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Scott Pilgrim Takes Off: una serie niente male

Il mio primo contatto col mondo di Scott Pilgrim risale al lontano 2012, quando un amico mi suggerisce di vedere insieme il film Scott Pilgrim vs The World. Da quella visione in poi è subito colpo di fulmine.

C’è qualcosa di unico e geniale nel racconto di Bryan Lee O’Malley, nella sua ironia paradossale, nei suoi personaggi, nei sui scambi di battute che difficilmente potete trovare in altre serie. Questo veniva poi messo in scena in un film perfetto, una ode alla graphic novel originale diretta magistralmente da Edgar Wright (la mano dietro Ultima Notte a Soho, correte a recuperarlo, ndr.) e interpretata da un cast cucito ad hoc per la storia di O’Malley.

Da questo film partì un pellegrinaggio alla riscoperta dell’opera originale e del simpatico videogioco Scott Pilgrim vs. The World: The Game, legandomi alla storia di Scott e dei suoi amici in maniera indissolubile.

Ed è così che si arriva all’annuncio di un anime targato Science SARU e Netflix, curato dallo stesso O’Malley richiamando addirittura il cast del film; praticamente tutto quello che avevo sempre sognato. Inutile dire che l’attesa di questo prodotto a ridosso della data di uscita si era piano piano mischiata con un po’ di paura. Paura di vedere un film che ho amato alla follia riproposto malamente, paura che l’innamoramento con quei personaggi fosse svanito dopo tanti anni, paura di rimanere deluso da una serie che mi aveva sempre dato tanto. Paure che, al termine dell’ottavo ed ultimo episodio, si sono dimostrate totalmente infondate.

Scott Pilgrim: una vita niente male

Se non ne foste già a conoscenza sappiate che Scott Pilgrim si è messo con una liceale. Ebbene si, Scott Pilgrim esce con Knives Chau, una liceale impazzita per la band di Scott, i “Sex Bo-Bomb“. Inutile sottolineare il disappunto degli altri due membri, la batterista Kim Pine (usciva con Scott) e il cantante Stephen Stills (Il Talento), mentre non sappiamo nulla riguardo il giudizio del Giovane Neil (tessera fan numero 1).

Scott vive nella tranquilla Toronto, Canada, nella casa dell’amico Wallace Wells (si direbbe una situazione da Sugar Daddy). Di notte Scott afferma di aver incontrato la donna della sua vita in sogno e, come per magia, una sera alla festa di Julie la incontra veramente, Ramona Flowers.

Se avete visto il film di Wright questa parte vi sarà familiare, come del resto tutto il primo episodio, almeno fino all’esibizione dei Sex Bo-Bomb. Qui abbiamo il primo punto di rottura con la storia che conoscevamo: i Crash and the Boys non aprono il concerto dei Sex Bo-Bomb.

Battute a parte (che comunque hanno tagliato una delle mie scene preferite del film, ndr.) la rottura con l’originale avviene proprio al Rockit quando, con l’apparizione del primo ex malvagio di Ramona, Matthew Patel, Scott viene apparentemente sconfitto, innescando una serie di eventi ben diversi rispetto a quelli che ricordavamo.

Scott Pilgrim: Takes Off infatti non è un adattamento ne tantomento un remake. La serie anime di Science SARU è un vero e proprio remix di Scott Pilgrim, una diversa interpretazione della storia dove a farla da protagonista è la ricerca di Scott da parte di Ramona.

Prima di iniziarlo sapevo già che molto sarebbe cambiato ma non immaginavo una rivoluzione così drastica. Di solito in questi casi lo scivolone è dietro l’angolo ma fortunatamente Bryan Lee O’Malley ci ha regalato un’altra fantastica avventura, scegliendo di puntare il riflettore su una grandiosa protagonista come Ramona Flowers, spalleggiata da personaggi secondari eccezzionali sui quali, soprattutto nel film, non c’eravamo soffermati abbastanza.

I Heard Ramona Sing

La buona riuscita di questo nuovo progetto targato Scott Pilgrim si basa soprattutto sul personaggio centrale di Ramona Flowers. La Ramona di Takes Off è un power up (per rimanere in tema, ndr.) notevole rispetto a quella del film vs. The World. Nella pellicola di Wright Mary Elizabeth Winstead ci regala un ottimo personaggio secondario, del quale tutti i fan sotto sotto sono sempre rimasti un po’ innamorati.

La nuova Ramona invece, sempre interpretata dalla Winstead in lingua originale (e dall’ottima Myriam Catania in italiano), è un personaggio che mantiene tutte le sue caratteristiche classiche ma si eleva anche a protagonista della storia. Mentre tutti cercano di superare la scomparsa di Scott, Ramona non si dà per vinta, continua ad investigare scavando nel suo passato e finisce addirittuare per combattere con i suoi malvagi ex.

La ricerca di Scott rappresenta per Ramona un modo per superare il suo passato e crescere per diventare una persona che non fugge più ma anzi fa di tutto per ritrovare il proprio amato, in netta rottura con tutto quello che ha vissuto fino ad ora. Ed ecco che Ramona rimpiazza Scott in maniera egregia, anche quando il ritorno di Scott sembra restituirci il nostro canonico protagonista è sempre Ramona a risolvere la situazione, rendendo sostanzialmente Takes Off la storia di Ramona, la storia che ci mancava.

Molti Ex, poco malvagi

Abbiamo capito che Ramona è la protagonista della serie ma di certo non è l’unica a reggere da sola le vicende. Nello Scott Pilgrim di Netflix viene dato molto spazio anche ad altri personaggi: il solito sfacciato Wallace Wells (ovviamente eccezionale, ndr.), tanto Giovane Neil, la nostra Kim e soprattutto minutaggio abbondante per i 7 stravaganti malvagi ex di Ramona.

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Rispetto al film dove il tempo scenico e la necessità di regalare spazio al rapporto Scott/Ramona non dava l’opportunità di approfondire le figure dei 7 ex, nella serie ci rendiamo subito conto dell’importanza che svolgono.

A partire da Matthew Patel che questa volta vince, incredulo, la battaglia con Scott, fornendogli l’autostima necessaria per affrontare Gideon. Un Gideon che vedremo messo in ginocchio e tentare di rialzarsi dopo essere tornato semplicemente Gordon Goose al fianco di una Julie fantastica.

Non manca un Todd che perde i suoi amati poteri vegani e finirà per subire un drastico cambiamento nella sua vita emotiva ed una combattiva Roxie. Menzioni d’onore ai fratelli Katayanagi (e al loro robot, ndr.), soprattutto nella loro versione futuristica daftpunkiana, e al Lucas Lee di Chris Evans, in modalità BFF del decaduto Gordon.

Questo cast di malvagi ex, unito ai protagonisti e agli amati Sex Bo-Bomb, ricrea quel mix perfetto di comicità e scrittura interessante ed avvincente che caratterizza sia la graphic novel che il film, non facendoci mai mancare Scott per quasi tutti gli episodi e facendo scoprire anche al fan più navigato nuovi aspetti dei suoi personaggi preferiti.

Forse l’unica figura che avrei voluto vedere di più (o comunque sviluppata diversamente) è Envy Adams (Brie Larson), per la quale la serie riserva solo una grande entrata in scena (che non compensa la performace di Black Sheep nel film, ndr.) e pochissimo altro.

Anime non-anime

Quando ci hanno presentato Scott Pilgrim Takes Off era comparso subito un bel messaggio con scritta la classica “A Netflix Anime Series“. Ed in effetti il lavoro dietro la serie è stato svolto da uno studio giapponese come Science SARU, fondato e poi lasciato dal leggendario regista Masaaki Yuasa e noto per lavori straordinari come Ping Pong The Animation e Devilman Crybaby.

Sin da subito però è chiaro cosa voleva fare lo staff dello studio insieme al regista Abel Góngora, rendere omaggio alla fantastica opera originale di Bryan Lee O’Malley. Nell’anime ritroviamo quindi il character design e lo stile inconfondibile del fumetto, unito a scene che ricordano perfettamente il videogioco picchiaduro (nel trailer il remix della theme di Mortal Kombat è semplicemente fantastico, ndr.).

Un lavoro magistrale che si distacca dai canoni stilistici classici degli anime a cui siamo abituati per ricreare la piena esperienza Scott Pilgrim. Una missione compiuta a pieni voti anche grazie a scelte azzeccate come quella di richiamare il cast originale del film per il doppiaggio e gli Anamanaguchi, band di cui non si parla mai abbastanza che aveva curato l’OST del videogioco, per la colonna sonora. Nota di merito finale per i brani extra come quello scelto per la scena tra Gordon e Lucas, niente poteva starci meglio di A-Punk dei Vampire Weekends.

Scott Pilgrim: una serie così Indie

C’è qualcosa che mi ha sempre fatto pensare che il mondo di Scott Pilgrim, non impora sotto quale forma venisse raccontato si esso fumetto, videogioco, film o anime, avesse un’anima fortemente Indie.

Mi spiego: non tanto Indie nel senso di indipendente (c’è addirittura NETFLIX dietro), e neanche troppo di nicchia ormai. Indie in Scott Pilgrim è il mood del racconto: simpatico, nerd ma anche pieno di riferimenti veri, storie che possiamo sentire nostre e che parlano direttamente alla nostra generazione.

Scott Pilgrim è una serie così Indie perché sembra essere arrivata prima degli altri su certi temi, prima che essere nerd o parlare del mondo nerd fosse così sdoganato, quando portarlo sul grande schermo non era affatto banale. Ed ecco che il riferimento alla musica, indotto credo dallo stesso O’Malley per i riferimenti nell’opera e per il suo spassionato amore per essa, mi ha sempre fatto associare Scott Pilgrim a I Cani o agli Strokes.

Quando tutti facevano Rock classico, gli Strokes escono con Is This It, quando in Italia esisteva solo il Pop, Niccolò Contessa scriveva Il Sorprendete Album d’Esordio de I Cani. Così mi sono sentito, spaesato e incuriosito, la prima volta che ho visto Scott Pilgrim vs. The World, sorpreso che qualcuno parlasse in modo diretto e simpatico di temi così vicini a noi proprio come Contessa in Door Selection.

Scott Pilgrim Takes Off riprende tutto ciò che di buono c’è nei suoi predecessori e lo ripropone con nuove idee ma sempre vincenti, spazzando via ogni paura targata Netflix e ogni dubbio nel ritrovare quel cast oltre 10 anni dopo. Perché Scott è sempre Scott, Ramona è sempre Ramona e noi cambiamo, cresciamo e viviamo ma rimaniamo legati a ciò che ci ha colpito veramente nel profondo per tutta la nostra vita.

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Matteo Tellurio

Nascere in un paesino umbro ti porta ad avere tanti hobby. Cresciuto tra console e computer, è da sempre amante di cinema, serie TV e musica, nella quale si diletta in maniera molto amatoriale. Anime e manga invece sono il pane quotidiano ma anche lo sport lo appassiona. Crede di aver visto ogni singola disciplina inserita dal CIO alle Olimpiadi.

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