electronic Show del 1980, venne prodotto su larga scala alla modica cifra di 300$. Per il basso costo, e per la facile accessibilità da parte di tutti venne rinominato “the friendly computer“, il computer amico.
La tecnologia divenne così da un lusso per pochi al servizio di tutti, rendendo possibile, tra le tante cose, la diffusione dei famosi giochi da cabinato su un unico sistema operativo.
Il Vic-20 ebbe un enorme influenza pubblicitaria. Addirittura la realizzazione degli spot venne affidata a William Shatner (noto come uno dei protagonisti della serie Star Trek e dei successivi film). Fu il primo home computer a superare il milione di unità vendute nei primi due anni di vita.
Il tempo scorre e all’inizio del 1985, dopo ben 2.500.000 unità vendute, la produzione del Vic-20 cessa, dando spazio al successivo Commodore 16.
Il Sinclair ZX80 fu molto importante per la storia degli home computer, se non una vera e propria rivoluzione.
Fino ad allora i computer erano venduti come “kit”. Erano, praticamente, l’insieme di pezzi che andavano a comporre il pc, ma andava assemblato dagli acquirenti, cosa che si rivelò un impedimento per molti. Lo ZX80 fu invece venduto tutto assieme, già montato e pronto all’uso, più accessibile di un Commodore PET o un Radio Shack TRS-80.
La produzione andò avanti solo fino all’anno successivo, quando nel 1981 le vendite cessarono.
Subito dopo, nel 1982, uscì il suo successore, il Sinclair ZX Spectrum, maggior competitore dell’onnipresente Commodore 64.
Il Nintendo Entertainment System, meglio noto come NES, è ritenuta fondamentale nella storia videoludica. Non solo perché fu la prima console di Nintendo (da molti erroneamente considerata la prima in assoluto) ad avere un grande successo, aiutando l’azienda di Kyoto a diventare il colosso che è oggi, e nemmeno solo per l’evoluzione che provocò all’epoca, ma per i giochi che portava con sé.
La console di rilascio di giochi iconici e tutt’oggi leggendari, come Super Mario (e i vari sequel), The Legend of Zelda, Punch-Out, Mega Man, Contra, Duck Hunt, Castlevania, Kirby’s Adventure, Final Fantasy,Double Dragon, Metroid e moltissimi altri.
Nel 2009 IGN l’ha nominata la miglior console di sempre.
A quei tempi già si erano viste altre console di questo tipo, per cui, l’allora presidente di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, decise di voler creare una console talmente potente da non poter essere surclassata per almeno un’anno intero. Voleva anche che il prezzo fosse accessibile a tutti per cui non volle puntare su CPU di ultima generazione, bensì su sistemi ad 8 Bit.
Per far si che la console superasse tutte le altre in potenza, si decise di applicare un “coprocessore” che potesse elaborare al meglio gli elementi grafici. La “Picture Processing Unite” che era capace di gestire più colori e più “sprite” della console più venduta in quel momento, l’Atari 2600.
Yamauchi voleva far capire subito che la sua console era indirizzata a un’utenza giovane, per cui si decise di dargli un design da “giocattolo” con colori accesi e spigoli arrotondati. La Nintendo fu anche la prima a permettere l’uscita di videogiochi non sviluppati dalla casa madre sulla propria piattaforma.
La console venne messa in commercio il 15 luglio 1983 a 14.800 ¥ (corrisponde a 56,76€) e fu subito un grande successo totalizzando in soli due mesi più di 500.00 unità superando non solo l’Atari 2600 ma anche la nuova console della SEGA uscita nello stesso giorno, il “Sega SC-1000“.
La produzione del NES terminò nel 1995, ben 12 anni dopo l’inizio della commercializzazione del prodotto.
Il presidente della Commodore, Jack Tramiel, voleva che fosse utilizzato per fare da base a dei computer con 64kb di RAM che era il doppio dei computer di allora.
All’International Winter Consumer Electronics Show del 1982, esattamente due mesi dopo l’ultimazione del chip, venne presentato un prototipo di computer che lo contenesse. All’inizio il progetto aveva il nome di “Commodore Vic – 30“, ma fu successivamente cambiato in “Commodore 64” a causa della presenza di 64kb di RAM.
Una volta uscito (nel 1982 negli Stati Uniti e nel 1983 in Italia), il Commodore 64 batté in potenza molte macchine presenti in quell’epoca tra qui l’Apple II e l’Atari 800.
La produzione cessò nel 1984.
La terza generazione di console è conosciuta anche come “la generazione degli 8-bit” per via della prevalenza di giochi sviluppati in un sistema a 8- bit. La terza generazione di console comprende:
La quarta generazione di console, a differenza di quella prima, viene definita “la generazione dei 16 bit“, appunto per la prevalenza di giochi a 16 bit.
Questo periodo è stato molto significativo per il mondo dei videogiochi perché sono stati gli anni del progresso della grafica e delle animazioni.
Ci si concentrava molto su di esse per far uscire un risultato visivamente migliore di ciò che si era visto in precedenza.
E’ stato anche un progresso per le console vere e proprie perché sono cominciati ad apparire i primi dispositivi portatili a cartucce. Il più celebre da ricordare è il “GameBoy” che fu una vera e propria rivoluzione. Questa generazione terminò nel 1999 con la dismissione ufficiale del “Super Nintendo Enterteinment System” o “SNES“(lo SNES è una versione potenziata del NES).
La quarta generazione di console comprende:
Mentre, la quarta generazione di console portatili comprende:
All’inizio del 1988 Sony aveva un rapporto di collaborazione con Nintendo. Insieme stavano preparando un chip audio per lo SNES. Questo progetto prendeva il nome di “SNES – CD“.
Nel 1991, lo SNES – CD stava per essere presentato al grande pubblico ma l’allora direttore di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, constatò che l’accordo era inaccettabile perché il contratto permetteva a Sony di avere il pieno controllo su tutti i giochi che uscivano in formato SNES – CD, per cui si interruppe la collaborazione.
Dopo la fine dell’accordo, Sony si volle concentrare sulla creazione di una propria console con quello che aveva creato assieme a Nintendo, la quale attuò una causa legale contro Sony perché di fatto il marchio apparteneva a lei.
La causa fu vinta dalla mamma della PlayStation che cominciò, nel 1991, a produrre i primi prototipi. Alla fine del 1992 Nintendo e Sony fecero nuovamente un accordo dove concordavano che la PlayStation avrebbe dovuto avere degli slot per i giochi SNES e il ricavato andasse tutto alla casa di Kyoto, mentre Nintendo avrebbe avuto il permesso di continuare ad usare il chip prodotto da Sony.
Tempo dopo, Sony si accorse che la tecnologia SNES era oramai obsoleta, quindi decise di distaccarsi definitivamente da Nintendo e continuare per la propria strada. Il 2 dicembre 1994 uscì in Giappone la prima PlayStation.
Il clamoroso successo di PlayStation fu dovuto principalmente dall’incredibile grafica e dai primi giochi in 3D che erano una novità per quell’epoca.
La commercializzazione della console terminò nel 2006.
Mentre il periodo d’oro del Super NES stava giungendo al termine, ogni casa produttrice di console stava pensando a come sarebbe dovuta essere la nuova generazione. Quasi tutti decisero di puntare tutto sui 32 bit, tutti tranne Nintendo, che volle lavorare direttamente su un sistema a 64 bit.
Originariamente il “Nintendo 64” non doveva chiamarsi così, ma “Ultra 64“. Il nome fu cambiato perché la Konami fece uso di questo termine per la divisione “Ultra Games“.
La console fece molto successo in Giappone oltrepassando le 30.000 unità vendute, purtroppo però non superò mai le vendite del NES e dello SNES.
Il Nintendo 64 smise di essere prodotto nel 2002 per lasciare spazio al suo successore “Nintendo GameCube“.
La quinta generazione di console aveva avvicinato molte aziende che mai prima d’ora avessero prodotto console come la Sony e la Apple.
La quinta generazione di console comprende:
La quinta generazione di console portatili invece comprende:
La sesta generazione di console cominciò nel 1998 con l’ultima console uscita della SEGA, il Dreamcast, e finì nel 2013 con il termine della produzione di PlayStation 2.
Questa generazione ebbe un’enorme evoluzione grazie all’ulteriore miglioramento della grafica e dei modelli 3D.
Questa generazione fu chiamata “l’era dei 128 Bit” anche se non era del tutto corretto definirla tale, poiché si pensava che console come Dreamcast e PlayStation 2 funzionassero su di un sistema a 128 bit, ma questa fu solo una manovra di marketing per pubblicizzare il Dreamcast.
I periodi rosei di Sega stavano finendo. Il Sega Saturn stava riscutendo un discreto successo che fu subito frenato dall’uscita di PlayStation perché con la sua innovazione aveva monopolizzato il mercato Giapponese e non solo.
La messa in commercio della console di Sony non fu l’unico motivo della disfatta del Saturn. A mettere il dito nella piaga fu anche lo scarso numero di titoli disponibili per la console dovuto alla difficoltà per le case di terze parti di svilupparci giochi sopra. Per riabilitare la console giapponese nel mercato si decise di puntare tutto su una nuova console, così l’azienda si divise in due principali team per lavorare alla nuova piattaforma che avrebbe risollevato le sorti della compagnia.
Negli Stati Uniti totalizzò più di un milione di unità vendute in meno di un anno dall’uscita.
Nel marzo del 2001 la produzione del Dreamcast cessò per mancanza di fondi. La Sega aveva utilizzato molti soldi per il Saturn che non vennero però riguadagnati con la nuova console.
Le prime idee sulla console vennero fuori nel 1998 da Seamus Blackley. Lui, insieme ad altri collaboratori decisero di smontare dei computer “Dell” per creare un primo prototipo della primissima console di Microsoft.
La piattaforma era pensata per essere solamente utilizzata per il gioco e doveva essere almeno due volte più potente di un’ipotetica “PlayStation 2“.
All’inizio il nome della console doveva essere “DirectX Box“, nome dovuto alla tecnologia “Direct X” che era presente nella piattaforma, ma successivamente fu cambiato in “Xbox“. Il 10 marzo del 2000, durante la Game Developers Conference, Bill Gates (il direttore di Microsoft), salì sul palco e presentò il prototipo della console al mondo. Aveva un design totalmente diverso da quello che fu all’uscita.
Xbox si rivelò un enorme successo vendendo più di un milione di pezzi in sole 3 settimane negli Stati Uniti. La console non ebbe lo stesso successo in Giappone dove, una volta resa disponibile (nel 2002 ), vendette solo 130.00 copie nella prima settimana.
La sesta generazione di console comprende:
Invece la sesta generazione di console portatili comprende:
La settima generazione di console è cominciata nel 2004 con l’introduzione del “Nintendo DS” ed è caratterizzata dall’introduzione dei servizi online e da una definizione grafica sempre più elevata. Viene anche ricordata per l’arrivo degli innovativi sistemi di controllo come il “WiiMote” o il “PlayStationMove“.
La settima generazione di console comprende:
Mentre le console portatili di settima generazione sono:
L’ottava generazione di console comincia nel 2011 con l’uscita del Nintendo 3DS e non è ancora finita.
Queste piattaforme sono simili, per componentistica, ai pc. E’ anche l’era in cui nascono console basate su un sistema “Android“, lo stesso presente nei telefoni attuali. Questo è anche periodo di innovazione, poiché vengono introdotte nuove tecnologie legate ai videogiochi come il “PlayStationVR” o console ibride come “Nintendo Switch“.
L’ottava generazione di console comprende:
Mentre le console portatili di ottava generazione sono:
E questa è l’incredibile storia delle console e dei videogiochi usciti fino ad ora.
Ovviamente la storia non è finita perché la tecnologia è in continuo progresso, quindi magari, fra molti anni, vedremo questo articolo come qualcosa di superato, qualcosa da aggiornare.
Per ora, godiamoci il momento.
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