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Ghost Recon Breakpoint: il nostro provato

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Ghost Recon Breakpoint: il nostro provato 1

Con l’imminente arrivo di Ghost Recon Breakpoint, previsto per il prossimo 4 ottobre 2019, Ubisoft ha messo a disposizione dei suoi utenti una corposa Closed Beta. Chiunque abbia prenotato il gioco, sia stato selezionato o possiede un abbonamento Uplay+ potrà giocare la beta del nuovo titolo collegato al franchise di Tom Clancy dal 5 all’8 settembre.

Nonostante le poche attività rese disponibili e un’ottimizzazione non ancora delle migliori, siamo riusciti a mettere le mani sopra un titolo che ci ha comunque convinti sotto alcuni aspetti. Gli screenshot e le considerazioni che andrete a leggere provengono dal provato della versione PC in compagnia di altri due giocatori.
Siete pronti? Tuffiamoci nelle acque di Auroa!

Operazione Greenstone

Pur rimanendo alla base un tactical shooter, Ghost Recon Breakpoint ci inserisce immediatamente nella mischia. Nel briefing della missione ci viene assegnato l’incarico di indagare sulle misteriose vicende che colpiscono Auroa da qualche mese.

Dopo aver personalizzato il nostro personaggio, l’elicottero sul quale Nomad e la sua squadra si trovano per dirigersi sull’isola viene preso sotto assedio. Il mezzo precipita vertiginosamente al suolo, provocando la morte di molti membri di bordo. Il nostro soldato dopo essersi curato, deve iniziare ad ambientarsi in quel territorio ostile, tra soldati e forze hi-tech capitanate da Cole D. Walker, ex soldato Ghost e ormai non più amico di Nomad.

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Auroa: tra paradiso e inferno

Auroa è un’enorme isola, composta da diversi biomi che ci accompagneranno nel corso dell’avventura. In Ghost Recon Breakpoint avremo modo di viaggiare tra giungle, spiagge e montagne giorno e notte, con condizioni metereologiche variabili. La parte più interessante dell’esplorazione dell’isola è sicuramente questa enorme varietà delle zone disponibili, condite con attività locali che offrono un’ottimo mix tra esplorazione – mai troppo noiosa – e ricompense.

Ghost Recon Breakpoint: il nostro provato 5

Per muoversi all’interno di Auroa abbiamo a disposizione un gran numero di veicoli: mezzi di terra come moto, jeep e blindati saranno la nostra risorsa principale e più comune; possiamo inoltre trovare elicotteri e moto d’acqua per coprire distanze maggiori.

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Anche con il loro ausilio, però, l’isola è comunque troppo grande, motivo per cui gli sviluppatori hanno saggiamente inserito l’utilizzo di spostamenti rapidi: dopo aver scoperto e talvolta liberato determinati avamposti, sarà possibile utilizzarli per lo spostamento rapido sull’isola.

Il cuore di Ghost Recon Breakpoint

Oltre alla quest principale, è possibile giocare moltissime missioni secondarie che offrono un ottimo allenamento sui diversi modi di affrontare Ghost Recon Breakpoint, dallo stealth all’azione. Mentre si viaggia per Auroa di insediamento in insediamento, ci si accorge di avere la completa libertà d’azione grazie al sistema di gameplay chiaro e intuitivo.

Essendo un gioco di natura tattica, il modo migliore per apprezzarlo è probabilmente l’approccio stealth: sono dunque presenti meccaniche di ping per segnalare obiettivi e agevolare l’utilizzo di colpi sincronizzati per abbattere il nemico. Il drone è lo strumento migliore per osservare il terreno che ci circonda: esso è in grado di volare, localizzare i nemici e persino offrire un sistema di visione termica e notturna se necessario. Il nostro soldato sarà chiamato a mimetizzarsi nell’ambiente per non essere scoperto: è possibile dunque sdraiarsi e ricoprirsi di fango, funzione che abbiamo trovato utilissima nelle fasi di avanscoperta con i droni.

 

Il gioco offre una struttura narrativa completamente immersiva, rendendo anche il tutorial parte integrante delle missioni. Fin dalle fasi iniziali del gioco impariamo come modificare il nostro equipaggiamento, aggiungere accessori alle armi e curarci da ferite che rallentano Nomad.

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Il completamento degli obiettivi porta a un aumento di livello, rendendo operativa la componente GDR di Ghost Recon Breakpoint. È possibile scegliere tra quattro diverse classi: Medico da campo, Assalto, Pantera e Tiratore. Una volta scelta la specializzazione, sarà possibile spendere i propri punti in un albero delle abilità: esistono dunque abilità passive, sempre equipaggiate, e talenti, equipaggiabili in modo limitato dall’inventario.

Il sistema di equipaggiamento è immenso, suddiviso in armi, vestiario, consumabili e oggetti di supporto e classificato per colore che ne indica il grado di rarità. Questi potranno essere equipaggiati per aumentare la potenza difensiva e offensiva di Nomad, oltre che personalizzarne l’aspetto estetico. Tutto l’equipaggiamento non usato può essere venduto o smontato per ottenere ricambi per potenziare l’arsenale in nostro possesso. È possibile inoltre acquistare parti di equipaggiamento dai vari vendor sparsi per la mappa.

Conclusioni

La Closed Beta di Ghost Recon Breakpoint ha soddisfatto con sufficienza le nostre aspettative sul titolo. Se da una parte abbiamo un looter-shooter come The Division improntato fortemente sull’endgame, qui invece abbiamo l’impressione di avere un comparto narrativo più concreto (forse data anche dalla presenza di Jon Bernthal nei panni dell’antagonista) e finalizzato a un’esperienza ben diversa. Ubisoft ha già confermato i suoi piani futuri per il supporto del titolo dopo il lancio, confermando contenuti extra quali raid, nuove operazioni e addirittura classi. Ricordiamo inoltre essere presente un comparto multiplayer PvP a squadre da quattro giocatori, purtroppo non disponibile in questi giorni di prova.

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Ghost Recon Breakpoint non ha molto da rischiare, confermandosi una soluzione migliorata rispetto al suo predecessore Wildlands. L’avventura è fortemente consigliata a quei giocatori che cercano un titolo da giocare in compagnia, ma con un occhio di riguardo al mondo dei giochi tattici. Appuntamento fissato al 4 ottobre, giorno di uscita del titolo su PC, Xbox One e PlayStation 4. Vi ricordiamo inoltre che il titolo sarà disponibile su Google Stadia non appena diventerà disponibile il servizio.

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Sviluppatore software di professione, Simone inizia la sua carriera videoludica già dall’infanzia, crescendo nel mondo PlayStation e seguendo le orme del padre. Predilige per lo più opere con una forte componente narrativa e adora immergersi nei panni dei protagonisti che va via via a giocare.
Adora alternare momenti ludici con la visione e/o lettura di opere orientali, ma non si rifiuta di approcciarsi alle novità!

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