Tra le varie opere che abbiamo potuto provare alla Gamescom di Colonia, una delle più interessanti è senza dubbio Dune Awakening.
L’MMO di stampo survival sviluppato e pubblicato da Funcom cavalca l’epoca d’oro della serie, che nasce come romanzo dalla penna di Frank Hebert e che ritrova e riscuote un enorme successo nei due capitoli cinematografici di Denis Villeneuve.
Dune Awakening ha avuto modo di mostrarsi con un corposo trailer con sequenze di gameplay durante la Opening Night Live, e io ho avuto modo di provarlo direttamente al relativo booth per una lunga ora di gioco.
Il mio arrivo ad Arrakis è stato più veloce di quanto pensassi: per questioni di tempo, gli sviluppatori hanno preferito risparmiarci la creazione del personaggio e l’introduzione narrativa per immedesimarci subito nel pieno dell’azione: così mi sono ritrovato nel bel mezzo del deserto del pianeta caratterizzato da vaste distese di sabbia, a fianco del nostro Ornicottero distrutto in seguito a un incidente.
Soli, sperduti e senza una meta, inizieremo la nostra avventura vagando per quelle lande desolate, raccogliendo materiali per costruire il possibile e cercando di idratarsi in qualche modo per evitare di morire di sete.
Fin da subito è chiaro che Funcom si sia impegnata moltissimo per ricreare quell’immaginario che Frank Hebert ha descritto nero su bianco: Arrakis per quanto visto è un pianeta stupendo, progettato e ricostruito seguendo fedelmente quell’immaginario fantascientifico di enorme successo.
Se all’inizio la base del gameplay sembra fin troppo in linea con gli altri titoli del genere, dopo qualche minuto sono iniziate a mostrarsi delle meccaniche interessanti: essendo Arrakis un pianeta pericoloso e arido, dovremo fare attenzione ad esempio al clima, in quanto nelle ore diurne rimanere esposti ai raggi solari farà aumentare la barra del calore. Se questa dovesse raggiungere il massimo aggiungerà determinati malus allo stato del nostro avatar in gioco, come per esempio la diminuzione della stamina o l’accumulo accelerato di sete.
Inoltre, sotto la superficie desertica di tanto in tanto passerà uno degli immensi Shai-Hulud, i pericolosi vermi delle sabbie, che ne abitano il sottosuolo: la sua presenza sarà segnalata da una nube nera che si solleva dal terreno e dalla vibrazione del controller, che si fa sempre più insistente man mano che si avvicina.
Arrakis è un pianeta di natura rocciosa, quindi sabbia e pietra saranno principalmente i maggiori scenari che si vedranno. Un aspetto interessante è che la mappa non sembra estendersi solo orizzontalmente, ma anche verticalmente: in Dune Awakening ci sarà la possibilità di scalare la roccia per raggiungere punti altresì irraggiungibili, o eventualmente utilizzare un Jetpack o perché no, anche un Ornicottero. Tutti questi elementi aggiungono una nuova dimensione di esplorazione al titolo di Funcom, che se già risulterà una grande e vasta landa desertica, figuriamoci con l’introduzione della verticalità.
Durante la prova, uno sviluppatore di Funcom ha utilizzato un tool di sviluppo per portare il nostro personaggio a un livello molto più alto e con un equipaggiamento molto più avanzato: ho potuto così provare armi, strumenti e abilità molto più da endgame che da early game, utilizzare un mezzo da terra e persino spostarmi tra i cieli con un Ornicottero.
L’intento degli sviluppatori infatti è proprio quello di valorizzare ciò che rende tali le particolarità del mondo di Dune, cercando di implementarle nel miglior modo possibile in un impianto survival. Questa è la componente che più in assoluto ho trovato interessante, in quanto, se implementata a dovere, potrebbe riuscire davvero a sfruttare tutto quel potenziale creativo.
La mia prova di Dune Awakening si è conclusa senza arrivare molto lontano dalla zona iniziale. Per la mia ora di anteprima e come primo approccio mi sono limitato a esplorare quella porzione di Arrakis raccogliendo risorse e cercando di sopravvivere alle insidie del deserto.
Per offrire però un punto di vista più ampio, Dune Awakening è un MMO con una fortissima componente da gioco di ruolo. Il nostro personaggio crescerà e svilupperà talenti che lo renderanno parte integrante della popolazione di Arrakis. Essendo Dune un immaginario fantapolitico vien da sé che dovremo scegliere con chi allearci e quale ruolo giocheremo in questa alleanza: il titolo di Funcom promette una vastissima gamma di specializzazioni al fine di poter essere davvero chi vogliamo interpretare sul pianeta desertico.
Il mondo di Dune Awakening sembrerebbe inoltre rispondere all’appellativo “player-driven”, ovvero che sono i giocatori a decidere le sorti del mondo di gioco: ci è stato specificato che ogni scelta intrapresa nel gioco, che sia distruggere per esempio una base di una determinata casata, sarà permanente. I server di gioco infatti saranno in continuo sviluppo e permanenti, quindi salveranno di momento in momento lo stato della mappa che porrà quindi i giocatori in cima al comando della situazione politica e militare di Arrakis.
Ovviamente questo implica che siano presenti non solo aree desertiche, ma anche appunto insediamenti, basi e vere e proprie cittadine, in cui potremo incontrare non solo altri giocatori, ma anche NPC che ci forniranno attività, principali o secondarie che siano, per permetterci di progredire nel nostro viaggio e soprattutto per far crescere la nostra nomea e il nostro impatto sul mondo di Dune Awakening.
Avendo avuto modo di provare il titolo per un’ora non posso tralasciare l’impatto che il lato tecnico ha avuto sull’anteprima. Sono certo che trattandosi appunto di una build pre-lancio ci siano ancora molti margini di miglioramento, però sento doveroso comunque far presente alcuni aspetti.
Iniziamo parlando di quello che è il motore di gioco: in termini prettamente grafici sembra una produzione di inizio generazione scorsa, con compenetrazioni di diversi asset e problemi di stabilità non da poco.
Il problema maggiore però è che Dune Awakening risulta legnoso, meccanico e in generale poco divertente. A questo si aggiunge un’intelligenza artificiale non proprio delle migliori, che risulta essere talmente di basso livello da non intrattenere abbastanza. Questo è un grave rischio a cui penso che Funcom debba lavorare molto, perché è impensabile che da un lato ci sia così tanto potenziale e così tanti modi per giocare a un effettivo gioco di ruolo su una scala di giocatori massiva, ma che dall’altro il titolo non risulti divertente da giocare a causa di scelte prettamente ludiche.
Dalla prova ho avuto la sensazione che tali aspetti risultino talmente indietro che potrebbero scoraggiare la maggior parte della potenziale fetta di pubblico interessata al titolo, che rischierebbero di abbandonarlo dopo pochissime ore e di conseguenza di non riuscire a vedere quel che c’è di buono.
Considerando che la data d’uscita è fissata per i primi mesi del 2025, ho il sincero timore che gli sviluppatori non avranno abbastanza tempo per sistemare tutti questi problemi, e che il risultato finale possa risultare un grandissimo buco nell’acqua.
Tirando le somme, Funcom ha ancora molta strada da fare perché deve assolutamente compensare questo enorme problema legato alla giocabilità del titolo. Dune Awakening ha tantissimo potenziale, le basi per creare un nuovo grande MMO ci sono tutte e non vorrei assolutamente che queste vengano rovinate dalla mancanza di osservazioni ludiche e di gameplay di cui il titolo evidentemente soffre.
Dune Awakening potrebbe essere un MMO coi fiocchi, nella speranza che Funcom lavori duramente anche dopo il lancio per aggiungere qualità prettamente tecniche a un titolo che invece ha già moltissimo da dire grazie al suo meraviglioso setting.
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