Nuova, attesissima, uscita targata Netflix, Dorohedoro è finalmente entrato anche nel catalogo italiano. L’anime, tratto dal famosissimo manga di Q Hayashida e realizzato da studio MAPPA, è disponibile in streaming dal 28 maggio.
Le mie aspettative per questa serie erano davvero alte, in tanti mi avevano parlato molto bene dell’opera originale e non vedevo l’ora di vedere come si sarebbe comportato studio MAPPA. Lo studio di Tokyo ha davanti un 2020 davvero impegnativo, dopo Dorohedoro sono in arrivo The God of High School in estate e Jujustu Kaisen ad ottobre, due anime molto attesi dal pubblico. Infine, notizia davvero recente, sarà proprio studio MAPPA ad animare l’ultima stagione di Attack on Titan, di certo un compito tutt’altro che facile.
Date queste premesse ero davvero curioso di scoprire cosa Dorohedoro mi avrebbe riservato, vediamo allora se l’anime prodotto da Netflix ha mantenuto le aspettative.
Hole non è un posto molto tranquillo, immaginatela come una di quelle baraccopoli tipiche delle periferie di una città industriale. Ciò non bastasse, a Hole scorrazzano numerosi stregoni, esseri dotati di poteri magici che conducono esperimenti raccapriccianti sui poveri abitanti della città.
Cayman ci viene subito presentato mentre si sbarazza di uno di questi stregoni, qualcuno ha fatto un esperimento su di lui rendendogli la testa uguale a quella di un rettile. Questo esperimento, oltre a renderlo praticamente un mostro, sembra avergli donato una particolare resistenza al fumo magico degli stregoni. Il buon Cayman è accompagnato dalla giovane Nikaido, che oltre ad essere una fantastica combattente, gestisce anche un ristorante di gyoza, per i quali il nostro protagonista va matto (e come dargli torto).
La trama si sviluppa sulla caccia allo stregone che ha trasformato Cayman, da ciò partiranno una serie di eventi che porteranno i due a scontrarsi con il mondo degli stregoni. Questi potenti esseri vivono in un posto ben diverso rispetto alla malsana Hole, nel quale Cayman sarà costretto a recarsi per cercare di risolvere la sua situazione e recuperare la memoria perduta. In ogni puntata le risposte che vengono date portano ad altrettante nuove domande, alimentando l’alone di mistero che si crea durante tutta la serie, in un crescendo di eventi e rivelazioni che culminano negli episodi finali.
Oltre alla coppia già citata, Dorohedoro ci presenta anche altri personaggi che definire antagonisti sarebbe riduttivo oltre che errato. En, Shin, Noi, Fujita e Ebisu diventano veri e propri coprotagonisti dell’anime. Questo gruppetto di stregoni si scontra spesso con Cayman, ma non sono dei semplici “cattivi“, anzi tutt’altro. Non vorrei spoilerarvi nulla, ma non posso non parlare del potere del fumo magico di En, grazie al quale riesce a trasformare persone e cose in funghi, giusto per darvi l’idea di cosa aspettarvi da Dorohedoro e dai suoi protagonisti.
L’approfondimento dei personaggi è davvero un punto di forza dell’anime, ad ognuno viene dedicato il suo spazio e tutte le evoluzioni presentate sono interessanti e ben costruite. Altra nota positiva della serie sono le atmosfere che riesce a trasmettere. Le numerose situazioni grottesche e macabre si fondono in maniera perfetta con le varie scene comiche cariche di dark humor, in un mix un po’ particolare, ma ben riuscito.
Parlando di azione infine, questa davvero non manca. Salta subito all’occhio lo stile un po’ splatter e la violenza esagerata, ma che non è mai stucchevole. Il tutto è perfettamente bilanciato dalla presenza di personaggi e situazioni comiche demenziali e al limite dell’assurdo, che creano un effetto inaspettato veramente interessante. Per quanto non sia il mio genere preferito, questo fantasy-horror alla maniera di Dorohedoro mi ha davvero convinto.
In una precedente recensione avevo già espresso il mio parere non proprio positivo sull’uso della CGI, perciò anche questa volta temevo che il giudizio sulle animazioni in computer grafica di Dorohedoro sarebbe stato abbastanza negativo. Rendere giustizia ai particolarissimi e spettacolari disegni del manga sarebbe stato difficile in qualsiasi caso, tanto più in CGI. Sorprendentemente studio MAPPA questa volta è riuscito in parte a smentirmi, le animazioni delle scene d’azione sono davvero ben fatte, i personaggi a volte non sono animati in maniera impeccabile, però, nel complesso, non hanno rovinato minimamente la visione.
Rimane comunque l’unico punto sul quale ho qualcosa da ridire a Dorohedoro, la computer grafica non è fatta male e, rispetto ad altre opere, è sicuramente di buon livello, ma i personaggi a volte risultano troppo poco fluidi (la povera Nikaido e la testa di Cayman in particolare) e ciò stona rispetto a tutto il resto.
Infine una menzione d’onore va alla colonna sonora, perfettamente cucita per la serie. Soundtrack che amplifica alla grande le atmosfere dell’anime, che si tratti di scene d’azione oppure di scene comiche e demenziali, c’è sempre affiancata una traccia ad hoc. Complimenti quindi al gruppo J-pop (K)NoW_NAME, che ha curato tutta la colonna sonora, inoltre non perdetevi assolutamente le varie ending, semplicemente geniali, sia dal punto di vista visivo che musicale.
Dorohedoro non è facilmente collocabile in una categoria. Tende all’horror e al dark fantasy, è un po’ splatter ma allo stesso tempo è divertente e demenziale. Un mix che inizialmente mi aveva un po’ spiazzato, ma che a visione terminata mi sento di promuovere a pieni voti. La trama è interessantissima e gli sviluppi nel finale mi hanno lasciato grande curiosità per la prossima stagione, i personaggi sono tutti ben caratterizzati e non ce n’è uno che mi abbia deluso.
Insomma, tranne che per qualche piccolo difetto (colpa della solita CGI), Dorohedoro è un anime ottimo e non dovreste assolutamente lasciarvelo sfuggire.
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