Hi-Fi Rush è stata una ventata di aria fresca nel corso del 2023, venendo annunciato a sorpresa durante il Developer Direct di Microsoft all’inizio dell’anno scorso e rilasciato nel corso della serata stessa su Xbox Series X, S e PC direttamente sul GamePass.
Da shadow drop sono rimasto fin da subito ammaliato dalla qualità intrinseca del prodotto, un titolo che unisce meccaniche action con meccaniche rythym che permette di immergersi in un mondo che va letteralmente a tempo di musica.
Da non possessore di console di casa Microsoft e non avendo un PC propriamente adatto a videogiocare, Hi-Fi Rush era uno di quei titoli che mi avrebbe fatto cedere all’acquisto di un’eventuale Xbox, qualora ne avessi avuta l’occasione.
Per fortuna mi è stato concesso di risparmiare, perché, a circa un anno dal lancio, il titolo di Tango Gameworks entra nel catalogo PlayStation 5, permettendomi di accedere con grandissimo entusiasmo a questo meraviglioso titolo dai vivacissimi colori e dalle interessanti meccaniche.
Sulle pagine di SpaceNerd abbiamo già recensito la release PC del titolo ormai più di un anno fa, ma grazie alla decisione aziendale di Xbox di rendere parte dei suoi titoli multipiattaforma, sono contentissimo di poterne parlare anche io nella sua nuovissima versione PlayStation 5.
Hi-Fi Rush vuole raccontare attraverso la satira il lato oscuro delle corporazioni e quanto esse possano essere subdole nei confronti dei propri clienti che, giorno dopo giorno, alimentano il loro capitale. Il ruolo del cattivo qui lo ricopre la Vandelay Industries, un’azienda tecnologica che ha come obiettivo quello di innovare e rinnovare.
Avvia a tal proposito il progetto Armstrong, che consiste nell’impiantare innesti robotici su umani per poterli rendere più produttivi e utili nella società. Impersoneremo infatti Chai, un ragazzo energico e Rockstar emergente, che si presenta come uno dei tanti candidati al progetto.
Qualcosa però va storto durante il suo intervento: un lettore musicale viene impiantato nel suo petto oltre che al braccio robotico a lui destinato, creando come effetto collaterale una certa armoniosità tra i suoi movimenti e le sue azioni e il mondo di gioco, che andrà conseguentemente a ritmo di musica.
Catalogato come difetto dalla Vandelay, Chai dovrà salvare la sua stessa pelle cercando di scappare dalla fabbrica senza rimetterci le penne. Verrà affiancato in primis da 808, un bellissimo robot-gatto che lo accompagnerà per il resto dell’avventura, ma successivamente farà squadra con un cast di personaggi meravigliosamente carismatico.
Come anticipato, la caratteristica peculiare e più interessante di Hi-Fi Rush è il concetto di unire meccaniche action a meccaniche rythym. Questo particolare connubio rende possibile un sistema di combattimento veloce, immediato, divertente e bello sia da vedere che da ascoltare.
Il titolo alterna fasi di platforming a quelle di combattimento: nelle prime è opzionalmente concesso di andare a ritmo di musica per ottenere dei boost in velocità (per esempio concatenando tre movimenti di schivata di fila) o nel movimento verticale (saltando a ritmo di musica sarà possibile saltare più in alto), mentre nelle seconde bisognerà concretamente tirar pugni a tempo di musica.
Più Chai è armonizzato con la musica, più i suoi colpi infliggeranno danni, oltre che aumentare il punteggio di combattimento che parte dalla D e arriva alla S. Nonostante sia presente un sistema di voti per ogni combattimento, questo non ha impatti sulla vittoria di una determinata sezione del gioco, vien da sé però che migliorare sé stessi nel combattimento renderà Chai un meraviglioso bel vedere a schermo, che danza tra le orde di variopinti nemici sfoderando un numero di combo impressionante.
I combattimenti in Hi-Fi Rush diventano più spettacolari man mano che il gioco procede, un po’ perché si familiarizza con il combat system, un po’ perché Chai potrà imparare nuove combo, ottenere potenziamenti o sbloccare delle mosse speciali sia solitarie che con companion. L’alternanza di attacchi, schivate e parate unita alla meccanica rythym alla base del gioco rende Hi-Fi Rush sicuramente non solo unico nel suo genere, ma anche estremamente divertente e sfidante.
Il gioco è inoltre estremamente accessibile: io stesso non sono un amante dei titoli ritmici e non apprezzo particolarmente le loro meccaniche in quanto richiedono estrema concentrazione, abilità e spesso anche competizione. Hi-Fi Rush non è nulla di tutto ciò, in quanto il non andare a tempo di musica si traduce in meno danni ai nemici e quindi più tempo da impiegare per combatterli. Il Game Over è dato dalla perdita di tutti i punti vita di Chai, certo, ma non è legato a filo stretto con la sua meccanica ritmica.
Hi-Fi Rush è a mio parere un brillantissimo esempio di game design, perché unisce diversi stili di gioco in un roboante vortice di combattimenti, musica e colori mai visto prima. La sua natura ibrida non desta il benché minimo problema né fastidio anche a coloro che magari non vogliono perdere troppo tempo a cogliere il ritmo, ma posso assicurarvi che più si procede nel gioco più verrà naturale imparare a combattere sulle note musicali.
Quando non si combatte, in Hi-Fi Rush si esplora il campus della Vandelay Industries, avendo la possibilità di giocare molte sezioni platform 3D e qualcuna più rara in 2D. Il titolo non è open world, ma permette tuttavia una discreta libertà in zone più ampie, da esplorare da cima a fondo per ottenere potenziamenti e collezionabili.
L’esplorazione è facilitata dall’uso dell’rampino in alcune zone, mentre in altre bisognerà saltare a tempo di musica per poter raggiungere piattaforme più elevate altrimenti irraggiungibili. Vi sono sezioni poi da raggiungere grazie ad abilità speciali che si otterranno durante il corso della storia, legate all’uso dei companion che appariranno al fianco di Chai per sbloccare porte, rompere pareti o superare muri di fiamme.
Ed è proprio parlando di companion che vorrei spendere qualche parola sull’ottima componente narrativa. Senza scendere troppo nei dettagli per evitare spoiler e colpi di scena, i companion altro non sono che personaggi che piano piano formeranno la band (metaforicamente parlando) di Chai. Ognuno è caratterizzato in modo unico, ha il suo scopo nella vicenda ed è fortemente motivato a combattere al fianco della Rockstar per sconfiggere gli oscuri piani della Vandelay.
È nella sua semplicità di raccontare rapporti umani e familiari che Hi-Fi Rush riesce a far breccia nel cuore del videogiocatore, affrontando tra l’altro temi anche abbastanza pesanti come potrebbe essere quello della corporazione cattiva con toni assolutamente leggeri e simpatici.
Meritatissimo il premio vinto come miglior Audio-Design durante la notte dei The Games Awards 2023: tutto il comparto audio del titolo è ovviamente realizzato nel più minuzioso dettaglio.
Qualsiasi cosa, dal passo di Chai allo “snap” delle sue dita quando si sta fermi o quando si attende un battito tra un attacco e l’altro, dal rumore della sua arma che si compone al urlo “Chai! Chai! Chai!” quando si raggiunge il grado S in combattimento diventa immediatamente iconico.
La soundtrack vanta tracce meravigliose, ritmate e incredibilmente travolgenti anche nelle fasi meno concitate. Tanto della colonna sonora è originale, composta da diversi volti dell’industria come Shuichi Kobori (Metal Gear Solid: The Twin Snakes e Zone of the Enders), Reo Uratani (serie di Monster Hunter) e Masatoshi Yanagi (Sound designer di Tango Gameworks).
Inoltre, Hi-Fi Rush contiene anche alcuni brani sotto licenza di molte band come i Nine Inch Nails, The Black Keys, The Flaming Lips e un remix assolutamente geniale della quinta sinfonia di Mozart di Wolfgang Gartner.
Tecnicamente parlando, il titolo è non solo fluidissimo e stabile nei suoi 60 frame al secondo, ma è anche una meraviglia per gli occhi, soprattutto attivando l’HDR sul pannello/monitor sul quale si gioca: di base lo stile grafico di Hi-Fi Rush ricorda moltissimo le tavole dei fumetti, e l’ambia gamma di colori ne evidenzia il lato creativo della produzione
A livello contenutistico invece, la versione PlayStation 5 contiene anche le modalità Febbre da BPM e Torre Arcade. La prima è una modalità a ondate dove all’aumentare delle ondate aumenta anche il ritmo dei battiti a cui sintonizzarsi per combattere al massimo delle potenzialità, mentre la seconda è una modalità roguelike dove a ogni piano della Torre bisognerà scegliere un determinato potenziamento.
La versione PlayStation 5 pecca tuttavia nell’implementazione del DualSense: pad alla mano purtroppo sembra che il feedback aptico funga solo come da vibrazione del pad, senza donare all’avventura quel qualcosa in più che sono abituato a sentire da altre produzioni, mentre i trigger adattivi non sono stati per niente implementati.
Unica nota positiva sul DualSense sono i suoni che arrivano dall’altoparlante, adoro sentir urlare “Fight!” dal pad iniziando un combattimento, o sentire le urla dei fan quando si raggiunge un buon indicatore combo o si va per molto tempo a ritmo delle note.
Finalmente capisco il motivo per cui un anno fa sono tutti letteralmente impazziti per un videogioco così tanto inaspettato e geniale: Hi-Fi Rush si conferma essere qualcosa di estremamente unico e avvincente.
La formula proposta da Tango Gameworks trascina il giocatore per una ventina di ore in un turbine di vicende entusiasmanti, con un gameplay e una forma davvero innovativa ed estremamente interessante.
L’unico neo? L’implementazione del DualSense praticamente assente, e forse il fatto che dura un po’ troppo poco, ma questo solo perché ammetto di essermi divertito come un matto!
Inoltre, cara Microsoft, fossi in te farei un bel pensierino sul rendere 808 una vera e propria mascotte in casa Xbox…
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