Ion Fury è il nuovissimo videogioco creato dalla startup indie VoidPoint Games (in attività dal 2014) ed edito invece da 3D Realms.
Partiamo dalla trama: protagonista è l’agente Shelly “BombShell” Harrison, unica superstite del gruppo scelto noto come GDF. La città Neo D.C. è in preda all’anarchia totale, ed ondate di assassini e malinquenti cyborg si aggirano per zone abbandonate con losche intenzioni. Ce la farà Shelly a sopravvivere e riportare l’ordine?
Peculiarità del titolo è sicuramente racchiusa nella forte ironia del personaggio principale, ma non solo. La ca… rissima Shelly ci delizierà infatti con tantissime frasi (“I spray, you pray!“) da vera spaccona, rendendola ancora più iconica.
Ma anche l’ambientazione avrà molti riferimenti ironici. Primi tra tutti, i cartelloni pubblicitari.
La scelta inoltre di ritorno ad una grafica vintage ci permette di notare tutta una serie di particolari molto strani. Dettagli che, ai giorni nostri, ci fanno non poco sorridere.
Ad esempio i nemici che una volta sconfitti… si tramutano in figure pressoché bidimensionali. E udite udite: gli specchi riflettono realmente. Eppure, spesso dimenticano l’animazione del cambio arma. Sospettiamo sia un errore più che voluto.
Trattandosi di FPS, è sinceramente impossibile non paragonarlo a pietre miliari del genere come appunto Duke Nukem e Doom.
Ion Fury infatti ne prende spunto, facendone anche un degno omaggio. Troviamo infatti in basso a sinistra il viso della protagonista farsi insanguinato durante i danni. Inoltre, peculiari chiavi/carte magnetiche di vari colori apriranno solo porte specifiche.
Sicuramente, i combattimenti rendono grande giustizia al genere. Sono frenetici, pieni d’azione e coronati da un tema musicale decisamente incalzante.
Ma l’omaggio al buon Duke Nukem non è casuale. Tra i personaggi del gioco troviamo lo spietato Heskel, doppiato da Jon St. John. Proprio lui: la storica voce originale del pompatissimo eroe biondo.
L’impostazione e gameplay del gioco rispecchiano quanto promesso: nessun punto esperienza, nemmeno una cut-scene, ma un armamentario… un po’ fiacco. Un piccolo alone per un FPS, se ci pensiamo.
Per carità, in Ion Fury ci sono sicuramente armi estremamente giocabili, ma in soldoni quelle totali a nostra disposizione non sono poi numerose.
Degna di nota è comunque il revolver: esso infatti è in grado di marcare i nemici, mostrando poi al giocatore come oneshottarli con estrema precisione. Tecnica che ricorderà un po’ il buon vecchio McCree.
Le altre armi mostreranno invece come massacrare i nemici nei modi più inventivi e coreografici, mantenendo anche qui il tono tanto ironico quanto perfino splatter.
Ad ogni modo, il videogiocatore potrà dedicarsi a profonde esplorazioni dell’ambiente. Saranno presenti numerosi nascondigli per medikit, caricatori, armature, e perfino segreti.
Se infatti Shelly non avrà trovato tutti i segreti di una determinata zona, al passare alla successiva verrà evidenziato quanti ne mancano. Viene così stuzzicata non poco la curiosità.
Consigliamo Ion Fury per la sua frenetica giocabilità, e per lo humor inaspettato ma sicuramente sperato. Il gioco si focalizza sì sul 2D, ma lo implementa nel 3D con prospettive e tridimensionalità sicuramente attuali. Insomma, non vuole congelare gli anni ’90 e basta.
I pochi nei si focalizzano su particolari che, ai giorni nostri, potrebbero annoiare. In effetti, l’impostazione delle varie scene è piuttosto ripetitiva rendendo il gioco poco immersivo per i non appassionati del genere FPS. Questo anche per un concept di nemici non molto ispirato.
Ma dopotutto, questo titolo non sarà preferito da chi invece predilige le novità videoludiche in toto.
Chi invece era alla ricerca di un titolo vintage ma ricco di innovazione avrà trovato pane per i suoi denti e come direbbe Shelly…
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