Dopo le ultime dichiarazioni da parte di Martin Scorsese (Oscar alla miglior regia nel 2007 per “The Departed – Il bene e il male”, nonché regista di film iconici come “Toro Scatenato“, “Taxi Driver” e “Quei bravi ragazzi“), sembrava tutto finito. Il regista italo-americano ha dato una sua prima opinione sui cinecomics agli inizi di Ottobre di quest’anno, durante un’intervista rilasciata per IndieWire, mentre promuoveva in Inghilterra il suo ultimo lavoro, “The Irishman” (prossimo ad uscire come prodotto Originale Netflix sulla stessa piattaforma di streaming il 27 Novembre), definendoli come “parchi a tema e non cinema“.
Ma Scorsese ha provato a rompere il silenzio ultimamente in un articolo del New York Times, chiedendo di poter spiegare questa critica nei confronti dei film sui super-eroi in maniera costruttiva, con la speranza di chiuderla lì.
Il regista dice “ho provato a guardarne un po’ e non fanno per me“, cercando di essere coerente con la sua carriera, facendo notare il parallelismo tra cinema d’autore e cinema di successo (ricordiamo che, secondo Wikipedia, il primo film con maggiori incassi nella storia del cinema è il recente “Avengers: Endgame” dei Fratelli Russo, con più di 2 miliardi di dollari al botteghino) e tentando di differenziare, secondo la sua visione, ciò che si prova con i due generi cinematografici nell’atmosfera della sala, dicendo che “il cinema è una forma d’arte che ti prende inaspettato, ma nei film di super-eroi niente è a rischio” .
Comunque sia, pare di essere stato semplicemente esaustivo, tanto da far sembrare la faccenda chiusa definitivamente.
Ma non è così!
Alla ribalta, Kevin Feige (Chief Creative Officer, Presidente dei Marvel Studios e produttore cinematografico, candidato quest’anno all’Oscar per miglior film per la produzione di “Black Panther“, diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe e vincitore di 3 premi Oscar), ribatte a quanto detto da Martin Scorsese, durante un episodio del podcast Awards Chatter del giornalista Scott Feinberg di The Hollywood Repoter, dicendo testuali parole:
“Penso che non sia vero. Queste sono dichiarazioni spiacevoli. Io e tutti quelli che lavorano a questi film amiamo il cinema, amiamo i film, amiamo andare al cinema, amiamo far parte di un’esperienza comune in una sala piena di gente.”
“Abbiamo creato “Civil War” con due dei nostri più popolari personaggi impegnati in uno scontro sia teologico che fisico. Abbiamo fatto fuori metà dei nostri personaggi alla fine di un film. Per noi è divertente prendere il nostro successo e usarlo per prenderci rischi e andare in direzioni nuove.”
“Tutti hanno – continua il direttore d’orchestra della Marvel – una diversa definizione di cinema. Tutti hanno una diversa definizione di arte. Tutti definiscono il rischio in maniera diversa. Alcune persone non pensano che il nostro sia cinema.”
“Tutti quanti hanno diritto alla loro opinione. Tutti quanti hanno il diritto di ripetere quella opinione. Tutti hanno la libertà di scrivere articoli su quella opinione e sono curioso di vedere cosa accadrà ora. Ma, nel frattempo, noi continueremo a fare film.”
Parlando in generale di cinecomics: nell’ormai conosciutissimo “Joker” di Todd Phillips (Leone d’oro al miglior film a quest’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica che si è svolta a Venezia), troviamo nel cast anche Robert de Niro, attore che ha un sodalizio unico con Martin Scorsese. Infatti, è uno dei protagonisti del suo ultimo film.
Robert de Niro in una scena del film sul Joker, interpretato da Joaquin Phoenix.
Qui, invece, lo ritroviamo in una scena dal trailer di “The Irishman” assieme a Joe Pesci.
Ma il punto è che altri attori che hanno comunque lavorato con Scorsese in passato, hanno anche recitato nei film dello MCU (Jude Law in “Captain Marvel“, Ben Kingsley in “Iron Man 3“, John C. Reilly in “Guardiani della Galassia“).
Jude Law in “Captain Marvel”. Riveste i panni di Yon-Rogg, comandante dei guerrieri Kree.
Di nuovo lui, tra vari marchingegni, in “Hugo Cabret” nel ruolo del padre.
Ma anche in altri franchise legati alla Disney (Adam Driver è stato un giovane gesuita portoghese nel ‘600 in “Silence” di Martin Scorsese, ma è anche l’antagonista principale Kylo Ren nella saga di “Star Wars“).
Adam Driver con la spada laser in una immagine da “Star Wars: L’ascesa di Skywalker“.
Qui nei panni di Padre Francisco Garupe in “Silence”, assieme ad Andrew Garfield.
Diciamo che l’epilogo di tutto questo dovrebbe essere che ognuno abbia la sua visione del cinema. Ma è probabile che il dibattito verrà riacceso e che ci sarà altra carne che verrà messa a cuocere.
Intanto, godiamoci i film!
Fonte: BleedingCool
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