Nelle ultime settimane abbiamo potuto giocare in lungo e largo Fate/Samurai Remnant, spin-off action RPG in stile musou pubblicato da Koei Tecmo e Omega Force del franchise di Kinoku Nasu, ambientato nel Periodo Edo.
Samurai Remnant si inserisce in quel filone di spin-off della serie principale Fate/Stay Night che nel corso degli anni hanno puntellato il mondo creato da Nasu, dando vita alla parte di Nasuverse dedicata a maghi e Servant tanto apprezzata dal grande pubblico.
Per quanto si tratta di storie e videogiochi paralleli, tutte le battaglie per il Graal hanno sempre contribuito ad ampliare la lore di questo franchise, aggiungendo battaglie e personaggi iconici (pensate solo a Saber Nero Claudius, ndr.) ormai parte integrante dell’universo Fate.
Ogni uscita di un gioco della serie quindi è sempre un evento interessante per noi amanti dello storico prodotto Type-Moon/Nasu e non potevamo perdere l’occasione di vivere una nuova guerra per la conquista del Graal tra le strade di un’affascinante Edo.
In Samurai Remnant vestiamo i panni di Iori Miyamoto, un giovane Ronin che si occuppa di piccoli lavoretti per guadagnare qualche soldo. Il ragazzo vive da solo e per lui è rimasta solo la sorella dopo la morte del suo leggendario maestro.
La vita di Iori viene però sconvolta dall’incontro con un Samurai e un misterioso guerriero, nel mezzo del quale verrà salvato da Saber nel più classico degli incontri tra un protagonista di Fate e il Servant da lui evocato.
Iori scopre così di essere uno dei partecipanti del Waxing Moon Ritual, una forma minore della più nota Guerra per il Sacro Graal, la sfida tra 7 maghi e i loro Servant per la conquista dell’oggetto che si dice in grado di esaudire ogni desiderio.
Nelle strade di Edo inizia così una battaglia all’ultimo sangue tra maghi accompagnati dagli iconici Saber, Caster, Archer, Lancer, Berserker, Rider e Assassin, caratterizzata dal fascino unico e dalla filosofia del Periodo Edo.
In ogni storia legata al franchise di Nasu c’è sempre un’attenzione particolare ai personaggi che la animano. A prescindere dal ruolo svolto, che sia esso primario, secondario o addirittura solo di comparsa, i titoli di Fate ci hanno sempre regalato personaggi iconici, spesso molto curati sia a livello di scrittura che di design, rimasti a lungo nei cuori dei fan. In Samurai Remnant la tradizione non viene abbandonata e il cast proposto è anche questa volta di altissimo livello.
Iori è un tipico protagonista di Fate, dedito al suo credo e alla sua missione, vive per la via della spada e per la protezione di sua sorella. Viene spesso messo di fronte a situazioni complicate che lo faranno vacillare ma si dimostra un degno combattente e un samurai per definizione, il perfetto master di Saber.
Saber in Remnant non si discosta molto dai canoni di altri Servant della stessa classe protagonisti di altre storie. Possiamo dire che la Saber di Iori è un personaggio che strizza l’occhio all’originale, per esempio nascondendo la sua vera identità fino a quando il suo master non si è dimostrato degno, ma lasciandosi anche andare in situazioni più leggere (come accarezzare qualche gattino, ndr.).
Non siamo dinanzi alla miglior Saber della serie ma nel complesso Samurai Remnant ci propone un personaggio ottimo in grado di catturarci nella sua storia e nel suo passato, forte e buono d’animo come deve essere la spada del protagonista.
Insieme alla coppia di protagonisti non mancano personaggi secondari di altissimo spessore, alcuni capaci anche di rubare la scena in certi frangenti. Grazie allo stratagemma dei Rogue Servant, particolari tipi di Servant evocati senza un master ma legati a quartieri di Edo, il cast si amplia con altri 7 eroi che si paleseranno nel corso della storia.
Non mancano Master simpatici e altri crudeli con una backstory interessante ma come spesso accade in Fate sono i Servant a farla da padrone. Tra i partecipanti al Waxing Moon Ritual troviamo anche grandi richiami alla tradizione di Nasu: i due Lancer sono tra gli eroi più amati della serie, per non parlare del Re degli Eroi che apre un negozio ad Asakusa.
Menzione d’onore al Berserker che ruba l’attenzione in ogni scena in cui è presente: lo spirito del leggendario Samurai Miyamoto Musashi reincarnato nella sua versione femminile (divinamente interpretata da un’Ayane Sakura in una forma eccezionale, ndr.) è la vera sopresa di questo titolo e un gradito ritorno per gli amanti di Grand Order. Un personaggio straordinario che diventa un faro per Iori ma soprattutto si rivela divertentissimo da giocare.
Parlando proprio di gameplay, questa parte del titolo di Koei è forse quella che ci ha sorpreso maggiormente in positivo. L’impostazione di Samurai Remnant è quella di un action RPG molto vicino allo stile musou ma ancora prettamente hack ‘n’ slash, di cui Koei e Omega da sempre sono ottimi interpreti.
Dopo un iniziale approccio titubante, la parte giocata del titolo si rivela divertente e ben curata, con tantissime combo date dai 5 stili di spada padroneggiati da Iori e dalle interazioni create dal protagonista con i Servant, Saber in primis ma non solo. Grazie al concetto di Rogue Servant, Iori si farà spesso aiutare dagli eroi senza master e anche quando i suoi interessi combaceranno con quelli di altri rivali potremmo vestire i panni di altri compagni fortissimi.
I combattimenti in Samurai Remnant ci divertono nonostante si avverte una certa sensazione di ripetitività, data soprattutto da un parco nemici molto curato a livello di design ma poco vario e non troppo impegnativo. Interessante invece tutto quello che riguarda il lato RPG, con un albero abilità molto vario ma non eccessivamente confusionario, perfetto per un titolo che si pone nel mezzo tra il classico RPG e l’action puro.
Anche la parte esplorativa è resa molto bene grazie a missioni secondarie e un level design di Edo lineare e funzionale all’esperienza di Samurai Remnant. L’atmosfera che si respira tra una battaglia e un cagnolino accarezzato è proprio quella che cerchiamo in un titolo di Fate ambientato nell’epoca dei samurai: katane, kimono e fiori di ciliegio.
Per essere un titolo sostanzialmente a cavallo tra PS4 e PS5 (la versione che abbiamo potuto provare era quella per PS5) Samurai Remnant non sfigura più di tanto e non si allontana da quanto visto a livello di texture e grafica da Atelier Ryza 3 ma mostra di essere comunque un passo in avanti.
Ciò che ci ha colpito in maniera estremamente positiva è il design dei personaggi ed alcune scelte artistiche particolarmente azzeccate. Alcuni disegni quasi in miniatura e dai tratti a matita estremamente marcati, utilizzati in dialoghi e transizioni, conferiscono un tocco orientale perfetto per l’ambientazione di Edo. Anche il character design, particolarmente influenzato dallo stile del Periodo di Edo, ci regala eroi di altissimo livello come il già citato (e sarò ripetitivo) Berserker di Miyamoto Musashi.
Il comparto audio invece non ha vere e proprie tracce indimenticabili ma crea un accompagnamento musicale ricco e ben in sintonia con quanto viene messo a schermo, con un uso abbondante di strumenti tipici della tradizione nipponica. Lato doppiaggio segnaliamo l’ottima prova nei panni di Saber di Yamamura Hibiku, mentre manca invece un’adattamento in altre lingue.
Nell’iniziare Fate/Samurai Remnant avevo aspettative alte da ormai navigato fan del Nasuverse, ma sono rimasto comunque piacevolmente sorpreso dall’esperienza complessiva che mi ha trasmesso la storia di Miyamoto Iori.
L’ambientazione di Edo è perfetta per narrare la storia di un semplice ronin innamorato della filosofia della Spada e degli insegnamenti del maestro, catapultato in una battaglia all’ultimo sangue fatta di maghi senza scrupoli, eroi d’altri tempi e difficoltà insormontabili che solo tenendo fede a se stesso e al suo credo riuscirà a superare.
Quella di Samurai Remnant è una storia in stile Nasu che riprende concetti e sviluppi dei protagonisti già visti nelle opere più importanti di Type-Moon, riproponendole all’interno di un videogioco divertente e ben riuscito. Un titolo ottimo ma che si rivolge soprattutto agli amanti della saga, già pratici delle dinamiche interne al nasuverse e che apprezzano lo stile narrativo tipico del franchise.
In conclusione possiamo dire che Samurai Remnant è un titolo molto godibile e uno dei giochi recenti più interessanti nel suo genere. Rimane un prodotto estremamente legato al franchise di cui fa parte e diretto soprattutto ai numerosi fan dell’universo di Nasu. Se però il vostro profilo rientra in questa descrizione non potete fare a meno di dargli una chance.
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