Con la recente acquisizione dei diritti cinematografici dei personaggi degli X-Men, da anni in un limbo burocratico che li teneva ancora attaccati alla precedente casa di produzione cinematografica, la 20th Century Fox, i Marvel Studios hanno deciso di introdurre il gruppo dei mutanti più famoso del mondo nelle piattaforme streaming di Disney Plus.
Tale introduzione tuttavia non è avvenuta come parte integrante del Marvel Cinematic Universe (a quello ci penserà l’attesissimo Deadpool & Wolverine, in arrivo quest’estate) ma attraverso un revival di una delle serie più famose e di successo del panorama supereroistico animato, ossia la serie animata degli X-Men degli anni ’90, o X-men TAS (in Italia conosciuta come Insuperabili X-Men), chiamato per l’occasione X-Men 97.
X Men 97 sembra quindi giusto un preambolo per la Casa del Topo di cosa aspettarsi quando i Marvel Studios possono avere a che fare con personaggi del calibro di Wolverine, Tempesta e Ciclope e tutti i restanti Figli dell’Atomo.
E bisogna ammetterlo, il risultato ci ha sconvolto positivamente.
La sfida era parecchio ardua perché, bisogna ammetterlo, la vecchia serie animata degli X-Men, seppur iconica, risulta agli occhi di uno spettatore moderno piuttosto datata, figlia ovviamente di un format obsoleto come quello dei cartoni del sabato mattina dell’epoca, nonostante rimanga piuttosto godibile e abbastanza fedele alle storie adattate.
Se questo aspetto poteva essere destabilizzante per chi volesse vedere la nuova serie, fortunatamente non c’è da preoccuparsi.
Una delle note più positive del revival infatti è che non c’è alcun bisogno di dover per forza guardare la vecchia serie (anche se effettivamente aiuta a capire meglio il contesto narrativo), elemento che fa di X-Men 97 un ottimo punto di inizio per chiunque voglia cominciare a conoscere il mondo mutante targato Marvel, complice anche l’assoluta fedeltà ai fumetti. Si può anzi dire che X-Men 97 è, ad oggi, il più fedele adattamento delle storie degli X-Men mai uscito.
In X-Men 97 c’è tutto quello che si può aspettare da un fumetto degli X-Men: elementi da soap opera romantica, grandi colpi di scena e spettacolari scene d’azione a cui noi fan siamo abituati.
A differenza della serie animata classica poi, i personaggi vengono dotati di ancora più spessore, sia narrativo e caratteriale, a volte con episodi completamente dedicati a loro.
Esemplari sono i personaggi di Rogue e Magneto, soprattutto in quest’ultimo si nota come gli sceneggiatori si siano impegnati nel rendere al meglio i dialoghi, il comportamento e soprattutto la personalità che nei fumetti contraddistingue il Signore del Magnetismo, un vero e proprio studio di un personaggio che sa rubare la scena ai suoi comprimari ogni volta che apre bocca.
Perfino a Ciclope, uno degli X-Men più ingiustamente bistrattati e resi blandi da pessime scelte di sceneggiatura (complice anche la trilogia classica dei film Fox degli X-Men) in X-Men 97 viene finalmente resa giustizia al fine di renderlo il carismatico leader de facto a cui i lettori sono abituati. Speriamo che continuino su questa linea per le prossime stagioni.
Sfortunatamente, non tutti i personaggi ne escono completamente riusciti.
Se infatti i membri del team originale vengono approfonditi e rispettati, lo stesso non si può dire per le new entry, che invece sono relegate a ruoli clichè o comunque di poca importanza.
Un esempio è Sunspot che, come Jubilee nella serie precedente, è il classico giovane mutante che ha appena scoperto i suoi poteri spaesato come un pesce fuor d’acqua che entra a far parte nel gruppo degli X-Men, ma che aldilà di questo aspetto non aggiunge altro alla serie, se non creare un interesse amoroso proprio per Jubilee, quasi come se il personaggio sia stato inserito a forza solo per questo motivo.
Anche Morph, personaggio su cui fin dall’inizio si erano puntati molto i riflettori, in quanto primo vero e proprio membro degli X-Men facente parte anche della comunità LGBQT+, alla fine viene relegato solo al ruolo della macchietta comica, e sinceramente visto l’attenzione che gli ha dato il marketing della serie, nonché l’effettivo potenziale narrativo sprecato, obiettivamente si poteva fare molto di più, ma vedremo con le prossime stagioni.
Malgrado questi iniziali difetti, la trama di questa prima stagione X-Men 97 risulta piuttosto intrigante, lasciando alle spalle le classiche puntate autoconclusive che caratterizzano la serie degli anni 90 e puntando invece più sui colpi di scena e sui cliffhanger al fine accalappiare l’attenzione del pubblico ad ogni episodio.
Gli sceneggiatori sono inoltre riusciti a bilanciare gli elementi più camp supereroistici con altrettante vicende più drammatiche e serie, soprattutto in certi punti, dove la serie affronta anche delle tematiche estremamente mature, tanto che viene da sorprendersi quanto la Disney gli abbia lasciato fare per gli standard dei loro prodotti.
Come nella serie animata originale, si è cercato di condensare in singoli episodi da venti minuti materiale che sarebbe potuto durare per intere saghe, il che porta la serie ad avere un ritmo narrativo eccessivamente veloce e affrettato, tanto che alcuni episodi risultano addirittura estenuanti da vedere.
Tale problematica poteva essere risolta con diverse soluzioni, magari allungando il runtime degli episodi, oppure realizzando stagioni più lunghe, in modo da permettere ai Marvel Studios di produrre più contenuti utili per accontentare anche il più avido fan degli X-Men.
Parlando poi della resa tecnica, bisogna ammettere che c’era un po’ di titubanza per quanto riguardava la scelta dell’utilizzo dell’animazione 3D che tende a replicare lo stile 2D, nella maniera simile a come avevano fatto precedentemente i Marvel Studios con la serie What If.
Anche se effettivamente alcune scene risultino meno animate e quasi low budget, le scene d’azione e in generale i momenti con più pathos sono animate magistralmente.
Ogni frame trasuda amore e una profonda conoscenza della lore degli X-Men, tanto è vero che ci sono perfino delle citazioni che solo i fan più attenti possono notare (prime fra tutte le svariate reference alle combo di Marvel vs Capcom).
Fa piuttosto pensare che una serie del genere sia uscita in concomitanza con la seconda stagione di Invincible per poi totalmente oscurare quest’ultima in confronto al numero di views sulle piattaforme. Certo, la seconda stagione di Invincible ha i suoi momenti e decisamente una scrittura più composta e ragionata, ma di sicuro è meno appetibile agli occhi in confronto a X-Men 97, il quale dal punto di vista tecnico gli è superiore in tutto e per tutto.
Tirando le somme X-Men 97 è uno show che non ha alcun diritto per essere così bello.
Per certi versi ricorda molto la serie d’animazione Star Wars: The Clone Wars, dove malgrado a prima vista possa sembrare niente di che, si rivela poi essere un capolavoro di sceneggiatura e animazione che riesce a fare restare attaccati allo schermo chiunque la guardi.
In un’epoca in cui ormai perfino il MCU fatica a restare rilevante, X-Men 97 era quello che i fan dei cinecomics avevano bisogno: un prodotto fresco, adatto ai fan di lunga data e a chi ha intenzione di scoprire l’universo dei mutanti Marvel in salsa animata, ma soprattutto è riuscito a dare risalto ad alcuni dei personaggi dei fumetti più importanti della cultura pop contemporanea ormai sull’orlo dell’oblio mediatico.
Finalmente gli X-Men stanno ritornando, e tutti hanno la possibilità di guardare le loro gesta e cominciare ad amarli. Anche se siete solo curiosi, guardatevi qualche puntata, siamo certi che non ve ne pentirete.
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